Italiani: popolo di poeti, santi e C@G#I@NI
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I-FORD, io ho fatto la strada alternativa, cioè via AM, ma le tue considerazioni mi trovano assolutamente concorde. Ti posso assicurare che anche in AM in passato (recente, non quello remoto degli anni 60-70..) la situazione era simile a quella descritta per AZ: una parte operativa che (a parte i mezzi, non tutti all'altezza) non aveva nulla da invidiare ai colleghi stranieri, con i quali si operava spessissimo congiuntamente ed una parte "strutturale" e di direzione afflitta dai mali che citiamo sempre parlando dell' italian way of life .
Questa situazione l'ho poi trovata (con le dovute differenze specifiche) nelle compagnie aeree per le quali ho avuto il piacere di volare. Rimedi? Soluzioni? Se ne parla sempre, molto anche in questi threads, ma aria di vero cambiamento molto poca direi
Forse ha proprio ragione Iceman51: speriamo nell'Europa ed in un mercato veramente libero ed aperto. Che spazzi via non l'Italia, ma l'italietta......
Questa situazione l'ho poi trovata (con le dovute differenze specifiche) nelle compagnie aeree per le quali ho avuto il piacere di volare. Rimedi? Soluzioni? Se ne parla sempre, molto anche in questi threads, ma aria di vero cambiamento molto poca direi
Forse ha proprio ragione Iceman51: speriamo nell'Europa ed in un mercato veramente libero ed aperto. Che spazzi via non l'Italia, ma l'italietta......
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la situazione era simile a quella descritta per AZ: una parte operativa che (a parte i mezzi, non tutti all'altezza) non aveva nulla da invidiare ai colleghi stranieri, con i quali si operava spessissimo congiuntamente ed una parte "strutturale" e di direzione afflitta dai mali che citiamo sempre parlando dell' italian way of life
La situazione poi peggiora, come nel caso italico, dove la malattia ha profonde radici ed è interlacciata all'interno di ogni singolo sistema produttivo, organizzativo, ecc. Se osserviamo le aziende del Bel Paese, purtroppo, vediamo che quelle in questa situazione sono molto numerose e nei settori più disparati, purtroppo. Una vera e propria pandemia mi azzarderei ad affermare e chi ne fa le spese in ultima analisi è il sistema Paese, i consumatori, i lavoratori, ecc.
Speriamo che i mercati sempre più aperti siano una buona medicina
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In effetti, dopo il non felice esordio in pprune (ohibò, chi l’ avrebbe mai detto che il ricorso ad una iperbole - figura retorica poi non tanto rara – fosse preso tanto sul serio….), avevo pensato di piantarla, ma la discussione sta diventando interessante, o quanto meno va nella direzione che mi immaginavo al momento del primo post, e allora Ludwig vi affliggerà ancora un po’.
Dal post di Iceman mi pare (posso anche sbagliarmi) che traspaia una certa dicotomia tra le aziende/l’infrastruttura e il ”sistema Paese” (cittadini/lavoratori). A me sembra che non si tratti di due realtà “contrapposte” o quanto meno “diverse”. In altre parole: le aziende sono condotte da cittadini italiani, la politica è fatta da italiani, i lavoratori sono italiani.
Nei Paesi a nord delle Alpi c’è una diversa concezione di approccio e risoluzione dei problemi. E’ una questione di mentalità.
Non si tratta di chi è migliore o di chi è peggiore, si tratta di differenze. Tanto per fare un esempio (il primo che mi viene in mente): così come la moda italiana ha dato un notevole contributo all’ estetica dell’ abbigliamento in Germania (in particolare delle signore), mi sembra condivisibile il fatto che a in altri campi gli italiani possano imparare. Non ci vedo nulla di male.
Che poi in altre parti del mondo, in altre realtà alcune “cose” siano ancora peggio (mi riferisco per esempio ai paragoni citati da I Ford) è altrettanto indiscutibile.
Ma proprio in un’ ottica di desiderio di miglioramento, ecco che la presenza di professionisti stranieri in un campo (l’ aviazione) dove l’ Italia (parlo in generale, non è questione di chi sia il migliore pilota, se l’ italiano, il tedesco, il norvegese o il tibetano) ha da imparare, può (e scrivo “può”) essere un arricchimento.
Lo stesso vale naturalmente in senso inverso, in altri campi o magari anche nello stesso.
Non è questione di esterofilia o di denigrare il proprio Paese. Si tratta solo del fatto che in alcuni campi si può essere maestri e in altri allievi. L’ accettazione di questo principio non mi pare sminuente per nessuno: è semplicemente un atteggiamento pragmatico di fronte alla realtà, insomma una questione (e mi si perdoni il termine tedesco, ma non me ne viene in mente un altro al momento) di “Weltanschauung”.
