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Si può dire che "siamo arrivati.... all'amaro"?

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Si può dire che "siamo arrivati.... all'amaro"?

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Old 10th Sep 2012, 22:02
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Si può dire che "siamo arrivati.... all'amaro"?

Due articoli dei giornali di oggi.........come spunti di riflessione......:

In arrivo manager esterni per il rilancio dell'azienda

Sarà un manager proveniente da una società di largo consumo a pilotare il rilancio di Alitalia. Stretta dalla concorrenza delle compagnie low cost sui voli a medio raggio e dei treni ad alta velocità sulla redditiva tratta Roma-Milano, i conti della ex compagnia di bandiera non sono mai stati brillanti.Per questo l'ad Andrea Ragnetti dopo aver semplificato, e non poco, il numero di tariffe dei voli Roma-Milano passate da 44 a 5, punta su Gianni Pieraccioni, nuovo chief commercial officer per rinnovare le strategie commerciali. Pieraccioni un passato in giganti della grande distribuzione come Procter e Gamble, prima dell'approdo in Alitalia era alla guida operativa del gruppo Averna produttrice del noto Amaro. Nuova nomina anche per Marco Sansavini già in Alitalia e prima in Klm-Air France che è diventato chief strategy officier. Mentre Alessandro Picardi, un passato in Sky e Wind, sarà il nuovo responsabile corporate affairs, nell'ambito della direzione corporate communication.

Home *-* Economia *-* Malpensa - Linate: Passera parla da politico e non da tecnico
Malpensa - Linate: Passera parla da politico e non da tecnico

Il ministro si smarca da Alitalia e propone di spostare per decreto voli verso lo scalo varesino. Un'idea che però non tiene conto della liberalizzazione delle rotte e delle scelte delle compagnie, come spiega Andrea Boitani, esperto di trasporti dell'Università Cattolica di Milano



“L’idea di ridimensionare l’aeroporto di Linate a favore di Malpensa è di carattere strettamente politico e non è legata ad esigenze vere del mondo del trasporto aereo. L’esternazione del ministro Corrado Passera è dunque più da politico che non da tecnico, e questo perché non è un ministro che per decreto decide quali siano gli aeroporti che debbano avere successo, bensì la loro capacità di attrarre le compagnie”. È con queste parole, che suonano come una sonora bocciatura, che Andrea Boitani, esperto di trasporti dell’Università Cattolica di Milano, liquida il progetto del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, di rilanciare il ruolo strategico di hub dello scalo di Malpensa.
“Tra l’altro – aggiunge Boitani – tentativi analoghi sono stati già messi in campo in passato da altri ministri dei trasporti, come Burlando o Bersani, ma sempre senza successo. A testimonianza del fatto che un aeroporto diventa un hub di riferimento se sono le compagnie aeree a deciderlo, e non certo il contrario”. Una logica che si impone anche di fronte a scelte di politica nazionale che vorrebbero provare a recuperare il ruolo di un aeroporto come quello di Malpensa costato circa 500 milioni di euro e sfruttato a stento per la metà delle proprie potenzialità.
E le ragioni di questa sconfitta annunciata sono presto dette: innanzitutto in Europa e poi a cascata verso le destinazioni americane, c’è stata la liberalizzazione completa delle rotte, e quindi i vari operatori decidono di volare verso le destinazioni che più preferiscono. “Inoltre – prosegue Boitani – è fuori discussione che nel Vecchio Continente ormai ci sia un eccesso di capacità di trasporto. In pratica, detto in altre parole, ci sono più compagnie di quanto il mercato possa sopportare”. Un’inflazione di vettori che ha fatto nascere la falsa illusione che più aeroporti potessero ambire al ruolo strategico di hub.
“Ma se si guarda agli Stati Uniti – fa notare Boitani – si scopre che in un Paese grande quanto tutta l’Europa e con una quantità di voli estremamente superiore esiste un numero ristretto di hub. Si capisce dunque che da noi questa investitura possono ambirla giusto gli aeroporti di Parigi, quelli di Francoforte e Monaco e ovviamente Londra. Tutto il resto diventa un di più”. In questo scenario si inserì però tempo fa l’Alitalia che perorò la causa di un hub da localizzare nel sud del Vecchio Continente e per il quale si scelse Roma Fiumicino. “Quando si cercò poi di costringere l’Alitalia a operare su un secondo hub, quello di Malpensa, fu l’inizio del disastro economico della nostra ex compagnia di bandiera” sentenzia Boitani.
E proprio l’Alitalia tra l’altro potrebbe risentire in maniera grave di un eventuale sbilanciamento dei voli da Linate a Malpensa. L’ex compagnia di bandiera, i cui conti continuano ad essere in rosso e il cui risanamento è costato più di 3 miliardi di euro alle casse dello Stato, si vedrebbe infatti catapultata in un contesto come quello dello scalo di Malpensa dove la concorrenza su tutta una serie di rotte sarebbe durissima. Una circostanza che diventa però in tutta questa vicenda l’unico punto a favore di Passera, in passato accusato più volte di aver avuto un occhio di riguardo proprio per Alitalia, nelle cui rinascita, Intesa SanPaolo, l’istituto guidato a suo tempo proprio dall’attuale ministro dello Sviluppo, ha giocato un ruolo fondamentale.
“Oggi il ministro – sottolinea Boitani – dimostra la sua completa indipendenza rispetto al passato. Nel lanciare questa proposta, che pure io contesto da un punto di vista operativo, sgombra però il campo da qualsiasi sospetto di conflitto di interesse”. Resta da stabilire allora, messa da parte Alitalia, a chi possa convenire un’eventuale trasferimento di voli da Linate su Malpensa. “Di certo – dice Boitani – ne gioverebbe la Sea, la società che gestisce i due scali milanesi e che da Malpensa ancora non riesce a trarre i ricavi sperati. Ci sono poi equilibri politici che investono un’area come quella della Lombardia occidentale dove ancora forte è la Lega, il cui elettorato è però in piena ebollizione”.
Al netto comunque di scelte che, come detto, appaiono agli occhi degli esperti di settore più di natura politica che tecnica, la sensazione è che anche questa volta le intenzioni del ministro Passera resteranno dei puri proclami. “È ora di capire che è un’idea del passato pensare che nel contesto di mercati liberalizzati, come quello aereo ad esempio, la politica possa decidere come e dove si alloca il traffico – fa notare ancora Boitani –, senza contare che si fa la figura dei provinciali se non si tiene conto, come già detto, che queste scelte non devono più avere come limite il confine nazionale, ma quello ben più ampio dell’Europa”.
'ngulo_frà is offline  
Old 11th Sep 2012, 06:42
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Malpensa 2 "la vendetta"...

