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Old 11th Jun 2003, 22:37
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C-47
 
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Carissimo Bugs Bunny,

apprezzo molto il tuo contributo alla mia "causa", davvero e sono lusingato del fatto che tu abbia dedicato parte del tuo (scarso a quanto pare) tempo per darmi qualche delucidazione.

Quando ho pubblicato il post iniziale ero già poco convinto di farmi e pagarmi un'ablitazione senza avere alle spalle una compagnia che mi "parasse il ". Ho preferito, tuttavia, ascoltare il parere di altri piloti che versano nella mia situazione e, perchè no, anche di quelli che hanno già realizzato ciò che io, al momento, considero ancora un sogno.

Tuttavia, perdona la mia schiettezza, non ho proprio bisogno di sentirmi dire che, per come stanno ora le cose in Italia, ho scelto il mestiere sbagliato. Non ho bisogno di sentirmi dire una cosa del genere, e, soprattutto, non ho voglia di sentirmelo dire da chi già sta facendo ciò che io sogno ogni maledetto giorno che trascorro da disoccupato "coatto".

Ho scelto di diventare pilota perchè gli aerei erano l'unica cosa che mi interessava, l'unica cosa che mi entusiasmava, l'unica cosa che mi illuminava gli occhi ogni qual volta ne sentivo parlare. Ho fatto questa scelta anche perchè la mia famiglia mi ha permesso di farlo: parlo dell'impegno economico e della fiducia che la mia famiglia (non di piloti) ha riposto in me, nelle mie capacità e nella caparbietà con la quale ho affrontato il duro percorso che, almeno fino ad ora, mi ha visto sempre, dico sempre, felice vincitore.

Ora sono arrivato a dover combattere l'ultima battaglia, quella, per inciso, più difficile. Più difficile perchè non conosco e non ho a disposizione le armi giuste con le quali combatterla: quando stavo studiando per superare l'esame ATPL sapevo che le mie armi consistevano nella mia forza di volontà, in una catasta di libri da studiare e, lo ammetto, in un pizzico di fortuna.

Ora, invece, le cose stanno diversamente: non basta conoscere la materia perchè nessuna compagnia, dico NESSUNA, ha la voglia di testarmi, di prendere per vero ciò che ho scritto sul mio curriculum, di mettermi su un simulatore e di dirmi:

"Ora mi fai una bella procedura NDB, single engine, con 30 kt. di vento al traverso, nel bel mezzo di un temporale e in low visibility: se riesci a portare l'aereo a terra potrei anche considerare di assumerti, se non ce la fai significa che la tua preparazione è insufficente rispetto ai nostri standard".

Nessuno, dico NESSUNO, ha la forza o il buon gusto di fare una selezione del genere, una selezione meritocratica basata sulle effettive conoscenze tecniche e capacità del singolo aspirante pilota: tutti preferiscono le conoscenze e le raccomandazioni a prescindere e a discapito della preparazione tecnica che, per quanto mi concerne, occupa decisamente il primo posto nella lista dei requisiti dell'aspirante pilota.

Compagnie aeree di origine ed ispirazione anglosassone tipo Ryanair ed Easyjet scelgono il procedimento di selezione più giusto (e, peraltro, si vede come le stesse compagnie stanno aggredendo con successo gli ormai deboli baluardi difesi male e malvolentieri dalle EX compagnie di bandiera). Si sa prima quali requisiti si debbano avere.

In Italia non è cos' e, anche per questo motivo, chi versa nella mia situazione fa il doppio se non il triplo della fatica per ottenere ciò che vuole: non sappiamo che cosa voglia la compagnia e, quindi, andiamo per tentativi. A volte ci si azzecca ma, credimi, è per puro caso.

Io, caro Bugs Bunny, mi demoralizzo proprio per questo motivo: perchè sono arrivato ad un punto "morto" in cui non so più come andare avanti e, proprio per questo, rischio di arretrare di due passi ogni volta che ne faccio timidamente uno in avanti.

Questa "filippica" per spiegarti un po' più nel dettaglio quelle che sono le mie sensazioni.

Veniamo, ora , ai dettagli.

Mi sono convinto anche io che farsi un'abilitazione "self-sponsored" non sia la scelta migliore e, di conseguenza, ho abbandonato momentaneamente il progetto. Non sono propriamente deluso per questo: semmai sono sollevato nell'aver evitato ai miei genitori un'inutile e consistente spesa. Dunque, ricomincio da zero, distribuendo curriculum anche al giornalaio, martellando i pochi comandanti che conosco, frequentando assiduamente gli aeroporti, subissando, sempre di CV, le varie compagnie aeree. Nessun problema: è da parecchio tempo che faccio cos' e ci sono abituato. Confido che, prima o poi, qualcosa succederà.

Vorrei, invece, soffermarmi un attimo su quella sorta di auto-commiserazione con la quale hai descritto il tuo lavoro.

