PPRuNe Forums - View Single Post - Why does Italy need foreign pilots?
View Single Post
Old 26th Feb 2006, 20:03
  #18 (permalink)  
White Kite
 
Join Date: Jul 2003
Location: Europe
Posts: 14
Likes: 0
Received 0 Likes on 0 Posts
cioè addestrate anche me e tanto pls
credo che l’equivoco parta proprio da qui, noi italiani ci aspettiamo che qualcuno abbia l’obbligo di prendere cura di noi, comunque e sempre, in ragione di che non si sa, forse per una certa logica di assistenzialismo radicato nella nostra cultura......ma questa è un altra storia.... Da qui nasce forse ciò che fa la differenza (generalizzando) tra italiani e stranieri (anglosassoni). c’è un espressione che sintetizza il concetto: “get your ass up”. Cioé, se vuoi ottenere qualcosa te la devi conquistare.
Lo so che costa sacrificio. Oggi, in particolar modo, il sacrificio iniziale è sostenuto dai genitori che si fanno carico dell’investimento per far si che il/la figlio/a possa intraprendere la carriera di pilota (o dallo stato per chi intraprende la carriera militare) ma una volta iniziato il processo che per i più fortunati si identifica con l’assunzione in una compagnia aerea anche se minore o nell’aviazione generale, la crescita professionale non deve essere solo a carico della compagnia o del datore. L’arricchimento professionale (il perfezionamento ed in alcuni casi l’apprendimento della lingua inglese per esempio) è un patrimonio personale di cui ogni singolo individuo è responsabile. Ben inteso che la trasmissione dell’esperienza è e rimane una responsabilità di chi ce l’ha ed è capace di metterla a “disposizione”. Purtroppo credo che questo sia il “core” del problema: chi dovrebbe trasmettere l’esperienza è figlio del sistema.

addestrate anche me e tanto pls
L’addestramento è un obbligo del datore, la crescita professionale è una responsabilità individuale. In sintesi ci sono bravi medici ed altri più bravi anche perché partecipano a seminari e si tengono aggiornati.
Sulla logica istruzionale” (ovvero chi viene nominato istruttore nelle compagnie aeree e non) ci sarebbe da scrivere un capitolo a parte, tenendo presente che gli istruttori nelle compagnie aeree vengono nominati seguendo la lista d’anzianità (non sempre), e che i parametri di selezione vengono definiti a discrezione del DOV. In AM spesso i più giovani venivano, alla fine del loro periodo di formazione, inviati alle scuole volo, la domanda che ci si poneva era cosa potessero insegnare degli ex-allievi che non avevano fatto un minimo d’esperienza di reparto.?!.. Oggi credo non sia cambiato molto, vedi scuole civili negli US dove piloti appena “licenziati” tornano a fare gli istruttori per far ore. In sintesi non tutti hanno l’attitudine ne la capacità e tanto meno la vocazione.

che vuol dire"far rizzare i capelli n testa all'isruttore"?
Per tornare all’argomento “differenze” piloti militari vs civili, italiani vs stranieri se la strada della catalogazione ci fa sentire più sicuri si può dire che gli stranieri specialmente quelli con licenza UK sono molto più preparati. Sullo skill rimane un discorso soggettivo. Una buona preparazione teorica per chi ha poche ore di volo, gioca un ruolo importante quando chiamato a colloquio di selezione. La possibilità di riuscita è maggiore rispetto a chi si ritiene un “manico”. Le compagnie aeree sono più propense ad investire su persone che dimostrano una buona preparazione e disposte ad investire su chi dimostra di avere la potenzialità di comando.
White Kite is offline