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il lavoro del pilota...

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il lavoro del pilota...

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Old 14th Sep 2009, 08:06
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il lavoro del pilota...

ciao a tutti,

Sembrerà una domanda del caxxo...Ed tutto sommato lo è..Sono un ragazzo di 22 anni che come molto di voi guardava gli aeroplani atterrare sulle piste di LIRF!

Dopo essermi diplomato perito del trasporto aereo 2 anni fa ho trovato subito lavoro nel settore, sono in ENAV come consulente e mi occupo delle procedure di volo strumentale e mappe radar...

tutto ciò per mettermi da parte il gruzzoletto per partire e pagarmi le licenze...

Ora per non so quali motivi mi stanno venendo i dubbi, se sia o non sia ciò che voglio davvero..Il perchè è dato anche da tutti i miei conoscenti che mi consigliano di andare all'università(ho sempre avuto un bel successo nello studio), e che dicono che il lavoro del pilota non è molto stimolante a livello intellettuale(della serie c'è poco da pensare) rispetto magari ad una carriera ingegneristica...Insomma mi hanno fatto venire parecchi dubbi a proposito nonostante sia il mio sogno da quando sono bambino...
Anche perchè effettivamente ho sempre avuto un dispiacere a non fare l uni

Sono molto confuso... Eppure manca così poco al traguardo....
Ste88 is offline  
Old 14th Sep 2009, 08:11
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Mi sentirei più di dire che non c'è nulla da inventarsi o poco e niente da lasciare al proprio estro.
mau mau is offline  
Old 14th Sep 2009, 08:20
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Della serie che praticamente ti rompi le palle a fare il pilota tutti i giorni!?Perchè non c'è da pensare non c'è nulla di intrigante mentalmente?

Vorrei qualche pareri di voi che realmente fate il mestiere del pilota....

Grazie!
Ste88 is offline  
Old 14th Sep 2009, 08:59
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ste88,

se non sei convinto e se cio' che ti appassiona e' un lavoro creativo e mentalmente stimolante da un punto di vista prettamente accademico allora mi viene da consigliarti la facolta' di ingegneria.

Io ho sempre voluto fare il pilota ed ora che svolgo questa professione da parecchi anni non cambierei con nessum altro mestiere.

Cio' che mi stimola in questo lavoro a parte il volo in se' e' il girare parecchio per il mondo, l'internazionalita' dell'ambiente , il molto tempo libero a disposizione e perche' no le buone condizioni economiche (non dappertutto si intende).
tarjet fixated is offline  
Old 14th Sep 2009, 10:57
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Mi sentirei più di dire che non c'è nulla da inventarsi o poco e niente da lasciare al proprio estro.
E pensare che a me piace fare il pilota perchè non c'è mai un giorno uguale all'altro.
Ci sono fasi del volo in cui ogni minuto si presenta la necessità di fare una scelta e tutti si aspettano che io faccia, in fretta, quella giusta.
La fantasia associata alla conoscenza mi ha aiutato sempre a trovare soluzioni a problemi apparentemente irrisolvibili.
Comunque, in caso di dubbi, sconsiglio fortemente a chiunque di intraprendere il mestiere di pilota.
Anche andare in moto non è mentalmente stimolante, però è molto divertente.
I-FORD is offline  
Old 14th Sep 2009, 11:14
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Comunque, in caso di dubbi, sconsiglio fortemente a chiunque di intraprendere il mestiere di pilota.
Come mai?

