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View Full Version : Tasse


75W
18th Feb 2015, 14:58
Ciao a tutti,
Sono basato in Francia per una Compagnia francese e sono residente in Italia.
Sono dipendente con contratto collettivo nazionale, ricevo busta paga dove mi vengono trattenute tasse e contributi pensione.

La convenzione Italia-Francia per evitare le doppie imposizioni dice: “le remunerazioni percepite in corrispettivo di un lavoro subordinato svolto a bordo di navi o di aeromobili utilizzati in traffico internazionale sono imponibili nello Stato nel quale è situata la sede della direzione effettiva dell’impresa”.

Nonostante ciò l’Agenzia delle Entrate afferma che devo pagare la differenza tra le tasse che pago in Francia e le tasse che avrei dovuto pagare in Italia sullo stesso lordo.

Ovviamente in Francia, come in Italia, ci sono delle agevolazioni fiscali per i naviganti ma vengono calcolate diversamente.
Ora sto cercando di calcolare quale sarebbe stata la tassazione italiana applicata ai valori della busta francese.

Confermate che la base è imponibile al 100%, l’indennitá di volo al 50% e le diarie non son tassate?

Sono ben graditi qualsiasi consiglio o esperienze in merito. Anche in PM.

Grazie

75W

dirk85
18th Feb 2015, 15:38
Esatto, retribuzione base imponibile al 100%, indennità volo al 50% e diarie esentasse.

Devi fare dichiarazione dei redditi (fatti aiutare da un commercialista se non sei pratico) e difficilmente dovrai pagare qualcosa al fisco italiano, in quanto porterai in detrazione le tasse pagate in Francia, e in deduzione i contributi pensionistici pagati.

Purtroppo l'agenzia delle entrate interpreta spesso in questo modo il paragrafo sui naviganti, ed è a mio avviso ingiusto, e contrario allo spirito del trattato.

Per fortuna che nonostante quello che si dica in giro, l'Italia è una specie di paradiso fiscale per i piloti dipendenti, con tassazione di gran lunga tra le più basse dei paesi occidentali, soprattutto se, come fanno tutte le compagnie, gran parte della busta paga viene data sotto forma di indennità volo, con un corposo volato minimo garantito.

75W
18th Feb 2015, 15:57
Grazie Dirk,
ho parlato con 4 commercialisti e non mi hanno dato risposte concrete.
Le darò io a loro...


Per la cronaca, parlare con un commercialista di quelli "esperti" in questo settore bisogna avere una referenza se no manco ti cagano.
Questo la dice lunga...


Quindi mi arrangio e userò il commercialista solo per compilarmi Unico.
Questa sembra l'unica soluzione per dormire tranquilli.

dirk85
18th Feb 2015, 16:13
Puoi fare il 730 anche se non hai sostituto d'imposta, novità dell'anno scorso, non c'è bisogno dell'Unico.

Per l'indennità volo, e tutelarsi in caso di contestazioni, scarica e stampa la normativa nazionale che disciplina la materia.

Henry VIII
18th Feb 2015, 22:26
indennità volo al 50%art. 51 comma 6 del D.P.R. n. 917/1986 (TUIR)
diarie esentasseart. 51 comma 5 del D.P.R. n. 917/1986 (TUIR)

75W
18th Feb 2015, 22:59
Grazie Dirk & Henry,

mi piace pensare che un giorno ci sarà un'associazione, organizzazione o un semplice gruppo di piloti italiani lavoratori all'estero uniti dal comune desiderio di vedere garantiti i propri diritti.
Magari con delle figure in comune, dei professionisti che seguano la parte fiscale o giuridica e che portino avanti dei progetti per fare chiarezza su molti aspetti che ci troviamo ad affrontare.

Fullblast
18th Feb 2015, 23:32
All' Agenzia delle Entrate purtroppo non sanno leggere le norme, e non parlo di interpretazione, ma proprio di lettura della lingua italiana. Il caso della differenza di tasse da pagare eventualmente nel paese di residenza è un principio generale che però NON si applica ai naviganti per via di una legge speciale che regola la faccenda. E' espressamente previsto dalla nostra legislazione che una legge "speciale" è di ordine superiore ad una generale.

300Hp
19th Feb 2015, 06:06
ti andrebbe di mettere il riferimento alla legge speciale.

siamo davvero in tanti all'estero e trovare una strada unica e corretta sarebbe ottimo!

Tekor Bali
19th Feb 2015, 11:25
Esatto, retribuzione base imponibile al 100%, indennità volo al 50% e diarie esentasse.

Devi fare dichiarazione dei redditi (fatti aiutare da un commercialista se non sei pratico) e difficilmente dovrai pagare qualcosa al fisco italiano, in quanto porterai in detrazione le tasse pagate in Francia, e in deduzione i contributi pensionistici pagati.
.

Dirk potresti spiegarmi meglio? E' un ambito intrigato..
Se la compagnia ti paga una cifra e paga le sue tasse nel paese dove è registrata, un pilota impiegato che è residente in Italia riceve un netto, con una ripartizione tipo 40% base fissa e 60% diaria (nessuna indennità di volo), allora tale pilota puó pagare le tasse in Italia riportando la quota intera della base e basta? (accordi UE e nessuna doppia imposizione)
Non credo sia necessario pagare anche i contributi pensionistici, o sbaglio? Si possono fare forme integrative private.

Fullblast
19th Feb 2015, 22:49
E' scritto negli accordi bilaterali, per la maggior parte degli stati sono praticamente tutti uguali, dei copia-incolla; in quegli accordi è specificato chiaramente che la normativa che si applica ai naviganti (sia di mare che di aria) è diversa dagli altri tipi di lavoratori.

FB

Captain_Hook
21st Feb 2015, 16:02
Ragazzi, questa cosa è stata discussa alla nausea, se fate ricerche negli archivi è tutto chiaro.

Fullblast ha la risposta corretta. Quello dei naviganti di aria e mare è un regime particolare. Il fatto che nella normativa manchi la parolina "soltanto" non ha alcuna influenza con il significato GLOBALE della normativa. Altrimenti non ci sarebbe una legge specifica che riguarda il personale navigante.

Il fatto che l'Agenzia delle Entrate ci provi, è un altro discorso.

Era stato riportato negli archivi che un pilota nella nostra situazione era stato contattato dall'Agenzia. Tale pilota aveva successivamente assunto un avvocato per la modica cifra di 2000€... E come per magia erano poi arrivate le scuse dell'Agenzia, dicendo che nulla era dovuto.

E' chiaro che in mancanza della parolina magica "soltanto" loro ci provino... (come si evince dal caso della risposta ricevuta da 75W dall'Agenzia....) ma il senso della normativa è CHIARISSIMO!!! peccato che facciano buttare via alla gente soldi di commercialista, avvocato... etc etc...

adiru72
21st Feb 2015, 23:06
Pur essendo d'accordo al 100% con dirk85 sul fatto che sia ingiusto e contrario allo spirito del trattato, non credo proprio che sia tutto chiaro.
2.000€ è solo l'anticipo di quello che io ed altri colleghi abbiamo pagato ad uno dei più grandi studi legali del mondo (Hogan & Hartson), per avere la conferma che invece, secondo la legislazione attuale, siamo soggetti a tassazione anche in Italia, seppur godendo del "foreign tax credit system", ovvero la doppia imposizione viene eliminata mediante il credito d'imposta per le imposte pagate all'estero.
L' Articolo 8, spesso citato in quanto limita, nelle Convenzioni Internazionali, gli "utili derivanti dall'esercizio, in traffico internazionale, di navi o di aeromobili" al pagamento delle imposte "soltanto" nel Paese in cui ha sede la direzione effettiva dell'impresa, non ci riguarda, in quanto noi non siamo (purtroppo) proprietari della compagnia, ma lavoratori dipendenti. Come correttamente scritto da 75W, i redditi da lavoro SUBORDINATO sono invece descritti all'articolo 15 (" Nonostante le precedenti disposizioni del presente articolo le remunerazioni ricevute in corrispettivo di un'attività' dipendente svolta a bordo di navi o di aeromobili utilizzati in traffico internazionale sono imponibili nello Stato contraente in cui e' situata la sede della direzione effettiva dell'impresa." ).
Anche uno dei maggiori studi tributari della capitale, ci ha confermato che la mancanza della parolina "soltanto", ha portato già centinaia di casi a perdere in commissione tributaria, in quanto l'Agenzia delle Entrate, in mancanza di questa limitazione, ci ritiene soggetti a tassazione ai sensi dell'Art. 2 del TUIR ed alla definizione di "soggetto residente" esposta nell' art.2 comma 2, del D.P.R. 22 Dic. 1986, n.917. Per dovere di cronaca, questo è quanto succede anche ai colleghi tedeschi, che hanno una legislazione simile.
Un saluto. A.

Breakthesilence
22nd Feb 2015, 13:42
Riassumendo, visto che la mia situazione è simile tranne la base:

- Dipendente di Società estera (EU) (No contractor)
- Base in Italia

Come per il collega sopra, l'accordo bilaterale impedisce la doppia imposizione. La compagnia si occupa sia della tassazione nel loro paese che in Italia (ma solo per la parte di volato effettuato in Italia) e si occupa anche dei contributi sociali (obbligatoriamente da versare nel Paese della base assegnata, Italia in questo caso).

Devo fare il 730 o il modello Unico?

Posso comunque portare in detrazione o deduzione, per la parte Italiane delle tasse, le spese previste come facevo quando ero dipendente di una compagnia italiana? (es. medicinali, assicurazione auto, fondi pensione complementari ecc.)

dirk85
22nd Feb 2015, 15:49
Puoi fare il 730, e puoi portare in detrazione e in deduzione quello che faresti normalmente se fossi impiegato da una società italiana.

Se come penso la compagnia è Ryanair tieni presente che pare che all'INPS non abbiano visto nemmeno una lira, vatti a informare al più vicino ufficio.
Trattengono i soldi ma non si capisce se e a chi li versino.

adiru72
22nd Feb 2015, 15:50
Breakthesilence la tua situazione è differente dalla mia in quanto sei basato in Italia...onestamente non saprei.
Per quanto mi riguarda (dipendente compagnia EU, base EU ma residente in Italia) ti posso dire che, come la maggior parte dei miei colleghi, pago le tasse nel Paese dove ha la base la compagnia e poi in Italia porto come credito d'imposta le tasse pagate all'estero con il modello Unico (dove però dichiariamo il reddito convenzionale secondo la Circolare INPS) in pratica pagando la differenza, e continuando a portare in detrazione le spese (medicinali, fondi pensione etc..).

Il tutto è comunque fatto da un commercialista esperto...io non saprei da dove cominciare! :ugh:

Un saluto

Captain_Hook
23rd Feb 2015, 09:19
Adiru,

ti ringrazio per le tue precisazioni. Rimango comunque convinto che sia un tentativo ILLEGALE della ADE di estorcere denaro non dovuto in un momento di bisogno. Come diceva giustamente un collega, la nostra legge è basata sul diritto romano e le norme vanno interpretate a mezzo di altre norme. Per quello che è la mia umile opinione l'articolo 15 (quello che ci riguarda) va interpretato a mezzo dell'articolo 8 (quello che riguarda la compagnia stessa), pena lo stravolgimento della normativa stessa. Ti rimando ad una lunga discussione di due anni fa postata su questo forum, concernente i piloti Ryanair nella nostra situazione.

L'agenzia delle entrate manda cartelle esattoriali ad equipaggi Ryanair [Archive] - PPRuNe Forums (http://www.pprune.org/archive/index.php/t-504699.html)

E' chiaro che è anche una questione di coscienza. Vista l'esistenza di questa legge, non mi sento in torto nel cercare di fare chiarezza. E non sono convinto che in tribunale le ragioni della ADE reggerebbero. Poi le decisioni che si prendono preventivamente per evitare problemi di ogni sorta sono altra cosa. L'unica certezza che ho in questo momento è che i conti esteri vanno comunque dichiarati in ogni caso. Ti ringrazio comunque per tutte le informazioni utili che hai fornito.

adiru72
1st Mar 2015, 09:26
Caro Hook, anche io, come premesso nel mio primo post, la ritengo una forzatura dell'Agenzia delle Entrate, e penso sia anche contrario al principio del Trattato....ho voluto però precisare quale sia lo stato di fatto, da un punto di vista legale, e l'interpretazione dell'Agenzia delle Entrate, per evitare che qualche collega si ritrovi in situazioni antipatiche...poi, come giustamente dici, sta alla coscienza di ognuno decidere cosa fare... Un saluto!

Arewerunning
1st Mar 2015, 12:33
Io posso solo riportare la mia esperienza, però contraria:

Retribuito in italia(molto tempo fà) e residente in francia. Andai all'ufficio delle imposte francese e l'impiegata tornò dopo un minuto con fotocopia del trattato dicendomi che niente era dovuto allo stato francese.

Ringraziai e chiesi di mandarimi risposta scritta: non ho fatto a tempo a girarmi, aprire la porta dell'ufficio che...mi arriva sul telefonino email della suddetta con scritto a chiare lettere che....non gli dovevo nulla.

Poi, sempre in altra vita, situazione differente: residente in italia e retributo in altro stato senza specifica di esclusività nella clausola. Parlai con più impiegati di diverse sedi ade, diversi commercialisti e tributaristi. Risposte diversissime l'una dall'altra. Escamotage: dichiarazione con tassazione gonfiata e quindi totale esenzione in italia x credito imposta superiore a tassazione italiana...

Dove ti fregano è che, devi dichiarare i depositi esteri. Quindi dovendo fare dichiarazione x rw84 faccio, tanto che ci sono, dichiarazione del reddito estero.

Rgrds

kuitogu
5th Mar 2015, 21:01
Questo non e' un interpello ufficiale con valore legale, pero' e' una semplice domanda in forma scritta fatta all' agenzia delle entrate che sembra confermare che NON si deve dichiarare in italia..
Poi vai a capire..!
Richiesta in merito a modello UNICO:
Ho soltanto il reddito da lavoro certificato da modello P60 irlandese, dal quale si evidenziano le trattenute operate dallo Stato Irlandese.
Dal momento che: secondo la convenzione tra l'Italia e l'Irlanda dell'11 giugno 1971 per evitare le doppie imposizioni (art.14 comma 3, ...le remunerazioni relative a lavoro subordinato svolto a bordo di aeromobili sono tassabili nello Stato contraente in cui e` situata la sede della direzione effettiva dell'impresa) e la sede effettiva e` a Dubino, ritengo che io non debba provvedere a denunciare il medesimo reddito anche in Italia con mod.UNICO.

Gentile Contribuente, i redditi percepiti da contribuenti residenti in Italia, ma prodotti all'estero, devono essere dichiarati se: non esiste convenzione contro le doppie imposizioni; esiste convenzione contro le doppie imposizioni in base alla quale tali redditi devono essere assoggettati a tassazione sia in Italia sia nello Stato estero; esiste convenzioni contro le doppie imposizioni in base alla quale tali redditi devono essere assoggettati a tassazione esclusivamente in Italia.

Nel caso da Lei prospettato, ai sensi del comma 3, art. 14 Convenzione n. 583 del 09/10/1974, pertanto, i redditi percepiti non devono essere dichiarati, poiché le remunerazioni relative a lavoro subordinato svolto a bordo di navi ed aeromobili in traffico internazionale sono tassati dallo Stato contraente in cui è situata la sede della direzione effettiva dell'impresa.
Cordiali saluti.

La presente risposta non è resa a titolo di interpello ordinario ai sensi dell'art.11 della legge n.212 del 2000, bensì a titolo di assistenza al contribuente ai sensi della Circolare Ministeriale n.99/E del 18/05/2000.

mosenga
13th Apr 2016, 16:32
Nel mio caso, dipendente di una compagnia extra eu e che vola i traffico internazionale e mai in eu mi sono visto richiedere tasse e sanzione per i redditi di cinque anni fa, bypassando la convenzione bilaterale contro le doppie imposizioni.

In particolare trattasi di legge speciale e anche nel commentario dell articolo 15 dove si spiega il significato dei vari punti e riportato chiaramente che il comma 3, ovvero quello riguardante i dipendenti di compagnie aeree in traffico internazionale, fa riferimento esplicito a quanto previsto dal art 8 per le compagnie aeree, ovvero tassazione dove ha sede la compagnia in questione.

Il TUIR e bypassato dalla superiorità di una legge speciale a quanto previsto dalla normativa nazionale in base alla Costituzione Italiana e pertanto la ADE non ha titolo di chiedere quelle somme.