Saluti!
LvD
Dal post di Iceman mi pare (posso anche sbagliarmi) che traspaia una certa dicotomia tra le aziende/l’infrastruttura e il ”sistema Paese” (cittadini/lavoratori). A me sembra che non si tratti di due realtà “contrapposte” o quanto meno “diverse”. In altre parole: le aziende sono condotte da cittadini italiani, la politica è fatta da italiani, i lavoratori sono italiani.
Nei Paesi a nord delle Alpi c’è una diversa concezione di approccio e risoluzione dei problemi. E’ una questione di mentalità.
Non si tratta di chi è migliore o di chi è peggiore, si tratta di differenze. Tanto per fare un esempio (il primo che mi viene in mente): così come la moda italiana ha dato un notevole contributo all’ estetica dell’ abbigliamento in Germania (in particolare delle signore), mi sembra condivisibile il fatto che a in altri campi gli italiani possano imparare. Non ci vedo nulla di male.
Che poi in altre parti del mondo, in altre realtà alcune “cose” siano ancora peggio (mi riferisco per esempio ai paragoni citati da I Ford) è altrettanto indiscutibile.
Ma proprio in un’ ottica di desiderio di miglioramento, ecco che la presenza di professionisti stranieri in un campo (l’ aviazione) dove l’ Italia (parlo in generale, non è questione di chi sia il migliore pilota, se l’ italiano, il tedesco, il norvegese o il tibetano) ha da imparare, può (e scrivo “può”) essere un arricchimento.
Lo stesso vale naturalmente in senso inverso, in altri campi o magari anche nello stesso.
Non è questione di esterofilia o di denigrare il proprio Paese. Si tratta solo del fatto che in alcuni campi si può essere maestri e in altri allievi. L’ accettazione di questo principio non mi pare sminuente per nessuno: è semplicemente un atteggiamento pragmatico di fronte alla realtà, insomma una questione (e mi si perdoni il termine tedesco, ma non me ne viene in mente un altro al momento) di “Weltanschauung”.
Saluti!
LvD
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L'analisi di LudwigVonDrake (continua a scrivere, l'iperbole da te usata nel primo post era chiara per chi la voleva/poteva capire) mi pare esatta e ciò che dice Iceman, come sempre chiaro, preciso e profondo, è una fotografia impietosa della situazione.
Io aggiungo che purtroppo (e spero di non andare fuori topic!! )
la distonia tra la "gente" e chi "dirige", in ogni campo rende molto difficile ciò che i nostri concittadini europei (in genere, ma magari non sempre) possono fare: cioè condizionare in maniera virtuosa dal basso il modo di agire di chi si pone in una posizione di indirizzo (politici, imprenditori, giornalisti, ecc.). Esempi ne possiamo fare a bizzeffe: politici bocciati innumerevoli volte alle elezioni o che hanno dato prova di incapacità amministrativa che sono sempre in sella (nelle altre nazioni di solito i trombati si ritirano a vita privata... ); imprenditori falliti e rifalliti che ottengono sempre credito dalle banche e dal sistema politico per avviare nuove avventure (loro cadono sempre in piedi, i dipendenti sempre a spasso.... ); giornali che sono solo veline e portavoce dei vari potentati (ormai è rimasta solo Striscia la notizia che fa vero giornalismo d'inchiesta ). Insomma, non è che mi pianga addosso come qualcuno dice noi italiami siamo adusi, ma è che anche se ci metto del mio non vedo alcuna leva realmente utile da spingere per cambiare qualcosa dall'interno. Allora: viva l'Europa !!
Io aggiungo che purtroppo (e spero di non andare fuori topic!! )
la distonia tra la "gente" e chi "dirige", in ogni campo rende molto difficile ciò che i nostri concittadini europei (in genere, ma magari non sempre) possono fare: cioè condizionare in maniera virtuosa dal basso il modo di agire di chi si pone in una posizione di indirizzo (politici, imprenditori, giornalisti, ecc.). Esempi ne possiamo fare a bizzeffe: politici bocciati innumerevoli volte alle elezioni o che hanno dato prova di incapacità amministrativa che sono sempre in sella (nelle altre nazioni di solito i trombati si ritirano a vita privata... ); imprenditori falliti e rifalliti che ottengono sempre credito dalle banche e dal sistema politico per avviare nuove avventure (loro cadono sempre in piedi, i dipendenti sempre a spasso.... ); giornali che sono solo veline e portavoce dei vari potentati (ormai è rimasta solo Striscia la notizia che fa vero giornalismo d'inchiesta ). Insomma, non è che mi pianga addosso come qualcuno dice noi italiami siamo adusi, ma è che anche se ci metto del mio non vedo alcuna leva realmente utile da spingere per cambiare qualcosa dall'interno. Allora: viva l'Europa !!
