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Why does Italy need foreign pilots?

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Why does Italy need foreign pilots?

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Old 19th Feb 2006, 12:49
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I am a foreign pilot in Italia, two questions: 1.Why does Italy need foreign pilots? 1. What is ENGA for? Thanks.
SODDUMA is offline  
Old 23rd Feb 2006, 15:01
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ENGA (Albo professionale gente dell’Aria)
is a "list" of people working in aviation related field....

airline companies in italy, as in any other country, recruit people from all over the world... not only in their base country!
asddsa is offline  
Old 24th Feb 2006, 09:01
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what is enga for?absolutely nothing apart from having you wasting your time going to rome to swear and thrashing your money for the mandatory yearly membership.
why does italy need foreign pilots?because with a general upturn of the aviation market there is a general need for skilled work force and since this is an international business the search goes beyond the borders.
tarjet fixated is offline  
Old 24th Feb 2006, 09:36
  #4 (permalink)  
 
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stepilot,

non sono le motivazioni di un altro membro il topic di questo thread.

Questo genere di "diversioni" non fa avanzare la discussione e genera solo zuffe sterili. Un appello a tutti: per favore limitiamoci a discutere l'argomento in oggetto e non le motivazioni di chi interviene.

Grazie

flyblue

Last edited by flyblue; 24th Feb 2006 at 21:02.
stepilot is offline  
Old 24th Feb 2006, 15:23
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questa dei piloti stranieri è un'altra bella domada della serie 'solo dio sa a che punto è l'italia'... paragonato agli altri paesi JAR, tutto sembra così diverso...
boh...

why we need foreign pilots? maybe coz we are too modern!!! you know, proof of Italian language is not required in many cases... maybe we are the most further country.... in Europe!

seriously... i don't know why, but don't forget that there are many Italian pilots and flight attendants not only in Europe but also all over the world...
aswind is offline  
Old 24th Feb 2006, 15:33
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in Italia ci sono circa 2000 piloti senza lavoro o in cassa integrazione.
Ci si dovrebbe chiedere semmai, perchè tutta questa gente non si decide a capire ke se si vuole far carriera di questi tempi si deve essere anche disposti ad andar via di casa, senza ostinarsi a restare dove si è.

Molta gente è convinta che diventare pilota in Italia significa quasi automaticamente volare in Alitalia-Airone-Meridiana.

Sul numero di Volare di febbraio c'è un bellissimo articolo sui nostri piloti "expat".

Addirittura ce n'è uno che vola in viet-nam.


Se poi accade che piloti stranieri volino in Italia non vedo cosa ci sia di strano.
Se questa gente ha 3000 ore TT di cui 1500Jet ecc ecc...è ovvio che avrà più possibilità di lavoro rispetto ad un pilota col fATPL, e comunque funziona così ovunque, altrimenti ci si dovrebbe scervellare a capire perchè un pilota belga vola in Germania o uno francese vola in Belgio!
alberto86 is offline  
Old 24th Feb 2006, 18:30
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La mia EX-compagnia ha assunto a tempo determinato DUE comandanti stranieri su SEI totali pur avendo gente dgnissima da passare a comandante,,,
Gabriele is offline  
Old 24th Feb 2006, 21:11
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Stavo parlando di questo thread ieri con un amico che si occupa di selezione piloti in una compagnia Italiana. Mi diceva che spesso sono costretti a ricorrere agli stranieri (gli italiani sarebbero i loro candidati ideali) per mancanza di italiani con 1) le qualifiche (ore, type rating) o 2) le capacità tecniche (per intenderci: che non facciano rizzare i capelli in testa all'istruttore al simulatore) desiderate.
flyblue is offline  
Old 24th Feb 2006, 22:41
  #9 (permalink)  
 