Non bisogna arrendersi e si devono rispettare le Norme previste.

davidaz68
14th Apr 2016, 17:05
koitogu, Anchh io ho chiesto all agenzia e mi è stato risposto esattamente come te. Di contro colleghi che lavorano all estero in un paese con la solita convenzione senza esclusività hanno fatto 3 interpelli ufficiali all agenzia ricevendo 3 risposte diverse. In uno addirittura si diceva di pagare il 100% nel paese della compagnia e il 100% in italia... una follia dovuta all incompetenza e ignoranza dei nostri funzionari.
I marinai questi problemi li hanno avuti prima di noi e nel comma 8-bis dell' articolo 48 del testo unico delle imposte sui redditi si specifica che gli stipendi dei marittimi fiscalmente residenti in italia ma imbarcati per piu di 183 giorni in navi con bandiera estera (qualunque stato) non sono imponibili in italia. Questo però non deve far esistere agevolazioni per tasse scolastiche o ticket sanitari, in questo caso il dipendente deve comunicare la situazione reddituale reale (oggi si fa con l isee).
L esclusività è stata introdotta solo con gli ultimi accordi stipulati (UAE, QATAR, Sud Korea e Hong Kong) ironia è che Hong Kong risulta nella black list fiscale ma ha un accordo piu vantaggioso di quelli vecchi.
In sostanza la situazione attuale è che gli accordi contro le doppie imposizioni dicono che qualunque sia il tuo lavoro se sei fiscalmente residente in itala, paghi dove lavori, usi quanto paghi come credito d imposta e paghi in italia la differenza.
l articolo 15 diche che per i naviganti non è così. L agenzia invece afferma che è esattamente uguale ma nessuno ha mai spiegato quindi per quale motivo esiste quel benedetto articolo 15

Henry VIII
17th Apr 2016, 15:55
In particolare direi il comma 3 dell'articolo 15
Ci sono state anche risposte ad interpelli in cui AdE diceva che in effetti è corretto pagare nel paese sede dell'azienda

davidaz68
17th Apr 2016, 17:39
l hanno detto anche a me, Però ancora ne devo vedere uno....

Henry VIII
17th Apr 2016, 20:52
Però ancora ne devo vedere uno....Perdonami, ma mi sfugge il senso di questo

dirk85
17th Apr 2016, 21:01
Sono piu gli interpelli a dire il contrario, purtroppo.

Trimaranus
18th Apr 2016, 07:32
Perdonami, ma mi sfugge il senso di questo

Non era sarcastico, vorrei davvero avere la risposta all interpello (anche se una delle tante) in modo da avere qualcosa di ufficiale con cui controbattere

Trimaranus
18th Apr 2016, 07:34
ciao,

Qua stiamo parlando di colleghi con interessi in Italia (case, mutui, proprieta' ecc.) oppure di puri expats (182/183+ gg all'estero, cancellato dall'anagrafe italiana - AIRE - senza centro di interessi in Italia)?

Nel primo caso si devono pagare solo le tasse rilevanti in Italia, nel secondo caso "mi dispiace" ma nulla e' dovuto indipendentemente da quello che vi dicono gli sceriffi.

Scusate la estrema sintesi ma sono di corsa.

Se non hai interessi o famiglia in italia e sei iscritto all aire il problema non si pone

flydive1
18th Apr 2016, 07:47
ciao,

Qua stiamo parlando di colleghi con interessi in Italia (case, mutui, proprieta' ecc.) oppure di puri expats (182/183+ gg all'estero, cancellato dall'anagrafe italiana - AIRE - senza centro di interessi in Italia)?

Nel primo caso si devono pagare solo le tasse rilevanti in Italia, nel secondo caso "mi dispiace" ma nulla e' dovuto indipendentemente da quello che vi dicono gli sceriffi.

Scusate la estrema sintesi ma sono di corsa.

Attento che poi 1000 ti dice che sei un evasore;)

Henry VIII
18th Apr 2016, 12:12
La convenzione contro la doppia imposizione che mi riguarda all'art. 15 riporta :

Articolo 15
LAVORO SUBORDINATO
1. Salve le disposizioni degli articoli 16, 18 e l9, i salari,
gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe che un residente di
uno Stato contraente riceve in corrispettivo di un'attivita'
dipendente sono imponibili soltanto in detto Stato, a meno che tale
attivita' non venga svolta nell'altro Stato contraente. Se
l'attivita' e' quivi svolta, le remunerazioni percepite a tal titolo
sono imponibili in questo altro Stato.
2. Nonostante le disposizioni del paragrafo 1, le remunerazioni
che un residente di uno Stato contraente riceve in corrispettivo di
un'attivita' dipendente svolta nell'altro Stato contraente sono
imponibili soltanto nel primo Stato se:
a) il beneficiario soggiorna nell'altro Stato per un periodo o
periodi che non oltrepassano in totale 183 giorni in ogni periodo di
dodici mesi che inizi o termini nell'anno fiscale considerato, e
b) le remunerazioni sono pagate da o per conto di un datore di
lavoro che non e' residente dell'altro Stato, e
c) l'onere delle remunerazioni non e' sostenuto da una stabile
organizzazione o da una base fissa che il datore di lavoro ha
nell'altro Stato.
3. Nonostante le disposizioni precedenti del presente articolo,
le remunerazioni percepite in corrispettivo di un lavoro subordinato
svolto a bordo di navi o di aeromobili impiegati in traffico
internazionale sono imponibili soltanto nello Stato contraente nel
quale e' situata la sede della direzione effettiva dell'impresa.

Vero è che alcune convenzioni contro la doppia imposizione non riportano la parolina magica "soltanto" e da qui l'AdE interpreta che si possa tassare in Italia eventuale differenza di aliquota ( ad es. Spagna, almeno tempo fa)

Nel merito di questa convenzione esistono interpelli nei quali AdE ha dichiarato corretto pagare dove ha sede l'azienda, e non in Italia, pur essendo l'interpellante un regolare residente in Italia con interessi in Italia

Di più nin zò

Ramones
18th Apr 2016, 13:19
Se non hai interessi o famiglia in italia e sei iscritto all aire il problema non si pone

Confermo al 200%
Ps chiamatemi pure evasore

Henry VIII
18th Apr 2016, 13:51
Se non hai interessi o famiglia in italia e sei iscritto all aire il problema non si poneQuesto e' pacificamente chiaro e conclamato.
La questione si pone dove ci sono situazioni meno nitide

I-AINC
18th Apr 2016, 16:01
Sono d'accordo con Henry VIII, anche io mi appoggio a quell'articolo che è DAVVERO CHIARO per le nostre posizioni.

Dormite sonni tranquilli.

75W
18th Apr 2016, 18:01
Vero è che alcune convenzioni contro la doppia imposizione non riportano la parolina magica "soltanto" e da qui l'AdE interpreta che si possa tassare in Italia eventuale differenza di aliquota ( ad es. Spagna, almeno tempo fa)

Beato chi può usufruire della parolina magica "soltanto"!
Nel mio caso sulla Convenzione Italia-Francia non c'è e quindi pago la differenza di aliquota.
Tutto ciò confermato da interpello fatto all'AdE.

dirk85
18th Apr 2016, 19:21
Sono d'accordo con Henry VIII, anche io mi appoggio a quell'articolo che è DAVVERO CHIARO per le nostre posizioni.

Dormite sonni tranquilli.

Magari fosse chiaro come pensi.

Siamo in una situazione simile e ti dico che non dichiarando bisogna solo sperare che non controllino, perhè se lo fanno, arrivano non solo senza vaselina, ma con la carta vetrata, e poi sono dolori veri.

Personalmente preferisco dormire tranquillo senza questa spada di damocle sulla testa.

RedBullGaveMeWings
18th Apr 2016, 20:55
Come funziona per chi ha oppure non ha famiglia, lavora all'estero ma ha proprietà affittate in Italia?
Mi interesserebbe perché potrei potenzialmente trovarmi in una situazione simile in futuro.
Attualmente residente in Germania e iscritto all'AIRE.

Dovrò pagare solo le tasse inerenti alle proprietà in affitto?

I-AINC
18th Apr 2016, 22:05
dirk

Eh vecchio mio, hai ragione... La cosa che mi rattrista è che chi dovrebbe darci una risposta chiara e certa (AdE) ne sa meno di noi. L'articolo parla chiaro ma il rischio GdF è dietro l'angolo. Davvero brutto...

mau mau
19th Apr 2016, 05:45
Beh intanto la GDF è temporaneamente parcheggiata qui...... (Scusate ot :) )

Paura all?aeroporto di Reggio Calabria: aereo esce fuori pista in fase di atterraggio - Meteo Web (http://www.meteoweb.eu/2016/04/paura-allaeroporto-di-reggio-calabria-aereo-esce-fuori-pista-in-fase-di-atterraggio/670717/)

Henry VIII
20th Apr 2016, 19:29
sperare che non controllino, perhè se lo fanno, arrivano non solo senza vaselina, ma con la carta vetrataLungi da me sentirmi sicuro al 100% vista la marea di interpretazioni, cavilli e controcavilli.
Ma non ci dimentichiamo che le convenzioni, dopo una firma iniziale tra le parti, sono ratificate attraverso LEGGI dello Stato.

http://www.finanze.it/opencms/it/fiscalita-comunitaria-e-internazionale/convenzioni-e-accordi/convenzioni-per-evitare-le-doppie-imposizioni/

mosenga
21st Apr 2016, 10:05
Purtroppo ogni convenzione è diversa e viene interpretata dal funzionario di turno che tuttavia mai vi scriverà che non la applica ma solo che voi non la interpretate correttamente. Se non è presente la famosa parolina la realtà vuole che la convenzione sia interpretabile e quindi dobbiate pagare la differenza in Italia a meno che non siate residenti all'estero e non abbiate i vostri interessi in Italia, famiglia, residenza fiscale, etc.
Sta a voi comunque dover decidere se ricorrere e supportarne i costi e gli oneri o se vi conviene abbozzare. D'altronde non siete parlamentari europei, militari, o figli di papà e comunque in commissione tributaria daranno sicuramente ragione alla agenzia delle entrate.

Anche l'interpretazione data dal Commentario alla convenzione e vaga e non specifica e la stessa commissione Europea che ha trattato l'argomento pur sbilanciandosi non specifica se la doppia imposizione sia da eliminare.
Oltre a ciò l'unica Norma con il valore di legge speciale e la convezione stessa mentre il resto non gode di forza di legge e pertanto non vale nulla.

Bisogna pagare contando che la cifra sia poi spesa dai signori dell ADE in medicine....

Henry VIII
21st Apr 2016, 18:47
l'unica Norma con il valore di legge speciale e la convezione stessa mentre il resto non gode di forza di legge e pertanto non vale nullaAppunto . .

dirk85
27th Apr 2016, 10:32
Come volevasi dimostrare, interpello di un collega, residente in italia ma che lavora per società irlandese.
L'unica soluzione è NON vivere in Italia e non avere nel bel paese il proprio centro di interessi, altrimenti bisogna pagare in Italia...

Henry VIII
27th Apr 2016, 21:55
dirk85 non puoi generalizzare la risposta relativa ad un contesto ben specifico

La risposta all'interpello da te pubblicata si riferisce solo e solamente ai rapporti Italia-Irlanda e, come scritto nella prima pagina della risposta, il paragrafo 3 dell' art. 14 del relativo bilaterale "non stabilisce che la tassazione sia effettuata *solo* nello Stato ove ha sede la compagnia aerea"

E continua nella seconda pagina dicendo chiaramente che "Quando le convenzioni contro le doppie imposizioni intendono riservare la tassazione di un reddito ad un solo Stato lo dicono espressamente usando la locuzione sara' tassabile soltanto in detto Stato"

Converrai quindi che l'AdE stessa nelle relazioni gestite da bilaterali che riportano la parolina magica "solo", "soltanto" o "solamente" riconosce la tassazione esclusiva ove ha sede l'impresa

dirk85
28th Apr 2016, 08:20
Gia, peccato che la parola soltanto sia presente in solo tre convenzioni al momento. UAE, Corea e non mi ricordo l'altra...

One thousand
28th Apr 2016, 09:33
l'interpello dell'agenzia é un parere, che il contribuente é liberissimo di non seguire , anche perché essendo "di parte" sarà sempre un'interpretazione a favore dell'agenzia .
Detto questo ultimamente le tasse sulle persone fisiche sono più alte in Irlanda che in Italia, quindi una volta detratte le imposte irlandesi non vi dovrebbe essere comunque nulla da pagare .

dirk85
28th Apr 2016, 09:58
Gia, peccato che ad esempio in Irlanda possono dedurre ad esempio il type rating, cosa che in Italia non si puo fare, e che riduce l'imponibile di molto, se non lo azzera.

Uno é libero di fare quello che vuole, ma se si é residenti in Italia e lo stato della societa per cui si lavora non ha il "soltanto" nel trattato doppie imposizioni, rischia grosso.

I-AINC
28th Apr 2016, 10:04
Per Dirk,

Ciao vez, il trattato Italia-UK sulla doppia imposizione ha la parolina magica "soltanto" ed il documento è aggiornato (l'ultima volta che ho controllato) a Gennaio 2015. Scaricato direttamente dal sito del Ministero.

Ripeto per il Regno Unito, per l'Irlanda non lo so non essendo coinvolto.

Stammi bene e tromba molto li dove sei :-)

I-AINC
28th Apr 2016, 10:09
Prima di venir lapidato ed impiccato in sala mensa:

http://www.finanze.it/export/sites/finanze/it/.content/Documenti/dipartimento_pol_fisc/Regnounito08.pdf

Vedesi Art. 8

Ciao belli

Henry VIII
28th Apr 2016, 10:10
se si é residenti in Italia e lo stato della societa per cui si lavora non ha il "soltanto" nel trattato doppie imposizioni, rischia grosso.Ecco, su questo concordo :ok:
E concordo pure con One thousand sul fatto che l'interpello (lo dice la parola stessa) e' un interpretazione, e di parte. Non un verbo ne un verdetto.

Sul fatto di chi abbia o non abbia la parolina magica non sono certamente aggiornato.
Ognuno lo controllerà nel bilaterale di sua competenza, link diretto al sito del MinFinanze al post #39

dirk85
28th Apr 2016, 10:34
Prima di venir lapidato ed impiccato in sala mensa:

http://www.finanze.it/export/sites/finanze/it/.content/Documenti/dipartimento_pol_fisc/Regnounito08.pdf

Vedesi Art. 8

Ciao belli

AINC ne avevamo parlato gia, fai riferimento all'articolo sbagliato, che si riferisce agli utili d'impresa!

Quello che si riferisce a te é l'articolo 15 punto 3 sul lavoro dipendente, e il soltanto non c'è...

PS si fa quel che si puó... :)

I-AINC
28th Apr 2016, 14:25
Ok grazie socio, un giorno ci guarderò meglio anche se pensandoci bene mi sa che una minima parte di tasse la pago anche in Italia.

Ma che ***** ne so io piloto gli aerei e di economia/commercialisti non so nulla :-)

mau mau
28th Apr 2016, 15:21
Anche Valentino guida solo la moto e di commercialista non ne sa un cacchio, però la multa glie l'hanno fatta lo stesso :}

One thousand
28th Apr 2016, 21:31
Gia, peccato che ad esempio in Irlanda possono dedurre ad esempio il type rating, cosa che in Italia non si puo fare, e che riduce l'imponibile di molto, se non lo azzera.

Uno é libero di fare quello che vuole, ma se si é residenti in Italia e lo stato della societa per cui si lavora non ha il "soltanto" nel trattato doppie imposizioni, rischia grosso.

E Quale sarebbe il principio secondo il quale il type rating in Italia non è deducibile per un titolare di partita iva ? E type rating a parte cosa rischierebbe un contribuente che ha già pagato più tasse all'estero di quelle che avrebbe dovuto pagare in Italia ? Cosa avrebbe evaso? i contractors in questo meccanismo sono solo parte lesa.

dirk85
1st May 2016, 12:05
Parte lesa un paio di ciufoli.

Di piloti ryan ne conosco a decine, e in questa situazioni da contractors ci sguazzano, e sono felici di farlo, anche perchè se pagassero le tasse come un qualunque dipendente in Italia non vedrebbero la metà dei soldi che gli arrivano a fine mese.

Usano la ltd irlandese scaricando type e ogni genere di spesa, anche le più assurde, che in Italia ti ridono dietro solo se ci provi. Per i primi due anni pagano tasse pari a zero, senza tra le altre cose pagare quelli che in Italia sarebbero circa il 30% di contributi inps sullo stipendio lordo per una normale partita iva. Questo perchè applicano la legislazione irlandese in termini di ltd.
Che sarebbe anche legittimo, se ignoriamo il fatto che a tutti gli effetti sono obbligati a lavorare per un solo datore di lavoro, hanno una turnazione ben definita e dovrebbero essere quindi inquadrati come dipendenti.

Salvo poi prendere la risultante dichiarazione rilasciata dagli irlandesi, magicamente dichiararsi dipendenti in Italia, non più partite IVA, presentando unico o 730 con un imponibile che nemmeno uno stagista da McDonald (ci credo, con tutte le spese che han dedotto in irlanda), con conseguenti detrazioni lavoro dipendente, etc, finendo addirittura in molti casi in credito di imposta.

Ah, e un paio di anni dopo, quando la pacchia del type in deduzione finisce, passare con un regolare contratto Ryan, perchè la ltd magicamente non conviene più, e le tasse bisognerebbe pagarle per davvero.

Eh si, sono proprio parte lesa, i poveretti.

