Thread Alitalia CAI
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@45ACP
.....era solo una cosa trovata su internet che mi aveva incuriosito....c'è scritto che non è una cosa ufficiale....ma è in rete....sarebbe interessante un commento di EM75 ed Iceman51......(se ne hanno tempo e voglia, ovviamente...)
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Non un pilota, solo un SLF appassionato di aviazione. Nella vita top manager di aziende hitech. Dico la mia.
Finalmente un piano scritto da professionisti del settore e veri manager!!
Ma dubito molto della sua pratica realizzazione, vista la palude italiana, piena di interessi, controinteressi, "legami" con politica e mille altri ostacoli pratici.
Solo una forte volonta' politica di non guardare in faccia a nessuno potrebbe dare speranze di realizzazione, ma -con la situazione complessiva attuale- non ci scommetterei. Peccato, davvero.
Finalmente un piano scritto da professionisti del settore e veri manager!!
Ma dubito molto della sua pratica realizzazione, vista la palude italiana, piena di interessi, controinteressi, "legami" con politica e mille altri ostacoli pratici.
Solo una forte volonta' politica di non guardare in faccia a nessuno potrebbe dare speranze di realizzazione, ma -con la situazione complessiva attuale- non ci scommetterei. Peccato, davvero.
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A parte che sembra lo svolgimento del tema "Cosa sogneresti per Az a Natale" scritto in terza media, i chiedo se ci rendiamo conto cosa voglia dire acquisire aeromobili di lungo raggio ( vedasi costi e disponibilità macchine) e soprattutto fare uno start up su rotte abbandonate da tempo prima di (forse!) iniziare ad avere un ritorno di utili.....
Poi Linate: ahaha e non aggiungo altro
Fare fuori i "manager" Az?!? Finché' non ci saranno i grillini al comado di questo Paese nulla cambierà mai...
Happy landings,
LRpilot
Poi Linate: ahaha e non aggiungo altro
Fare fuori i "manager" Az?!? Finché' non ci saranno i grillini al comado di questo Paese nulla cambierà mai...
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Sul LR vorrebbero puntare proprio su India, Cina e HK Fanno i conti senza l'oste, cioè senza Emirates & Co. E il Sud America non l'hanno nemmeno lontanamente nominato, e nell'ottica Aeroflot che loro stessi consigliano è quello che secondo me farebbe veramente comodo ai Russi, non certo l'Asia che si trovano relativamente a due passi.
Sotto il punto di vista del network non mi sembra ben strutturato né coerente, per il resto tanti punti condivisibili (parziale chiusura di Linate e cambio ai vertici), ma nessuna parola su come agire. E non è una passeggiata.
Sotto il punto di vista del network non mi sembra ben strutturato né coerente, per il resto tanti punti condivisibili (parziale chiusura di Linate e cambio ai vertici), ma nessuna parola su come agire. E non è una passeggiata.
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Potremmo discutere quanto ci pare ma parlare di futuro e di rilancio mi sembra ormai del tutto fuori luogo. Finiranno anche questi ultimi soldi in arrivo, dei quali mi sorprendo non poco, e si passerà alla dolorosa fase del cambiamento.
Il problema, oramai, è il capire in cosa potrà consistere il cambiamento: una direzione che potrà variare da 0 a 360°.
Il resto, macchine ferme, macchine in vendita, leasing, svanirà anche quello come diretta conseguenza, magari con qualche scatto di manette in mezzo.
Il problema, oramai, è il capire in cosa potrà consistere il cambiamento: una direzione che potrà variare da 0 a 360°.
Il resto, macchine ferme, macchine in vendita, leasing, svanirà anche quello come diretta conseguenza, magari con qualche scatto di manette in mezzo.
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Leggermente OT ma forse vale la pena buttarlo nel calderone. Tanto ormai una piu, una meno...
Blue panorama, ovvero "...another one (about to) bite the dust (???)..."
Maradona docet e...si salvi chi puo!