Ti riferisci al periodo attuale?
Coldwing is offline  
Old 14th Sep 2009, 11:29
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Mi piace pensarla come te FORD, ma quanto mi hanno insegnato all'mcc è stato che la scuola moderna insegna che tu pilota, non devi inventarti nulla nel volo, cè già chi ci ha pensato al posto tuo, tutto è scritto, tutto è sperimentato, tutto è provato e tu devi soltanto eseguire questa o quella procedura alla lettera, applicando le azioni che sopra vi sono scritte. Meno spazio si lascia all'estrosità di un pilota, meglio è. Il pilota oggi, prende decisioni in base allo scenario, applicando azioni pre-confezionate.
Questo è quanto insegnano oggi, magari ho beccato un istruttore un pò troppo fondamentalista e ti dirò: ci sono rimasto un pò male...ma mi sono spiegato quindi come mai oggi all'A/P è delegato quasi tutto.
mau mau is offline  
Old 14th Sep 2009, 11:55
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Ci sono fasi del volo in cui ogni minuto si presenta la necessità di fare una scelta e tutti si aspettano che io faccia, in fretta, quella giusta.
Se voli con un bimotore a pistoni in VFR ti dò ragione, ma se sei sul big jet... hai ben poco da pensare, è tutto scritto, e la tua creatività non serve a niente. Se non a inventare qualche bel messaggio per comunicare ai passeggeri il tempo a terra....
cavok_italy is offline  
Old 14th Sep 2009, 12:46
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Se voli con un bimotore a pistoni in VFR...
Io di bimotore a pistoni in VFR avrò si e no 3 ore, ne ho però 15000 di big jets.
Non posso esprimere opinioni di come si vola a pistoni in VFR, penso però di sapere qualcosa di come si lavora con un aereo passeggeri di linea a reazione, soprattutto da comandante e devo dire che, nonostante tutto ciò che raccontano personaggi che hanno studiato tutti i manuali a memoria, nulla è più lontano dalla realtà di quanto affermato qui:
la scuola moderna insegna che tu pilota, non devi inventarti nulla nel volo, cè già chi ci ha pensato al posto tuo, tutto è scritto, tutto è sperimentato, tutto è provato e tu devi soltanto eseguire questa o quella procedura alla lettera, applicando le azioni che sopra vi sono scritte. Meno spazio si lascia all'estrosità di un pilota, meglio è. Il pilota oggi, prende decisioni in base allo scenario, applicando azioni pre-confezionate.
Anzi, rileggendo bene un fondo di verità c'è, quando si dice che il pilota "deve seguire QUESTA o QUELLA procedura" ed anche "il pilota prende decisioni in base allo scenario".
Quasi sempre sono legali sia QUESTA che QUELLA procedura, ma nessuno ti dice quale è la migliore, gli scenari sono innumerevoli e le decisioni altrettanto, il pilota-comandante è pagato per decidere, assumendosene tutta la responsabilità, quale strada scegliere.
Nel fare questo naturalmente non può rileggersi tutta la documentazione, i codici, i manuali, le circolari, le direttive, le pratiche consigliate, le informazioni tecnico-operative o professionali che ha accumulato nella sua libreria di casa, non può neanche telefonare al capopilota o venire su PPRune per farsi consigliare, è assolutamente solo e soprattutto, al contrario dell'ingegnere, è time-constrained quindi il suo cervello deve essere in grado di trovare soluzioni accettabili nel tempo concessogli, che spesso è assai poco.
Ecco perchè io penso che un buon comandante debba possedere intuito, fantasia, capacità di adattamento, estro.
L'applicatore pedissequo di manuali può al massimo essere un buon copilota ma io non gli affiderei mai la responsabilità di una spedizione commerciale e devo dire che di corsi comando falliti per questo motivo ne ho visti molti.
Il comandante è un risolutore di problemi, una persona in grado di assumersi in assoluta solitudine ed in tempi ristrettissimi delle responsabilità che farebbero tremare molti avvocati ed ingegneri per diverse notti di fila.
Non è un mestiere per tutti.

Last edited by I-FORD; 14th Sep 2009 at 13:02.
I-FORD is offline  
Old 14th Sep 2009, 13:05
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Concordo pienamente con I-FORD, ogni volo e' una storia a se e non c'e' nessun manuale o regole scritte che possano coprire qualsiasi scenario reale.
Si devono segire le Sop's e agire secondo il QRH in caso di avarie, ma alla fine e' il Comandante che decide in base alla situazione contingente valutando tutti gli aspetti del problema.
Personalmente, dopo 10'000 ore di volo non mi sono MAI, e dico MAI, annoiato, perche' anche in un volo di 13 ore c'e' sempre da fare e imparare ( a meno di non sentirsi "arrivati" e permettersi di leggere il giornale...ma questa e' un'altra storia.).
Ps: comunque, per tornare alla domanda di partenza, ti consiglio di lasciare perdere se il tuo sogno non e' quello di fare volare un aereo perche' la strada sara' molto dura e sempre in salita e la determinazione l'unica arma vincente per arrivare al traguardo. In caso contrario, ti auguro un grosso in bocca al lupo!!
LRpilot is offline  
Old 14th Sep 2009, 13:08
  #11 (permalink)  
 