One thousand
1st May 2016, 19:10
Guarda che In Italia un corso inerente all'attività svolta può essere dedotto come in Irlanda.
Ovvio sono d'accordo con te che andrebbero assunti come dipendenti, ma Ryan all'inizio non dá possibilità di scelta. O apri la partita iva come e dove dicono loro e con i commercialisti che dicono loro, oppure non ti dâ il lavoro.
Ottenere il contratto dopo 2 anni non è per nulla semplice o automatico, e una volta finito di detrarre le spese per il corso macchina, la tassazione é come quella dei dipendenti anche se hai partita iva , con tutte le varie sfortune in più ( no malattia, ecc )

stefanofiorentini
10th May 2016, 10:38
Salve, sono un tributarista, ed assisto diversi piloti.
Il fatto che i compensi già tassati in Francia (o altrove) lo siano anche in Italia è espressamente previsto dall'art. 24 della convenzione: su questo punto, purtroppo, non c'è niente da fare.
Piuttosto, a coloro che stanno meditando di iscriversi all'AIRE: se lo fate prima del 30 giugno, non pagate tasse per l'intero 2016! Attenzione, però, ai tempi necessari (occorre una preiscrizione, altrimenti non fate in tempo ...)

joe falchetto 64
13th May 2016, 08:03
Buongiorno Stefano e grazie per essere intervenuto. Mi permetto di completare quanto da te espresso. Per l'iscrizione all'AIRE bisogna fare riferimento alla Circolare n. 9 del 2012 del Ministero dell'Interno ed ai moduli allegati: questo perché gli uffici Anagrafe comunali spesso risolvono la questione dicendo di iscriversi presso le Ambasciate o i Consolati competenti territorialmente, che è si uno dei modi ma non l'unico, e che ha il difetto di portare ad una iscrizione della residenza che può essere tardiva anche di parecchi mesi.
Vista la tua attività professionale, sarebbe interessante che tu approfondisca per l'appunto il concetto di Residenza, sul quale si basa tutta l'impalcatura della "worldwide taxation": un residente in uno stato estero paga le tasse sul reddito prodotto in tale Stato solo presso detto Stato. Il sistema per essere imponibili dove si produce reddito quindi c'è, ma va per l'appunto data forma e sostanza alla residenza estera con gli opportuni accorgimenti. Poi è una scelta individuale quella di mettere in pratica o meno detti accorgimenti.
Un saluto.
Joe

pilotaryan
25th May 2016, 10:17
Stefano Fiorentini.....ma non e' per caso uno di quegli studi che hanno messo in piedi strutture a Cipro/Malta per piloti FR basati in Italia con contratto BRK?
Se cosi fosse ci spieghi un po come funziona il barbatrucco.

A.P.
13th Jun 2016, 14:28
Buongiorno a tutti ,
sono un collega ed ho appena ricevuto la sentenza di primo grado riguardante il mio ricorso contro una cartella esattoriale relativa all anno tributario 2009.
Essendo una sentenza penso faccia piu testo delle varie informative dell' ADE e volevo condividerla con voi che siete stati fonte di riflessione e confronto.

Si partiva dalla seguente situazione :
1-Dipendente full time per un COA estero.
2-Tasse trattenute alla fonte da COA estero nello stato estero
3-Residente in Italia.
4-Nel 2009 non ho dichiarato i redditi in quanto pensavo non fosse dovuto visto che non possedevo reddito in Italia e considerato l' art 15 comma 3.
5-Accordo sulla doppia tassazione attivo (senza Solamente) .
6-ADE riteneva di avere la potesta' escusiva in quanto stato di residenza e che le tasse all estero non potessero rappresentare pagamenti a titolo definitivo.

L' ADE dopo accertamento richiedeva il pagamento di tutte le tasse piu una mora del per un totale di oltre 20k euro , rifiutava di ammettere in detrazione le tasse paga all estero , si offriva di dimezzare l'importo della cartella in caso non avessi fatto ricorso.

Tutto questo succedeva un anno fa circa . E non vi sto a raccontare il mio stato d' animo ero stato messo alla stregua di un evasore totale e comunque mi era stato richiesto di anticipare 1/3 dell ammontare della cartella .

Per ovvi motivi di privacy non sono qui copiare la sentenza per intero ma trovo il seguente passaggio di interesse speciale infatti si dice che:

visto il comma3 del art 15˝ l' imponibilita' deve ritenersi esclusiva e non concorrente con lo stato di residenza del precettore degli emolumenti. Si deve concludere che la pretesa dell' Agenzia delle entrate di considerare imponibili in italia i redditi in questione risulta infondata. ¨

Non so se questo passaggio della sentenza puo essere di chiarimento , in fetti anche io non ho la pretesa di capirne di tasse o di diritto ,ma capisco che una sentenza crea un precedente e vale di piu di un' informativa.

Potete contattarmi in privato e saro lieto di passarvi il contatto dell ufficio legale che mi ha seguito

Un saluto cordiale a tutti
A.P.

p.sL' omessa dichiarazione mi e' stata imputata in misura di sanzione fissa.:ouch:

Henry VIII
19th Jun 2016, 23:39
p.sL' omessa dichiarazione mi e' stata imputata in misura di sanzione fissa.Scusa A.P., puoi spiegarmi meglio il significato di questo ?
Grazie

A.P.
23rd Jun 2016, 07:45
Buongiorno ,
volevo dire che La multa per omessa dichiarazione ammonta a circa 250 euro e che tale valore non varia a seconda dell' ammontare non dicharato
un saluto

Henry VIII
27th Jun 2016, 13:41
Grazie A.P.
Hai un PM
Ciao

cinocav
15th Jul 2016, 04:29
Per Dirk,

Ciao vez, il trattato Italia-UK sulla doppia imposizione ha la parolina magica "soltanto" ed il documento è aggiornato (l'ultima volta che ho controllato) a Gennaio 2015. Scaricato direttamente dal sito del Ministero.

Ripeto per il Regno Unito, per l'Irlanda non lo so non essendo coinvolto.

Stammi bene e tromba molto li dove sei :-)

Ciao I-AINC,
ti posso chiedere copia del documento a cui fai riferimento? Sul sito MEF la convenzione Italia-UK che ho trovato risale al 1990 e "soltanto" non l'ho trovato.
Mi tornerebbe molto utile!

Grazie
Cinocav

I-AINC
15th Jul 2016, 07:55
cinocav

Era giusto nel post successivo ;-)

Buona giornata

cinocav
15th Jul 2016, 08:16
Grazie,
quindi la convenzione è quella del 90 ed il soltanto per noi naviganti con lavoro in UK non c'è, corretto?

davidaz68
22nd Jul 2016, 12:43
x A.P.
ciao, hai un messaggio in casella. rispondi quando puoi,
grazie mille

giannisbardellati66
3rd Jan 2017, 16:24
Buonasera a tutti.
Sono qui a chiedere un aiuto riguardo alla tassazione, lavorando all'estero e risiedendo in Italia.
Mi sono letto tutte le risposte ma ancora una volta c'e' chi dice si e chi dice no.
Mi e' sembrato di capire che uno dei pochi che e' andato un po' più avanti degli altri e' A.P., visto che e' andato a sentenza di primo grado.
Ho tentato di contattarlo in privato per avere maggiori lumi ma non e' possibile.
Qualcuno sa dirmi come posso fare a contattarlo oppure sa darmi qualche indicazione in più'?
Grazie mille.

davidaz68
9th Jan 2017, 09:26
Gianni, ho visto il tuo messaggio ma hai inibito la ricezione dei messaggi privati e non riesco a risponderti

Qne75
6th May 2017, 05:56
[QUOTE=A.P.;9416997]Buongiorno ,
volevo dire che La multa per omessa dichiarazione ammonta a circa 250 euro e che tale valore non varia a seconda dell' ammontare non dicharato
un saluto[/QUOTE
Posso sapere il numero dello
Studio legale che ti ha seguito ?

Qne75
6th May 2017, 11:54
Buongiorno ,
volevo dire che La multa per omessa dichiarazione ammonta a circa 250 euro e che tale valore non varia a seconda dell' ammontare non dicharato
un saluto
Vorrei avere maggiori info sulla sentenza se possibile .grazie

Reveal1
11th May 2017, 10:54
Scusate,
ma volando per una Compagnia in altro stato UE e pagando le tasse (non sono Ryanair) sono poi tenuto eventualmente a pagare la differenza in Italia, qualora quella che pago risulti minore di quella in vigore in Italia??

OT. come vengono segnate eventualmente le ore come SP ( safety Pilot??) contano al totale delle ore??

EI-PAUL
11th May 2017, 11:37
Scusate,
ma volando per una Compagnia in altro stato UE e pagando le tasse (non sono Ryanair) sono poi tenuto eventualmente a pagare la differenza in Italia, qualora quella che pago risulti minore di quella in vigore in Italia??


Credo sia una domanda che include parecchie variabili. Provo a rispondere cercando di non far ancora più confusione ( se così fosse chiedo venia, semplicemente evitate il post ... ).
Per quel che ho capito ( ancora molto poco per la verità ... ) se sei residente in Italia (ie: non iscritto AIRE, hai una casa di proprietà in Italia in cui vive il tuo nucleo famigliare, la tua famiglia è rimasta in Italia, tua moglie lavora in Italia, non ti sei portato dietro il cane etc ) devi comunque pagare in Italia le tasse sul reddito percepito altrove.
Questo discorso DOVREBBE essere sempre valido SE, come detto, rimani residente in Italia, trascorri meno di 183 giorni / anno nel paese "diverso dall'Italia" ed il tuo datore di lavoro non abbia sede stabile nel paese in cui lavori.
Nel caso gli ultimi due punti di quanto scritto sopra non vengano rispettati e quindi ti ritrovi a dover già pagare le tasse nel paese dove lavori, queste possono andare a credito d'imposta, che - sempre a quanto ho capito - non è esattamente la differenza tra quello che ho pagato e quello che dovrei allo Stato Italiano qualora quest'ultimo importo sia maggiore, bensì un calcolo un po' più complesso.
Per avere diritto al credito d'imposta però prima tutto occorre vedere se tra il paese in cui lavori e l'Italia esistono trattati di reciprocità. Inoltre è necessario che le tasse pagate nel paese in cui lavori siano pagate "a titolo definitivo". Non ho idea di cosa questo voglia dire, ma ci sto lavorando!
Qualsiasi correzione da esperti del settore e/o da chi ne sa di più è più che benvenuta!

P.S: armandoti di tempo, tanta pazienza ed una tanica di caffè qui dovresti trovare molte informazioni:

http://www.altalex.com/documents/leggi/2014/12/10/tuir-testo-unico-delle-imposte-sui-redditi

joe falchetto 64
12th May 2017, 01:49
Credo sia una domanda che include parecchie variabili. Provo a rispondere cercando di non far ancora più confusione ( se così fosse chiedo venia, semplicemente evitate il post ... ).
Per quel che ho capito ( ancora molto poco per la verità ... ) se sei residente in Italia (ie: non iscritto AIRE, hai una casa di proprietà in Italia in cui vive il tuo nucleo famigliare, la tua famiglia è rimasta in Italia, tua moglie lavora in Italia, non ti sei portato dietro il cane etc ) devi comunque pagare in Italia le tasse sul reddito percepito altrove.
Questo discorso DOVREBBE essere sempre valido SE, come detto, rimani residente in Italia, trascorri meno di 183 giorni / anno nel paese "diverso dall'Italia" ed il tuo datore di lavoro non abbia sede stabile nel paese in cui lavori.
Nel caso gli ultimi due punti di quanto scritto sopra non vengano rispettati e quindi ti ritrovi a dover già pagare le tasse nel paese dove lavori, queste possono andare a credito d'imposta, che - sempre a quanto ho capito - non è esattamente la differenza tra quello che ho pagato e quello che dovrei allo Stato Italiano qualora quest'ultimo importo sia maggiore, bensì un calcolo un po' più complesso.
Per avere diritto al credito d'imposta però prima tutto occorre vedere se tra il paese in cui lavori e l'Italia esistono trattati di reciprocità. Inoltre è necessario che le tasse pagate nel paese in cui lavori siano pagate "a titolo definitivo". Non ho idea di cosa questo voglia dire, ma ci sto lavorando!
Qualsiasi correzione da esperti del settore e/o da chi ne sa di più è più che benvenuta!

P.S: armandoti di tempo, tanta pazienza ed una tanica di caffè qui dovresti trovare molte informazioni:

http://www.altalex.com/documents/leggi/2014/12/10/tuir-testo-unico-delle-imposte-sui-redditi

Caro Paul, questa volta sei stato un poco impreciso. Il collega può chiedere di applicare l'art. 165 primo comma e segg. del TUIR.
Ciao.

EI-PAUL
12th May 2017, 07:43
Caro Paul, questa volta sei stato un poco impreciso. Il collega può chiedere di applicare l'art. 165 primo comma e segg. del TUIR.
Ciao.

Sempre felice di esser corretto da chi ne sa di più :ok: chiedo scusa se ho confuso acque già torbide !

joe falchetto 64
12th May 2017, 08:47
Sempre felice di esser corretto da chi ne sa di più :ok: chiedo scusa se ho confuso acque già torbide !

Sono torbide si, ed i professionisti contribuiscono ad intorbidarle, in genere. Basta prendere il Testo Unico delle Imposte della Repubblica (DPR 917/86) e leggersi l'articolo in questione; in tal caso la trappola può essere solo la locuzione "a titolo definitivo" riportata nel comma suddetto. Attenzione: se in un anno X non si presenta dichiarazione e la AdE apre un contenzioso, non sarà poi più possibile per il suddetto anno X di imposta avvalersi di detto articolo. Spero nei limiti di essere stato se non chiaro almeno esplicito nelle fonti.

Tiziook
14th May 2017, 11:52
Joe falchetto 64, sono nuovo (iscritto oggi) del forum e non riesco a capire come funziona. Volevo mandarti un messaggio perchè ho l'impressione che tu mi possa aiutare per una cosa personale riguardante la pensione, ma non riesco (o più facilmente non so come fare) a farlo.
Mi puoi aiutare? O qualcuno mi spiega come fare a mandare un messaggio o una mail a un iscritto al Forum?

federix
4th Oct 2017, 21:33
Ciao A.P.,

sono un'assistente di volo basata a Londra con compagnia inglese, pago le tasse in Inghilterra e risiedo in Italia.
In base all'accordo bilaterale tra Italia e Regno Unito (senza il "solamente") non ho mai dichiarato, né denunciato i miei redditi percepiti in UK.

Ho chiesto informazioni a diversi commercialisti, ma nessuno di loro sa con certezza come devo comportarmi. Alcuni mi hanno consigliato di non dichiarare niente, per evitare problemi.

Visto il tuo accaduto, vorrei chiederti se l'accertamento delle ADE è avvenuto dopo che tu hai denunciato il tuo reddito estero in Italia. In caso non li avessi denunciati, l'ADE in che modo è riuscita ad accertare che avevi redditi all'estero?

Potresti contattarmi in privato con i contatti dello studio legale che ti ha seguito? Ho provato a contattarti in privato, ma sembra che tu abbia disabilitato la funzione.

Grazie mille



Buongiorno a tutti ,
sono un collega ed ho appena ricevuto la sentenza di primo grado riguardante il mio ricorso contro una cartella esattoriale relativa all anno tributario 2009.
Essendo una sentenza penso faccia piu testo delle varie informative dell' ADE e volevo condividerla con voi che siete stati fonte di riflessione e confronto.

Si partiva dalla seguente situazione :
1-Dipendente full time per un COA estero.
2-Tasse trattenute alla fonte da COA estero nello stato estero
3-Residente in Italia.
4-Nel 2009 non ho dichiarato i redditi in quanto pensavo non fosse dovuto visto che non possedevo reddito in Italia e considerato l' art 15 comma 3.
5-Accordo sulla doppia tassazione attivo (senza Solamente) .
6-ADE riteneva di avere la potesta' escusiva in quanto stato di residenza e che le tasse all estero non potessero rappresentare pagamenti a titolo definitivo.

L' ADE dopo accertamento richiedeva il pagamento di tutte le tasse piu una mora del per un totale di oltre 20k euro , rifiutava di ammettere in detrazione le tasse paga all estero , si offriva di dimezzare l'importo della cartella in caso non avessi fatto ricorso.

Tutto questo succedeva un anno fa circa . E non vi sto a raccontare il mio stato d' animo ero stato messo alla stregua di un evasore totale e comunque mi era stato richiesto di anticipare 1/3 dell ammontare della cartella .

Per ovvi motivi di privacy non sono qui copiare la sentenza per intero ma trovo il seguente passaggio di interesse speciale infatti si dice che:

visto il comma3 del art 15˝ l' imponibilita' deve ritenersi esclusiva e non concorrente con lo stato di residenza del precettore degli emolumenti. Si deve concludere che la pretesa dell' Agenzia delle entrate di considerare imponibili in italia i redditi in questione risulta infondata. ¨

Non so se questo passaggio della sentenza puo essere di chiarimento , in fetti anche io non ho la pretesa di capirne di tasse o di diritto ,ma capisco che una sentenza crea un precedente e vale di piu di un' informativa.