PZ
Blue panorama, ovvero "...another one (about to) bite the dust (???)..."
Maradona docet e...si salvi chi puo!
PZ
Last edited by papazulu; 22nd Oct 2013 at 15:13.
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Riporto da radio Kabul,
che les amis si stiano defilando o solo tattica negoziale?
Tensione alle stelle tra Air France e il vertice di Alitalia. Con il grande capo della compagnia francese, Alexandre de Juniac, che ha preso carta e penna e scritto una lettera di fuoco, contestando apertamente tutti i passi fin qui compiuti dai soci italiani. Dalla gestione della crisi di liquidità, al piano industriale messo a punto dall’ad Gabriele Del Torchio, «considerato troppo ottimistico», fino ai rapporti con le banche e alle modalità di finanziamento. La lettera di Juniac, datata 18 ottobre, è un condensato di critiche e di amare considerazioni sulla gestione dell’alleanza, in un crescendo di accuse che hanno l’obiettivo di mettere con le spalle al muro l’attuale management e di fissare i paletti per il futuro. Perché Air France, nonostante tutto, vuole continuare ad essere il partner industriale. A patto di poter indicare la linea.
LE PRIME ACCUSE
«Quando a gennaio Air France fu informata - si legge nelle missiva indirizzata al presidente Roberto Colaninno - delle necessità di mettere in campo un prestito degli azionisti per risolvere le esigenze di liquidità di breve termine ed assicurare la continuità aziendale, ci siano resi subito disponibili, nonostante il fatto che a dicembre 2012 non avessimo approvato il budget». Del resto, si spiega ancora, «avevamo messo bene in chiaro che quel tipo di soluzione d’emergenza last minute non avrebbe più dovuto ripetersi».
Tant’è che in «quell’occasione avevamo chiesto alla compagnia di elaborare un piano realistico di lungo termine supportato da un corposo e sostenibile piano finanziario». Cosa che a giudizio dei francesi non è avvenuta. Poi la bordata all’ad Del Torchio. «Avevamo espresso molte preoccupazione sul piano presentato a luglio 2013 che consideriamo troppo ottimistico. Eppure le nostre preoccupazioni e i nostri consigli non sono mai stati presi in considerazione». Non solo. «Contro il nostro parere il piano fu reso pubblico e anche presentato nei dettagli alla stampa». Uno sgarbo che evidentemente ha lasciato il segno. De Juniac lamenta poi il fatto che le «proposte per sostenere Alitalia nell’area vendite e gestione dei ricavi sono state sempre ignorata negli ultimi anni». E rincara la dose anche sul piano finanziario varato dal cda.
IL PIANO FINANZIARIO
«Nonostante considerassimo insufficiente e di corto respiro il nuovo piano finanziario proposto nel board del 4 ottobre, abbiamo approvato le misure d’emergenza per aiutare la compagnia a continuare l’operatività e prendere tempo per affrontare la crisi». Quindi l’affondo finale. «Per questi motivi (di fatto la scarsa attenzione alle richieste di AF, ndr) consideriamo tutto quello che è successo dall’11 al 14 ottobre, come elementi offensivi e scoraggianti per Air France. Nonostante i nostri continui sforzi per aiutare la compagnia, sforzi sostenuti dal primo azionista e partner commerciale più importante, ci siamo resi conto che ci sono stati lunghi negoziati dopo l’assemblea dell’11 ottobre tra alcuni azionisti e le banche su alcuni punti chiave (come la valutazione della compagnia e le condizioni dei finanziamenti deliberati dalle banche) senza che noi si fosse minimamente nè consultati nè coinvolti».
SCARSE INFORMAZIONI
«Air France - lamenta ancora de Juniac - tra l’altro non fu nemmeno messa nella posizione di avere tempo per capire a valutare le proposte relative a questo negoziato che furono mandate a Parigi soltanto e in ritardo e nel mezzo della notte durante l’assemblea del 14, rendendo impossibile per noi prendere delle decisioni consapevoli e informate».
