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Old 23rd Oct 2013, 10:21
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LRpilot
 
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Riporto da radio Kabul,
che les amis si stiano defilando o solo tattica negoziale?

Tensione alle stelle tra Air France e il vertice di Alitalia. Con il grande capo della compagnia francese, Alexandre de Juniac, che ha preso carta e penna e scritto una lettera di fuoco, contestando apertamente tutti i passi fin qui compiuti dai soci italiani. Dalla gestione della crisi di liquidità, al piano industriale messo a punto dall’ad Gabriele Del Torchio, «considerato troppo ottimistico», fino ai rapporti con le banche e alle modalità di finanziamento. La lettera di Juniac, datata 18 ottobre, è un condensato di critiche e di amare considerazioni sulla gestione dell’alleanza, in un crescendo di accuse che hanno l’obiettivo di mettere con le spalle al muro l’attuale management e di fissare i paletti per il futuro. Perché Air France, nonostante tutto, vuole continuare ad essere il partner industriale. A patto di poter indicare la linea.

LE PRIME ACCUSE
«Quando a gennaio Air France fu informata - si legge nelle missiva indirizzata al presidente Roberto Colaninno - delle necessità di mettere in campo un prestito degli azionisti per risolvere le esigenze di liquidità di breve termine ed assicurare la continuità aziendale, ci siano resi subito disponibili, nonostante il fatto che a dicembre 2012 non avessimo approvato il budget». Del resto, si spiega ancora, «avevamo messo bene in chiaro che quel tipo di soluzione d’emergenza last minute non avrebbe più dovuto ripetersi».

Tant’è che in «quell’occasione avevamo chiesto alla compagnia di elaborare un piano realistico di lungo termine supportato da un corposo e sostenibile piano finanziario». Cosa che a giudizio dei francesi non è avvenuta. Poi la bordata all’ad Del Torchio. «Avevamo espresso molte preoccupazione sul piano presentato a luglio 2013 che consideriamo troppo ottimistico. Eppure le nostre preoccupazioni e i nostri consigli non sono mai stati presi in considerazione». Non solo. «Contro il nostro parere il piano fu reso pubblico e anche presentato nei dettagli alla stampa». Uno sgarbo che evidentemente ha lasciato il segno. De Juniac lamenta poi il fatto che le «proposte per sostenere Alitalia nell’area vendite e gestione dei ricavi sono state sempre ignorata negli ultimi anni». E rincara la dose anche sul piano finanziario varato dal cda.

IL PIANO FINANZIARIO
«Nonostante considerassimo insufficiente e di corto respiro il nuovo piano finanziario proposto nel board del 4 ottobre, abbiamo approvato le misure d’emergenza per aiutare la compagnia a continuare l’operatività e prendere tempo per affrontare la crisi». Quindi l’affondo finale. «Per questi motivi (di fatto la scarsa attenzione alle richieste di AF, ndr) consideriamo tutto quello che è successo dall’11 al 14 ottobre, come elementi offensivi e scoraggianti per Air France. Nonostante i nostri continui sforzi per aiutare la compagnia, sforzi sostenuti dal primo azionista e partner commerciale più importante, ci siamo resi conto che ci sono stati lunghi negoziati dopo l’assemblea dell’11 ottobre tra alcuni azionisti e le banche su alcuni punti chiave (come la valutazione della compagnia e le condizioni dei finanziamenti deliberati dalle banche) senza che noi si fosse minimamente nè consultati nè coinvolti».

SCARSE INFORMAZIONI
«Air France - lamenta ancora de Juniac - tra l’altro non fu nemmeno messa nella posizione di avere tempo per capire a valutare le proposte relative a questo negoziato che furono mandate a Parigi soltanto e in ritardo e nel mezzo della notte durante l’assemblea del 14, rendendo impossibile per noi prendere delle decisioni consapevoli e informate».
Alitalia, scrive il capo di Air France, «è un partner importante e vogliamo che continui ad esserlo, ma vogliamo essere sicuri che qualsiasi soluzione messa in campo sia di lungo periodo e sostenibile». Basta insomma con le misure d’emergenza e le iniziative autonome. Quindi viene ribadita la necessità di realizzare un nuovo progetto sostenuto da un piano finanziario realistico che «richiede l’intervento di tutti gli azionisti, compresa una corposa ristrutturazione del debito, come già detto più volte».

QUATTRO SETTIMANE
Con questo spirito e nonostante ciò che è successo, «vogliamo proporre di mettere in campo un joint working team tra Alitalia e Air France per poter operare su due fronti»: il nuovo business plan e una due diligence su Alitalia sia legale che finanziaria oltre che sui conti, la base per costruire un piano del debito sostenibile con nuove risorse. Di qui la messa a disposizione di un team dedicato ad affrontare tutti i temi centrali: gestione delle vendite, rete, flotta, organizzazione del lavoro, gestione del debito. Magari coinvolgendo anche advisor ed esperti esterni.

L’obiettivo, conclude de Juniac, è completare il lavoro in poche settimane, al massimo quattro. Per tentare un rilancio che oggi appare difficile ai suoi occhi. Ma esso può avvenire solo a patto che queste condizioni vengano rispettate e che ci sia la massima condivisione delle informazioni. Solo al termine del lavoro del team comune - sottolinea il capo di Air France - potremo essere nelle «condizioni per identificare le azioni dalle quali muovere per il rilancio di Alitalia». Di decidere cioè se dare nuove risorse o gettare la spugna.
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