Potete contattarmi in privato e saro lieto di passarvi il contatto dell ufficio legale che mi ha seguito

Un saluto cordiale a tutti
A.P.

p.sL' omessa dichiarazione mi e' stata imputata in misura di sanzione fissa.:ouch:

Andrexxx
10th Oct 2017, 17:10
Ciao A.P.,
Ho provato a contattarti in privato per avere info sullo studio legale a cui ti sei appoggiato per avere assistenza : ti sarei molto grato se riuscissi a fornirmi indicazioni in merito (ho provato a scriverti in privato alcune settimane fa),
Grazie mille anticipatamente!
Andrea

HF13
1st Nov 2017, 01:33
Ciao a tutti,
Mi permetto di aggiungere un quesito all'interno di questa interessante discussione, premetto che potrebbe non essere applicabile a tutti, nello specifico intendo per chi cmq vede detrarsi già le imposte in automatico all'estero dal proprio datore di lavoro.
Per chi invece, residente in Italia, produce reddito all'estero come Pilota ed ha la possibilità di ottenere uno stipendio senza ritenute ad eccezione di quelle previdenziali, potrebbe richiedere l'applicazione delle tabelle di retribuzioni convenzionali?

Nello specifico mi riferisco alla tabella settore trasporto aereo, qualifica quadri o dirigenti a seconda del ruolo (Comandante o Primo Ufficiale) e del reddito percepito?

Grazie

http://www.gazzettaufficiale.it/do/atto/serie_generale/caricaPdf?cdimg=17A0029200100010110001&dgu=2017-01-19&art.dataPubblicazioneGazzetta=2017-01-19&art.codiceRedazionale=17A00292&art.num=1&art.tiposerie=SG

joe falchetto 64
1st Nov 2017, 08:10
Ciao a tutti,
Mi permetto di aggiungere un quesito all'interno di questa interessante discussione, premetto che potrebbe non essere applicabile a tutti, nello specifico intendo per chi cmq vede detrarsi già le imposte in automatico all'estero dal proprio datore di lavoro.
Per chi invece, residente in Italia, produce reddito all'estero come Pilota ed ha la possibilità di ottenere uno stipendio senza ritenute ad eccezione di quelle previdenziali, potrebbe richiedere l'applicazione delle tabelle di retribuzioni convenzionali?
Nello specifico mi riferisco alla tabella settore trasporto aereo, qualifica quadri o dirigenti a seconda del ruolo (Comandante o Primo Ufficiale) e del reddito percepito?

Grazie

http://www.gazzettaufficiale.it/do/atto/serie_generale/caricaPdf?cdimg=17A0029200100010110001&dgu=2017-01-19&art.dataPubblicazioneGazzetta=2017-01-19&art.codiceRedazionale=17A00292&art.num=1&art.tiposerie=SG

La risposta è nel TUIR (DPR 917/86 e modifiche successive) all'art. 51 comma 8 bis: verifica se soddisfi le condizioni. Come pilota, a prescindere da qualifica e grado , sei dipendente , non dirigente o quadro, secondo le tabelle del ministero del lavoro.

HF13
1st Nov 2017, 10:51
La risposta è nel TUIR (DPR 917/86 e modifiche successive) all'art. 51 comma 8 bis: verifica se soddisfi le condizioni. Come pilota, a prescindere da qualifica e grado , sei dipendente , non dirigente o quadro, secondo le tabelle del ministero del lavoro.

Ciao Joe,

grazie per la risposta, si è quello che avevo visto anche io e nel caso di pilota residente in Italia ma con base in Europa ed uno stipendio non tassato dal paese dove ha sede la compagnia secondo me è la procedura corretta per pagare...cercavo qualcuno però che avesse la medesima situazione.

Una domanda relativa alle tabelle, con quale criterio dici che il pilota rientra sotto la categoria impiegato? da come la interpreto io, a meno che non è menzionata specificatamente la categoria e fascia all'interno del proprio contratto di lavoro, bisogna far riferimento alle fasce economiche del CCNL.
Dunque leggendo il CCNL piloti la fascia alla quale un Comandante rientra è nella categoria dirigenti- trasporto aereo. Ci sta però che non ho capito bene come interpretare le tabelle perché è la prima volta che le vedo.

Che ne pensi? Grazie mille

HF13

joe falchetto 64
1st Nov 2017, 15:21
Ciao Joe,

grazie per la risposta, si è quello che avevo visto anche io e nel caso di pilota residente in Italia ma con base in Europa ed uno stipendio non tassato dal paese dove ha sede la compagnia secondo me è la procedura corretta per pagare...cercavo qualcuno però che avesse la medesima situazione.

Una domanda relativa alle tabelle, con quale criterio dici che il pilota rientra sotto la categoria impiegato? da come la interpreto io, a meno che non è menzionata specificatamente la categoria e fascia all'interno del proprio contratto di lavoro, bisogna far riferimento alle fasce economiche del CCNL.
Dunque leggendo il CCNL piloti la fascia alla quale un Comandante rientra è nella categoria dirigenti- trasporto aereo. Ci sta però che non ho capito bene come interpretare le tabelle perché è la prima volta che le vedo.

Che ne pensi? Grazie mille

HF13
No, commetti un errore concettuale. La professione e' inquadrata dal ministero del lavoro come impiegato, non serve quindi rifarsi alle tabelle: se vuoi la prova passa al più vicino centro per l'impiego e verifica direttamente. Peraltro la stessa qualifica e' apposta a un qualsiasi CNL o CCNL per la parte piloti; anche all'epoca di CAI e del "comandante dirigente" esiste la pronuncia precisa che definisce il comandante come un "dirigente" convenzionale privo delle caratteristiche che determinano la attività dirigenziale, al punto che agli stessi fu consentito l' ingresso in CIG e CIGS, cosa preclusa ai dirigenti. Ne consegue che il pilota o il pilota comandante attengono alla categoria dipendenti qualifica pilota mansione addetto alla direzione o addetto alla condotta di aeromobili. Puoi verificare qui (http://www.istat.it/it/files/2013/07/la_classificazione_delle_professioni.pdf)
Conosco chi usa la retribuzione convenzionale ma capisci bene che non posso darti alcuna indicazione stante le normali clausole di riservatezza.
Ciao.

HF13
2nd Nov 2017, 10:45
No, commetti un errore concettuale. La professione e' inquadrata dal ministero del lavoro come impiegato, non serve quindi rifarsi alle tabelle: se vuoi la prova passa al più vicino centro per l'impiego e verifica direttamente. Peraltro la stessa qualifica e' apposta a un qualsiasi CNL o CCNL per la parte piloti; anche all'epoca di CAI e del "comandante dirigente" esiste la pronuncia precisa che definisce il comandante come un "dirigente" convenzionale privo delle caratteristiche che determinano la attività dirigenziale, al punto che agli stessi fu consentito l' ingresso in CIG e CIGS, cosa preclusa ai dirigenti. Ne consegue che il pilota o il pilota comandante attengono alla categoria dipendenti qualifica pilota mansione addetto alla direzione o addetto alla condotta di aeromobili. Puoi verificare qui (http://www.istat.it/it/files/2013/07/la_classificazione_delle_professioni.pdf)
Conosco chi usa la retribuzione convenzionale ma capisci bene che non posso darti alcuna indicazione stante le normali clausole di riservatezza.
Ciao.

Sei stato chiarissimo Joe, grazie per la spiegazione e per il link!
Ciao

MAURO64
20th Nov 2017, 16:37
Questo non e' un interpello ufficiale con valore legale, pero' e' una semplice domanda in forma scritta fatta all' agenzia delle entrate che sembra confermare che NON si deve dichiarare in italia..
Poi vai a capire..!

puoi allegare il documento? Ho un accertamento in corso su codesto merito.
grazie

MAURO64
21st Nov 2017, 06:08
koitogu, Anchh io ho chiesto all agenzia e mi è stato risposto esattamente come te. Di contro colleghi che lavorano all estero in un paese con la solita convenzione senza esclusività hanno fatto 3 interpelli ufficiali all agenzia ricevendo 3 risposte diverse. In uno addirittura si diceva di pagare il 100% nel paese della compagnia e il 100% in italia... una follia dovuta all incompetenza e ignoranza dei nostri funzionari.
I marinai questi problemi li hanno avuti prima di noi e nel comma 8-bis dell' articolo 48 del testo unico delle imposte sui redditi si specifica che gli stipendi dei marittimi fiscalmente residenti in italia ma imbarcati per piu di 183 giorni in navi con bandiera estera (qualunque stato) non sono imponibili in italia. Questo però non deve far esistere agevolazioni per tasse scolastiche o ticket sanitari, in questo caso il dipendente deve comunicare la situazione reddituale reale (oggi si fa con l isee).
L esclusività è stata introdotta solo con gli ultimi accordi stipulati (UAE, QATAR, Sud Korea e Hong Kong) ironia è che Hong Kong risulta nella black list fiscale ma ha un accordo piu vantaggioso di quelli vecchi.
In sostanza la situazione attuale è che gli accordi contro le doppie imposizioni dicono che qualunque sia il tuo lavoro se sei fiscalmente residente in itala, paghi dove lavori, usi quanto paghi come credito d imposta e paghi in italia la differenza.
l articolo 15 diche che per i naviganti non è così. L agenzia invece afferma che è esattamente uguale ma nessuno ha mai spiegato quindi per quale motivo esiste quel benedetto articolo 15


puoi mandarmi il documento che ti ha rilasciato l'Agenzia. Ho un accertamento in corso per questo motivo.

joe falchetto 64
21st Nov 2017, 23:40
puoi mandarmi il documento che ti ha rilasciato l'Agenzia. Ho un accertamento in corso per questo motivo.

Senza l'avverbio l'art. 15 nel comma che ci interessa non fa altro che spostare il luogo di potestà impositiva concorrente da quello di residenza concorrente a quello di dove la compagnia aerea è registrata. Con l'avverbio si introduce invece il concetto di potestà impositiva esclusiva.
Tutto è spiegato nei commentari del modello OCSE: i trattati bilaterali contro la doppia imposizione in genere non eliminano la doppia imposizione, come erroneamente si crede, bensì nella maggior parte dei casi la disciplinano. La norma sulla eliminazione della doppia imposizione si trova difatti nell'articolo che ha lo stesso titolo.
I marittimi hanno sindacati confederali e professionali che li ascoltano, i piloti sono destinati al massacro.
Ciao

pippobaudo
24th Nov 2017, 07:14
Buongiorno a tutti,
questo post interessa o potrebbe interessare chi è rientrato a lavorare in Italia dopo molti anni all'estero o chi pensa di rientrare.
Ho da poco scoperto il Decreto del MEF del 26.05.2016 per le AGEVOLAZIONI FISCALI PREVISTE PER I LAVORATORI RIMPATRIATI (art. 16 del D. Lgs n 147/2015) che prevede appunto uno detassazione per chi rientra in Italia dopo almeno 5 anni all’estero e lavora in Italia per almeno due anni.
Questo decreto prevede tra i vari requisiti che l’attività lavorativa sia prestata nel territorio italiano per un periodo superiore a 183 giorni.
Qualcuno sa si questa agevolazione è applicabile ai naviganti? Soprattutto è applicabile a chi (tipo Neos, Meridiana, Blue Panorama etc etc) ha base in Italia ma fa voli prettamente o solamente internazionali?
Spero possa essere di aiuto a qualcuno.

Pippo Nazionale

Unforseen
16th Dec 2017, 12:47
Ciao a tutti, brevemente ho letto tutte le 5 pagine, ma rimango ancora confuso, nonostante abbia letto anche alcuni articoli.

Io lavoro in un paese extra UE, per una compagnia di bandiera..non un paese a fiscalità privilegiata......sono Italiano, risiedo più di 1 anno all'estero, e non risiedo in Italia più di 183 giorni, non ho proprietà di alcun tipo...
sono si Sposato e mia moglie italiana e residente in Italia per ora.

In questo caso sono tassato in Italia?
Se il salario mi entra in un conto corrente italiano sono tassato in italia?
Devo iscrivermi obbligatoriamente al AIRE per rimuovere la residenza e cosi non dover pagare in italia?
Su quali cifre in banca iniziano i controlli?
Per non essere tassato in Italia, cosa devo fare?
grazie

dirk85
16th Dec 2017, 13:32
Assolutamente, l'iscrizione all'AIRE è obbligatoria, e requisito fondamentale per poter essere considerato NON residente fiscalmente in Italia.

Sul resto lascio la parola ad altri forumisti piu preparati.

LGET
16th Dec 2017, 15:35
Ciao a tutti, brevemente ho letto tutte le 5 pagine, ma rimango ancora confuso, nonostante abbia letto anche alcuni articoli.

Io lavoro in un paese extra UE, per una compagnia di bandiera..non un paese a fiscalità privilegiata......sono Italiano, risiedo più di 1 anno all'estero, e non risiedo in Italia più di 183 giorni, non ho proprietà di alcun tipo...
sono si Sposato e mia moglie italiana e residente in Italia per ora.

In questo caso sono tassato in Italia?
Se il salario mi entra in un conto corrente italiano sono tassato in italia?
Devo iscrivermi obbligatoriamente al AIRE per rimuovere la residenza e cosi non dover pagare in italia?
Su quali cifre in banca iniziano i controlli?
Per non essere tassato in Italia, cosa devo fare?
grazie

Ciao Unforseen. Ho vissuto all'estero negli ultimi anni e ti do le informazioni che ho recuperato. Nella tua situazione c'è la possibilità che tu possa non pagare le tasse ma perchè possa accadere ci sono vari requisiti da rispettare. Innanzitutto devi risiedere legalmente in un paese che abbia un accordo di non doppia tassazione con l'Italia (vai qui aggiungendo www all'inizio: finanze.gov.it/opencms/it/fiscalita-comunitaria-e-internazionale/convenzioni-e-accordi/convenzioni-per-evitare-le-doppie-imposizioni/) e avere un contratto di almeno 12 mesi con base fuori dall'Italia per almeno 183 gg all'anno. A quel punto è possibile e indispensabile l'iscrizione all'AIRE ma non è sufficiente a provare la tua residenza estera in quanto l'Agenzia Delle Entrate considera come residenza la dimora abituale o la sede principale dei propri affari ed interessi. Per capirci avere in affitto un appartamento all'estero non è sufficiente. L'ADE parte dal presupposto che tu le tasse le debba pagare e sta a te dimostrare il contrario. Se tu avessi figli che vanno a scuola in Italia sicuramente le tasse finiresti per pagarle. Se tu soddisfacessi tutti i requisiti e non fossi sposato la questione si chiuderebbe qui. Essendo sposato potrebbe essere interpretato come "interesse" perchè se non viene a vivere con te ci torni tu. Se pianifichi un ricongiungimento dove vivi ora puoi stare tranquillo.
Riguardo al conto corrente anche io in passato mi sono fatto pagare qualche stipendio in Italia ma ho poi subito aperto un conto nel paese in cui vivevo e ti consiglio di farlo perché ricevere lo stipendio sul conto italiano può essere un'altra ragione per provare che tu abbia affari e interessi in Italia.
Detto ciò ti consiglio di conservare carte d'imbarco se ne hai (tue e del coniuge se viene a trovarti) o ricevute varie di pagamenti e estratti conto che possano testimoniare i tuoi spostamenti. Per esperienza di altri conoscenti se il cane si sveglia per farlo riaddormentare ci vuole un bel po. Buona fortuna

Geppo
16th Dec 2017, 17:07
Ciao a tutti, brevemente ho letto tutte le 5 pagine, ma rimango ancora confuso, nonostante abbia letto anche alcuni articoli.

Non sei l'unico.

Io lavoro in un paese extra UE, per una compagnia di bandiera..non un paese a fiscalità privilegiata......sono Italiano, risiedo più di 1 anno all'estero, e non risiedo in Italia più di 183 giorni, non ho proprietà di alcun tipo...
sono si Sposato e mia moglie italiana e residente in Italia per ora.
In questo caso sono tassato in Italia?

Si. Se sei fiscalmente residente in italia, allora le tasse le paghi in italia. In che misura? Dipende.. ma non credo sia questa la tua domanda.

Se il salario mi entra in un conto corrente italiano sono tassato in italia?

Si. Ma non perche' ti entra in un conto italiano.

Devo iscrivermi obbligatoriamente al AIRE per rimuovere la residenza e cosi non dover pagare in italia?

Si.

Su quali cifre in banca iniziano i controlli?
Non credo che dipenda dalle cifre che entrano in banca. Ma sul punto non sono molto ferrato.


Per non essere tassato in Italia, cosa devo fare?
grazie
Dipende. Se la convenzione di cui si parlava qualche post piu' sopra ha la parolina "soltanto", non devi fare nulla. Altrimenti ti devi iscrivere all'AIRE.

Ciao!