Alitalia, scrive il capo di Air France, «è un partner importante e vogliamo che continui ad esserlo, ma vogliamo essere sicuri che qualsiasi soluzione messa in campo sia di lungo periodo e sostenibile». Basta insomma con le misure d’emergenza e le iniziative autonome. Quindi viene ribadita la necessità di realizzare un nuovo progetto sostenuto da un piano finanziario realistico che «richiede l’intervento di tutti gli azionisti, compresa una corposa ristrutturazione del debito, come già detto più volte».
QUATTRO SETTIMANE
Con questo spirito e nonostante ciò che è successo, «vogliamo proporre di mettere in campo un joint working team tra Alitalia e Air France per poter operare su due fronti»: il nuovo business plan e una due diligence su Alitalia sia legale che finanziaria oltre che sui conti, la base per costruire un piano del debito sostenibile con nuove risorse. Di qui la messa a disposizione di un team dedicato ad affrontare tutti i temi centrali: gestione delle vendite, rete, flotta, organizzazione del lavoro, gestione del debito. Magari coinvolgendo anche advisor ed esperti esterni.
L’obiettivo, conclude de Juniac, è completare il lavoro in poche settimane, al massimo quattro. Per tentare un rilancio che oggi appare difficile ai suoi occhi. Ma esso può avvenire solo a patto che queste condizioni vengano rispettate e che ci sia la massima condivisione delle informazioni. Solo al termine del lavoro del team comune - sottolinea il capo di Air France - potremo essere nelle «condizioni per identificare le azioni dalle quali muovere per il rilancio di Alitalia». Di decidere cioè se dare nuove risorse o gettare la spugna.
che les amis si stiano defilando o solo tattica negoziale?
Tensione alle stelle tra Air France e il vertice di Alitalia. Con il grande capo della compagnia francese, Alexandre de Juniac, che ha preso carta e penna e scritto una lettera di fuoco, contestando apertamente tutti i passi fin qui compiuti dai soci italiani. Dalla gestione della crisi di liquidità, al piano industriale messo a punto dall’ad Gabriele Del Torchio, «considerato troppo ottimistico», fino ai rapporti con le banche e alle modalità di finanziamento. La lettera di Juniac, datata 18 ottobre, è un condensato di critiche e di amare considerazioni sulla gestione dell’alleanza, in un crescendo di accuse che hanno l’obiettivo di mettere con le spalle al muro l’attuale management e di fissare i paletti per il futuro. Perché Air France, nonostante tutto, vuole continuare ad essere il partner industriale. A patto di poter indicare la linea.
LE PRIME ACCUSE
«Quando a gennaio Air France fu informata - si legge nelle missiva indirizzata al presidente Roberto Colaninno - delle necessità di mettere in campo un prestito degli azionisti per risolvere le esigenze di liquidità di breve termine ed assicurare la continuità aziendale, ci siano resi subito disponibili, nonostante il fatto che a dicembre 2012 non avessimo approvato il budget». Del resto, si spiega ancora, «avevamo messo bene in chiaro che quel tipo di soluzione d’emergenza last minute non avrebbe più dovuto ripetersi».
Tant’è che in «quell’occasione avevamo chiesto alla compagnia di elaborare un piano realistico di lungo termine supportato da un corposo e sostenibile piano finanziario». Cosa che a giudizio dei francesi non è avvenuta. Poi la bordata all’ad Del Torchio. «Avevamo espresso molte preoccupazione sul piano presentato a luglio 2013 che consideriamo troppo ottimistico. Eppure le nostre preoccupazioni e i nostri consigli non sono mai stati presi in considerazione». Non solo. «Contro il nostro parere il piano fu reso pubblico e anche presentato nei dettagli alla stampa». Uno sgarbo che evidentemente ha lasciato il segno. De Juniac lamenta poi il fatto che le «proposte per sostenere Alitalia nell’area vendite e gestione dei ricavi sono state sempre ignorata negli ultimi anni». E rincara la dose anche sul piano finanziario varato dal cda.
