Solo parzialmente in tema, ma visto che la motivazione 'passione' è sempre in gran voga, per dirla con Seneca
[4] Certe cose sono sotto nostro controllo all’inizio, ma, con la loro forza, ci sottraggono il seguito e non ci consentono un ripensamento. Come i corpi, che stanno precipitando, non possono più disporre di se stessi, non sono in grado di arrestare o di rallentare la propria caduta, perché il precipitare irrevocabile esclude ogni riflessione e pentimento e non è più possibile non arrivare là dove, prima, era possibile non andare, così l’animo, se si getta nell’ira, nell’amore e nelle altre passioni, non si sente più in grado di frenare lo slancio: è ineluttabile che il suo stesso peso e la natura del vizio, propensa al basso, lo trascinino e lo spingano fino in fondo.
Magari per chi si affaccia oggi al volo, vale forse la pena di prendere in considerazione la tal cosa. Cosa risaputa da più o meno il 40 d.c.