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flyblue, il tuo intervento riguardo alle capacità mi fa venire in mente un discorso che facevo con alcuni miei amici qualche settimana fa. Stavamo discutendo circa l'IR.... forse come molti di voi sanno qui in uk la percentuale di studenti che passano 'al primo colpo' è davvero bassa (credo attorno al 50%), mentre sale decisamente per il secondo tentativo.
Questo 50% (che insomma a mi avviso non è alto) mi ha lasciato un po' spiazzato... in italia ho sentito che la percentuale è più ALTA!?!? magari mi confondo (in questo caso chiedo scusa).... ma se ciò fosse vero... significa o che gli italiani sono molto bravi... oppure che qlks puzza.... tipo esami semplificati (e di consegueza scarsa preparazione)... purtroppo non ho ne dati, ne fatti certi... ma forse qlkn più esperto di me può essere più preciso (o confutarmi...)..
a.
aswind is offline  
Old 25th Feb 2006, 00:44
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Ma che vuol dire"farrizzare i capelli n testa ll'isruttore"?
Dipende da cosa ha l'isruttore in tEsta; se uno ha la licenza è un pilota SICURO, e basta; quindi a che cosa ci riferiamo ? e poi perchè gli stranieri non hanno questo effetto sulla capgliatura dell'istruttore? Ma siamo matti?
Dipende anche da cosa l'istruttore si aspetta; , e il bravo istruttore lo vede dalla faccia del pilotaa e dlla licenza sa cosa aspettarsi e sa il potenzilae, perchè secondo me quello è il punto: il potenziale del pilota:
Questo per l'handling; oppure magari la capigliatura del TRE si disturba perchè il pilota non studia le SOP e gli AFM, e questo non va bene.. ma cosa cambia se è straniero il pilota?
E poi: ma questo è un mio pensiero; se continuiamo a riempirci il cervello, sopratutto da pilotini giovani con cinquanta regolette, trigger titems, normative, manualetti, SOPs e mi viene sempre da ridere perchè penso alle soap opera... in fondo le cose importanti sono poche e sono quelle che ti uccidono,, non se non hai rispettat la jarops a puntino; qqualche regola secondo me ci mette nello stato menatlae perfetto per lasciarci le penne; ma in fondo ai test CRM ho sempre fatto bei punteggi di anti-autorità...
Gabriele is offline  
Old 25th Feb 2006, 00:51
  #11 (permalink)  
 
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E poi: capacità tecnica.. stiamo ammettendo (da italiani ) che gli stranieri sono mediamente meglio? Bene!,, allora invec di rizzarci i capelli addestriamoli i piloti (cioè addestrate anche me e tanto pls) e non solo nelle scuole, ma anche e sopratutto nelle compagnie e nella vita in liena quotidiana; sgnaciamolo sto AP e FD quando si può, chediamo al Copilota cosa ne pensa e commentiamo quello che dice; ,,,facciamo dell'addestramento una esperienza gratificante e piacevole,, motivante,, nn facciamone lo spauracchio del RT semestrale,,, e cominciamo dall'addestrare bene i Comandanti,, che loro ogni giorno,, (non solo i TRI TRe ) devono trasferire al copilota!
Grazie e psero di non avere offeso nessuno
Gabriele is offline  
Old 25th Feb 2006, 07:22
  #12 (permalink)  
 
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Io credo che in ogni modo il livello di preparazione dipenda dal singolo individuo e dalla scuola che ha frequentato....

Sotto il punto di vista della manualità non si può negare che l'italiano sia più abile, forse forse qualcuno mi prende per scemo. E' più portato alla guida in generale partendo dalla competizione arrivando alla guida di tutti i giorni, non so se avete mai guidato in paesi europei e americani a me viene da dire che se pilotano come guidano ho tanti dubbi.

E poi non neghiamo, sbagliando chiaramente, che noi siamo convinti che tutto ciò che arriva dall'estero sia migliore, anche nella vita di tutti i giorni, chi non ha mai detto:"O ma ve che quella cosa è americana quindi.......".

E poi non c'e nulla da dire il probblema sostanziale è l'esperienza, in altri paesi più evoluti burocraticamente, e dove le compagnie nascono per il piacere puro del lavoro e del fare lavorare e non di speculare e fare soldi in fretta e facilmente e poi tanti saluti chi se ne frega, gli allievi appena usciti dalla scuola hanno più possibilità di noi di fare esperienza e di compensare alcune lacune teoriche, magari facendo istruttore o trasporto postale SE, o compagnie minori con aerei minori ma che alla fine fanno un pilota.

Una cosa sul esame ATPL teorica, è vero che in italia è più alta la percentuale di promossi al primo turno ma perchè si presentano meno candidati che in UK. E poi quelli che passano tutto alla prima vola arrivano quasi tutti dal AirVergiate (e sfido chiunque a negare questo), e vi assicuro che li non si sgarra e non ci sono favoritismi, al contrario di alcuni posti dove anche se obbligatoria la frequenza diventa facoltativa. Premetto che sono solo un exalievo e non voglio fare pubblicità a nessuno, ma il mio consiglio a chi vuole intrapprendere questa professione è quello di partire con il piede giusto scegliendo una scuola che ti fa diventare un bravo pilota e non velocemente, poi i frutti si raccolgono...

