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Old 16th Jun 2004, 18:17
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C-47
 
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Caro Henry,

Da parte mia spero di concludere, con quanto scrivo, l'aspetto strettamente polemico di questo topic.

E' evidente, in primo luogo, che le mie accuse dirette non fossero rivolte a te ma a Job Hunter che ha preferito usare toni più offensivi e provocatori dei tuoi. So perfettamente che anche tu hai faticato per trovarti un lavoro e nulla mi fa supporre il contrario in nessun modo.

L'unica cosa che posso dirti è che i tempi sono cambiati e che tu, proprio per il fatto che il lavoro lo hai, non riesci a capirlo più di tanto.

I tempi cambiano, punto e basta.

Nei primi anni '50 i piloti in circolazione erano esclusivamente di estrazione militare ed è andata avanti così per parecchio tempo.

Poi c'è stato un periodo in cui AZ, al completamento del PPL, ti mandava una lettera a casa con i propri complimenti uniti ad un formale invito a continuare l'iter addestrativo in vista di una potenziale carriera.

Poi è arrivato il tuo periodo, quello in cui hai dovuto faticare per trovar lavoro.

Ed ora c'è il mio di periodo, quello post 11 Settembre, post SARS, post guerra in Iraq, post low cost carriers che sfasciano qualunque regola di mercato e di concorrenza, post JAA e via dicendo.

Mi pare di capire che tu abbia concluso il tuo iter addestrativo in un momento più tranquillo e di questo devi darmi atto.

Oggi il mercato offre quello che offre ed io non posso star certo fermo ad attendere che i tempi migliorino perchè, nel frattempo, continuo ad invecchiare facendo poca esperienza e Dio solo sa quanto questo possa essere controproducente in fase di selezione.

Non credo, in tutta sincerità, che mi calerei le braghe nell'accettare di pagarmi un type rating: penso che mi limiterei ad accettare, seppur con amarezza, quella che sembra essere diventata un'abitudine consolidata nella maggior parte delle compagnie aeree italiane e non e che, credimi, difficilmente i singoli o i sindacati potranno mai modificare.

Potrei dirti che anche tu ti sia calato le braghe nell'accettare di firmare un contratto meno invitante rispetto a quelli della vecchia guardia Alitalia (di cui, peraltro, si favoleggia da tempo immemore).

Potrei dirti che ti sei calato le braghe nell'accettare i modesti pasti crew che ti passano quando sei in servizio...perchè i piloti di una volta si abbuffavano nei trogoli di prima classe sognando solo nei peggiori incubi la scatoletta di tonno al sapore di plastica o il panino ancora congelato al sapore di cartone.

In qualche modo tutti si sono calati le braghe rispetto ai predecessori. Questo perchè l'aviazione è cresciuta enormemente nell'ultimo cinquantennio, si è evoluta, è diventata più sicura. E anche i piloti che, una volta erano dei temerari pionieri oggi si avvicinano sempre più a fare un mestiere come un altro.

I tempi cambiano, punto e basta, e trovo assurdo pretendere di confrontare le condizioni contrattuali ante 11 Settembre con quelle attuali illudendosi di poter puntare i piedi in difesa di una continuità contrattuale e remunerativa che, già da parecchio tempo, si è affievolita se non quasi spenta.

Ciò che si auspica è una sorta di contratto uguale per tutti, con condizioni, privilegi, obblighi e quant'altro assolutamente identici per tutti. Mi viene da pensare che una situazione del genere poteva, forse, esistere parzialmente nell'Aeroflot prima della caduta del muro di Berlino: sicuramente lì tutti erano trattati nello stesso modo. Male, ma male per tutti.

Non credo che questa sia la soluzione, semplicemente perchè andrebbe a ledere i diritti, i privilegi e gli interessi di troppa gente. Ciò che auspico io, invece, è un sistema di regole più chiaro e pulito in base al quale si possano fare contratti e assunzioni di nuovi piloti.

Ad esempio, se le selezioni venissero fatte alla luce del sole? Se Air One, Alitalia e così via, ogni volta che necessitano di uno o più equipaggi, facessero una santa inserzione su Flight International piuttosto che su Corriere lavoro? Non mi pare poi una cosa così assurda.
Un pilota Flight International se lo legge e, di quando in quando, un'occhiatina al giornale la da pure.

Ciò che manca in Italia è la trasparenza in assenza della quale non si può pensare di risolvere problemi grossi come i contratti, i limiti di servizio, gli stipendi, le fidejussioni e quant'altro.

Che le varie AZ, AP, IG etc. iniziassero ad operare sotto la luce del sole dovendo magari scremare 2 equipaggi da 500 piloti che si presentano per una selezione. Ma che iniziassero a farlo perdio ! Personalmente, se mai dovesse capitare una cosa del genere, mi vergognerei un po' meno di essere Italiano.

E in questo, credetemi, i sindacati potrebbero dare una mano. Dopotutto, almeno ufficialmente, la trasparenza dovrebbe essere uno dei loro obiettivi primari.

Tutto il resto seguirebbe a ruota e, piano piano, verrebbe risolto.

Ma tutto ciò rimarrà un'utopia finchè non ci sarà un intervento dall'alto.

Oggi giorno, ogni volta che i piloti scioperano, vengono prontamente maledetti da migliaia di passeggeri inferociti ma nessuno, stampa non specializzata al primo posto, si preoccupa seriamente di capire quali siano le motivazioni che spingano una categoria professionale ad incrociare le braccia.

Quando, mesi fa, ci fu lo sciopero dei dipendenti della Fiat di Melfi i sindacati si mobilitarono a livello nazionale, pretesero ed ottennero un intervento del governo, imposero qualcosa e quel qualcosa ottennero.

Vi risulta che succeda lo stesso in ambito aeronautico?

A rischio di esser ripetitivo voglio sottolinearlo ancora una volta: non si può pensare che le malsane e consolidate abitudini della maggior parte delle compagnie aeree possano esser risolta partendo dal basso, proprio da coloro che il lavoro non lo hanno.

I problemi si risolvono dall'alto, punto e basta.

L'importante e crederci...
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