PPRuNe Forums - View Single Post - Che direzione sta prendendo la nostra Professione
Old 29th Dec 2016, 20:17
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EI-PAUL
 
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Io non lo so se la lettera postata dal buon Ramones sia stata scritta dal pilota coinvolto nell’incidente in oggetto, di certo è una lettera scritta “di pancia”, che tocca un nervo scoperto per chi svolge il nostro lavoro.

Vista l’involuzione subita dal nostro mestiere negli ultimi anni connessa alla mercificazione sempre più estrema dell’informazione siamo finiti in una spirale viziosa, per cui l’Avvocato, l’impiegato o il tecnico informatico addetto all’IT di una Compagnia aerea possono pontificare entrando nel merito di tematiche contrattuali e benefit semplicemente perché hanno comperato uno o più biglietti o perché lavorano nella stessa Compagnia, pur non avendo la minima idea del percorso e degli equilibri che negli anni hanno portato alla definizione di certi accordi negoziali (come d’altro canto dicono certe sentenze, ultima quella del tribunale di Civitavecchia che riguarda il ricorso su CAF/CFS).
Se fosse tutto qui non ci sarebbe neanche troppo da scandalizzarsi, in fondo il tutto potrebbe essere imputato ad un eccesso di voyeurismo. É altrettanto vero che qui in pochi si metterebbero però ad opinare sulle rivendicazioni del ferroviere solamente perché hanno acquistato un biglietto del freccia-rossa1000, perché per opinabili che queste rivendicazioni possano sembrare dal di fuori, difficilmente si avrebbero informazioni così capillari da poter essere giudicate oggettivamente.

La cosa che però stride più di tutte è la possibilità che l’informazione dei social media e del web fornisce alle persone di cui sopra ed ai vari ex “wannabes” di poter fare pubblicamente le loro inchieste.
Il paradosso è che poi, quando l’inchiesta vera viene pubblicata (in alcune parti del mondo a volte con colpevole ritardo), in pochi se la studiano, e tra questi difficilmente ci sono le persone di cui sopra.
Ma a mio avviso, il punto principale che non viene capito e che in pochi spesso si sforzano di spiegare è il fatto che, in questo lavoro come in pochi altri, quando le cose si mettono veramente male, bisogna prendere decisioni quasi immediate avendo un accesso ristretto alle informazioni di cui si avrebbe bisogno per prendere una decisione totalmente consapevole, vuoi perché il tempo è poco, vuoi perché le informazioni sono “nascoste” ed una loro elaborazione in così poco tempo sarebbe umanamente impossibile.
E se è vero che evenienze simili capitano ad un’esigua minoranza dello 0 virgola qualcosa di noi, è altrettanto vero che coloro i quali ci si devono confrontare poi se ne fottono della statistica.
Sono oggettivamente poche le mansioni simili. Mi vengono in mente la chirurgia d’urgenza o la neurochirurgia, con una differenza: nelle suddette mansioni , più o meno, si sa sempre quello che si va a fare o comunque si ha sempre o quasi la possibilità di avere un "time frame" o quanto meno di poterselo costruire.
Volendo poi rimanere nella nostra stessa categoria ma in una mansione diversa; anche un pilota militare spesso (anche se non sempre) prima del decollo sa cosa aspettarsi ed in base a quello può stabilire il suo livello d'allerta, a prescindere dallo stress derivante dalla complessità del lavoro per il quale è stato "taskato".
Il pilota civile passa invece il 99% del suo impiego in condizioni diciamo "normali". Il passare da una condizione di assoluta normalità ad una di emergenza può richiedere pochi secondi, e questo aggiunge un ulteriore problema, quello di dover riuscire a "resettare" in fretta le proprie capacità cognitive così da poter raccogliere il maggior numero di informazioni che si hanno a disposizione e poterle elaborare nel più breve lasso di tempo possibile, sperando che basti.
Quello che gli studiosi seri di human factor chiamano "hindsight" - che noi traduciamo "col senno del poi" - è al giorno d'oggi una pericolosa arma a doppio taglio: può aiutare l'esperto ad andare a ritroso cercando di stabilire le cause e le concause di determinate reazioni armandosi di tanta autodisciplina e di nessun preconcetto.
Allo stesso tempo però consente a chiunque di autoproclamarsi esperto e considerare semplice e banale un sistema di reazioni complesse, senza prendere minimamente in considerazione l'ambito in cui si sono svolte e tanto meno l'aspetto emotivo ed emozionale che può averle condizionate.

Last edited by EI-PAUL; 29th Dec 2016 at 20:30.
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