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Old 11th Sep 2013, 08:54
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ypsilon
 
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Alitalia, spunta un piano garantito dalle banche

MILANO Ammonta a 450 milioni il fabbisogno finanziario di Alitalia: 300 milioni sotto forma di finanziamento e 150 milioni in aumento di capitale (50 dei quali si riferiscono al prestito subordinato da 150 milioni non versato integralmente). Leonardo & Co insieme all’avvocato Sergio Erede hanno ideato un piano di riassetto nel quale, secondo l’ipotesi che va maturando, le banche potrebbero essere chiamate a svolgere un ruolo molto attivo. Intanto da documenti ufficiali si apprende che il 3 luglio Cai ha iscritto nel registro delle imprese di Montpellier una sede secondaria presso il locale aeroporto. Motivo: «Gestione diretta del trasporto aereo». Tornando al riassetto, al cda del 26 settembre verrà probabilmente presentato un nuovo piano finanziario, in funzione del quale potrà essere più facilmente approvata la semestrale al 30 giugno attesa con un rosso più elevato delle previsioni. Siccome i tempi sono stretti e l’arrivo di un partner (a cominciare da Etihad) potrebbe richiedere un periodo non breve, i due consulenti avrebbero maturato una soluzione-ponte inedita, facendone cenno con qualche banchiere.

DA UNICREDIT A POP SONDRIO
Secondo la proposta, gli istituti più esposti verso Alitalia (Unicredit con 180 milioni in linee di factoring, Intesa con quasi 100 milioni per cassa, così come Pop Sondrio con 90 e Mps con 70) dovrebbero partecipare più direttamente al riassetto. E poiché considerando i leasing sugli aerei si arriva a 1 miliardo di debito, l’idea è chiedere alle quattro banche la disponibilità a garantire un aumento di capitale contenuto: 150 milioni, di cui 50 rappresenterebbero la coda del prestito andato a buon fine per soli 95 milioni. Le banche insomma dovrebbero formare un consorzio di garanzia a copertura dell’operazione. Ma poiché parte dei soci, come del resto confermato dall’esito del bond, mostrano segni di insofferenza verso nuove richieste di interventi, c’è il rischio che una parte delle azioni resti in pancia al consorzio. Per questo al fianco dell’ipotesi principale ne affiora una che chiamerebbe le banche a convertire parte dei crediti in equity. Le due opzioni potrebbero combinarsi, anche se la seconda appare meno percorribile della prima, che pure presenta robusti livelli di rischio. Anche le dimensioni del finanziamento potrebbero non essere accolte favorevolmente. Il timore è che Unicredit, che già in passato su Rcs e quindi sulla Carlo Tassara ha posto condizioni più rigide, replichi analogo copione con Alitalia. Da oggi comunque partiranno i sondaggi diretti.

Fonte: "Il Messaggero" di oggi, pag. 16.
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