Dopo il tira e molla per 20 anni si sono decisi, il ritorno di Malpensa!

Sono sempre più sorpreso dei corsi e ricorsi della storia, intanto mi gusto il non passare 1/12 della mia giornata in tangenziale ovest e la Milano Laghi...

Sono sicuro che troverò un giorno un nuovo stato d'essere e dell'animo in quel luogo di transito giornaliero, un po' come il cappellano di Linate (ex-poliziotto antidroga) che ha trovato la fede in piazzale Loreto...
45ACP is offline  
Old 11th Sep 2012, 08:34
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Incredibile. Siamo qui a discutere di massimi sistemi, e neanche uno di questi geni della politica e della finanza che capisca che per far funzionare un aeroporto bisognerebbe cominciare dai collegamenti. Ora come ora arrivare a Malpensa è già un viaggio, e con i bagagli è un viaggio da terzo mondo, a meno di pagare un prezzo da taglieggio alla casta intoccabile dei tassinari.
techlog is offline  
Old 12th Sep 2012, 09:53
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Il comparto dell'aviazione civile italiana e' ad un passo dal collasso e questi sono ancora a perdere tempo con boiate come LIN vs MXP..
...auguri...
Magic 443 is offline  
Old 12th Sep 2012, 10:01
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E poi ridiamo di Dubai, Abu dhabi..eccc..i quali hanno bisogno di manager stranieri....
a me sembra che anche qui se non viene qualche d'uno da fuori che abbia un cervello a salvare l'irreparabile...non ci sarà nessuna compagnia degna di chiamarsi "AEREA" in Italia da qui a 7 anni. Cosi almeno non dovranno piu dibattersi e dimenarsi tra chi è meglio dell'altro MXP,LIn,FCO....
le cose andavano molto meglio quando LIN era ai tempi d'oro...poi qualche cervellone ha voluto fare stile Dubai, HG...ma qui siamo in Italia...
JQKA is offline  

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