PPRuNe Forums - View Single Post - Thread Alitalia CAI
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Old 28th Sep 2013, 06:52
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45ACP
 
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EM75 ho qlc dubbio su queste affermazioni del "patriota" puoi tradurle?

O almeno una parte di quanto investito nel 2008. Un consigliere a Economiaweb: «Sono soldi nostri. Dobbiamo massimizzare».
Alla Magliana hanno fatto quello che non si è riuscito (o voluto fare) in Telecom: frenare le mire dell’usurpatore straniero. Strategia o tattica che sia, è questo che devono aver pensato i quattro rappresentanti di Air France (Philippe Calavia, Peter Frans Hartman, Bruno Matheu, Jean-Cyril Spinetta) durante l’ultimo consiglio d’amministrazione di Alitalia.
Quarantott’ore prima avevano il via libera di una parte del governo italiano (il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi) a salvare l’ex vettore di bandiera. Una volta in consiglio d’amministrazione, però, hanno visto i capitani coraggiosi italiani ricompattarsi e imporre una strategia che rende più complesso un cambio degli equilibri azionari.
Per questo hanno detto no a un aumento di capitale di soli 100 milioni di euro, al tentativo di far sottoscrivere agli azionisti i rimanenti 55 milioni di euro del prestito obbligazionario già deliberato lo scorso inverno, e all’apertura in queste condizioni di una faticosa rinegoziazione con le banche sulle linee di credito esistenti (300 milioni).
Mosse che, a essere buoni, allungano soltanto l’agonia della compagnia.
Ufficialmente i soci italiani dicono di essere stati semplicemente coerenti rispetto agli investimenti decisi dal 2008 e fanno quadrato intorno al piano dell’amministratore delegato Gabriele Del Torchio: timido ritorno sulle tratte di lungo raggio, abbandono della rotta Milano-Roma ormai fagocitata dall’alta velocità, politica commerciale più aggressiva. Tutte mosse giuste, ma forse tardive.
I PATRIOTI PUNTANO A RIENTRARE DELL’INVESTIMENTO. A ben guardare il messaggio sembra un altro: a differenza di quanto si pensava, sperano ancora di rientrare di parte del miliardo speso nel 2008.
Di conseguenza, sbarrano la strada ai progetti di Air France, da più parti invitata a conquistare la maggioranza di Alitalia con un aumento di capitale, semplicemente sottoscrivendo l’inoptato italiano. C’è entusiasmo tra i capitani coraggiosi. Uno di loro, azionista e membro del board, spiega a Economiaweb.it chiedendo l’anonimato: «Il problema della stampa e di certa politica è quello di essere troppo inclini al retropensiero francese. Noi soci italiani di Alitalia siamo degli imbroglioni, che abbiamo fregato 3 miliardi di euro allo stato. Air France invece è il salvatore. La verità è che noi crediamo nel piano Del Torchio e vogliamo massimizzare il nostro investimento. Sono soldi nostri, non pubblici. Mentre i francesi sono vicini al fallimento, visto che in quattro anni hanno accumulato 3 miliardi di perdite e devono affrontare 13mila esuberi. Credete davvero che in queste condizioni possano accollarsi l’Alitalia?».
UNA PARTITA A SCACCHI CON TRE SCENARI. Da qui al 14 ottobre, giorno dell’assemblea che deve approvare l’ultimo piano finanziario, si terrà una serrata trattativa dagli esiti incerti. In quest’ottica non si può escludere che i francesi, coerenti con il loro voto in consiglio, decidano di non aderire all’aumento di capitale, con il rischio di vedere diluita la loro quota. D’altro canto, c’è anche chi scommette che, arrivati alla data fatidica, i soci italiani finiscano per ammettere il bluff, non potendo reperire le risorse sufficienti per aderire all’aumento di capitale.
In questa partita a scacchi tre cose sono chiare. Air France, prima di investire nuovi soldi alla Magliana, pretende che il governo e i soci italiani si accollino parte dei debiti e dei lavoratori del vettore. Inoltre, vuole far decadere parte delle opzioni sui nuovi aerei di medio raggio, portati in dote al vettore dall’ex patron di AirOne, Carlo Toto. I capitani coraggiosi (nonostante una parte di loro, vedi i Riva o Unipol, sia costretta a uscire per motivi diversi) non intendono scontare un centesimo all’alleato francese. Per le loro quote vogliono soldi veri, pur sapendo che la nuova Alitalia vale un terzo rispetto all’anno di fondazione.
Eppoi ci sono i conti presentati il 26 settembre da Gabriele Del Torchio. Nel primo semestre dell’anno la compagnia ha accumulato 294 milioni di euro di perdite, ha bruciato un milione e mezzo al giorno, e ha in cassa 128 milioni. Un aumento di capitale da 150 milioni potrebbe essere non sufficiente. Non a caso il manager avrebbe ventilato il ricorso alla Marzano, il commissariamento. Sarà un autunno caldo alla Magliana.
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