http://www.insidescience.org/content...rformance/2446
Ricordo che quando ero primo ufficiale di DC8 (nel giurassico), lasciato solo ai comandi dal vecchio Comandante, reduce della WWII (quindi 3 metri più in alto), che subito dopo il decollo se ne andava tra i passeggeri di prima classe a cenare prima e a dormire poi nella brandina, avevo preso l'abitudine di staccare l'autopilota di tanto in tanto durante la crociera.
Trimmavo lo stabilizzatore sfiorandone il comando (e vi giuro che il variometro/assetto si muoveva impercettibilmente) fino alla condizione "Hands off". E movevo le manette dei singoli motori (l'automanetta non c'era ancora) affinchè avessero parametri identici e producessero la spinta necessaria a mantenere esattamente il Mach di crociera, .82 se ricordo bene.
Posso garantirvi che in tale modo risparmiavo 300-500 Kg di carburante (modesti 3 - 5 minuti di autonomia) ad ogni traversata. E già allora avevamo piani di volo calcolati in base a previsioni meteo/venti molto precise.
Và da se che quando era il mio turno di fare la tratta ai comandi (usualmente MXP-ROM o viceversa) l'autopilota (e qualche volta il F/D) erano banditi almeno sotto i 10.000 piedi.
Avevo sviluppato perciò una particolare sensibilità sui prefissaggi/comandi/trim ("Hands off") che mi permetteva di distrarmi momentaneamente per leggere la cartina, controllare la traiettoria azimutale e verticale mediante radioassistenze in asse e al traverso (il DME se c'era era ancora pochissimo diffuso) ed immaginare la mia posizione nello spazio su quella mappa.
E oggi?
Forse solo la scienza saprà indicarci la via per riesumare quell'arte perduta. Ovvero dovrà trasmetterla in toto agli automatismi, e relegarci al ruolo di meri servitori dei computers.
BUON NATALE
Romano (quello che c'è)