Quando le persone
rimangono aggrappate con le unghie ad una professione che ormai ha preso il posto della vita
qualunque essa sia, come nel caso in questione, non ci sono giustificazioni logiche alla richiesta di prolungamento dell'attivitą, ma solo psico-analitiche.
Credo si dovrebbe lavorare per vivere, non vivere per lavorare.