Nick 1
28th Dec 2017, 06:15
Ciao a tutti , qualcuno potrebbe consigliarmi un commercialista- tributarista specializzato in materia naviganti , expat etc. In zona milano ? Anche in PM.
Grazie !

bartsimpson
1st Oct 2018, 18:36
Buonasera A.P.,

mi trovo purtroppo nella stessa situazione, sono francese, lavoro per una compagnia francese e pago tasse e assistenza sanitaria in Francia, ma sono residente in Italia. Ho ricevuto la stessa lettera dall’ade per l’anno 2012, avresti ancora il contatto dello studio legale a cui posso rivolgermi?

Grazie [/left]

joe falchetto 64
3rd Oct 2018, 17:21
Caro A.P. , se ogni tanto leggi potresti far avere anche a me i contatti con lo studio legale che ti ha seguito? Potrebbe tornare utile.
Ciao.
Joe.

Buongiorno a tutti ,
sono un collega ed ho appena ricevuto la sentenza di primo grado riguardante il mio ricorso contro una cartella esattoriale relativa all anno tributario 2009.
Essendo una sentenza penso faccia piu testo delle varie informative dell' ADE e volevo condividerla con voi che siete stati fonte di riflessione e confronto.

Si partiva dalla seguente situazione :
1-Dipendente full time per un COA estero.
2-Tasse trattenute alla fonte da COA estero nello stato estero
3-Residente in Italia.
4-Nel 2009 non ho dichiarato i redditi in quanto pensavo non fosse dovuto visto che non possedevo reddito in Italia e considerato l' art 15 comma 3.
5-Accordo sulla doppia tassazione attivo (senza Solamente) .
6-ADE riteneva di avere la potesta' escusiva in quanto stato di residenza e che le tasse all estero non potessero rappresentare pagamenti a titolo definitivo.

L' ADE dopo accertamento richiedeva il pagamento di tutte le tasse piu una mora del per un totale di oltre 20k euro , rifiutava di ammettere in detrazione le tasse paga all estero , si offriva di dimezzare l'importo della cartella in caso non avessi fatto ricorso.

Tutto questo succedeva un anno fa circa . E non vi sto a raccontare il mio stato d' animo ero stato messo alla stregua di un evasore totale e comunque mi era stato richiesto di anticipare 1/3 dell ammontare della cartella .

Per ovvi motivi di privacy non sono qui copiare la sentenza per intero ma trovo il seguente passaggio di interesse speciale infatti si dice che:

visto il comma3 del art 15˝ l' imponibilita' deve ritenersi esclusiva e non concorrente con lo stato di residenza del precettore degli emolumenti. Si deve concludere che la pretesa dell' Agenzia delle entrate di considerare imponibili in italia i redditi in questione risulta infondata. ¨

Non so se questo passaggio della sentenza puo essere di chiarimento , in fetti anche io non ho la pretesa di capirne di tasse o di diritto ,ma capisco che una sentenza crea un precedente e vale di piu di un' informativa.
Potete contattarmi in privato e saro lieto di passarvi il contatto dell ufficio legale che mi ha seguito

Un saluto cordiale a tutti
A.P.

p.sL' omessa dichiarazione mi e' stata imputata in misura di sanzione fissa.:ouch:
o

Andrexxx
4th Oct 2018, 13:50
AP

gentilmente potresti girare anche a me il nominativo del legale?

grazie mille!

sarei molto grato se riuscissi a girarlo anche a me, grazie mille!!!

dirk85
4th Oct 2018, 17:04
Avevo sguinzagliato il mio commercialista che aveva chiamato i tribunali di mezza italia, e purtroppo era risultata essere solo una sentenza della commissione provinciale o simile, che a suo avviso sarebbe stata ribaltata nelle corti superiori, come è sempre accaduto finora.

liftman
4th Oct 2018, 18:17
ragazzi qualcuno sa come funziona con Irlanda? ....potrei essere basato li prossimamente al momento SENZA trasferire la residenza dall'Italia ma sto cercando di capirci qualcosa ( ah la compagnia non è Ryan)

joe falchetto 64
5th Oct 2018, 02:36
Vero, e’ una sentenza di primo grado della CTP; ma almeno c’è . Auguriamoci che tenga negli ulteriori gradi di giudizio, tutto si gioca con il “nonostante” rispetto ai commi precedenti.
Ciao.

Avevo sguinzagliato il mio commercialista che aveva chiamato i tribunali di mezza italia, e purtroppo era risultata essere solo una sentenza della commissione provinciale o simile, che a suo avviso sarebbe stata ribaltata nelle corti superiori, come è sempre accaduto finora.

joe falchetto 64
5th Oct 2018, 03:41
Aggiungo che sarebbe in effetti interessante conoscere le sentenze negative sull’argomento. Fino ad ora non ne ho trovate: qualcuno ne è a conoscenza e le può citare?
Ciao.

Vero, e’ una sentenza di primo grado della CTP; ma almeno c’è . Auguriamoci che tenga negli ulteriori gradi di giudizio, tutto si gioca con il “nonostante” rispetto ai commi precedenti.
Ciao.

dirk85
5th Oct 2018, 08:26
Assolutamente, io posterò quì se avrò novità, anche se al momento non mi tocca personalmente.
Facciamo tutti lo stesso.
Per fortuna il mio commercialista segue queste vicende con attenzione e normalmente mi avvisa se ci sono news interessanti.

joe falchetto 64
5th Oct 2018, 11:09
Se non esistono già sentenze di cassazione sull’argomento anche di segno negativo, allora quella della quale stiamo discutendo sarebbe la prima del suo genere...e andrebbe seguita con attenzione.
Ciao.
Joe.

Assolutamente, io posterò quì se avrò novità, anche se al momento non mi tocca personalmente.
Facciamo tutti lo stesso.
Per fortuna il mio commercialista segue queste vicende con attenzione e normalmente mi avvisa se ci sono news interessanti.

dirk85
5th Oct 2018, 11:18
Intanto per chiarire le idee a tutti quelli che non sono pratici, questa è l'interpretazione attuale. Vale per quasi tutti i paesi, pochi esclusi. Anche per l'Irlanda (per Liftman).

http://studiofurlotti.it/pdf/dipendentecompagniaaerea.pdf

joe falchetto 64
5th Oct 2018, 12:00
Vero, lo avevo letto: ma pur sempre di interpretazione stiamo parlando, come dallo studio stesso scritto nell’articolo “si propone una interpretazione più restrittiva ...si ritiene....”. C’è da dire che loro effettuano una analogia con il comma 1, ma sia nel comma 1 che nel 2 sono sempre citati i due Stati alternativi o concorrenti per l’imposizione, nel comma 3 no.
un colonnello della GdF il mese scorso mi ha detto “ con quel comma siete a cavallo “ e alle mie opposizioni in merito alla interpretazione della AE e della presenza o meno dell’ avverbio “esclusivamente” o “soltanto” lui mi ha risposto che in ogni caso c ‘è la presenza dell’avverbio “nonostante” che fa piazza pulita dei commi 1 e 2 ; in difetto si avrebbe ipotesi di tripla imposizione (compagnia aerea francese che opera in Germania con personale italiano le cui buste paga sarebbero quindi imponibili in Francia, Germania ed Italia). Insomma: difficile mettere un punto.
Ciao.

Intanto per chiarire le idee a tutti quelli che non sono pratici, questa è l'interpretazione attuale. Vale per quasi tutti i paesi, pochi esclusi. Anche per l'Irlanda (per Liftman).

http://studiofurlotti.it/pdf/dipendentecompagniaaerea.pdf

joe falchetto 64
5th Oct 2018, 12:37
In defintIva quel che ci servirebbe sarebbero sentenze di Cassazione , siano esse negative o positive: ma pare che sull’argomento specifico non ve ne siano, a meno che mi sbagli.

Vero, lo avevo letto: ma pur sempre di interpretazione stiamo parlando, come dallo studio stesso scritto nell’articolo “si propone una interpretazione più restrittiva ...si ritiene....”. C’è da dire che loro effettuano una analogia con il comma 1, ma sia nel comma 1 che nel 2 sono sempre citati i due Stati alternativi o concorrenti per l’imposizione, nel comma 3 no.
un colonnello della GdF il mese scorso mi ha detto “ con quel comma siete a cavallo “ e alle mie opposizioni in merito alla interpretazione della AE e della presenza o meno dell’ avverbio “esclusivamente” o “soltanto” lui mi ha risposto che in ogni caso c ‘è la presenza dell’avverbio “nonostante” che fa piazza pulita dei commi 1 e 2 ; in difetto si avrebbe ipotesi di tripla imposizione (compagnia aerea francese che opera in Germania con personale italiano le cui buste paga sarebbero quindi imponibili in Francia, Germania ed Italia). Insomma: difficile mettere un punto.
Ciao.

dirk85
5th Oct 2018, 13:58
Mando una mail subito e vedo se qualcosa è mai arrivato in cassazione.

joe falchetto 64
5th Oct 2018, 14:18
Ottima cosa.
bene

Mando una mail subito e vedo se qualcosa è mai arrivato in cassazione.

dirk85
5th Oct 2018, 14:23
Risposto, e no, non risultano casi simili in Cassazione fino ad ora.

Mi ha fatto notare però che stanno discutendo ora casi relativi al 2005 (non relativi a piloti, in generale), per cui le tempistiche sono quelle che sono.
Sta personalmente presentando un ricorso in Cassazione per un collega, che sarà pronto a breve, ma non si aspetta che verrà discusso prima del 2025.

joe falchetto 64
5th Oct 2018, 14:41
Grazie delle info.
Quindi ad ora non abbiamo linee guida di giurisprudenza ne in un senso ne nell’altro.
il 2025 e’ bello lontano, purtroppo.
Ciao.


Risposto, e no, non risultano casi simili in Cassazione fino ad ora.

Mi ha fatto notare però che stanno discutendo ora casi relativi al 2005 (non relativi a piloti, in generale), per cui le tempistiche sono quelle che sono.
Sta personalmente presentando un ricorso in Cassazione per un collega, che sarò pronto a breve, ma non si aspetta che verrà discusso prima del 2025.

joe falchetto 64
6th Oct 2018, 11:14
https://cimg6.ibsrv.net/gimg/pprune.org-vbulletin/1221x969/a81b64f3_3473_4192_b005_1584ce37ce27_5b367e9f22cea1728f8b57f 8a88b82e88cc564ea.jpeg
Allego una “chicca”: estratto dal commentario OCSE al modello di trattato contro la doppia imposizione...

75W
7th Oct 2018, 06:59
Salve a tutti

Sono al attualmente sotto accertamento per l'anno fiscale 2015.
La settimana prossima dovrei ricevere il resoconto. I'll keep you posted.

PS Faccio la dichiarazione anche in Italia perché siamo tenuti (secondo l'AdE) a pagare la differenza tra le imposte versate all'estero e quelle italiane. Sempre per quel discorso dell'assenza della parolina magica ESCLUSIVAMENTE.

joe falchetto 64
7th Oct 2018, 11:14
Però...già l’anno di imposta 2015? Sono stati veloci....

Salve a tutti

Sono al attualmente sotto accertamento per l'anno fiscale 2015.
La settimana prossima dovrei ricevere il resoconto. I'll keep you posted.

PS Faccio la dichiarazione anche in Italia perché siamo tenuti (secondo l'AdE) a pagare la differenza tra le imposte versate all'estero e quelle italiane. Sempre per quel discorso dell'assenza della parolina magica ESCLUSIVAMENTE.

EI-PAUL
7th Oct 2018, 14:25
Però...già l’anno di imposta 2015? Sono stati veloci....




quello che ho pensato anch’io ...
@75W: ti sei mica trombato la moglie di un funzionario dell’ AdE?! :}

sparkling peanuts
8th Oct 2018, 10:08
No, è normale, stanno verificando le dichiarazioni del 2015.

joe falchetto 64
8th Oct 2018, 10:26
No, è normale, stanno verificando le dichiarazioni del 2015.

Questa è una notizia sicuramente strana...quest'anno va in prescrizione l'anno fiscale 2013 al 31 dicembre 2018.

dirk85
8th Oct 2018, 16:08
A me hanno appena controllato il 2016, chiedendomi, per errore, dei soldi.

bartsimpson
11th Oct 2018, 15:53
Buonasera a tutti,
se avete qualsiasi notizia sulla sentenza di A.P. o lo studio legale a cui si era rivolto potreste contattarmi il prima possibile? Mi sarebbe di grande aiuto!
Grazie

stefanofiorentini
13th Oct 2018, 14:46
Sono un avvocato tributarista specializzato in materia internazionale; temo che nel caso segnalato da A.P. la Commissione tributaria di primo grado abbia preso un abbaglio, che non possiamo sperare che si ripeta ...

dirk85
13th Oct 2018, 15:27
Stesso commento del mio commercialista.

Mi faceva anche notare che spesso a decidere in questo grado di giudizio sono personaggi non proprio super avvezzi alla materia, che emettono sentenze regolarmente ribaltate nei giudizi successivi.

bartsimpson
13th Oct 2018, 15:40
Sono un avvocato tributarista specializzato in materia internazionale; temo che nel caso segnalato da A.P. la Commissione tributaria di primo grado abbia preso un abbaglio, che non possiamo sperare che si ripeta ...


Può spiegarsi meglio? Mi trovo nello stesso caso e l’ADE mi chiede di pagare in Italia la “differenza” delle tasse che ho già pagato regolarmente in Francia, perché nella convenzione tra francia e Italia non è presente la parola “esclusivamente”. Non capisco il motivo di una legge contro la doppia tassazione se si cerca di aggirarla, fra l’altro in maniera così ridicola. E si parla di una differenza di più del 20% di tasse da pagare.

dirk85
13th Oct 2018, 16:01
La legge contro le doppie imposizioni evita di pagare le tasse due volte sullo stesso imponibile: portando in detrazione le tasse pagate in francia di fatto tu paghi esattamente quello che avresti pagato di tasse in Italia. Sarebbe diverso se non ti ammettessero in detrazione le tasse francesi, in quel caso sì che pagheresti due volte.

Purtroppo la situazione al momento è questa, e bisogna sperare in un cambiamento nell'interpretazione dell'ADE (impossibile) o in una revisione dei trattati bilaterali (auguri).

Oppure iscriviti all'AIRE e sposta all'estero il tuo centro di interessi, in quel caso nulla sarebbe dovuto in Italia.

One thousand
13th Oct 2018, 16:04
In caso di omessa dichiarazione non sono più detraibili le imposte già pagate all’estero

bartsimpson
13th Oct 2018, 16:05
Oppure iscriviti all'AIRE e sposta all'estero il tuo centro di interessi, in quel caso nulla sarebbe dovuto in Italia.[/QUOTE]

Sono francese. Anche se fosse ora è tardi per spostare la residenza.

joe falchetto 64
14th Oct 2018, 16:52
Egregio Avvocato sono anche io convinto di quanto si afferma. Il tutto però adesso deve essere calato in un caso reale e le chiedo di dare una soluzione.
in collega, residente del Paese A, e’ basato nel Paese B per più di 183 giorni l’anno, dipendente di una compagnia aerea che ha la direzione di impresa nel Paese C; esiste una convenzione contro le doppie imposizioni tra i Paesi A e B. La sua retribuzione e’ tassata alla fonte dalla Compagnia nel Paese C e versata su conto corrente nel Paese B; questa persona e’ fiscalmente residente in A (worldwide taxation) e siccome soggiorna per più di 183 giorni e’ imponibile in B che applica anche lui la “worldwide taxation” mentre lui le tasse le ha pagate in C. La domanda è : e adesso? Come si deve comportare nei confronti di A e B? Ripeto, e’ un caso reale.
Un saluto.

Sono un avvocato tributarista specializzato in materia internazionale; temo che nel caso segnalato da A.P. la Commissione tributaria di primo grado abbia preso un abbaglio, che non possiamo sperare che si ripeta ...

TheWrightBrother&Son
14th Oct 2018, 21:00
Mi permetto di rispondere in base alle mie due nozioni da commercialista fai da te acquisite nel tempo. Pronto a essere, nel caso, provato errato.
Il collega deve andare nello stato C a chiedere il rimborso di quanto versato lì. Fatto ciò i dindini non vanno intascati, bensì consegnati allo stato B integrando se fosse necessario, secondo normativa fiscale di B. Per quanto riguarda stato A, bisogna correre a iscriversi all' Aire sperando di farla nel mentre franca, perché se no sì che si mette male con A. Pur così, è sempre bene poi incrociare le dita che tanto un accertamento da A , B o C prima o poi ti arriva. Il discorso non tiene conto di proprietà varie in ABC e ritenendo il centro di interesse in B, visto i giorni lì spesi

joe falchetto 64
15th Oct 2018, 10:35
In in effetti diventa molto interessante: domicilio fiscale in A e B, e dipendente di compagnia che ha direzione di impresa in C ed ivi tassato alla fonte .
Eppure la situazione dovrebbe essere coperta dall’art. 15 comma 3 e dall’art. 23, solo che nessuno sa come fare.


