Io vorrei solo capire una cosa.
Premetto che l'operazione CAI, a mio modesto modo di vedere, è stata una delle più grandi tragedie dell'aerotrasporto italiano.
Non solo; politici, banche, sindacati e poteri forti vari sono riusciti a far credere a tutto il paese di essere gli autori di un autentico miracolo.
Miracolo che consiste nell'aver salvato il vettore di bandiera nel modo migliore possibile e di aver di conseguenza indirizzato tutto l'aerotrasporto italiano sulla "giusta" retta via.
Immagino, quindi, che per questo si aspettino la nostra venerazione nei secoli dei secoli, anche se a conti fatti il vero miracolo lo ha di nuovo fatto l'inconsapevole popolo italiano che ancora una volta si è addossato il costo di una operazione per cui non gli è stato detto neanche grazie.
Ma si sa benissimo chi sono i veri salvatori della patria, non certo i contribuenti.
Premesso questo, l'unica cosa che volevo capire è perchè il grande clamore e le proteste sono nate e cresciute nel personale navigante dell'azienda solo a partire dal settembre dell'anno scorso, quando si comincivano a capire gli effetti veri del "nuovo miracolo italiano".
Dove erano i cappi quando solo qualche mese prima veniva fatto di tutto per affossare la trattativa con Air France?( ricordo ad esempio Capodichino bloccato dai dipendenti Atitech).
Dove erano i dipendenti quando i capi sindacali si rifiutavano a priori di trattare con lo "straniero" o si facevano abbindolare come bambini dalle solite promesse elettorali che fantasticavano un futuro più che roseo se si fosse cacciato l'invasore?
Penso che l'appatrenenza ad un sindacato non contenga implicita la condizione di dover preventivamente spegnere il cervello.
Rimane poi ancora forte la perplessità verso quelle categorie che pur essendo poste al di fuori del perimetro della nuova Alitalia sia da parte di Air France che di CAI, si sono tuttavia scatenate solo nei confronti della prima.