L'agenzia delle entrate manda cartelle esattoriali ad equipaggi Ryanair
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L'agenzia delle entrate manda cartelle esattoriali ad equipaggi Ryanair
Sta esplodendo il caso Ryanair con gli equipaggi che stanno ricevendo cartelle esattoriali per mancate dichiarazioni, le voci parlano di oltre 50mila euro per singolo anno tra tasse e more a partire dal 2006.
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l' avevano promesso e ora è arrivata....ahime sarà un problema per tutti specialmente per chi ci lavora....e credo che ciò influirà anche sulle future selezioni....pilotryan sai se riguarda solo i piloti italiani o tutti i piloti che volano per FR e basati in Italia?
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............è una vita che sostenevo questo scenario, se adesso dovranno sottrarre dalle retribuzioni le tasse dovute le more e interessi, credo che gli utili siano davvero pochi !
sarà Ryan a supportare i Piloti nel pagamento del dovuto ??
sarà Ryan a supportare i Piloti nel pagamento del dovuto ??
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Vediamo come va a finire, il primo giudice che blocca tutto per via del fatto che gli equipaggi sono dipendenti e sarà il solito exploit di taglio terroristico dell'Agenzia delle Entrate, che ovviamente non riguarda solo Ryanair ma tanti altri contribuenti. Lo sanno benissimo che non prenderanno un euro dagli equipaggi, un pò come le denunce penali per questioni assicurative, si denuncia il singolo per fare pressing sull'assicurazione. Però così facendo sollevano il problema e fanno pressing sull'azienda. Ovviamente è più facile prendersela con le singole persone piuttosto che chiarire a monte un quadro normativo poco chiaro e pieno di aree grigie.
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Aggiornamento in tempo reale, ho fatto un paio di chiamate ad amici che ci lavorano, pare che siano interessati solo quelli con contratto diretto (cioè i dipendenti assunti da Ryanair) e non i contractors (quindi non mi sbagliavo ). Comunque lo stesso.
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Anch'io ho lavorato con compagnia Spagnola (di proprietà di 3 Italiani) base Mxp con contratto spagnolo,
Purtroppo la legge è chiara se risiedi in italia per più di 6 mesi è quà che devi pagare i tuoi tributi è certo che non puoi fare orecchi da mercante ed aspettare che ti acchiappino d'altronde E GIUSTO pagare le tasse dove risiedi, con me è stata una furbata dell'azienda ( stile Ryan).
Sono andato alla GdF di Gallarate e all'ispettorato del lavoro e ho denunciato l'omissione del'azienda.
Con Equitalia non si scherza, giustamente ti pignorano quello che possiedi, e l'unica possibilità per rimanere puliti è denunciare prima il reato commesso dall'azienda e non dopo , la furbata da parte anche del contribuente è evidentissima.
easy Jet però non si comporta così, e noi dobbiamo supportare chi rispetta le leggi, non i furbi di qualsiasi colore siano.
Per gli anni precedenti al 2006 credo ci sia la prescrizione.
Per i contractors che vivono in Italia per più di 6 mesi all'anno si consuma il reato di evasione fiscale, poi se verranno colpiti dalla legge questa è altra cosa
Purtroppo la legge è chiara se risiedi in italia per più di 6 mesi è quà che devi pagare i tuoi tributi è certo che non puoi fare orecchi da mercante ed aspettare che ti acchiappino d'altronde E GIUSTO pagare le tasse dove risiedi, con me è stata una furbata dell'azienda ( stile Ryan).
Sono andato alla GdF di Gallarate e all'ispettorato del lavoro e ho denunciato l'omissione del'azienda.
Con Equitalia non si scherza, giustamente ti pignorano quello che possiedi, e l'unica possibilità per rimanere puliti è denunciare prima il reato commesso dall'azienda e non dopo , la furbata da parte anche del contribuente è evidentissima.
easy Jet però non si comporta così, e noi dobbiamo supportare chi rispetta le leggi, non i furbi di qualsiasi colore siano.
Per gli anni precedenti al 2006 credo ci sia la prescrizione.
Per i contractors che vivono in Italia per più di 6 mesi all'anno si consuma il reato di evasione fiscale, poi se verranno colpiti dalla legge questa è altra cosa
Last edited by psandb; 8th Jan 2013 at 18:24.
