Guarda, mi presento: sono un felice primo ufficiale, lungi dal comando. Retorica la posso fare con la tastiera sotto le dita, non in cockpit, assicuro.
Credo nel mio lavoro. Credo che, facendolo bene, posso forse cambiare qualche piccola cosa. E non è questione di vernice. Se una cosa la devo scrivere, la scrivo. Se devo fare un rapporto, lo faccio. QUESTO è credere nel proprio lavoro. Allo stesso modo, nelle mie possibilità cerco sempre di apprezzare il lavoro altrui laddove è ben svolto, senza voler insegnare quel che non so (in Italia siamo 56 milioni di allenatori di calcio, lo sapevi?). Se non vengo messo in condizioni di fare queste cose, tanti saluti a tutti.
Credo di potermi giocare la partita con il mio potere contrattuale, compatibilmente con i miei titoli e la mia esperienza. Questo perché non ho problemi ad andare a Pechino o Singapore. Non credo sarebbe "troppo comodo" (provare per credere) e, se le cose non mi andassero bene o non fossero fatte in modo ragionevolmente corretto, non farei che salutare cordialmente e andare verso ambienti che dovessi ritenere migliori. Altro che scannarsi per prima fascia e seconda fascia. Management, mi metti al muro? Ottimo, mi cerco un altro sedile. Lasciando peraltro il posto a quelli cui sono malauguratamente passato davanti. E poi chi sono quelli animati da "sfrenato desiderio di potere"?
Scusami se ho esagerato un po', anche con la storia dell'avvelenamento. Ma, invero, la libertà di parola è una grande autorità per avvelenare o rinfrancare. E col nostro lavoro possiamo, per quanto poco, cambiare le cose. La cosa che io, invece, trovo troppo comoda, è nascondere questa autorità/responsabilità dietro il nichilismo, il convincere se stessi e gli altri di non averla. Onde l'italiano vizio dello scaricabarile, tra le altre cose..
Ripeto, secondo me quando si è persa la convinzione di essere utili e di partecipare a qualcosa col proprio lavoro, è ora di fare la valige. Comodo o non comodo che sia; e così farò se sarà il caso. Parola di gufetto.
P.S.: Se sei convinto che avere queste idee significhi barattare professionalità e capacità con la collusione (perché questo mi pare d'aver capito), ti invito a volare con me. Ti mando senza problemi il mio nome per PM. Oppure chiedi a TRI, TRE, sacerdoti, vescovi, a chi vuoi. Magari scopri cose su di me che nemmeno io conosco. Magari scopriamo che sono un somaro malefico e sarebbe meglio tornassi a trainare alianti come un tempo. O magari scopri che noi, reduci VLE, siamo meno una banda di immanicati e dall'ego alterato di quanto si potrebbe credere. Vado serenamente incontro al giudizio, veh?! E metto la mano anche per i miei colleghi. Ad occhi chiusi.
