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Old 23rd Nov 2013, 13:06
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Da "Il Tempo " del 21-11....ecco un'altra "chicca"...

Buona lettura !


Alitalia non vuole pagare. La Regione: siete pazzi
Lite furiosa a palazzo Chigi: Colaninno vuole l'esenzione della tassa del rumore nel 2013

" Clima surriscaldato ieri a Palazzo Chigi tra i vertici di Alitalia e i rappresentanti della Regione Lazio convocati dal governo per cercare di coinvolgere gli enti locali nel processo di ristrutturazione del vettore. Che resta alle prese con un aumento di capitale da sottoscrivere e con la ricerca, non semplice, di un partner industriale in grado di prendere le veci dell'uscente Air France.
Un aiuto va bene, avrebbe detto l'assessore competente laziale, ma rimetterci una somma cospicua già iscritta in bilancio proprio no. Così la richiesta di Alitalia sarebbe stata considerata quasi «indecente».
La compagnia avrebbe chiesto, infatti, la completa esenzione dal pagamento della Iresa, la tassa sul rumore, per il 2013 e il suo abbattimento, rispetto alle tariffe fissate dalla Pisana, nel 2014, per portarla ai livelli applicati nelle altre regioni d'Italia (in Lombardia è 18 volte più bassa rispetto al Lazio).
Una richiesta irricevibile per l'assessore laziale che avrebbe risposto con toni molto aspri ai vertici di Alitalia, ai confini dello scontro verbale. L'insieme delle due misure applicate alla compagnia tricolore costerebbe circa 30 milioni di euro che si sottrarrebbero ai 56 milioni di gettito stimato dalla Regione Lazio. Una perdita insostenibile per il bilancio di previsione della Pisana già in affanno per il debito cumulato nelle scorse gestioni. Una difficoltà a far quadrare le poste del bilancio che ha spinto la Corte dei Conti ad accendere un faro sulle decisioni contabili della Regione. Difficile dunque per la giunta motivare uno sconto di siffatte proporzioni senza evitare rilievi critici dalla magistratura contabile.
Insomma impossibile solo a pensarsi avrebbe detto con una certa veemenza l'assessore laziale che ha aggiunto che un'agevolazione a una sola azienda, e cioè solo ad Alitalia, non sarebbe praticabile visto che solleverebbe la eccezioni anche delle altre compagnie soggette a una disparità di trattamento.
Insomma Alitalia avrebbe alzato troppo la posta nell'incontro e la reazione non sarebbe stata delle più miti e accondiscendenti da parte dell'ente locale. Gli animi sarebbero stati sedati a fatica e il rappresentante della regione avrebbe chiuso la porta in faccia a richieste troppo onerose per le casse dell'ente. La sfrontatezza del vettore italiano sarebbe stata registrata anche dal premier Letta. La fiducia accordata dal governo all'azienda si starebbe incrinando. Alitalia starebbe facendo troppo poco per uscire dal pantano nella quale è finita. La discesa in campo di Poste rischia di non bastare più e a Palazzo Chigi il nervosismo è in aumento.
Sempre ieri nella sede del governo si è tenuto un aggiornamento del quadro della situazione a meno di una settimana dal termine fissato, il 27 novembre, per la chiusura dell'aumento di capitale di Alitalia. Il presidente della compagnia Roberto Colaninno, il presidente di Poste Massimo Sarmi e il direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè, hanno incontrato il consigliere consigliere economico del premier Enrico Letta, Fabrizio Pagani, alla presenza del capo di gabinetto del ministero delle Infrastrutture, Giacomo Aiello. Sul tavolo la quota di aumento che risulterà inoptata. E soprattutto il tema della decisione di Air France di non sottoscrivere la sua quota e che non consentirà di raggiungere la ricapitalizzazione massima prevista di 300 milioni. "
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