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Art. 14 comma 3 del Trattato bilaterale sulle doppie imposizioni tra Italia e Irlanda:
Nonostante le precedenti disposizioni del presente articolo, le remunerazioni relative a lavoro subordinato svolto a bordo di navi ed aeromobili in traffico internazionale sono tassabili nello Stato contraente in cui è situata la sede della direzione effettiva dell'impresa.
Di questa cosa se n'è parlata fino allo sfinimento, pensavo fosse chiara questa cosa...mi sbagliavo. La faccenda è più complessa di quello che sembra, e non si risolve con le cartelle esattoriali di una sola provincia italiana.
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Nonostante le precedenti disposizioni del presente articolo, le remunerazioni relative a lavoro subordinato svolto a bordo di navi ed aeromobili in traffico internazionale sono tassabili nello Stato contraente in cui è situata la sede della direzione effettiva dell'impresa.
Di questa cosa se n'è parlata fino allo sfinimento, pensavo fosse chiara questa cosa...mi sbagliavo. La faccenda è più complessa di quello che sembra, e non si risolve con le cartelle esattoriali di una sola provincia italiana.
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Buongiorno.
Premetto che lavoro all'estero e sono residente in Italia. Il mio e' un "tradizionale" contratto di dipendente per una compagnia aerea europea. Ho gia' lavorato in passato per un'altra compagnia europea (non italiana) piu qualche contratto extra UE tra cui la Cina.
Aggiungo che ho una mia societa'(piccola) di consulenza fuori dall'italia. In passato ho dato una mano in amministrazione nella societa' di mia moglie
Questo per dire che qualche piccola esperienza con l'ADE (Agenzia Delle Entrate) ed Equitalia, l'ho avuta.
Per quanto riguarda RYANAIR, ribadisco il concetto espresso da molti: la posizione della societa' e dei suoi dipendenti DIRETTI (con contratto di lavoro dipendente con la compagnia) e' perfettamente regolare e corretta(per i contractor la faccenda e' un po' piu' complessa).Questo alla luce degli accordi di doppia imposizione che prevedo di pagare le tasse per i marittimi ed i naviganti aerei nello stato dove insiste la sede legale dell'impresa. Indipendemente dalla base e dalla residenza dei suoi dipendenti. Questo accordo e' identico (ad escusione di quello FRANCIA/LUX e FRANCIA/GB) per tutti gli stati europei nei confronti di tutti gli stati europei. Questo significa che, se lavoro per alitalia, vivo in irlanda e sono li residente, le tasse del reddito da lavoro dipendente con az le pago in italia. Anche se az avesse una base a shannon (stabile organizzazione).
Per quanto riguarda i contributi sociali, le cose si sono evolute solo recentissimamente(una manciata di mesi). In italia e' uscito un decreto legge che sotanzialmente impone al lavoratore ed alla societa' di navigazione aerea, che abbiano una base in italia ove il lavoratore inizia e finisce la sua attivita' lavorativa, di pagare i contributi sociali all'inps (non le imposte sul REDDITO). Questo orientamento politico/legislativo si sta' pian piano diffondendo anche in Europa. La svizzera e la Francia hanno una legislazione analoga.
Per quanto riguarda le cartelle esattoriali e le ispezioni della guardia di finanza e del DPL, sulla questione delle imposte sui redditi da lavoro dipendente sono solamente atti intimidatori.
Non c'e' modo di avere soddisfazione da chichessia con queste contestazioni. Certo e' che, uno stato dove esiste l'inversione dell'onere della prova e se si vuole ricorrere ad una cartella esattoriale bisogna cmq pagare il 30% di quanto contestato:questopuo' essere un tentativo dello stato di raccimolare piu' soldi possibile e a fare un po' di terrorismo psicologico.
L'unica cosa che forse. ci si potrebbe veder contestato nella situazione dei dipendenti RYAN con base in Italia e' l'omissione di dichiarazione dei redditi. Anche qui pero', si sta' facendo terrorismo. Se una persona non ha redditi tassabili in italia no ha obbligo alcuno di dichiarazione. Naturalmente, chiedendo a commercialisti, vi consiglieranno di presentarla cmq. Chiedendo all'ADE, ogni dipendente dara' una sua diversa lettura...
A voi la liberta' di farla o meno. Io fino quando ho potuto, nn l'ho fatta. Poi avendo comperato casa ed avendo quote di societa' in italia, non posso piu' fare a meno. I redditi esteri nn li dichiaro. Pero' dichiaro i conti correnti.
good night and good luck
Premetto che lavoro all'estero e sono residente in Italia. Il mio e' un "tradizionale" contratto di dipendente per una compagnia aerea europea. Ho gia' lavorato in passato per un'altra compagnia europea (non italiana) piu qualche contratto extra UE tra cui la Cina.
