PPRuNe Forums - View Single Post - Per fortuna, qualcuno ancora serio.....c'è!!!!
Old 23rd Aug 2017, 09:15
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EI-PAUL
 
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Non conosco affatto il mondo dei voli privati e le sue dinamiche, di certo - come sottolineava Sonic - mi sembra strano dichiarare emergenza per una sigaretta ... almeno che non si sia trattato di altro, come molti sono portati a pensare.

Quello che mi ha fatto un po' riflettere però leggendo la "rassegna stampa" a riguardo è stata questa affermazione:

«molta paura: il comandante ha chiuso la porta e non ha più voluto parlare con noi. Non sapevo dove ci stesse portando, mi pareva di essere al centro di un sequestro. In gara con le moto si rischia sempre, ma non ho mai avuto paura come l’altra sera. Almeno, quando sono in sella, sono io il comandante».

Rischiando forse di andare un po' OT, è pur nella consapevolezza che l'esempio di un volo "VIP" possa non calzare a pennello con la realtà della linea, credo però che l'ultimo paragrafo rifletta perfettamente lo stato psicologico di molti "personaggi" che salgono a bordo.
Mentre prima però il passeggero medio - già mediamente più informato - si teneva le proprie ansie ( giustificate o meno che fossero ) per se, o al limite le condivideva con un equipaggio di cabina "materno", ora la sovraesposizione mediatica a cui siamo tutti sottoposti (non solo in questo ambiente) ha cambiato non poco le cose. Sembra che gli eventi succeduti al disastro del Germanwings, nonché la percezione - spesso non errata - del fatto che questo lavoro stia sempre più diventando territorio di conquista per figli di papà col partafogli gonfio, giustifichi il fatto che tutti possano ficcare il naso dentro gli ingranaggi e fare quello che noi Italiani siamo bravissimi a fare, i professori di materie a noi sconosciuto ma che tanto ci appassionano.
Per fare un esempio: qualche mese dopo il disastro del Germanwings, la Capocabina entrò in cockpit dicendo che una signora non voleva sedersi se prima non le fosse stato concesso di parlare coi piloti per accertarsi della loro "condizione psicologica".
Ho mandato a dire alla gentile Signora che, qualora fosse stata vittima di sindrome da fobia per il volo, era assolutamente la benvenuta qualora avesse voluto avere spiegazioni su cosa andavamo a fare se questo avesse aiutato a tranquillizzarla. Se però la sua intenzione era quella di sottoporci ad un assessment psicologico "fatto in casa" pensando che quello fosse un suo diritto solo perché aveva pagato un biglietto, allora avrebbe tranquillamente potuto accomodarsi fuori, e provare a fare la stessa richiesta ad un macchinista o al Comandante di una nave. Oppure, in alternativa, affittare la macchina ed essere "Comandante di se stessa".
La Signira non ha proferito parola ed è rimasta a bordo, alla fine del volo si è persino scusata adducendo la scusa che era molto nervosa.
Mi è capitato poi di assistere alla stessa identica situazione qualche settimana dopo, stavolta seduto sullo strapuntino. Il collega ha accolto in flight deck, durante l'imbarco, un simpatico signore sui 50 - sedicente professionista - dopo che lo stesso aveva formulato la stessa richiesta della Signora di cui sopra. Ho assistito con attenzione alla chiacchierata, che sembrava più essere una giustificazione sui limiti del "potenziale umano"; il risultato fu che il signore se ne uscì più impaurito di prima e noi molto meno credibili. Quello che è successo poi con la porta del cockpit chiusa ormai è storia.
Sta di fatto però che l'unico modo in cui si può contrastare questa deriva è con la Professionalità, da cui deriva la credibilità.
Credo che Ray si riferisse esattamente a questo quando parla di "reverenza" nei confronti del passeggero. E poi, fatemi il favore, smettetela anche di chiamarli ospiti: io gli ospiti li ho in casa, chi voglio, quando voglio. In ufficio si chiamano clienti. Su un aereo, passeggeri.
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