PPRuNe Forums - View Single Post - Alitalia - il futuro della Compagnia
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Old 9th Nov 2017, 11:33
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EI-PAUL
 
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Originally Posted by themib
Scusate, io non son un esperto di management nè un dipendente Alitalia, pur bazzicando "lateralmente" l'ambiente da qualche decennio, quindi potrei scrivere qualche caprata, però, secondo me, i problemi dell'Alitalia sono cominciati ben prima, nella seconda metà del 20mo secolo, quando davvero c'erano stipendi d'oro, o quando piloti e assistenti di volo, invece di venire ospitati negli alberghetti di fianco agli aeroporti, venivano ospitati in grandi alberghi a quattro stelle distanti trenta chilometri (posso fare nomi e dare date e luoghi, volendo). Certo non credo sia colpa del personale ma della dirigenza, che spendeva troppo nel personale, appunto, o che prediligeva le rotte internazionali, trascurando quelle interne (tanto ferrovie e Alitalia eran tutte statali e le rotte interne le facevano i treni, perchè farsi concorrenza?).
Nel corso degli anni, poi, la Alitalia ha comprato tutte le piccole compagnie aeree interne, la Aermediterranea, la Aliserda, la Meridiana, la Itavia, eccetera, per per poi farle sparire, insieme con le loro rotte.
Oggi la Alitalia fa rotte interne, certo, ma così costose da risultare improponibili (io spesi nel 2008 250 euro per fare LIRF-òLIPY su un ATR !!)
Altre compagnie aeree, ad esempio, come KLM, British Airways, British Caledonian, Pan Am, Greenlandair, hanno puntato anche sull'ala rotante, con collegamenti costanti verso le loro isole (e anche l'0Italia ha numerosissime isole che meriterebbero tali collegamenti, così come faceva un tempo la Elivie), cosa che l'Alitala non ha mai voluto prendere in considerazione.

Forse, se in passato l'Alitalia non avesse trattato i suoi dipendenti come dei miliardari e avesse investito di piu nei collegamenti interni, soprattutto a basso costo, oggi non si troverebbe alla canna del gas.
Inoltre, la dirigenza Alitalia dovrebbe farsi un bagno di umiltà e, davanti a un serio compratore con ottime referenze, seppur straniero, dovrebbe vendere a lasciar che qualcun'altro la riporti in vita.
Anche se non sarà piu di proprietà italiana (chi causa il suo mal, pianga sè stesso) forse ll'importante è che gli aerei marchiati Alitalia (e non CAI, oribile scelta di markewting!) tornino a solcare i cieli come ai gloriosi tempi dei 747.

O forse mi sbaglio
Il problema di Alitalia invece - a mio modestissimo parere - è cominciato quando è diventata un Ministero, e sono arrivati al culmine nel 2000, quando la politica Regionale costrinse quella Nazionale a far scappare KLM pur di non declassare Linate, tanto che gli Olandesi pur di divorziare hanno preferito pagare una penale milionaria.
Mi sembra di ricordare che la scusa ufficiale da parte degli Olandesi fu qualcosa del tipo "troppa incertezza e troppi dietro front su privatizzazione e su Malpensa"; che tradotto vuol dire "se la politica non ci permette di perseguire le strategie che vogliamo, inutile continuare ...". Quale fosse il costo del lavoro all'epoca lo ignoro, ma siccome Cempella mi sembra tutto fuorché uno sprovveduto, non credo fosse sostanzialmente diverso da quello delle altre major, in questo certamente il buon DOVES potrà comunque illuminarci se vorrà.
Ora, inutile piangere sul latte versato, ma di fatto quello che sarebbe potuto essere lo vediamo tutti, quello che Alitalia è ahimè diventata, idem. Il tutto a spese dei Dipendenti, in primis, e poi dei contribuenti.
La cosa più simpatica è leggere o sentire il contribuente medio che accusa il dipendente di essere un parassita, quando in fondo sono entrambi vittime dei gentiluomini da cui hanno deciso di farsi rappresentare, molti dei quali hanno partecipato alle decisioni scellerate di cui sopra mentre gli altri le hanno semplicemente avallate senza alzare un dito oppure esibendosi in proteste di facciata. E soprattutto dimenticando che i dipendenti e l'indotto hanno perso ben più di quello che ha speso il contribuente medio, visto che in poco meno di 20 anni sono stati letteralmente dimezzati ed i salari sono scesi di un buon 20%.
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