Ciao a tutti........
stepilot is offline  
Old 25th Feb 2006, 11:06
  #13 (permalink)  
 
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Buon giorno a tutti,

beh, concordo con stepilot, anch'io ho sempre pensato che gli italiani siano un po' più svegli (forse a volte un po' troppo) nelle cose manuali (idea personale)... ma forse perchè ho conosciuto solo persone un po' addormentate...

ho notato un altro intervento interessante, quello di I-FORD. Mi è piaciuta sopratutto l'ultima frase. Verissimo. Mio Zio (che è americano) era di New York (nativo di Little Italy, ma quella originale che allora era nel Bronx) e ha fatto il militare per l'USAF. Dopo molti hanni di servizio è passato al civile (ma vi parlo di tanti anni fa) ed ha lavorato per la Delta Air Lines fino a sette anni fa. Il risulatato fu che venne traserito ad Atlanta per moltissimi anni, mentre gli ultimi li ha fatti a Boston quindi lontano da casa e dagli affetti (beh, almeno è stato fortunato... almeno era sempre sulla East coast!!!)... ora non vola più ma fa l'ispettore per la FAA (credo che faccia il Flight engineer) ed è basato all'aeroporto di Atlantic City che è comunque sempre distante da New York (circa 2-3 ore di macchina... se pensate poi al traffico.... peggio ancora)... città che lui ama e porta sempre nel cuore... ma si sa, per volare c'è chi sarebbe disposto a fare molto ma molto di più
aswind is offline  
Old 25th Feb 2006, 12:13
  #14 (permalink)  
 
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once upon the time there was a foreign pilot who kindly asked 2 simple questions to his very professional italian fellows....what happened next is here for you to read.
tarjet fixated is offline  
Old 25th Feb 2006, 13:07
  #15 (permalink)  
 
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Questo e' l'italian forum, se non gli piace impara la nostra lingua. I piloti italiani che lavorano in UK parlano tutti l'inglese mentre in Italia ci sono piloti inglesi che vivono qui da anni e che non masticano nemmeno una frase in italiano. Scusatemi, ma e' ora di dirlo!
lolair is offline  
Old 25th Feb 2006, 13:34
  #16 (permalink)  
 
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Abbiamo già chiesto gentilmente più di una volta di non fare commenti sulle motivazioni dei membri, ma solo sui topic discussi. Gli attacchi personali non fanno avanzare le discussioni e sono noiosi per chi non vi è coinvolto. Se avete bisogno di adrenalina datevi alla boxe ma lasciate stare PPRuNE

in Italia ci sono piloti inglesi che vivono qui da anni e che non masticano nemmeno una frase in italiano
Perché lo fanno? Perché gli è consentito. Altri paesi europei hanno come regola per poter lavorare come membro di equipaggio l'essere capaci di esprimersi/comprendere la lingua nazionale. Da noi non è così. Non è colpa dei piloti. Fine della discussione.

Tra parentesi tarjet l'Italiano lo parla benissimo. Penso che si esprimesse in Inglese per farsi capire dal nostro "ospite" che ha iniziato il thread (un po' criptica come frase però tarjet... ritengo che alle domande di SODDUMA sia stata data risposta, o intendevi qualcos'altro?)
flyblue is offline  
Old 25th Feb 2006, 14:14
  #17 (permalink)  
Está servira para distraerle.
 
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Avanti a lui tremava tutta Roma!

My apologies for not writing in Italian. I spent too little time in Bergamo to learn the language.
When I flew for wonderful wizard airways based below la citta alta; I ended up flying to London City nearly every day. I understood from the Chief Pilot, a man who had spent much time in Johannesburg, that there were only one or two Italian Captains who were happy to fly in and out of city airport.
I didn't mind doing so at all and indeed I met some very fine pilots during my short time with the company. By the time I had finished, I didn't much want to fly into London City either! But I have to say that the approach into Bergamo could be a devil at high speed. What!
My best wishes to any of you with whom I may have flown or had contact.
cavortingcheetah is offline  
Old 26th Feb 2006, 20:03
  #18 (permalink)  
 
