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Thread: Air Baltic
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Old 22nd Jan 2016, 17:14
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EI-PAUL
 
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Ho letto fin qui con estremo interesse le quattro pagine di discussione, ormai l'argomento riguarda più un interessante confronto sullo status quo dell'aviazione civile sui metodi di selezione e scrematura dei "wannabes" che una risposta ad una richiesta di informazioni, non ce ne voglia Kiorbis.

Probabilmente esprimo la mia opinione con scarsa cognizione di causa e la mia sarà anche una voce fuori dal coro, ma credo che entrambe la "fazioni" esprimano argomentazioni del tutto logiche tutte condivisibili se prese nei loro ambiti, sono due facce della stessa - sbagliatissima - medaglia.

Condivido pienamente il concetto espresso da TheWrightBrother&Son:

Uno dei parametri più efficienti per giudicare la professionalità (parola al numero uno nella top ten delle parole più abusate in aviazione, ormai nauseabonda, ,ma non mi viene un sinonimo, come probabilmente a tutti le altre persone che la usano) di una compagnia sta nel valutare i contratti che i piloti/lavoratori hanno, e l'organizzazione che questi ultimi si riescono a dare per ottenerli, dimostrando una situation awareness (forse invece è questa la parola/espressione al top. Lascio l'ardua decisone a voi) non solo nelle avarie al sim, ma anche nella vita reale. Mi sarebbe piaciuto concludere questo mio post citando anche una terza parola/espressione aeronauticamente inflazionata così da avere un podio intero, ma non mi viene niente in mente
e mi permetto di aggiungere il "terzo elemento" che potrebbe essere la "maturità" della categoria.
Una categoria è matura e consapevole quando sa tutelare il futuro dei più giovani, di quelli che verranno dopo, perché questo é di fatto l'unico modo per tutelare anche se stessi e la categoria.

Negli ultimi venti anni una deregulation sfrenata unita ad una liberalizzazione spinta anche in ambito aeronautico hanno inquinato non poco l'aviazione commerciale. Liberalismo e deregulation possono essere due belle conquiste, ma quando vengono spinte all'estremo in settori altamente specializzati il rischio è che le priorità vengano rimesse in discussione, soprattutto quelle che costano molto e dalle quali non si trae un guadagno immediato: due su tutte, Sicurezza e Formazione.

Quando, anni fa, qualche manager amante dei bonus e con pochi scrupoli si è reso conto che con la Formazione in ambito Aeronautico ci si può addirittura guadagnare e non solo non spenderci una lira/euro il giochino era già fatto. E non dimentichiamoci che spesso il gioco, soprattutto in Italia, è stato coadiuvato da piloti ai danni di altri piloti. Fior fiori di Comandanti/ manager / sindacalisti si fecero pochi scrupoli quando c'era da vendere fumo a colleghi od aspiranti futuri colleghi.
Il tutto in presenza di un fronte Sindacale disarticolato o "poco collaborativo" (per usare un eufemismo) e di un'Autorità incompetente se non connivente.
Non a caso, le uniche realtà in cui il fenomeno del pay2fly non ha attecchito è lì dove il fronte sindacale è unito e l'Autorità vigila seriamente, vedasi la Francia, dove il p2fly è vietato dalla DGAC (per ora ... vedremo quanto resisteranno visto che sono ormai accerchiati).

Che ci piaccia o no negli ultimi venti anni abbiamo svenduto la meritocrazia in cambio di noccioline e di questo non possiamo incolpare nessuno se non coloro i quali avrebbero dovuto tutelare quelli che sarebbero arrivati dopo ma non lo hanno fatto, chi per indolenza, chi per incompetenza chi per interesse. Sono le stesse persone che adesso probabilmente passano le loro estati sulla dodici metri col sigaro in bocca a godersi la lauta pensione.
Il vero problema è che è proprio con la meritocrazia che si salvaguarda una categoria. Quindi, personalmente, non vedo un grosso margine di miglioramento in futuro, anzi.

Allo stesso modo credo anche che, sebbene non si possa più parlare di meritocrazia, il sistema - seppur fallace - sia fatto per autoproteggersi e quindi una sorta di "selezione naturale"al suo interno esista, quanto meno per gli elementi più "border line".
Detto questo, sono altrettanto convinto che, se uno vuole, ci sia anche un'alternativa al p2f. Conosco ragazzi volenterosi che si sono fatti le ossa in giro per il mondo, lontano da casa e dai propri affetti, facendo lavoro aereo od istruzione. Ma si dovrebbe conoscere caso per caso e non si può pretendere che lo facciano tutti se è il sistema a proporti delle "scorciatoie" che per alcuni sono economicamente percorribili. Quindi, pur non condividendo affatto i toni, posso comprendere il ragionamento ed anche il rancore di Aleboni verso uno status quo non voluto da lui ma che si è dovuto sorbire.

Più che altro a me spaventa il futuro.
Ora siamo, giustamente, preoccupati per il p2f che mina meritocrazia e professionalità. La prossima generazione di Comandanti sarà formata tramite programmi MPL (ovviamente a pagamento) la cui formazione pregressa prevede 90 ore di volo delle quali solamente 5 su un bimotore convenzionale. Ok che l'A320 NEO ed il 737 MAX andranno quasi da soli ... però a me sta cosa inquieta e non poco ... non so a voi.

Just my 2 cents

OT
Riguardo ad un colloquio psicologico di 3 ore: trovo che il buon Raymundo abbia già detto tutto riguardo all'aspetto scientifico del caso.
Se parliamo solamente di colloqui senza test psico-metrici vari, sinceramente anche a me ha sorpreso un pò sapere che qualcuno svolge colloqui di tale durata. Non ho alcun titolo per giudicare chicchesia in quest'ambito ma, da anziano ed ormai fuoricorso studente di psicologia, trovo la prova quanto meno singolare visto che nelle varie dottrine uno dei pochi elementi comuni è proprio la durata, che non è mai raccomandata essere maggiore dei 45 min.

Last edited by EI-PAUL; 22nd Jan 2016 at 18:43.
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