Secondo voi ex-AM, dalla vostra esperienza sembra una ricostruzione plausibile ?
ROMA – «Il pilota di uno dei due Tornado che si scontrarono in volo il 19 agosto scorso nei cieli di Ascoli Piceno era concentrato sull’obiettivo da colpire. Non si accorse che stava arrivando l’altro velivolo. Lo schianto fu inevitabile». La spiegazione dell’incidente che è costata la vita a quattro ufficiali la fornisce Dino Tricarico, ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica e oggi presidente del centro studi Icsa. I due Tornado si erano levati in volo a pochi minuti l’uno dall’altro dalla base di Ghedi (Brescia). Avevano la stessa missione: raggiungere l’area di Ascoli e centrare un obiettivo, naturalmente virtuale.
La ricostruzione
«Il primo velivolo – spiega il generale Tricarico – raggiunse l’area prestabilita, colpì il target a lui assegnato, poi virò con l’intenzione di tornare indietro e puntare di nuovo contro lo stesso obiettivo. Il pilota teneva l’occhio fisso proprio sul punto da colpire e non si accorse che stava arrivando alla stessa quota il secondo velivolo concentrato anch’esso sul medesimo obiettivo». In pratica i due Tornado puntarono inconsapevolmente l’uno contro l’altro disintegrandosi. I piloti si stavano addestrando per farsi trovare pronti a una verifica prevista per questo mese di ottobre da parte di ufficiali della Nato. Questo tipo di controlli dell’Alleanza atlantica sono periodiche e tendono a capire lo stato di preparazione dei piloti e quale può essere la loro affidabilità in caso di impiego in teatri bellici.
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