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DOVES

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Certamente Cesare non ha scioperato né per quelli della mia generazione né per i giovani di oggi. Ma ci ha lasciato un'eredità incommensurabile.

Aquila Selvaggia
Scritto da Franco Di Antonio
E’ negli anni Settanta che il mondo cambia e i nuovi ruoli si delineano: il trasporto aereo diventa un fatto di massa, e il ’68 ha nel frattempo rivoluzionato le relazioni sindacali. Il combinato di questi due elementi per Alitalia è devastante.
Furono anche gli anni in cui la "presenza" della politica nell'azienda si fece molto più marcata iniziando ad influenzare negativamente le scelte operative. Alla fine di quegli anni, nel 1978, il presidente Umberto Nordio cerca di mettere mano all’organizzazione della società: intuisce forse, che il monopolio è al declino e che, in tempi medi, le protezioni crolleranno. Si scontra con i piloti: l’azienda persegue maggiore produttività e vuole un nuovo contratto che riduca quelli che vengono interpretati come privilegi di quella che, allora, era una corporazione compatta.
La proposta, spalleggiata dai sindacati confederali, è quella di un contratto unico nel settore dei trasporti sulla falsariga di quello del settore della sanità e dei metalmeccanici. Lo scontro degenera in sciopero: quel periodo fu battezzato Aquila selvaggia, e fu un momento storico per l’azienda.
Era il periodo dei famosi scioperi a gatto selvaggio operati dai metalmeccanici (lo sciopero a gatto selvaggio indica lo sciopero in cui in una catena di montaggio le varie sezioni scioperano in tempi diversi, in modo da arrestare la produzione per il massimo tempo possibile con il minimo sforzo individuale), soprattutto nella Fiat, così, a matrice, da quel metodo si copiò lo sciopero detto ad aquila selvaggia.
Quattro settimane di blocco, passeggeri esasperati (gli scioperi avvenivano senza preavviso in qualsiasi aeroporto), compagnia allo sbando. Nordio non venne spalleggiato dal suo azionista, l’IRI, di cui allora era presidente Romano Prodi, col quale aveva un rapporto rugginoso e pieno di contrasti. Prodi lo voleva più incline alla pace sindacale, Nordio resistette.
Alla fine i piloti ottennero un rinnovo di contratto di categoria, ma a caro prezzo, praticamente senza aumenti salariali e con consistenti riduzioni dello “status”, e fu il «peccato originale»: da allora l’azienda non seppe più anticipare i grandi eventi (la deregulation in Europa ebbe un’applicazione progressiva negli anni successivi), ma cercò soltanto di rincorrerli affannosamente e tentò, a volte con esito positivo, di imbrigliare politicamente il potere dei piloti.
La gestione Nordio si caratterizzò con altri pesanti conflitti sindacali, come il famoso sciopero di 40 giorni degli Assistenti di Volo del Comitato di Lotta nel 1979, oppure lo sciopero dell'81 dei piloti (sempre fatto ad Aquila Selvaggia) che portò alla loro prima precettazione. La situazione non fu mai completamente normalizzata, ondeggiando tra un allegro sistema di contropartite economiche alla pace sindacale e la gestione politica di diverse categorie una contro l’altra, pur in un sistema generale di formazione alla qualità di un qualche risultato.
Nel 1994, un altro anno-chiave. Al comando di Alitalia s’insedia Roberto Schisano, detto il «texano» perché ha lavorato alla Texas Instruments. Il suo esordio ricorda tempi recenti: «La compagnia ha solo 500 giorni di vita», dichiara. Con lui arrivano in flotta dei Boeing 767 nuovi di zecca e anziché assumere nuovi piloti, l’Alitalia ne «affitta» in Australia dalla Ansett (individuata grazie ad uno studio addirittura del sindacato dei piloti!), a condizioni più vantaggiose.
È la nuova Aquila Selvaggia, la compagnia viene paralizzata dagli scioperi, con occupazione delle piste. La vertenza è durissima. Per aggirare le regole della legge sugli scioperi i piloti organizzano malattie di massa.
Schisano prende una scorciatoia e firma in sordina un accordo con i piloti (noto come accordo dello Sheraton), per aumenti consistenti, che la stessa azienda e l’azionista IRI (presieduto in quel momento da Michele Tedeschi) disconoscono tanto da avviare un’azione di responsabilità nei confronti del manager.
Si può dire che quel peccato originale abbia oggi portato la categoria dei piloti Alitalia definitivamente all’inferno.
Il Comitato di Lotta degli AAVV (13 marzo 2010)

flydive1: E lei?
Può dire d'aver fatto altrettanto?
Prima di dar fiato alla sua tromba s'informi!

Ai giovani: IMPARATE!

Pterosauro
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