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Scusate la grammatica ma sto combattendo con due cuccioli che mi stanno devastando la casa...e non ho riletto la mail!!
Ciao.
LRpilot is offline  
Old 14th Sep 2009, 13:08
  #12 (permalink)  
 
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Mi piace sempre leggere FORD perchè alla fine ti fa bene un quadro della realtà. Però ciò che ho scritto non me lo sono inventato, me l'hanno voluto insegnare e lo ribadisco: meno cose sono lasciate all'estrosità del pilota e meglio è. Lo so, nemmeno a me è piaciuta questa cosa e magari è solo un modo differente di vedere le cose che dipende da chi insegna....ma tant'è.
Io, nonostante non pochi conflitti interiori durante l'MCC vuoi per la mia radicata vita in single pilot, vuoi per idee molto da "manuale" dell'istruttore che contrastavano spesso con le mie idee da "smanettone" (ma da cui dovevo imparare visto che ero li per quello), sono poco indicato a dire cosa si fa o cosa non si fa su un volo di linea ma una cosa l'ho capita:

Quando ci becchi o capita addirittura che salvi delle vite, hai fatto il tuo dovere; quando sbagli o succede qualcosa che può anche non dipendere dalla tua volontà, sei un c@zzone.!

Last edited by mau mau; 14th Sep 2009 at 13:30.
mau mau is offline  
Old 14th Sep 2009, 16:46
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DOVE
 
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Caro Ste88
Innanzi tutto vorrei chiederti se ti sei mai separato dalla tua ombra.
Da quel che scrivi credo d’intendere che tu non l’abbia ancora fatto, e se sì, certamente non sedendo nei posti di prima fila.
Fin da quando lo feci per la prima volta, più di quarantaquattro anni fà, per me è ogni volta straordinario. Lo era quando lo facevo sui Big Jets, e lo è ora che lo faccio sui Cessnini, sui piccoli bimotori, o sugli ultraleggeri. Vedere il mondo da una prospettiva completamente diversa, godere la visione di panorami mozzafiato è qualcosa che, data solo a noi aviatori, ripaga dei lunghi ed incessanti studi per preparare sempre nuovi esami, notti insonni, periodi di noia mortale interrotti improvvisamente solo da momenti di adrenalina pura.
Avrei molto altro da dirti, ma aspetto che sia tu a chiedere.
Ah! Voglio solo aggiungere che un mio allievo, mentre stà studiando per l’ATPL si stà laureando in matematica.
Ciao
DOVES
DOVES is offline  
Old 14th Sep 2009, 20:55
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I-FORD, ti credo sulla parola. Non che ne sia convintissimo, ma non ho gli strumenti per provare il contrario.
Mi fa comunque piacere che la pensi così, spero che sia vero.
cavok_italy is offline  
Old 14th Sep 2009, 21:09
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Ciao.
Io non piloto jets nè bimotori a pistoni ma elicotteri del 118; multicrew, 90%VFR (di questo il 20% VFR/N), il resto IFR "elicotteristico", cioè dentro & fuori al di sopra degli ostacoli e senza controllo RDR, con una macchina che, per essere un elicottero, ha tutto quello che serve; manca solo l'antighiaccio.