Mi permetto di rispondere in base alle mie due nozioni da commercialista fai da te acquisite nel tempo. Pronto a essere, nel caso, provato errato.
Il collega deve andare nello stato C a chiedere il rimborso di quanto versato lì. Fatto ciò i dindini non vanno intascati, bensì consegnati allo stato B integrando se fosse necessario, secondo normativa fiscale di B. Per quanto riguarda stato A, bisogna correre a iscriversi all' Aire sperando di farla nel mentre franca, perché se no sì che si mette male con A. Pur così, è sempre bene poi incrociare le dita che tanto un accertamento da A , B o C prima o poi ti arriva. Il discorso non tiene conto di proprietà varie in ABC e ritenendo il centro di interesse in B, visto i giorni lì spesi

stefanofiorentini
15th Oct 2018, 11:19
Egregio Avvocato sono anche io convinto di quanto si afferma. Il tutto però adesso deve essere calato in un caso reale e le chiedo di dare una soluzione.
in collega, residente del Paese A, e’ basato nel Paese B per più di 183 giorni l’anno, dipendente di una compagnia aerea che ha la direzione di impresa nel Paese C; esiste una convenzione contro le doppie imposizioni tra i Paesi A e B. La sua retribuzione e’ tassata alla fonte dalla Compagnia nel Paese C e versata su conto corrente nel Paese B; questa persona e’ fiscalmente residente in A (worldwide taxation) e siccome soggiorna per più di 183 giorni e’ imponibile in B che applica anche lui la “worldwide taxation” mentre lui le tasse le ha pagate in C. La domanda è : e adesso? Come si deve comportare nei confronti di A e B? Ripeto, e’ un caso reale.
Un saluto.



Se esiste un trattato fra A e B, c'e quasi sicuramente una norma (generalmente il secondo comma dell'articolo che definisce i "residenti", che a sua volta è in genere l'art. 3 o l'art. 4) che stabilisce in quale dei due Paesi contraenti è residente il contribuente che, in base alle norme generali, entrambi considererebbero residente; dopodichè si applica il trattato fra questo Paese e C.
In via pratica, se in A le imposte sono molto più elevate che in B, per il futuro cercherei di far venir meno i presupposti sulla base dei quali il contribuente si considera residente in A (iscrizione anagrafica? centro degli affari ed interessi?).

GhostRider00
15th Oct 2018, 15:29
Buonasera a tutti,

Siccome anche io sto valutando un trasferimento all’estero...leggendo mi pare di capire che se uno si iscrive all’AIRE e sta in Italia meno di 183 giorni, non deve pagare niente in Italia ma solo nel paese di nuova residenza, qualunque paese sia?! Anche se non ci sono accordi bilaterali tra l’Italia e l’altro paese?
Che confusione con ste tasse!!!!!!

One thousand
16th Oct 2018, 07:14
Buonasera a tutti,

Siccome anche io sto valutando un trasferimento all’estero...leggendo mi pare di capire che se uno si iscrive all’AIRE e sta in Italia meno di 183 giorni, non deve pagare niente in Italia ma solo nel paese di nuova residenza, qualunque paese sia?! Anche se non ci sono accordi bilaterali tra l’Italia e l’altro paese?
Che confusione con ste tasse!!!!!!

Non é così semplice, dipende da tanti altri fattori.
https://www.fiscomania.com/2016/12/centro-degli-interessi-vitali-residenza/

stefanofiorentini
16th Oct 2018, 20:43
Buonasera a tutti,

Siccome anche io sto valutando un trasferimento all’estero...leggendo mi pare di capire che se uno si iscrive all’AIRE e sta in Italia meno di 183 giorni, non deve pagare niente in Italia ma solo nel paese di nuova residenza, qualunque paese sia?! Anche se non ci sono accordi bilaterali tra l’Italia e l’altro paese?
Che confusione con ste tasse!!!!!!
Se ti iscrivi all'AIRE, stai in Italia meno di 183 giorni, non hai utenze (elettricità, gas) a tuo nome e non movimenti troppo il conto corrente bancario italiano, è molto improbabile che l'Agenzia delle Entrate vada a sostenere che sei comunque residente perchè il centro degli affari e degli interessi è qui, anche se la tua famiglia è rimasta qui; come conseguenza, pagherai le imposte in Italia solo sui redditi prodotti in Italia (immobili qui situati, lavoro alle dipendenze di una ditta italiana ...), a prescindere dall'esistenza di un trattato sulle doppie imposizioni e anche se non sei diventato residente di un altro Paese (per smettere di essere residente ai fini fiscali in Italia non devi necessariamente essere residente da qualche altra parte!)

One thousand
17th Oct 2018, 03:22
ISe ti iscrivi all'AIRE, stai in Italia meno di 183 giorni, non hai utenze (elettricità, gas) a tuo nome e non movimenti troppo il conto corrente bancario italiano, è molto improbabile che l'Agenzia delle Entrate vada a sostenere che sei comunque residente perchè il centro degli affari e degli interessi è qui, anche se la tua famiglia è rimasta qui; come conseguenza, pagherai le imposte in Italia solo sui redditi prodotti in Italia (immobili qui situati, lavoro alle dipendenze di una ditta italiana ...), a prescindere dall'esistenza di un trattato sulle doppie imposizioni e anche se non sei diventato residente di un altro Paese (per smettere di essere residente ai fini fiscali in Italia non devi necessariamente essere residente da qualche altra parte!)Obiettivo del controlloIn sintesi l’Amministrazione finanziaria ha facoltà di porre in essere un azione investigativa finalizzare a ricercare tutti gli elementi concreti di prova, in ordine a:

Legami familiari e affettivi e all’attaccamento all’Italia;
Interessi economici in Italia;
All’interesse a fare rientrare in Italia i proventi conseguiti con attività effettuate all’estero;
All’intenzione di abitare in Italia anche in futuro.

Ad esempio, può fornire prova del “centro degli interessi vitali” in Italia, anche un lungo periodo di soggiorno nel nostro Paese (dimostrato da viaggi aerei di rientro dall’estero), oppure la partecipazione a concerti, sfilate di moda, eventi mondani tenuti in varie città italiane, oppure la frequente apparizione in programmi televisivi nazionali, oltre che ai vari contratti stipulati con case discografiche e compagnie assicurative italiane.

E’ chiaro che una volta individuati questi elementi, gli stessi saranno utilizzati dall’Amministrazione finanziaria al fine di individuare il “centro degli interessi vitali“, del soggetto, per definire il suo luogo di domicilio o residenza.

.... dal link sopra .... improbabile, ma se ad esempio, uno va all’eatero con l’idea di accantonare e poi in futuro far rientrare i capitali in Italia ed abitarci, rischia di perdere tutto ed oltre.

Il Marchese
17th Oct 2018, 08:45
IObiettivo del controlloIn sintesi l’Amministrazione finanziaria ha facoltà di porre in essere un azione investigativa finalizzare a ricercare tutti gli elementi concreti di prova, in ordine a:

Legami familiari e affettivi e all’attaccamento all’Italia;
Interessi economici in Italia;
All’interesse a fare rientrare in Italia i proventi conseguiti con attività effettuate all’estero;
All’intenzione di abitare in Italia anche in futuro.

Ad esempio, può fornire prova del “centro degli interessi vitali” in Italia, anche un lungo periodo di soggiorno nel nostro Paese (dimostrato da viaggi aerei di rientro dall’estero), oppure la partecipazione a concerti, sfilate di moda, eventi mondani tenuti in varie città italiane, oppure la frequente apparizione in programmi televisivi nazionali, oltre che ai vari contratti stipulati con case discografiche e compagnie assicurative italiane.

E’ chiaro che una volta individuati questi elementi, gli stessi saranno utilizzati dall’Amministrazione finanziaria al fine di individuare il “centro degli interessi vitali“, del soggetto, per definire il suo luogo di domicilio o residenza.

.... dal link sopra .... improbabile, ma se ad esempio, uno va all’eatero con l’idea di accantonare e poi in futuro far rientrare i capitali in Italia ed abitarci, rischia di perdere tutto ed oltre.


Se prendessero veramente come riferimento anche i risparmi portati in Italia praticamente nessun lavoratore expat sarebbe esente dalle tasse. Tutti quanti, e non solo italiani, come forma di risparmio e per la mancanza di futura pensione almeno 1 immobile (se non di più) lo comprano con i proventi del lavoro svolto anche in altri continenti.
Mi sembra eccessivo, a questo punto uno dovrebbe come minimo acquisire una cittadinanza estera.

stefanofiorentini
17th Oct 2018, 12:57
IObiettivo del controlloIn sintesi l’Amministrazione finanziaria ha facoltà di porre in essere un azione investigativa finalizzare a ricercare tutti gli elementi concreti di prova, in ordine a:

Legami familiari e affettivi e all’attaccamento all’Italia;
Interessi economici in Italia;
All’interesse a fare rientrare in Italia i proventi conseguiti con attività effettuate all’estero;
All’intenzione di abitare in Italia anche in futuro.

Ad esempio, può fornire prova del “centro degli interessi vitali” in Italia, anche un lungo periodo di soggiorno nel nostro Paese (dimostrato da viaggi aerei di rientro dall’estero), oppure la partecipazione a concerti, sfilate di moda, eventi mondani tenuti in varie città italiane, oppure la frequente apparizione in programmi televisivi nazionali, oltre che ai vari contratti stipulati con case discografiche e compagnie assicurative italiane.

E’ chiaro che una volta individuati questi elementi, gli stessi saranno utilizzati dall’Amministrazione finanziaria al fine di individuare il “centro degli interessi vitali“, del soggetto, per definire il suo luogo di domicilio o residenza.

.... dal link sopra .... improbabile, ma se ad esempio, uno va all’eatero con l’idea di accantonare e poi in futuro far rientrare i capitali in Italia ed abitarci, rischia di perdere tutto ed oltre.
Investigazioni di questo genere sono state effettuate occasionalmente nei confronti di sportivi e lavoratori dello spettacolo, nei confronti dei quali l'effettiva residenza (spesso in paradisi fiscali) era discutibile; peraltro l'onere della prova incombe sull'Amministrazione finanziaria che, non di rado, in contenzioso ha poi perso, o ha accettato transazioni iperconvenienti per il contribuente.
In 30 anni di attività non ho mai visto nè sentito nulla del genere nei confronti di un lavoratore dipendente

One thousand
17th Oct 2018, 17:33
Investigazioni di questo genere sono state effettuate occasionalmente nei confronti di sportivi e lavoratori dello spettacolo, nei confronti dei quali l'effettiva residenza (spesso in paradisi fiscali) era discutibile; peraltro l'onere della prova incombe sull'Amministrazione finanziaria che, non di rado, in contenzioso ha poi perso, o ha accettato transazioni iperconvenienti per il contribuente.
In 30 anni di attività non ho mai visto nè sentito nulla del genere nei confronti di un lavoratore dipendente

Le circolari dell’agenzia delle entrate sono molto chiare . L’iscrizione all’ aire non basta a definire la residenza fiscale.
l’onere della prova viene ribaltato sul contribuente in caso di indizi gravi precisi e concordanti, ( praticamente sempre).

Esempio : Chi mantiene interess vitali o in futuro vuole rientrare e vivere in Italia é a rischio. Che ancora non abbia avuto esperienza di un dipendente attaccato dall’agenzia delle entrate non mi sembra molto influente .

Il Marchese
17th Oct 2018, 18:10
Le circolari dell’agenzia delle entrate sono molto chiare . L’iscrizione all’ aire non basta a definire la residenza fiscale.
l’onere della prova viene ribaltato sul contribuente in caso di indizi gravi precisi e concordanti, ( praticamente sempre).

Esempio : Chi mantiene interess vitali o in futuro vuole rientrare e vivere in Italia é a rischio. Che ancora non abbia avuto esperienza di un dipendente attaccato dall’agenzia delle entrate non mi sembra molto influente .

Sulla base dell’esempio che fai qualsiasi residente estero:
regolarmente iscritto all’AIRE, residente ed operante costantemente fuori dai confini nazionali, senza accredito dello stipendio in Italia, senza famiglia o con la famiglia al seguito all’estero, sarebbe a rischio solo perché pianifica un rientro futuro o decide di investire i suoi risparmi in Italia.
Mi sembra abbastanza inverosimile, mi domando a quali circolari interne fai riferimento e se ci sono sentenze in tal senso.
Che l’iscrizione all’AIRE non voglia dire necessariamente esenzione tributaria sono d’accordo con te, ma il non “mantenere interessi vitali o voglia rientrare a vivere in Italia” vorrebbe dire emigrare a titolo definitivo (e molto probabilmente acquisire una seconda cittadinanza).
Se fosse così non dovremmo nemmeno porci il problema
perché il 99% dei colleghi sarebbe in ogni caso soggetto alla tassazione in Italia.
La mia è solo un’opinione, ma l’assunto mi sembra molto inverosimile ed allarmista.

One thousand
17th Oct 2018, 18:41
Sulla base dell’esempio che fai qualsiasi residente estero:
regolarmente iscritto all’AIRE, residente ed operante costantemente fuori dai confini nazionali, senza accredito dello stipendio in Italia, senza famiglia o con la famiglia al seguito all’estero, sarebbe a rischio solo perché pianifica un rientro futuro o decide di investire i suoi risparmi in Italia.
Mi sembra abbastanza inverosimile, mi domando a quali circolari interne fai riferimento e se ci sono sentenze in tal senso.
Che l’iscrizione all’AIRE non voglia dire necessariamente esenzione tributaria sono d’accordo con te, ma il non “mantenere interessi vitali o voglia rientrare a vivere in Italia” vorrebbe dire emigrare a titolo definitivo (e molto probabilmente acquisire una seconda cittadinanza).
Se fosse così non dovremmo nemmeno porci il problema
perché il 99% dei colleghi sarebbe in ogni caso soggetto alla tassazione in Italia.
La mia è solo un’opinione, ma l’assunto mi sembra molto inverosimile ed allarmista.
Leggendo le circolari chi emigra in maniera definitiva e netta può stare sereno, chi va per accumulare, mantenendo vivi i rapporti in Italia per poi rientrare rischia di buttare nel pattume 10 anni di risparmi oltre alle multe.
Per il Fisco la residenza è una questione di legami FiscoOggi.it (http://www.fiscooggi.it/attualita/articolo/il-fisco-la-residenza-e-una-questione-di-legami)

TheWrightBrother&Son
17th Oct 2018, 19:13
Chi mantiene interess vitali o in futuro vuole rientrare e vivere in Italia é a rischio

Il primo punto verissimo, il secondo invece non sono d'accordo. Iscriversi all'Aire non è facoltativo, è bensí un obbligo (se residenti all'estero e con le condizioni di blablabla). La qual cosa comporta che, una volta iscritto (appunto perché in obbligo di legge), mutando le condizioni ci si possa trovare a doversi, obbligatoriamente, magari cancellare. I miei rapporti con l'Aire (di entrata/uscita) non sono rapporti occasionali e cerco di praticare sempre un rapporto di emigrazione protetto

pippobaudo
18th Oct 2018, 07:13
Permettetemi una domanda “provocazione”: quanto sopra vuol dire che, a meno che nel trattato bilaterale non esista la parola “solamente” come mi pare nel caso del Qatar, lo stato mi OBBLIGA a vendere tutto quello che ho prima di andare all’estero pena il pagamento di tasse su quello che guadagno sempre all’estero? Mi spiego meglio poniamo io vada a lavorare a Singapore e mi trasferisca la in todo (AIRE etc), se ho una casa di proprietà in Italia e non riesco a venderla (vedi mercato immobiliare disastrato) lo stato mi forza comunque a venderla anche sottocosto con una notevole perdita economica sennò appena torno in Italia mi fa pagare le tasse su quello che ho guadagnato in Scoot (per esempio) perché ho comunque una proprietà in Italia ? E poi, come diceva qualcuno, che autorità ha lo stato di stabilire il mio centro di interessi? Potrei avere si la famiglia in Italia ma essere, ad esempio, gay con l’amore della mia vita che abita con me ad Ho Chi Min City e per questioni culturali, di convenzioni od altro non poter divorziare. Non sarei comunque sorpreso viste le leggi italiane.....

Il Marchese
18th Oct 2018, 07:18
Leggendo le circolari chi emigra in maniera definitiva e netta può stare sereno, chi va per accumulare, mantenendo vivi i rapporti in Italia per poi rientrare rischia di buttare nel pattume 10 anni di risparmi oltre alle multe.
Per il Fisco la residenza è una questione di legami FiscoOggi.it (http://www.fiscooggi.it/attualita/articolo/il-fisco-la-residenza-e-una-questione-di-legami)



mi permetto di dire che l’articolo che hai citato riporta cose già note, l’ho letto velocemente ma non ho visto scritto da nessuna parte un richiamo che riguarda chi “pianifica” il rientro o chi rientra, ne’ riguardo un rientro dei risparmi in Italia dopo un tot di anni.

Quello che sostanzialmente interessa è che il fisco non possa mettere le mani su risparmi di anni di lavoro all’estero nei quali il lavoratore si è trasferito completamente (ma non a titolo definitivo perché magari un giorno rientrerà).