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Due compagnie fallite alle spalle ,corsi " truffa" Atpl che poi Jar non erano ed altri corsi per sanare la truffa , a pagamento naturalmente, e molto altro. Questa è la mia esperienza . Cosa dire .... ha ragione chi sostiene che le poche compagnie aeree che nascono in Italia spesso servano solo a riciclare o spostare denaro all'estero, l'Enac assume spesso un comportamento a dir poco mafioso e non tutela i piloti anzi spesso è dalla parte di chi li sfrutta. E io dovrei preoccuparmi di RyanAir o EasyJet che mettono radici in Italia?
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cari colleghi...
io non so in passato ma oggi la situazione è molto grigia... e non parlo solo di alitalia.... qui in italia ciò che funziona veramente male è l'enac... l'enac dovrebbe essere un riferimento di base per tutto il comparto.... e invece è tutto un casino... manco l'enac in certi casi sa che fare (pensate soltanto al famoso e triste discorso dei certificati medici).
per quanto riguarda easyjet e ryanair... beh, che dire... benvengano.... se non altro vanno meglio di tante realtà italiane che invece di volare stanno ad affondare... giù... sempre più giù...
aswind
io non so in passato ma oggi la situazione è molto grigia... e non parlo solo di alitalia.... qui in italia ciò che funziona veramente male è l'enac... l'enac dovrebbe essere un riferimento di base per tutto il comparto.... e invece è tutto un casino... manco l'enac in certi casi sa che fare (pensate soltanto al famoso e triste discorso dei certificati medici).
per quanto riguarda easyjet e ryanair... beh, che dire... benvengano.... se non altro vanno meglio di tante realtà italiane che invece di volare stanno ad affondare... giù... sempre più giù...
aswind
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Le compagnie straniere che operano ed opereranno in Italia, avendo ancora meno vincoli, cercheranno di non avere neanche un italiano (almeno nel senso della cittadinanza-residenza fiscale), gli escamotages non mancano, vedasi Air Alps e l'esame di tedesco.
A questo proposito se qualche connazionale si riconosce in questo esempio, potrà darci qualche ragguaglio in più. Io sono un po' scarso per le questioni amministrative (ma l'esempio non me lo sono sognato..... )
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No, guarda I-FORD che è tutto perfettamente legale. Puoi consultare il sito dell'INPS. Tu lavori nell'EU, paghi i contributi nel paese dove lavori e quando torni in Italia ritrasferisci tutta la tua posizione contributiva/pensionistica nel Bel Paese. Questo è valido per tutti i cittadini EU. Addirittura è possibile fare la stessa operazione per altri paesi con i quali vigono accordi bilaterali o con paesi dove non vi sono accordi (in quest'ultimo caso è un po' più complesso, ma fattibile).
Tu invece ti riferisci ai furbetti, che magari baby-pensionati dalle nostre gloriose compagnie aeree (di bandiera e non) percepiscono il loro bell'assegno dal fondo volo e poi di nascosto volano in giro per il mondo incassando un'altra fetta di torta. Per questi ultimi il tuo discorso è corretto e di sicuro non li trovi in casa di ROL (che sarà uno squalone ma è ben accorto a stare nei binari della legalità ).
Per gli italiani in regola invece non mi risulta vi sia nessun impedimento o pregiudizio, infatti proprio da ROL, easy, ecc. trovi un ambiente veramente multinazionale, dove mi risulta vi sia una giusta dose di italiani .
Tu invece ti riferisci ai furbetti, che magari baby-pensionati dalle nostre gloriose compagnie aeree (di bandiera e non) percepiscono il loro bell'assegno dal fondo volo e poi di nascosto volano in giro per il mondo incassando un'altra fetta di torta. Per questi ultimi il tuo discorso è corretto e di sicuro non li trovi in casa di ROL (che sarà uno squalone ma è ben accorto a stare nei binari della legalità ).
Per gli italiani in regola invece non mi risulta vi sia nessun impedimento o pregiudizio, infatti proprio da ROL, easy, ecc. trovi un ambiente veramente multinazionale, dove mi risulta vi sia una giusta dose di italiani .
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... "gli stipendi pagati on time" - anche nelle compagnie aeree in UK - non avvengono così puntualmente come si potrebbe pensare ...
Sull'esodo dei piloti da FR direi - per quanto a me noto - che può essere ritenuto fisiologico per una società di quelle dimensioni ed un mercato non ingessato come quello UK.
Con riferimento ai rosters, come correttamente dici tu, tutto il mondo è paese. Anche in qs caso però sono i livelli percentuali che fanno la differenza.
L'oro, quello vero non c'è da nessuna parte! Watch always out