Aggiungo che ho una mia societa'(piccola) di consulenza fuori dall'italia. In passato ho dato una mano in amministrazione nella societa' di mia moglie
Questo per dire che qualche piccola esperienza con l'ADE (Agenzia Delle Entrate) ed Equitalia, l'ho avuta.
Per quanto riguarda RYANAIR, ribadisco il concetto espresso da molti: la posizione della societa' e dei suoi dipendenti DIRETTI (con contratto di lavoro dipendente con la compagnia) e' perfettamente regolare e corretta(per i contractor la faccenda e' un po' piu' complessa).Questo alla luce degli accordi di doppia imposizione che prevedo di pagare le tasse per i marittimi ed i naviganti aerei nello stato dove insiste la sede legale dell'impresa. Indipendemente dalla base e dalla residenza dei suoi dipendenti. Questo accordo e' identico (ad escusione di quello FRANCIA/LUX e FRANCIA/GB) per tutti gli stati europei nei confronti di tutti gli stati europei. Questo significa che, se lavoro per alitalia, vivo in irlanda e sono li residente, le tasse del reddito da lavoro dipendente con az le pago in italia. Anche se az avesse una base a shannon (stabile organizzazione).
Per quanto riguarda i contributi sociali, le cose si sono evolute solo recentissimamente(una manciata di mesi). In italia e' uscito un decreto legge che sotanzialmente impone al lavoratore ed alla societa' di navigazione aerea, che abbiano una base in italia ove il lavoratore inizia e finisce la sua attivita' lavorativa, di pagare i contributi sociali all'inps (non le imposte sul REDDITO). Questo orientamento politico/legislativo si sta' pian piano diffondendo anche in Europa. La svizzera e la Francia hanno una legislazione analoga.
Per quanto riguarda le cartelle esattoriali e le ispezioni della guardia di finanza e del DPL, sulla questione delle imposte sui redditi da lavoro dipendente sono solamente atti intimidatori.
Non c'e' modo di avere soddisfazione da chichessia con queste contestazioni. Certo e' che, uno stato dove esiste l'inversione dell'onere della prova e se si vuole ricorrere ad una cartella esattoriale bisogna cmq pagare il 30% di quanto contestato:questopuo' essere un tentativo dello stato di raccimolare piu' soldi possibile e a fare un po' di terrorismo psicologico.
L'unica cosa che forse. ci si potrebbe veder contestato nella situazione dei dipendenti RYAN con base in Italia e' l'omissione di dichiarazione dei redditi. Anche qui pero', si sta' facendo terrorismo. Se una persona non ha redditi tassabili in italia no ha obbligo alcuno di dichiarazione. Naturalmente, chiedendo a commercialisti, vi consiglieranno di presentarla cmq. Chiedendo all'ADE, ogni dipendente dara' una sua diversa lettura...
A voi la liberta' di farla o meno. Io fino quando ho potuto, nn l'ho fatta. Poi avendo comperato casa ed avendo quote di societa' in italia, non posso piu' fare a meno. I redditi esteri nn li dichiaro. Pero' dichiaro i conti correnti.
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Ciò che invece molti hanno sempre fatto finta di ignorare è il concetto di sede principale dei propri affari ed interessi. De gustibus.
Diverso è il discorso dell'omessa dichiarazione. Può succedere per esempio che un reddito estero non direttamente tassabile vada comunque cumulato con eventuali redditi italiani per la determinazione delle aliquote, che quindi saranno più alte per via della natura progressiva delle imposte sul reddito. Se tu ometti la dichiarazione per pagare invece le aliquote minime, o addirittura non pagare nulla se il reddito italiano è così basso da rientrare nella no-tax area, e poi ti beccano allora sono cavoli amari. Come minimo ti appioppano le multe per omessa dichiarazione, come successo al sottoscritto quando ancora era giovane per un lavoro a "prestazione occasionale" dove addirittura avevo pagato più di ritenuta che non quello che avrei dovuto pagare effettivamente. Dichiarando sarei andato a credito ma ho evitato per la cifra risibile e per lo sbattimento, quando mi hanno beccato se ne sono fregati di quanto avevo pagato e la multa (per omessa dichiarazione) me l'hanno appioppata comunque. Se uno vuole può ovviamente fare ricorso ma è sempre meglio non mettersi nella situazione di doverlo fare.