Un lavoratore iscritto all’AIRE che opera e vive costantemente all’estero ha come unico tallone di Achille l’eventuale la presenza della famiglia in Italia. Questo è l’unico modo che il fisco ha per poter contestare il cosiddetto centro degli interessi “affettivi”.
Lo spostamento saltuario dei propri risparmi sul conto corrente italiano è ben diverso secondo me dall’accredito costante e regolare dello stipendio. Come il possesso di immobili affittati a terzi dimostra che non esiste domicilio/dimora stabile in Italia del lavoratore.

Chiaramente il fisco ha sempre facoltà di provarci, le norme vengono spesso interpretate in maniera soggettiva e discrezionale, ma le possibilità di riuscire a riportare a tassazione tali redditi mi sembra molto improbabile nella realtà, per questo mi chiedevo casi reali al di fuori da sportivi e persone dello spettacolo dove la residenza estera era chiaramente fittizia (e totalmente diversa dai nostri casi).

Comunque il limite è di 5 anni, subentra prima la prescrizione se non ricordo male

HF13
18th Oct 2018, 07:33
Può spiegarsi meglio? Mi trovo nello stesso caso e l’ADE mi chiede di pagare in Italia la “differenza” delle tasse che ho già pagato regolarmente in Francia, perché nella convenzione tra francia e Italia non è presente la parola “esclusivamente”. Non capisco il motivo di una legge contro la doppia tassazione se si cerca di aggirarla, fra l’altro in maniera così ridicola. E si parla di una differenza di più del 20% di tasse da pagare.

Bartsimpson, scusa se mi impiccio, ma se sei navigante e se sei stato già tassato in Francia possibile che applicando le tabelle convenzionali arrivi ad un altro 20% di trattenuta in Italia? Mi sembra tanto, magari mi sbaglio.

Ciao

One thousand
18th Oct 2018, 12:37
mi permetto di dire che l’articolo che hai citato riporta cose già note, l’ho letto velocemente ma non ho visto scritto da nessuna parte un richiamo che riguarda chi “pianifica” il rientro o chi rientra, ne’ riguardo un rientro dei risparmi in Italia dopo un tot di anni.

Quello che sostanzialmente interessa è che il fisco non possa mettere le mani su risparmi di anni di lavoro all’estero nei quali il lavoratore si è trasferito completamente (ma non a titolo definitivo perché magari un giorno rientrerà).

Un lavoratore iscritto all’AIRE che opera e vive costantemente all’estero ha come unico tallone di Achille l’eventuale la presenza della famiglia in Italia. Questo è l’unico modo che il fisco ha per poter contestare il cosiddetto centro degli interessi “affettivi”.
Lo spostamento saltuario dei propri risparmi sul conto corrente italiano è ben diverso secondo me dall’accredito costante e regolare dello stipendio. Come il possesso di immobili affittati a terzi dimostra che non esiste domicilio/dimora stabile in Italia del lavoratore.

Chiaramente il fisco ha sempre facoltà di provarci, le norme vengono spesso interpretate in maniera soggettiva e discrezionale, ma le possibilità di riuscire a riportare a tassazione tali redditi mi sembra molto improbabile nella realtà, per questo mi chiedevo casi reali al di fuori da sportivi e persone dello spettacolo dove la residenza estera era chiaramente fittizia (e totalmente diversa dai nostri casi).

Comunque il limite è di 5 anni, subentra prima la prescrizione se non ricordo male


Il limite é 5 anni salvo il caso di omessa dichiarazione che prevede 7 anni.
il fisco a volte ci prova anche sperando di arrivare in cassazione per poter far legge, ma nel frattempo uno é già rovinato da un bel pezzo.
come puoi leggere dalle sentenze e dalle circolari la presenza della famiglia é uno degli elementi di valutazione, ma non l’unico, per stabilire il centro di interessi e quindi la residenza fiscale,
il caso di Valentino Rossi é un esempio, viveva a Londra ( poco perché sempre in giro per il mondo ) ma sono riusciti ad imputargli ugualmente la residenza fiscale in Italia. ( in Italia aveva solo amici e genitori )
l’unica certezza é che molti commercialisti e avvocati non hanno contatto diretto con la realtà degli accertamenti e quindi danno consigli teorici ad cazzum.
la pratica é che basta un avviso di accertamento per far scattare le multe, i giudici tributari specie nei primi gradi sono spesso poco competenti, a volte nemmeno laureati in economia e commercio e comunque sempre interni all’agenzia delle entrate .
(cane non mangia cane si dice.)

rigurado al rientro in Italia é scritto che é uno degli elementi di prova del tuo interesse vitale verso il bel paese:Obiettivo del controlloIn sintesi l’Amministrazione finanziaria ha facoltà di porre in essere un azione investigativa finalizzare a ricercare tutti gli elementi concreti di prova, in ordine a:

Legami familiari e affettivi e all’attaccamento all’Italia;
Interessi economici in Italia;
All’interesse a fare rientrare in Italia i proventi conseguiti con attività effettuate all’estero;
All’intenzione di abitare in Italia anche in futuro.

flydive1
18th Oct 2018, 12:57
E poi c'era chi mi contestava il fatto che non volessi aver a che fare con l'agenzia delle entrate Italiana.

Addirittura lo stesso mi ha accusato pubblicamente su questo forum di essere un evasore.

Il tutto senza darmi un solo motivo, uno, per cui avrei dovuto pagare le tasse in Italia:rolleyes:

TheWrightBrother&Son
18th Oct 2018, 14:01
Obiettivo del controllo

In sintesi l’Amministrazione finanziaria ha facoltà di porre in essere un azione investigativa finalizzare a ricercare tutti gli elementi concreti di prova, in ordine a:

Legami familiari e affettivi e all’attaccamento all’Italia;
Interessi economici in Italia;
All’interesse a fare rientrare in Italia i proventi conseguiti con attività effettuate all’estero;
All’intenzione di abitare in Italia anche in futuro.


Fonte, please.
Sappiamo tutti che è l'Agenzia delle entrate è probabilmente un castello oscuro in cima ad un monte circondato da lampi e malvagità (io almeno me la immagino così), peró è anche vero che a me hanno già fatto negli anni due accertamenti, e in ambo mi hanno detto che si erano sbagliati loro dopo aver dato i documenti che mi chiedevano, quindi qualcosa dovrà pure funzionare a buon senso pure laggiú. Io rimango del parere che non possa essere così come dici, questo per come ho già spiegato in cima. Una delle poche cose chiare scritte nero su bianco è che se ci si trasferisce all'estero per più di un anno devi iscriverti. Il che significa che se hai un contratto di 5 anni devi farlo. Se vai in Cina 5 anni, contratto da non commuter, ti iscrivi all'Aire per forza. Dopo 5 anni, a contratto scaduto, con diciamo in tasca qualche moneta in più di pochi euro, torni. Eccoci quindi nella situazione da te presentata, che però non può essere soggetta ad alcunché, semplicemente perché non avevi alternative. Il discorso esula ovviamente da famiglie rimaste in italia (caso a parte e delicato), case di proprietà, macchine, elicotteri, panfili, etc per cui continua l'obbligo di dichiarare. Se poi mi si dice che l'Agenzia delle Entrate riesce a provare, anche se vivevi in Jinchang e tutto sommato ti eri abituato a mangiare cane fritto randagio (ve lo consiglio), che il tuo centro di interesse è in Italia perché avevi una pianta di basilico che è ancora viva e a cui tenevi molto, e che quindi questo fantomatico centro interessi non può che essere stato vicino a lei, così verde e profumata, per tutto questo tempo, beh tutto è possibile, ma io sono propenso a ragionare per probabilità. E la probabilità mi sembra bassa. Ciao

Il Marchese
18th Oct 2018, 14:04
Il limite é 5 anni salvo il caso di omessa dichiarazione che prevede 7 anni.
il fisco a volte ci prova anche sperando di arrivare in cassazione per poter far legge, ma nel frattempo uno é già rovinato da un bel pezzo.
come puoi leggere dalle sentenze e dalle circolari la presenza della famiglia é uno degli elementi di valutazione, ma non l’unico, per stabilire il centro di interessi e quindi la residenza fiscale,
il caso di Valentino Rossi é un esempio, viveva a Londra ( poco perché sempre in giro per il mondo ) ma sono riusciti ad imputargli ugualmente la residenza fiscale in Italia. ( in Italia aveva solo amici e genitori )
l’unica certezza é che molti commercialisti e avvocati non hanno contatto diretto con la realtà degli accertamenti e quindi danno consigli teorici ad cazzum.
la pratica é che basta un avviso di accertamento per far scattare le multe, i giudici tributari specie nei primi gradi sono spesso poco competenti, a volte nemmeno laureati in economia e commercio e comunque sempre interni all’agenzia delle entrate .
(cane non mangia cane si dice.)

rigurado al rientro in Italia é scritto che é uno degli elementi di prova del tuo interesse vitale verso il bel paese:Obiettivo del controlloIn sintesi l’Amministrazione finanziaria ha facoltà di porre in essere un azione investigativa finalizzare a ricercare tutti gli elementi concreti di prova, in ordine a:

Legami familiari e affettivi e all’attaccamento all’Italia;
Interessi economici in Italia;
All’interesse a fare rientrare in Italia i proventi conseguiti con attività effettuate all’estero;
All’intenzione di abitare in Italia anche in futuro.



Se anche vincessero in Cassazione non sarebbe comunque legge ma un mero indirizzo non necessariamente vincolante, così è nel nostro sistema giuridico da quel che mi ricordo dai miei (lontani) studi.
Anche l’esempio di Valentino Rossi non è molto calzante perché molto lontano dalla realtà di un eventuale pilota che all’estero ci vive e ci lavora sul serio.
Comunque non voglio entrare in polemica, soprattutto su una materia che dovrei riprendere ed approfondire, come ho detto mi piacerebbe solo avere riferimenti su casi concreti relativi al punto “intenzione di abitare in Italia anche in futuro”.
Esiste qualche sentenza reale che solo in ragione di questo concetto ha comportato sanzioni a titolo definitivo? Hai qualche riferimento in tal senso?
Personalmente sono abbastanza scettico (ma pronto a ricredermi in caso) e per di più, aldilà di interpretazioni “acrobatiche” di alcuni funzionari delle ADE, lo scopo initiale del legislatore non era sicuramente quello di affrancare dall’imposizione fiscale solo i soggetti che abbandonano l’Italia per sempre, e questo mi sembra abbastanza ovvio.

One thousand
18th Oct 2018, 16:18
Fonte, please.
Sappiamo tutti che è l'Agenzia delle entrate è probabilmente un castello oscuro in cima ad un monte circondato da lampi e malvagità (io almeno me la immagino così), peró è anche vero che a me hanno già fatto negli anni due accertamenti, e in ambo mi hanno detto che si erano sbagliati loro dopo aver dato i documenti che mi chiedevano, quindi qualcosa dovrà pure funzionare a buon senso pure laggiú. Io rimango del parere che non possa essere così come dici, questo per come ho già spiegato in cima. Una delle poche cose chiare scritte nero su bianco è che se ci si trasferisce all'estero per più di un anno devi iscriverti. Il che significa che se hai un contratto di 5 anni devi farlo. Se vai in Cina 5 anni, contratto da non commuter, ti iscrivi all'Aire per forza. Dopo 5 anni, a contratto scaduto, con diciamo in tasca qualche moneta in più di pochi euro, torni. Eccoci quindi nella situazione da te presentata, che però non può essere soggetta ad alcunché, semplicemente perché non avevi alternative. Il discorso esula ovviamente da famiglie rimaste in italia (caso a parte e delicato), case di proprietà, macchine, elicotteri, panfili, etc per cui continua l'obbligo di dichiarare. Se poi mi si dice che l'Agenzia delle Entrate riesce a provare, anche se vivevi in Jinchang e tutto sommato ti eri abituato a mangiare cane fritto randagio (ve lo consiglio), che il tuo centro di interesse è in Italia perché avevi una pianta di basilico che è ancora viva e a cui tenevi molto, e che quindi questo fantomatico centro interessi non può che essere stato vicino a lei, così verde e profumata, per tutto questo tempo, beh tutto è possibile, ma io sono propenso a ragionare per probabilità. E la probabilità mi sembra bassa. Ciao

fonte circolari 304/e/97 e 104/e/99

One thousand
18th Oct 2018, 16:19
Se anche vincessero in Cassazione non sarebbe comunque legge ma un mero indirizzo non necessariamente vincolante, così è nel nostro sistema giuridico da quel che mi ricordo dai miei (lontani) studi.
Anche l’esempio di Valentino Rossi non è molto calzante perché molto lontano dalla realtà di un eventuale pilota che all’estero ci vive e ci lavora sul serio.
Comunque non voglio entrare in polemica, soprattutto su una materia che dovrei riprendere ed approfondire, come ho detto mi piacerebbe solo avere riferimenti su casi concreti relativi al punto “intenzione di abitare in Italia anche in futuro”.
Esiste qualche sentenza reale che solo in ragione di questo concetto ha comportato sanzioni a titolo definitivo? Hai qualche riferimento in tal senso?
Personalmente sono abbastanza scettico (ma pronto a ricredermi in caso) e per di più, aldilà di interpretazioni “acrobatiche” di alcuni funzionari delle ADE, lo scopo initiale del legislatore non era sicuramente quello di affrancare dall’imposizione fiscale solo i soggetti che abbandonano l’Italia per sempre, e questo mi sembra abbastanza ovvio.



Valentino Rossi viveva sul serio a Londra. L’esempio è più che calzante proprio per quello.

I riferimenti sono nelle circolari che ho già citato.
le circolari sono le linea guida che usano in caso di verifica. Un po’ come i nostri fci.
Ammesso e non concesso che non ci siano già contenzioni in corso in merito, non vorrei essere certo io eventualmente il primo.
Ritengo che chi si trasferisca definitivamente, tagliando i ponti con tutto e tutti possa stare sereno, chi andasse, con l’intenzione di accumulare e di tornare dopo qualche anno, può avere grossi problemi, specie se ricade nei requisiti che usano per definire la residenza fiscale. E uno di questi, é scritto chiaramente, che è l’intenzione di voler rientrare.

Il Marchese
18th Oct 2018, 23:30
Valentino Rossi viveva sul serio a Londra. L’esempio è più che calzante proprio per quello.

I riferimenti sono nelle circolari che ho già citato.
le circolari sono le linea guida che usano in caso di verifica. Un po’ come i nostri fci.
Ammesso e non concesso che non ci siano già contenzioni in corso in merito, non vorrei essere certo io eventualmente il primo.
Ritengo che chi si trasferisca definitivamente, tagliando i ponti con tutto e tutti possa stare sereno, chi andasse, con l’intenzione di accumulare e di tornare dopo qualche anno, può avere grossi problemi, specie se ricade nei requisiti che usano per definire la residenza fiscale. E uno di questi, é scritto chiaramente, che è l’intenzione di voler rientrare.

Sarei curioso di sapere come possano evincere il “requisito del voler rientrare” se questo è spesso un punto interrogativo per lo stesso residente estero.
Comunque, aldilà di tutto, continuo a ritenere il caso di Valentino Rossi un qualcosa di lontano dalla nostra realtà. Aldilà delle cifre in questione, che non sono certo irrilevanti visto che l’amministrazione preferisce utilizzare le proprie limitate risorse per pescare il “pesce grande”, per quello che so io la residenza in Inghilterra di Valentino era fittizia, mi sembra di ricordare che l’ADE abbia utilizzato come prove fotografie che lo ritraevano in Italia per lunghi periodi. Inoltre il tutto era architettato in modo molto complesso con società più o meno reali che erano state create ad hoc per lo scopo.

le circolari a cui fai riferimento, che comunque hanno 20 anni, chi le ha emesse esattamente?
conosco diversi piloti che lavorano/hanno lavorato all’estero ed iscritti all’AIRE ma non ho ancora sentito di contestazioni da parte dell’ADE. Magari qualcuno potrà aggiungere testimonianza in tal senso.

One thousand
19th Oct 2018, 05:52
Sarei curioso di sapere come possano evincere il “requisito del voler rientrare” se questo è spesso un punto interrogativo per lo stesso residente estero.
Comunque, aldilà di tutto, continuo a ritenere il caso di Valentino Rossi un qualcosa di lontano dalla nostra realtà. Aldilà delle cifre in questione, che non sono certo irrilevanti visto che l’amministrazione preferisce utilizzare le proprie limitate risorse per pescare il “pesce grande”, per quello che so io la residenza in Inghilterra di Valentino era fittizia, mi sembra di ricordare che l’ADE abbia utilizzato come prove fotografie che lo ritraevano in Italia per lunghi periodi. Inoltre il tutto era architettato in modo molto complesso con società più o meno reali che erano state create ad hoc per lo scopo.

le circolari a cui fai riferimento, che comunque hanno 20 anni, chi le ha emesse esattamente?
conosco diversi piloti che lavorano/hanno lavorato all’estero ed iscritti all’AIRE ma non ho ancora sentito di contestazioni da parte dell’ADE. Magari qualcuno potrà aggiungere testimonianza in tal senso.