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cioè addestrate anche me e tanto pls
credo che l’equivoco parta proprio da qui, noi italiani ci aspettiamo che qualcuno abbia l’obbligo di prendere cura di noi, comunque e sempre, in ragione di che non si sa, forse per una certa logica di assistenzialismo radicato nella nostra cultura......ma questa è un altra storia.... Da qui nasce forse ciò che fa la differenza (generalizzando) tra italiani e stranieri (anglosassoni). c’è un espressione che sintetizza il concetto: “get your ass up”. Cioé, se vuoi ottenere qualcosa te la devi conquistare.
Lo so che costa sacrificio. Oggi, in particolar modo, il sacrificio iniziale è sostenuto dai genitori che si fanno carico dell’investimento per far si che il/la figlio/a possa intraprendere la carriera di pilota (o dallo stato per chi intraprende la carriera militare) ma una volta iniziato il processo che per i più fortunati si identifica con l’assunzione in una compagnia aerea anche se minore o nell’aviazione generale, la crescita professionale non deve essere solo a carico della compagnia o del datore. L’arricchimento professionale (il perfezionamento ed in alcuni casi l’apprendimento della lingua inglese per esempio) è un patrimonio personale di cui ogni singolo individuo è responsabile. Ben inteso che la trasmissione dell’esperienza è e rimane una responsabilità di chi ce l’ha ed è capace di metterla a “disposizione”. Purtroppo credo che questo sia il “core” del problema: chi dovrebbe trasmettere l’esperienza è figlio del sistema.

addestrate anche me e tanto pls
L’addestramento è un obbligo del datore, la crescita professionale è una responsabilità individuale. In sintesi ci sono bravi medici ed altri più bravi anche perché partecipano a seminari e si tengono aggiornati.
Sulla logica istruzionale” (ovvero chi viene nominato istruttore nelle compagnie aeree e non) ci sarebbe da scrivere un capitolo a parte, tenendo presente che gli istruttori nelle compagnie aeree vengono nominati seguendo la lista d’anzianità (non sempre), e che i parametri di selezione vengono definiti a discrezione del DOV. In AM spesso i più giovani venivano, alla fine del loro periodo di formazione, inviati alle scuole volo, la domanda che ci si poneva era cosa potessero insegnare degli ex-allievi che non avevano fatto un minimo d’esperienza di reparto.?!.. Oggi credo non sia cambiato molto, vedi scuole civili negli US dove piloti appena “licenziati” tornano a fare gli istruttori per far ore. In sintesi non tutti hanno l’attitudine ne la capacità e tanto meno la vocazione.

che vuol dire"far rizzare i capelli n testa all'isruttore"?
Per tornare all’argomento “differenze” piloti militari vs civili, italiani vs stranieri se la strada della catalogazione ci fa sentire più sicuri si può dire che gli stranieri specialmente quelli con licenza UK sono molto più preparati. Sullo skill rimane un discorso soggettivo. Una buona preparazione teorica per chi ha poche ore di volo, gioca un ruolo importante quando chiamato a colloquio di selezione. La possibilità di riuscita è maggiore rispetto a chi si ritiene un “manico”. Le compagnie aeree sono più propense ad investire su persone che dimostrano una buona preparazione e disposte ad investire su chi dimostra di avere la potenzialità di comando.
White Kite is offline  
Old 26th Feb 2006, 20:47
  #19 (permalink)  
 
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Kite sono molto d'accordo con quello che hai scritto; non so se tu sei d'accordo con me però;
ho parlato di potenziale del pilota nel mio post, e quello deve vcapire l'istruttore, non sono d'accordo sulle troppe chiacchere e sul fatto che una preparazione teorica sostituisca il manico; a poche ore, hai poche ore e basta e non cis ono chiacchere e pierinate che tengono; io di ore ne ho poche benintneso e purtroppo per me non sono militare, se no passo per quello che non sono.
addestrate anche me significa appunto addestratemi, comandanti e tre, bene e poi la crescit aprofessionale è un problema mio; ma quando vado a volare quello a destra o al sim mi devono passare qualche cosa;
In conclusione, caro TRe se la cpaigliatura si scompone la colpa è tua e dei tuoi colleghi, posto che la scuola di base abbia fatto un lavoro alemno decente;
per rispondere al mio amico I -FORD, (quando divento grande voglio essere come te,, sei un mito, un modello e non scherzo), se ho la licenza sono SICURO, cosi come se ho la patente sono un'autista DECENTE; poi la compagnia è libera di scegliere chi vuole e allo standard che vuole; tuttavia l'affermzione "si rizzano i capelli intesta" la trovo veramente imprtinente e fuori di luogo; caro TRE italiano, forse i tuoi colleghi, che so, UK lavorano meglio di te?
Gabriele is offline  
Old 26th Feb 2006, 20:52
  #20 (permalink)  
 
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non sono neanche un manico perciò sto cercando di ridurre all'osso: vediamo:
cose importanti;

Dove è sopra e dove è sotto?
La quota minima?
La velocità minima?
Dove metto il muso se qualcosa non va?
Quanto tempo (o carburante) mi è rimasto?

Serve altro in ogni fase del volo?
Gabriele is offline  


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