PPRuNe Forums - View Single Post - CIGS e altra occupazione a tempo determinato
Old 26th Mar 2014, 15:11
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Astridis
 
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Ciao a tutti!
Vi ringrazio per le risposte, non avevo dubbi che in questo forum avrei avuto la possibilità di interagire con persone informate, almeno più di me.

Purtroppo non sono riuscita ad accedere al sito www.cassaintegrazione.it...il mio browser non lo contente...

Quanto alle considerazioni espresse da Thebadscooter, è corretto il rilievo per cui il lavoratore, anche se sospeso, resta titolare di un rapporto di lavoro subordinato e quindi a disposizione dell'azienda che ha facoltà di richiamarlo in servizio.

Tuttavia questo è pacifico con riguardo a quei lavoratori sospesi a zero ore e che, pertanto, fruiscono degli ammortizzatori sociali, a carico dello Stato.

Il mio dubbio concerne chi, invece, non fruisce degli ammortizzatori sociali in quanto ha sospeso la CIGS ( e percepisce SOLO retribuzione da altra azienda ).

Inoltre, il mio dubbio viene alimentato dal fatto che la legge consente lo svolgimento di attività lavorativa sia autonoma che subordinata, purchè a tempo determinato, durante la CIGS.
Il "peso sociale" di un lavoratore in CIGS a zero ore viene, infatti, alleviato nel momento in cui costui riesce a ricollocarsi, seppure temporaneamente, nel mondo del lavoro e a sostentarsi autonomamente.

Sarebbe illogica, almeno ragionando in termini astratti, la "scelta" di un'azienda che decidesse di richiamare in servizio un lavoratore che non ha alcun "peso" sull'ente che eroga le prestazioni a sostegno del reddito, piuttosto che altri collocati in CIGS a zero ore e a casa...Perchè questo è il caso di cui si discute...

Preciso che il termine "peso" è utilizzato solo per chiarire il senso del mio ragionamento e non ha alcuna valenza negativa o spregiativa nei confronti di coloro che fruiscono della CIGS.

Quanto alla giurisprudenza citata dall'utente Thebadscooter,inerente a un'eventuale giusta causa di licenziamento per attività professionale svolta per la concorrenza, ritengo che al fine di irrogare la sanzione più grave, quella del licenziamento, il comportamento del dipendente vada valutato in concreto e non in termini di astratta possibilità di arrecare pregiudizio all'azienda.
Nel caso che stiamo esaminando, analogo a casi simili sempre più frequenti, l'attività professionale viene svolta all'estero, per compagnia aeree che non possono, in concreto, qualificarsi come concorrenti dell'azienda italiana ( slot diversi, diversi paesi in cui si svolge l'operatività, ecc. ).

Non può, inoltre, in questo contesto, trascurarsi il fatto che laddove la legge consente un comportamento, questo è pienamente lecito.
In Italia è previsto che si possa svolgere altra attività lavorativa quando si è dipendenti di azienda che fruisce del trattamento di CIGS, purchè si pongano in essere taluni atti, quali appunto la comunicazione dell'inizio attività lavorativa all'inps, ai fini della sospensione della prestazione a sostegno del reddito e all'azienda ( che viene messa in condizioni di conoscere che il dipendente lavora altrove ). Evidentemente l'interesse pubblico al "risparmio" è preminente o dovrebbe esserlo sulle esigenze operative aziendali del momento.

L'intervento che mi precede mi fa pensare che le mie considerazioni potrebbero, almeno astrattamente, avere un fondamento...
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