IL PIANO FINANZIARIO
«Nonostante considerassimo insufficiente e di corto respiro il nuovo piano finanziario proposto nel board del 4 ottobre, abbiamo approvato le misure d’emergenza per aiutare la compagnia a continuare l’operatività e prendere tempo per affrontare la crisi». Quindi l’affondo finale. «Per questi motivi (di fatto la scarsa attenzione alle richieste di AF, ndr) consideriamo tutto quello che è successo dall’11 al 14 ottobre, come elementi offensivi e scoraggianti per Air France. Nonostante i nostri continui sforzi per aiutare la compagnia, sforzi sostenuti dal primo azionista e partner commerciale più importante, ci siamo resi conto che ci sono stati lunghi negoziati dopo l’assemblea dell’11 ottobre tra alcuni azionisti e le banche su alcuni punti chiave (come la valutazione della compagnia e le condizioni dei finanziamenti deliberati dalle banche) senza che noi si fosse minimamente nè consultati nè coinvolti».
SCARSE INFORMAZIONI
«Air France - lamenta ancora de Juniac - tra l’altro non fu nemmeno messa nella posizione di avere tempo per capire a valutare le proposte relative a questo negoziato che furono mandate a Parigi soltanto e in ritardo e nel mezzo della notte durante l’assemblea del 14, rendendo impossibile per noi prendere delle decisioni consapevoli e informate».
Alitalia, scrive il capo di Air France, «è un partner importante e vogliamo che continui ad esserlo, ma vogliamo essere sicuri che qualsiasi soluzione messa in campo sia di lungo periodo e sostenibile». Basta insomma con le misure d’emergenza e le iniziative autonome. Quindi viene ribadita la necessità di realizzare un nuovo progetto sostenuto da un piano finanziario realistico che «richiede l’intervento di tutti gli azionisti, compresa una corposa ristrutturazione del debito, come già detto più volte».
QUATTRO SETTIMANE
Con questo spirito e nonostante ciò che è successo, «vogliamo proporre di mettere in campo un joint working team tra Alitalia e Air France per poter operare su due fronti»: il nuovo business plan e una due diligence su Alitalia sia legale che finanziaria oltre che sui conti, la base per costruire un piano del debito sostenibile con nuove risorse. Di qui la messa a disposizione di un team dedicato ad affrontare tutti i temi centrali: gestione delle vendite, rete, flotta, organizzazione del lavoro, gestione del debito. Magari coinvolgendo anche advisor ed esperti esterni.
L’obiettivo, conclude de Juniac, è completare il lavoro in poche settimane, al massimo quattro. Per tentare un rilancio che oggi appare difficile ai suoi occhi. Ma esso può avvenire solo a patto che queste condizioni vengano rispettate e che ci sia la massima condivisione delle informazioni. Solo al termine del lavoro del team comune - sottolinea il capo di Air France - potremo essere nelle «condizioni per identificare le azioni dalle quali muovere per il rilancio di Alitalia». Di decidere cioè se dare nuove risorse o gettare la spugna.
Join Date: Mar 2003
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Aricolo tratto da Il Messaggero di oggi
Il Messaggero Mobile - ECONOMIA
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Buongiorno a tutti,
mi presento, lavoro da sempre nel campo aeronautico perchè preso dalla passione, che col tempo è diventata "un mestiere" e ora una CIGS.
La passione mi è scivolata, il lavoro e la dignità con la CIGS stanno facendo la stessa fine.
mi presento, lavoro da sempre nel campo aeronautico perchè preso dalla passione, che col tempo è diventata "un mestiere" e ora una CIGS.
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Come dire: ci abbiamo messo cinque anni, peraltro con il vostro assertivo aiuto, a ridurvi così, e adesso cercate di venirne fuori senza la compiacenza di fallire al più presto?