Non faccio le ore che fanno i piloti d'aereo; per me volare 350 ore/anno è già tanto e sono ore fatte in missioni d'eliambulanza per ricerca incidenti stradali o sul lavoro, oppure trasporto pazienti ospedalizzati che necessitano di ulteriori trattamenti e che quindi devono cambiare ospedale.
Oppure missioni SAR in montagna alla ricerca di fungaioli o cacciatori nei boschi, alpinisti incrodati su pareti, caduti nei crepacci dei ghiacciai o semplicemente dispersi in giro per chissà dove.
Ogni giorno vedo le stesse persone che turnano con me presso la base situata in un ospedale o un piccolo aeroporto; sono il tecnico dell'elicottero (LMA), il copilota (quando è previsto), il Medico, l'Infermiere Professionale e il tecnico del Soccorso Alpino.

Ogni giorno, per 183 giorni e 2000 ore di servizio massimi all'anno intervallati da turni consecutivi di 7 giorni di lavoro a cui seguono 7 giorni di completo riposo, sono per 13 ore in attesa di una chiamata per una missione che consiste nel portare l'equipe medica di rianimazione il più velocemente possibile da A a B, ovunque sia B nel raggio d'azione della macchina e a qualsiasi quota nei limiti del RFM e della meteo.
Quando la chiamata arriva il decollo è in 3 minuti per le missioni diurne, 25 per quelle notturne, meteo permettendo.
Di giorno vado alla ricerca del luogo dell'evento indicatomi dalla centrale operativa del 118 locale (incidente stradale oppure infortunio in montagna) e cerco di atterrare con l'elicottero più vicino possibile al luogo in oggetto, a volte in piena autostrada, altre in zone industriali con capannoni, oppure in campi arati, pascoli, dighe, ghiacciai, valloni pieni di fili elettrici, strade provinciali, uliveti, moli, campi sportivi, ovunque ci sia spazio per l'elicottero.
Se non posso atterrare e l'elicottero ne è dotato, uso il verricello con cui si cala l'equipe e poi si recupera insieme al ferito/i feriti.
Recuperato l'infortunato me ne torno ASAP in ospedale dove questo viene smistato presso il reparto allertato in relazione alla patologia dell'individuo.
Se per fare ciò sono costretto a sorvolare un aeroporto qualsiasi, previo coordinamento con la TWR ho la precedenza su qualsiasi traffico; qualche volta avrò fatto riattaccare qualcuno di Voi, magari a Linate o a Catania.
Finita la missione compilo le carte, bevo un thè, fumo un sigaro e aspetto.

Le responsabilità sono varie: quelle derivanti dal ruolo del comando di un aeromobile, quelle nei confronti del committente a cui il mio datore di lavoro fornisce il servizio pluriennale, quelle relative ai danni a terzi sulla superfice, quelle derivanti dall'eventuale rifiuto della missione attivata a favore di persone in pericolo di vita.
Ci sono altre responsabilità, annegate nel mestiere e nella pratica, che sono complicate da spiegare ora ma che spesso intaccano la famosa catena degli eventi proprio nel punto più debole dell'anello o il cui vettore si infila diritto nei buchi di una mezza dozzina di fette di formaggio.
A causa di questo qualche volta si perde qualcuno per strada; a volte è un amico.

In genere il TR lo faccio in azienda e firmo un bond di 3 anni; se me ne vado via prima pago ma c'è la tendenza a rimanere dove si è dato che gli operatori che assumerebbero sono 4 in tutt'Italia, compreso quello che mi paga.
E' un lavoro per cui prendere 4500€ è il massimo che ti puoi aspettare dopo 10 anni di attività, prima come copilota e poi come comandante.
Per farlo servono licenza di linea+IR, la prima classe di visita, attitudine, passione, cul@, conoscenze.

La cosa più strana è che uno inizia a volare per la passione del volo o almeno è stato così per me quando ho iniziato con l'aliante.
Invece per l'elicottero non è il volo quello che appassiona di più, ma il lavoro che questo può fare oltre a volare da A a B.
Quello che faccio io è solo uno dei lavori e non c'è un giorno uguale all'altro.
E' questo che mantiene viva la passione in me.

Saluti e scusate la lunghezza.