Le circolari le emette l’agenzia delle entrate e sono le linee guida in caso di verifica.
la storiella che hanno racconatato su Valentino è appunto frutto di queste circolari. Hanno dimostrato, tramite indizi, non che viveva in Italia, in quanto la sua residenza era Londra, ma che aveva il centro degli interessi Vitali ovvero solidi legami sociali e familiari ( amici, parenti e una casa a disposizione ) qui. Da lì gli hanno attribuito la residenza fiscale. Il discorso delle società complesse diventa soggettivo perché magari chi ha verificato non ci arrivava a capire le motivazione , come spesso accade.
il fatto che abbia deciso di arrivare ad un accordo con il fisco non significa per nulla che fosse colpevole.
Praticamente lo hanno fotografato nei brevi e saltuari periodi in cui tornava a salutare amici e famiglia.

Il Marchese
19th Oct 2018, 07:16
Le circolari le emette l’agenzia delle entrate e sono le linee guida in caso di verifica.
la storiella che hanno racconatato su Valentino è appunto frutto di queste circolari. Hanno dimostrato, tramite indizi, non che viveva in Italia, in quanto la sua residenza era Londra, ma che aveva il centro degli interessi Vitali ovvero solidi legami sociali e familiari ( amici, parenti e una casa a disposizione ) qui. Da lì gli hanno attribuito la residenza fiscale. Il discorso delle società complesse diventa soggettivo perché magari chi ha verificato non ci arrivava a capire le motivazione , come spesso accade.
il fatto che abbia deciso di arrivare ad un accordo con il fisco non significa per nulla che fosse colpevole.
Praticamente lo hanno fotografato nei brevi e saltuari periodi in cui tornava a salutare amici e famiglia.

Per fortuna le loro circolari sono solo circolari strumentali ad uso interno, ma il riferimento normativo rimane il TUIR e l’interpretazione è fatta dalle commissioni e non dall’ADE (anche in funzione della volontà del legislatore che è sicuramente un’altra).
Rimango del pensiero che per Rossi il caso è molto diverso, in ogni caso nel mio piccolo e in base alla mia esperienza nessun expat di mia conoscenza ha mai avuto nemmeno una contestazione, e questo mi fa pensare che se uno si attiene alle regole basilari richiamate sopra, per l’ADE diventa anti economico spendere risorse e mezzi per casi che verranno poi probabilmente persi in giudizio.
Sono sempre alla ricerca di casi concreti riguardanti piloti trasferiti (AIRE, famiglia, ecc.). Se qualcuno avesse conoscenza in tal senso...

-HOOT-
19th Oct 2018, 19:35
Le circolari le emette l’agenzia delle entrate e sono le linee guida in caso di verifica.
la storiella che hanno racconatato su Valentino è appunto frutto di queste circolari. Hanno dimostrato, tramite indizi, non che viveva in Italia, in quanto la sua residenza era Londra, ma che aveva il centro degli interessi Vitali ovvero solidi legami sociali e familiari ( amici, parenti e una casa a disposizione ) qui. Da lì gli hanno attribuito la residenza fiscale. Il discorso delle società complesse diventa soggettivo perché magari chi ha verificato non ci arrivava a capire le motivazione , come spesso accade.
il fatto che abbia deciso di arrivare ad un accordo con il fisco non significa per nulla che fosse colpevole.
Praticamente lo hanno fotografato nei brevi e saltuari periodi in cui tornava a salutare amici e famiglia.

Ma cosa ne sai te che venisse in Italia solo per brevi e saltuari periodi?

One thousand
20th Oct 2018, 02:59
Ma cosa ne sai te che venisse in Italia solo per brevi e saltuari periodi?

Valentino rossi fa pace con il fisco | America Oggi (http://www.americaoggi.info/2008/02/13/3403-valentino-rossi-fa-pace-con-il-fisco)

Ti rispondo nonostante la cafonaggine. Mi baso sulle sue dichiarazioni, essendo molto visibile come personaggio, difficilmente sono balle. Comunque è ininfluente, il requisito sono 183 giorni.

TheWrightBrother&Son
20th Oct 2018, 08:39
Grazie del riferimento 1000, che dire, un punto, come tu dici, è scritto in maniera inquietante, ma la tua mi sembra una visione abbastanza pessimista, dove il contribuente pilota che va a lavorare all'estero è incastrato senza via d'uscita fiscale, spero invece che l'intento del sistema non sia questo, e che, come io ancora credo, abbia una sua logica. Anche perché a leggere le circolari, il punto principe è la lotta all'evasione, e noi non stiamo parlando di questo, bensì di normale migrazione di residenza fiscale in paesi non sospetti, dove i soldi invece di darli al fisco di A li dai a quello B, euro più euro meno. Ciao

One thousand
20th Oct 2018, 11:35
Grazie del riferimento 1000, che dire, un punto, come tu dici, è scritto in maniera inquietante, ma la tua mi sembra una visione abbastanza pessimista, dove il contribuente pilota che va a lavorare all'estero è incastrato senza via d'uscita fiscale, spero invece che l'intento del sistema non sia questo, e che, come io ancora credo, abbia una sua logica. Anche perché a leggere le circolari, il punto principe è la lotta all'evasione, e noi non stiamo parlando di questo, bensì di normale migrazione di residenza fiscale in paesi non sospetti, dove i soldi invece di darli al fisco di A li dai a quello B, euro più euro meno. Ciao




Infatti uno dei problemi è che in caso di omessa dichiarazione, non vengono riconosciute in detrazione le tasse pagate nel paese B. Per sicurezza nei periodi in cui ho lavorato all’estero ho effettuato la dichiarazione in Italia a saldo 0 ( perché le tasse all’estero erano superiori )per evitare questa trappola.

Personalmente stavo valutando in futuro di andare in Cina, ma la mia intenzione era di fare 5 anni e rientrare. Nel caso si dovessero pagare le tasse anche in Italia la faccenda sarebbe parecchio meno appetibile .

Nè voglio andare con il rischio che al ritorno non possa trasferire e usare serenamente il denaro .

Inizire a 60 anni un contenzioso fiscale che ne dura 15 non mi sembra molto furbo.

E temo che abbiano la ferrea intenzione di far pagare le tasse a chi si assenta trasferendosi solo per un determinato periodo con l’intenzione di rientrare ...

Il Marchese
20th Oct 2018, 12:01
Grazie del riferimento 1000, che dire, un punto, come tu dici, è scritto in maniera inquietante, ma la tua mi sembra una visione abbastanza pessimista, dove il contribuente pilota che va a lavorare all'estero è incastrato senza via d'uscita fiscale, spero invece che l'intento del sistema non sia questo, e che, come io ancora credo, abbia una sua logica. Anche perché a leggere le circolari, il punto principe è la lotta all'evasione, e noi non stiamo parlando di questo, bensì di normale migrazione di residenza fiscale in paesi non sospetti, dove i soldi invece di darli al fisco di A li dai a quello B, euro più euro meno. Ciao


L’intento del legislatore infatti non è questo, le circolari interne non hanno alcun valore giuridico, sono solo delle istruzioni che ogni singola amministrazione a livello centrale dirama agli organi periferici.
1000 ci ha dato ottimi spunti ma anche io credo che alcuni criteri enunciati possano essere usati solo a corredo di una attività investigativa che va a dimostrare ben altre situazioni fittizie ed artificiali, da soli porterebbero ad un nulla in commissione tributaria.
So per esperienza diretta come funziona il meccanismo per la scelta degli obiettivi annuali. In GdF non si poteva chiudere l’anno senza aver raggiunto gli obiettivi minimi, pena essere ripresi dal Comando superiore. Quindi si iniziava dalle cose semplici per fare numero, per poi passare alle verifiche/controlli di qualità che però assorbono tempo e personale. Siccome le risorse sono molto limitate, a meno che uno non si comporti in modo scriteriato, difficilmente verranno sprecate per riportare a tassazione (con un alto grado di incertezza sull’esito) somme di modesta entità.

Sono decisamente d’accordo con l’Avv. Fiorentini, ma trovo comunque molto interessanti i post di 1000.

One thousand
20th Oct 2018, 12:39
Io non prenderei così alla leggere le linee guida che gli ispettori sono tenuti a seguire in caso di verifica, sperando poi che un giudice ultra settantenne ragioniere interno all’agenza, dopo di norma 4-5 anni , ma anche 10-12 anni mi tolga la multa.
peraltro oggi gli strumenti a disposizione sono molto potenti ( accesso ai conti, ecc ) quindi mi muoverei verso l’estero solo se la situazione fosse definibile in maniera chiara.
Purtroppo più verbalizzano e più guadagnano. É uno squallore, ma è così. Quindi a volte lavorano per incastrare e non per combattere l’evasione.
lettura interessante in merito:
https://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11663042/Agenzia-delle-Entrate--bonus-agli.html

Il Marchese
20th Oct 2018, 14:38
Io non prenderei così alla leggere le linee guida che gli ispettori sono tenuti a seguire in caso di verifica, sperando poi che un giudice ultra settantenne ragioniere interno all’agenza, dopo di norma 4-5 anni , ma anche 10-12 anni mi tolga la multa.
peraltro oggi gli strumenti a disposizione sono molto potenti ( accesso ai conti, ecc ) quindi mi muoverei verso l’estero solo se la situazione fosse definibile in maniera chiara.
Purtroppo più verbalizzano e più guadagnano. É uno squallore, ma è così. Quindi a volte lavorano per incastrare e non per combattere l’evasione.
lettura interessante in merito:
https://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11663042/Agenzia-delle-Entrate--bonus-agli.html


1000 nessuno la prende alla leggera, semplicemente le circolari sono istruzioni specifiche per la loro attività, ne più ne meno.
Uno viene sanzionato in base al Codice, non in base alle circolari.
Quello che interessa è quello che dispone il legislatore, il TUIR, e la pratica giurisprudenziale che è quella che indirizza le commissioni (ma non le vincola).

Per questo dico che sarabbe utile aver contezza di sentenze reali in tal senso, e non del caso Valentino Rossi che per quanto mi riguarda è ben altra cosa.

Ripeto, conosco diversi expats e nessuno ha avuto problemi, se sei a conoscenza di sentenze in senso opposto che riguardino piloti iscritti all’AIRE se puoi scrivi qualche dettaglio, altrimenti rimaniamo su posizioni personali che servono a poco.

One thousand
20th Oct 2018, 15:04
1000 nessuno la prende alla leggera, semplicemente le circolari sono istruzioni specifiche per la loro attività, ne più ne meno.
Uno viene sanzionato in base al Codice, non in base alle circolari.
Quello che interessa è quello che dispone il legislatore, il TUIR, e la pratica giurisprudenziale che è quella che indirizza le commissioni (ma non le vincola).

Per questo dico che sarabbe utile aver contezza di sentenze reali in tal senso, e non del caso Valentino Rossi che per quanto mi riguarda è ben altra cosa.

Ripeto, conosco diversi expats e nessuno ha avuto problemi, se sei a conoscenza di sentenze in senso opposto che riguardino piloti iscritti all’AIRE se puoi scrivi qualche dettaglio, altrimenti rimaniamo su posizioni personali che servono a poco.




Vincolando tramite istruzioni da tenere in caso di verifica il dipendente dll’agenzia delle entrate, diventa molto influente una circolare, nei confronti del contribuente. Nel senso l’agenzia interpreta le norme e impone ai suoi dipendenti di elevare contravvenzioni attenendosi alle circolari che quindi hanno molto peso.
Purtroppo spesso non seguono le leggi, ma le interpretano a loro favore e vantaggio!
ingiusto ? Come dici tu lo decide un giudice che non é vincolato né dalle circolari né tantomeno dalle precedenti sentenze di cassazione che su uno stesso argomento cambiano direzione in base al vento, specie in ambito tributario e che quindi lascerebbero il tempo che trovano, non servirebbero a farmi sentire più sereno.

Del resto le suddette circolari non sono altro che una interpretazione del tuir e del codice civile in cui si parla espressamente di volontà di rimanere permanentemente in un determinato luogo per individuare la residenza fiscale.

non vedo nelle circolari difformità dal tuir o dal codice civile
https://www.fisco7.it/2012/11/il-concetto-di-residenza-fiscale/

Il Marchese
20th Oct 2018, 15:33
Vincolando tramite istruzioni da tenere in caso di verifica il dipendente dll’agenzia delle entrate, diventa molto influente una circolare, nei confronti del contribuente. Nel senso l’agenzia interpreta le norme e impone ai suoi dipendenti di elevare contravvenzioni attenendosi alle circolari che quindi hanno molto peso.
Purtroppo spesso non seguono le leggi, ma le interpretano a loro favore e vantaggio!
ingiusto ? Come dici tu lo decide un giudice che non é vincolato né dalle circolari né tantomeno dalle precedenti sentenze di cassazione che su uno stesso argomento cambiano direzione in base al vento, specie in ambito tributario e che quindi lascerebbero il tempo che trovano, non servirebbero a farmi sentire più sereno.

Del resto le suddette circolari non sono altro che una interpretazione del tuir e del codice civile in cui si parla espressamente di volontà di rimanere permanentemente in un determinato luogo per individuare la residenza fiscale.

non vedo nelle circolari difformità dal tuir o dal codice civile
https://www.fisco7.it/2012/11/il-concetto-di-residenza-fiscale/


Non sono d’accordo con te su molti punti ma non mi interessa nemmeno discuterne ulteriormente. Ben venga qualche sentenza/caso reale di colleghi piloti, altrimenti non vedo l’utilità di continuare a scrivere.

One thousand
20th Oct 2018, 16:18
Concordo! anche perché io sto argomentando e dunque quello che dico non é che sia proprio un mio parere ne una mia interpretazione.
Dalla tua parte non noto altrettanta sostanza alle affermazioni. Ben vengano dunque altre informazioni/sentenze/casi reali se argomentate.
Specie sarei interessato se esiste un limite di tempo per il quale non vale più il discorso della volontà di tornare indietro dopo un espatrio per individuare la residenza fiscale grazie

Il Marchese
20th Oct 2018, 17:44
Concordo! anche perché io sto argomentando e dunque quello che dico non é che sia proprio un mio parere ne una mia interpretazione.
Dalla tua parte non noto altrettanta sostanza alle affermazioni. Ben vengano dunque altre informazioni/sentenze/casi reali se argomentate.
Specie sarei interessato se esiste un limite di tempo per il quale non vale più il discorso della volontà di tornare indietro dopo un espatrio per individuare la residenza fiscale grazie

Mi fa piacere che tu lo possa pensare, stasera andrai a dormire soddisfatto allora :)

One thousand
20th Oct 2018, 19:39
Concordo! anche perché io sto argomentando e dunque quello che dico non é che sia proprio un mio parere ne una mia interpretazione.
Dalla tua parte non noto altrettanta sostanza alle affermazioni. Ben vengano dunque altre informazioni/sentenze/casi reali se argomentate.
Specie sarei interessato se esiste un limite di tempo per il quale non vale più il discorso della volontà di tornare indietro dopo un espatrio per individuare la residenza fiscale grazie
grazie buonanotte anche a te e buono scudo !

joe falchetto 64
22nd Oct 2018, 14:32
Dai non vi accalorate troppo. Mi permetto di dare una chiave di lettura circa la frase “intenzione di tornare a dimorare in Italia”,
Ogni anno di imposta è a se stante, e quella frase dovrebbe riguardare le azioni che possono far pensare alla intenzione di rientrare in Patria commesse nel singolo anno di imposta mentre si è iscritto AIRE; ciò però non vuol dire che esista una tassazione particolare al momento dell’effettivo rientro in Italia.
Se fossi residente AIRE nell’anno di imposta 2018 e contemporaneamente facessi un piano casa (qualora fosse possibile), comprassi nuovi mobili , e così via, e’ ovvio che per l’anno di imposta 2018 darei abbastanza sospetti che la mia residenza all’estero possa essere uno schermo e basta. Ovviamente tutto ciò andrebbe corroborato da tutti gli altri elementi.
Ciao.
Joe

Il Marchese
22nd Oct 2018, 18:33
Dai non vi accalorate troppo. Mi permetto di dare una chiave di lettura circa la frase “intenzione di tornare a dimorare in Italia”,
Ogni anno di imposta è a se stante, e quella frase dovrebbe riguardare le azioni che possono far pensare alla intenzione di rientrare in Patria commesse nel singolo anno di imposta mentre si è iscritto AIRE; ciò però non vuol dire che esista una tassazione particolare al momento dell’effettivo rientro in Italia.
Se fossi residente AIRE nell’anno di imposta 2018 e contemporaneamente facessi un piano casa (qualora fosse possibile), comprassi nuovi mobili , e così via, e’ ovvio che per l’anno di imposta 2018 darei abbastanza sospetti che la mia residenza all’estero possa essere uno schermo e basta. Ovviamente tutto ciò andrebbe corroborato da tutti gli altri elementi.
Ciao.
Joe

Sono assolutamente d’accordo con te