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China's Hainan Airlines says not aware of Alitalia talks
BEIJING (Reuters) - Hainan Airlines <600221.SS> is unaware of any contacts with troubled Italian rival Alitalia, a spokesman for China's fourth-biggest airline said on Wednesday, adding that parent HNA Group would normally lead any merger talks.
HNA and Alitalia were not immediately available for comment.
The Italian daily Corriere della Sera reported on Wednesday that Alitalia was in preliminary talks with Hainan for a possible partnership, citing sources close to the matter.
At the weekend, another Italian newspaper, Il Messaggero, wrote in an unsourced report that Hainan had expressed an interest in Alitalia in a letter to adviser Rothschild.
Alitalia is carrying out a 300 million euro capital increase as it strives to avoid bankruptcy. Its biggest shareholder, Air France-KLM , has not said whether or not it will buy into the rights issue.
BEIJING (Reuters) - Hainan Airlines <600221.SS> is unaware of any contacts with troubled Italian rival Alitalia, a spokesman for China's fourth-biggest airline said on Wednesday, adding that parent HNA Group would normally lead any merger talks.
HNA and Alitalia were not immediately available for comment.
The Italian daily Corriere della Sera reported on Wednesday that Alitalia was in preliminary talks with Hainan for a possible partnership, citing sources close to the matter.
At the weekend, another Italian newspaper, Il Messaggero, wrote in an unsourced report that Hainan had expressed an interest in Alitalia in a letter to adviser Rothschild.
Alitalia is carrying out a 300 million euro capital increase as it strives to avoid bankruptcy. Its biggest shareholder, Air France-KLM , has not said whether or not it will buy into the rights issue.
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Riporto da radio Kabul,
che les amis si stiano defilando o solo tattica negoziale?
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Sarebbe meglio per tutti se i moschettieri della baguette se ne andassero, tanto rovinerebbero ancora di piú di quello che hanno distrutto i 5 capitani.
che les amis si stiano defilando o solo tattica negoziale?
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Sarebbe meglio per tutti se i moschettieri della baguette se ne andassero, tanto rovinerebbero ancora di piú di quello che hanno distrutto i 5 capitani.
Last edited by Hotelpresident; 27th Oct 2013 at 11:41.
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vi regalo una chicca...AF ha chiesto la due diligence su AZA...cioè tradotto vuole i conti per comprarla e porre fine a tutto...lo troverete presto sui giornali
EM75 puoi confermare?
EM75 puoi confermare?
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Da quel poco che ne so io le due diligence servono a cercare di rendere evidenti gli scheletri nascosti negli armadi.
Indipendentemente da ciò che riusciranno ad evidenziare non è poi detto che facciano azioni di acquisto o vendita.
Indipendentemente da ciò che riusciranno ad evidenziare non è poi detto che facciano azioni di acquisto o vendita.
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Scusate....AF è il primo azionista di CAI non il 25 %.
Perchè deve chiedere una due diligence ? Ha paura che qualcuno abbia messo uno scheletro nel suo armadio a sua insaputa????
Perchè deve chiedere una due diligence ? Ha paura che qualcuno abbia messo uno scheletro nel suo armadio a sua insaputa????
Last edited by ypsilon; 31st Oct 2013 at 15:45.
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Più di qualcuno ha un esercito di scheletri e non solo nell'armadio, AF sta giocando bene le sue carte e il governo italiano dovrá patteggiare per non sacrificare i suoi "amici". Leggendo sui giornali e in più l'intervento di Livi su larepubblica il quadro é più che chiaro; poi ci sono figure mitologiche del vecchio "sindacato" che sanno tutto (AF di sicuro non ti dice quello che farà e tranquillo non sa neanche della tua esistenza...)
Interessi nazionali, ormai dovremo averlo capito come popolo; forse aveva ragione un vecchio statista austriaco...
PS avete visto il film si Olivetti? Ho il sospetto che non sia l'unico caso...
Interessi nazionali, ormai dovremo averlo capito come popolo; forse aveva ragione un vecchio statista austriaco...
PS avete visto il film si Olivetti? Ho il sospetto che non sia l'unico caso...