Maeroda

Last edited by maeroda; 14th Sep 2009 at 22:08.
maeroda is offline  
Old 14th Sep 2009, 23:39
  #16 (permalink)  
 
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Ora per non so quali motivi mi stanno venendo i dubbi, se sia o non sia ciò che voglio davvero..Il perchè è dato anche da tutti i miei conoscenti che mi consigliano di andare all'università(ho sempre avuto un bel successo nello studio), e che dicono che il lavoro del pilota non è molto stimolante a livello intellettuale(della serie c'è poco da pensare) rispetto magari ad una carriera ingegneristica...Insomma mi hanno fatto venire parecchi dubbi a proposito nonostante sia il mio sogno da quando sono bambino...
Anche perchè effettivamente ho sempre avuto un dispiacere a non fare l uni
Tu cosa pensi? Quale è il tuo parere in merito? Le persone che ti hanno detto queste cose, sono piloti? Un pilota non direbbe mai che il suo mestiere è poco stimolante a livello intellettuale e che non c'è molto da pensare.
Tra l'altro sarebbe intelligente non dare pareri troppo dettagliati su una cosa dettagliata, se non la si conosce abbastanza.
Se ad un cardiochirurgo venisse chiesto un parere sulla professione dell'avvocato, sarebbe meglio se non si sbilanciasse troppo, potrebbe fornire informazioni errate, il cardiochirurgo ha studiato per una vita medicina che non ha niente a che fare con legge.
La questione della stimolazione intellettuale, poco c'entra.
Definire poco stimolante un mestiere come il pilota, mi sembra azzardato; non fosse per il fatto che se sbagli, rischi di ammazzare se sei fortunato almeno un centinaio di persone.
Non mi sentirei affatto poco stimolato con 180 persone dietro, a 900 km/h a 11.000 metri dal suolo.
Non è questione di "carriera", da come hai impostato il discorso e leggendo i pareri che ti hanno dato, sembra che stai chiedendo se sarebbe più "figo" fare il pilota o l'ingegnere. So che non era questo il tuo intento, però forse hai dato questa idea.
La risposta è dentro di te, dipende da come ti vedi tra 10 anni, se a fare l'ingegnere o il pilota (che comunque sono due cose ben diverse).
A mio parere, se sei scettico o hai più di qualche dubbio (a parte quelli economici) sul conseguimento delle licenze, è meglio se vai a fare l'università.
Forse non si sceglie il cockpit, è lui che sceglie te.

Last edited by collaudatore; 15th Sep 2009 at 00:04.
collaudatore is offline  
Old 15th Sep 2009, 07:49
  #17 (permalink)  
 
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Sono molto confuso... Eppure manca così poco al traguardo....
mi sembra che hai le idee poco chiare, il traguardo è davvero mooooolto lontano se per traguardo intendi guadagnarti da vivere come pilota. Dopo anni che si lavora si tende a dimenticare quanto è lunga e quanta motivazione chieda la strada per arrivare a fare questo mestiere. Quindi il mio consiglio, se parti così, è assolutamente di fare l'università.
Saluti
fiftypercentn1 is offline  
Old 15th Sep 2009, 07:52
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Grazie a tutti,

I vostri pareri sono sempre un valore aggiunto a ciò che un ragazzo chiede.

Molti di voi come ho letto hanno la stessa visione di me del loro mestieri, io purtroppo non conosco nessuno nell'ambiente, per questo ho chiesto a voi..Per questo ho letto con assoluta felicità ciò che avete scritto ed è questo che cercavo. Una conferma non per sentito dire, ma da chi lo vive tutti i giorni, da sa cosa vuol dire essere Piloti(con la P maiuscola).
Devo ammettere che arrivato a questo punto credo che la nostra visione sia condivisa solo dalle persona come noi, uomini capaci di intedere e di volare...Altri non vedono lassù le stesse cose che vediamo noi. E alla domanda come ti vedi tra 10 anni la risp è semplice, come mi sono sempre visto da quando ero bambino: Lassù. La via è ardua, e l'impegno economico non è per niente facile. Ma sono 2 anni che lavoro, scegliendo senza un'attimo di esitazione quando fu necessario.

