PPRuNe Forums - View Single Post - Alitalia - il futuro della Compagnia
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Old 26th Apr 2017, 09:42
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EI-PAUL
 
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Originally Posted by DEVILFISH
Ma secondo voi, perché questo accordo è stato sottoposto a referendum?
Mi spiego, tutte le menti "eccelse" si sono schierate senza troppe velature, i segretari nazionali hanno spergiurato che questo era la madre di tutti gli accordi etc e allora perché non firmare e basta?
Inoltre, questo era un referendum informativo ( se non sbaglio) quindi perché non firmare e basta come SEMPRE fatto in passato?
A mio avviso, ci sono un paio di punti significativi per cui non ha vinto il si.
- mancanza di un piano credibile
fior fiore di studiosi per partorire che con 20 aerei a terra di medio e tagli salariali si rilancia la compagnia, salvo chiedere fideiussione allo stato perché questo "piano" non funzionerà? ?????
- i sacrifici salariali vanno chiesti in misura equa e non "ugual misura"
mi spiego, quando imposero il contratto nel 2008, il coleottero e Co. inciuciarono con una parte dei dipendenti ( attuali loro avversari) dividendo l'azienda in serie A e serie B. ( la serie B al momento rappresenta la parte più produttiva in quanto lavora di più e guadagna molto meno)
Ad oggi, quando si parla di stipendi Alitalia, si fa riferimento alla serie A, pertanto dire togliamo solo l'8%, vero, ma togli 8% a chi guadagna già moooolto di più ( anche il doppio) mentre a chi gioca in B , per una serie di meccanismi si leva fino al 25%.
La cosa che lascia un po' perplessi, leggendo giornali, ascoltando TG e media in generale, è il mantra secondo il quale dietro al voto NO ci sarebbe il fatto che il dipendente - ovviamente un fancazzista - è stato convinto o si è autoconvinto della nazionalizzazione.
In questo bailamme di pensiero unico a nessuno (o comunque a troppi pochi) è venuto in mente che magari chi ha votato NO lo ha fatto per staccare la spina ad un moribondo, che non avrebbe fatto altro che agonizzare per qualche anno, conscio che comunque quella fetta di mercato andrà riempita o dalla stessa realtà ma privata dei rami secchi e delle ingerenze politiche o da qualcun'altro e che la sua professionalità sarà comunque necessaria, magari stavolta gestita non da una classe politica e sindacale becera né da una dirigenza scandalosa.
I diversi livelli retributivi, la creazione di almeno 2/3 fasce retributive diverse, credo stia diventando un male comune. Una categoria divisa e comunque una categoria più "gestibile". Il concetto sarebbe stato palesato dall'introduzione del salario d'ingresso.
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