Last edited by Dg800; 9th Jan 2013 at 09:24.
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Nei casi coperti effettivamente dagli accordi bilaterali questo è completamente irrilevante
Tutti avevano manager ed avvocati super. Ma tutti hanno dovuto transare. Per l'elementare motivazione del centro principale di interesse.
Last edited by Henry VIII; 9th Jan 2013 at 09:49. Reason: gram
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I soggetti sopra menzionati sono stati multati per altri motivi, e inoltre, non solo non erano dipendenti di compagnie aeree/navali, ma non erano dipendenti affatto.
Scusa H8, ma hai fatto un paragone un pò infelice
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Signori perdonatemi, lungi da me essere o credere di essere un fiscalista, ma quel che ricordo bene è che certi signori avevano regolarmente preso la residenza in un Paese che, grazie alle vigenti leggi ed agli accordi bilaterali, gli permetteva di risparmiare sulle tasse.
Fin qui sia loro che i loro mega consulenti fiscal-legislativi pensavano che fosse tutto assolutamente in regola.
Avendo i graduati delle fiamme gialle evidenziato che in realtà costoro mantenevano il loro centro principale di interessi in Italia (a Rossi ad esempio contestarono anche una semplice linea adsl a lui intestata a Tavullia ricevuta in regalo dal suo sponsor) li costrinsero a rendere conto.
Se la logica rimane la stessa, per proprietà transitiva il dipendente di qualsiasi azienda estera, di navigazione o meno, che vive regolarmente in Italia e che in Italia mantiene il proprio centro principale di interessi è soggetto allo stesso tipo di valutazione.
Poi ognuno è libero di considerare o meno questi fatti, e di rendersi disponibile ad una eventuale controversia con l'agenzia delle entrate.
Saluti
Fin qui sia loro che i loro mega consulenti fiscal-legislativi pensavano che fosse tutto assolutamente in regola.
Avendo i graduati delle fiamme gialle evidenziato che in realtà costoro mantenevano il loro centro principale di interessi in Italia (a Rossi ad esempio contestarono anche una semplice linea adsl a lui intestata a Tavullia ricevuta in regalo dal suo sponsor) li costrinsero a rendere conto.
Se la logica rimane la stessa, per proprietà transitiva il dipendente di qualsiasi azienda estera, di navigazione o meno, che vive regolarmente in Italia e che in Italia mantiene il proprio centro principale di interessi è soggetto allo stesso tipo di valutazione.
Poi ognuno è libero di considerare o meno questi fatti, e di rendersi disponibile ad una eventuale controversia con l'agenzia delle entrate.
Saluti
Last edited by Henry VIII; 9th Jan 2013 at 13:49. Reason: gram
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Henry se non é il tuo mestiere, lascia perdere !
non creare disinformazione ci sono accordi specifici in campo aeronautico!
è stato già ripetuto ad nauseam!
Quella dei personaggi che citavi é tutta un'altra storia!
non creare disinformazione ci sono accordi specifici in campo aeronautico!
è stato già ripetuto ad nauseam!
Quella dei personaggi che citavi é tutta un'altra storia!
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Se la logica rimane la stessa, per proprietà transitiva il dipendente di qualsiasi azienda estera, di navigazione o meno, che vive regolarmente in Italia e che in Italia mantiene il proprio centro principale di interessi è soggetto allo stesso tipo di valutazione.
Last edited by Dg800; 9th Jan 2013 at 14:06.
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Secondo le ultimissime indiscrezioni le autorità hanno stabilito che le varie basi costituiscono una stabile organizzazione a prescindere da dove sia ubicata la sede ufficiale ed in base a questo principio considerano gli equipaggi basati in Italia alla stessa stregua di un qualsiasi lavoratore di compagnie aeree italiane.
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Sono anni che le autorità spingono per il principio suesposto. L'azienda fa pressing dall'altro lato per dimostrare il contrario. Solo l'autorità giudiziaria può stabilire come vada qualificata tale organizzazione e quello che ne consegue. Un azione in tal senso da parte di una sezione provinciale di un ente pubblico non ha tale potere quindi un ulteriore conferma di quello che ho detto nel primo post. E comunque se così fosse ai lavoratori farebbero solo un gran favore. Mi viene da chiedere come mai le cartelle le hanno mandate solo ai dipendenti e non a Dublino, forse perchè questi burocrati da strapazzo sono solo forti con i deboli?
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