E' magnifico leggere di comandanti che riescono con le loro parole a tracciare le caratteristiche del pilota. Oppure chi dall'aliante è arrivato a salvare vite umane volando...
Di chi nonostante gli abbiano voluto incastonare nella mente che non c'è niente da fare, continua a vedere con i propri occhi quello che ha sempre sognato e crede nel valore della passione nel suo mestiere.

Per questo se non mi sono spiegato mi ripeto.
Era un messaggio per cercare qualche commento che risultasse esattamente come la penso io. E così è stato. Per vedere se sono un pazzo che vedo cose che non esistono oppure....Beh il resto lo avete detto voi. Sacrifici e sacrifici...lo so...ho già cominciato a farne...ma so che un giorno sarò ripagato!!


Grazie a tutti voi!!
Continuate a volare alto!!

P.S.
Le dicisione prese al istante sono la caratteristica del volo su cui mi sto formando...volo a vela, e ne sono fiero. Il pilota che ha effettuato l'ammaraggio nel fiume hudson è un pilota d'aliante tutt'ora in attivo!!!
Scusate se me ne vanto!!!
Ste88 is offline  
Old 15th Sep 2009, 09:06
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Il comandante è un risolutore di problemi, una persona in grado di assumersi in assoluta solitudine ed in tempi ristrettissimi delle responsabilità che farebbero tremare molti avvocati ed ingegneri per diverse notti di fila.
Non è un mestiere per tutti
giusto per sottolineare quello che I-FORD ha correttamente espresso vorrei richiamare la vostra attenzione sull'incidente Swissair di Halifax del 3/09/1998 volo SR111. è il primo che mi torna alla mente ma è significativo del fatto che talvolta non è tutto scritto e codificato. Anche se l'inchiesta ha stabilito che in ogni caso non avrebbero potuto salvasi è pur vero che, al tempo, non era "legale" atterrare fuori peso, resta comunque il fatto che, da allora, siano cambiate le procedure, così come ogni volta che purtroppo succedono delle disgrazie.

grazie per l'attenzione
PinzioPilota is offline  
Old 16th Sep 2009, 14:27
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Il perchè è dato anche da tutti i miei conoscenti che mi consigliano di andare all'università
Caro Ste88
quello che segue è il parere di un pirla che nel 1989 si fece condizionare da coloro i quali gli consigliarono di sbrigarsi a terminare l'Università (ingegneria meccanica) invece di inseguire l'idea di fare il pilota.
Bene, la laurea l'ho conseguita, ogni giorno ho un lavoro stimolante e sempre diverso in un contesto internazionale, giro il mondo (spesso in Business Class e soggiornando in alberghi a 4-5 stelle), il salario non è male e la possibilità di carriera è concreta.
Eppure?
Eppure maledico me stesso per essermi fatto condizionare.
Quindi mi ritovo spesso qui a leggere PPRUNE, a farmi le pippe su flight simulator (MD81 e 747-200, così sai anche che type rating virtuale ho), a distogliere lo sguardo in aeroporto verso gli equipaggi nelle loro uniformi mentre si apprestano a salire in aereo, sperando magari di poter trovare qualche Comandante che abbia la possibilità di ospitarmi sul jump-seat in uno dei miei viaggi, a fermarsi a osservare un aereo in decollo o in atterraggio con gli occhi di un attempato 40enne e il cuore di un bambino di 5 che si emoziona di fronte a una magia così bella come il volo aereo.
Probabilmente, in un contesto mondiale così terribile dal punto di vista lavorativo (non solo per il trasporto aeronautico), dovrei essere passato per le armi.
Se il volo è la tua passione, inseguila.
Raggiungi l'obiettivo di alzarti ogni mattina, prepararti e lasciare la casa e la famiglia con il sorriso e la gioia di andare a svolgere una professione che ti piaccia e che ti gratifichi. Se poi questa è anche il tuo sogno e passione, tanto meglio.
Altrimenti, nel peggiore dei casi sarai un Fantozzi. Nel migliore finirai come me a farti le pippe di fronte al computer nel tuo tempo libero giocando a fare il Comandante.

In bocca al lupo,
Ulxima
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