Riassumendo in tre parole: NON SONO D'ACCORDO

Ti faccio una domanda: ma quando sei passato dalla mia situazione (perchè anche tu ci sei passato, ricordatelo) credevi davvero che il tuo lavoro sarebbe consistito in un paio di tratte al giorno, max di un'oretta con outbound verso le 11, lunga pausa pranzo e rientro verso le 14 (dopo caffè, ammazza caffè e pennichella) giusto in tempo per andare in palestra e a cena fuori con la ragazza o con gli amici? Da come descrivi il tuo lavoro mi sembri proprio stanco, annoiato, costantemente scontento di ciò che hai.

E, credimi, parli cos' perchè non ti rendi conto di quanto sia prezioso ciò che hai. Non te ne rendi conto a tal punto da sconsigliare a chi ancora non ha la tua fortuna di lasciar perdere, di scegliersi un'altra strada o un altro paese dove soddisfare le proprie bramosie da pilota.

Io, sono sincero, non do nulla per scontato. Può anche darsi che la vita del pilota sia (o rischi di diventare) proprio come la descrivi tu. Ma non puoi pretendere che ti creda, non puoi pretendere che, forte delle tue affermazioni, decida di abbandonare il "panorama Italia" solo perchè potrebbe capitarmi qualche volta di troppo di svegliarmi alle 5 del mattino. Fa parte del mestiere e, credimi, non vedo l'ora di arrivare in cockpit con borse da 15kg. sotto gli occhi per quanto sono stanco: molto meglio, credimi, di arrivare a sera domandandosi insistentemente "Ma ho davvero buttato via un altro giorno?".

A giudicare da ciò che scrivi mi viene da fare una battutaccia che, spero, mi perdonerai:

le possibilità sono due

1) Non hai la passione per il volo o l'hai persa con il tempo.

2) Sei un pilota in Volare Airlines !!!:yuk:

Tu mi suggerisci di non prostituirmi in cambio di un posto in cockpit: ok, ma cos'altro mi suggerisci dal momento che ho un CPL che non mi permette di lavorare all'estero e non ho abbastanza esperienza per farmi ascoltare all'estero?

Se rimango in Italia è solo perchè non ho alternative: quando ne avrò stai pure tranquillo che le considererò tutte una per una. Ma, sino ad allora, continuerò ad insistere nel mio paese, continuerò a sperare di sedermi su quella poltrona che, tu, cos' svogliatamente, sembri occupare, e, soprattutto, continuerò a credere che volare sia una cosa meravigliosa, dal primo minuto in cui metti piede in cabina a quando la abbandoni alla fine del turno. Può darsi che un contesto sfavorevole affievolisca questa mia grinta e passione, lo ammetto, ma mai, dico mai, cederò il passo alla noia o allo scazzo perchè, giunto a quel punto, significherà che il volo non farà più per me, che dovrò cercarmi qualcosa d'altro. Ed io sono fermamente convinto che una cosa del genere non accadrà mai, Io ci credo e, te lo consiglio, dovresti crederci anche tu: non riesco ad immaginare ricetta migliore per far scorrere velocemente il tempo tra i 3 minuti dopo il decollo e i dieci prima dell'atterraggio.

Se sono disposto a prostituirmi in cambio di volare è solo perchè non riesco a vendermi al giusto prezzo di mercato, se sono disposto a volare gratis (e lo sono, credimi) è perchè nessuno è disposto a pagarmi, se sono disposto (almeno nella mia mente) a fare dei turni assurdi e super stancanti è perchè nessuno di offre la possibilità di fare neppure quelli.

E tu? Beh, tu hai già tutto questo e ci sputi sopra. Liberissimo di farlo, per amor del del cielo (appunto!), ma ricorda che in Italia ci sono centinaia di piloti disoccupati che si venderebbero la madre per stare al tuo posto e, probabilmente, altre migliaia che, ogni volta che la sveglia suona alle 5 del mattino, aprono gli occhi, si infilano la divisa e vanno in aeroporto felici di fare il mestiere che sognavano, euforici del fatto che si sentono realizzati per ciò che fanno ogni giorno, grati a chissà quale Dio, di portarsi a casa uno stipendio alla fine del mese e tutto ciò, semplicemente, per fare una cosa cos' meravigliosa come volare.

Io la penso cos', può darsi che cambierò idea con il tempo ma ora è cos'. E, credimi, non avendo nessuna raccomandazione per entrare in una compagnia, l'entusiasmo, la voglia di lavorare, di produrre è davvero l'unica cosa che un DOV, un capo pilota, un qualunque psicologo o intrevistatore potrà vedere in me sin dal primo minuto di quel fatidico, tanto agognato colloquio.

E scusa se è poco!

E' stato uno sfogo, lo ammetto e mi scuso se, anche involontariamente, ho offeso te o chiunque altro abbia letto questo mio lungo post. Ma è ciò che penso, è la pura verità e, almeno per ora, non ho nessuna intenzione di cambiare idea.

A prestissimo una tua risposta (spero...:ok: ).

CIAO !
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