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Thread: piloti capaci
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Old 7th Mar 2009, 19:02
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roybatty
 
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è completamente esatto!

Oh, sans emmerder le monde: questo è quanto scriveva qualche anno fa, il manager più fumato del mondo sui piloti che aveva conosciuto.
Meditate amici miei, meditate la ***** arriva da lontano ….

p.s. per i puristi e per i moderatori: la qualità non è eccezionale, ma è un tentativo di digitalizzazione di un articolo di rivista regolarmente in vendita nelle edicole
per gli altri: se i manager possono giudicare e quindi fare i piloti, perchè i piloti non possono fare i manager?
tanto nella ***** le compagnie aeree ce le buttano nello stesso modo e con gli stessi risultati...

Il Comandante venezuelano. Mario 1'ho conosciuto dieci anni fa, quando lavorava per la compagnia aerea executive di un noto gruppo industria¬le italiano. E venezuelano ed e un pilota che tutti vorrebbero avere a bordo sulla poltrona di sinistra, quando si ha la percezione che qualcosa non va come dovrebbe: lui vi porterà sempre a terra. Grande esperienza, grande competenza, grande capacita. Peccato che il lavoro di team non sappia pro¬prio che cosa sia. Sa di essere bravo, e questo gli permette di salire a bordo del jet che sta pilotando con i manuali di una nota compagnia aerea ameri¬cana, per la quale ha lavorato circa 20 anni fa. Sostiene che quello e 1'unico manuale di volo che pub rispettare, perche e perfetto. Dove lavora ora, mi dicono, va ancora in volo con quel manuale: incredibile.

I1 Comandante amico. Urano da qualche anno vola in Asia per la più pre-stigiosa compagnia di quel continente. Con lui ho mosso i miei primi passi in aviazione. Allegro, simpatico, colto, competente, bravissimo: in gergo, ha sempre l'aereo saldamente sotto il ****. All'inizio del nostro lavo¬ro gli chiesi: «Uranone, ma 'sti aereoplani sono veramente sicuri?». Tutto serafico mi rispose: «Andreone, certo che si, quando sono fermi al finger, con i motori spenti e senza piloti dentro».

I1 Co-pilota austriaco. Thomas e un mio coetaneo bravissimo, che pero non ha mai superato il corso-comando perche manca della necessaria «finezza» intellettuale, tipica di questa categoria. In altre parole, si perde in un bicchier d'acqua di fronte agli esaminatori, perche non ritiene necessario studiare a fondo alcune technicalities che distinguono, tra le altre cose, un pilota in grado di decidere in qualsiasi eventualità il da farsi. Durante 1'ultimo check in volo, sapendo che si sarebbe parlato di formalismi e quant'altro, si era scritto alcuni reminders all'interno del palmo della mano sinistra. Succede che in un volo di lungo raggio si debba andare in bagno. Thomas va, fa il dovuto e ritorna al suo posto in cockpit. Dopo circa due ore il pilota controllore puntuale gli fa la doman¬da che lui si aspetta. Il comandante che e in coppia con lui sa tutto circa le scritte dentro la mano e, felice per il suo amico-compagno, sa che sta¬volta risponderà a puntino. Non sentendo risposte lo guarda impaziente: Thomas gli dice sottovoce che al bagno s'e lavato le mani...

Il Comandante sfrontato.
Angelo e un ex Freccia tricolore e ora e il capo I dei piloti della compagnia aerea privata italiana con il maggior numero di aerei in flotta. Qualche anno fa, prima che passasse alla compagnia di cui sopra, siamo sullo stesso volo per 1'Avana, che per lui e anche un check flight (un volo, cioè, durante il quale un comandante istruttore e controllo¬re dovra redigere un report sulle modalità con le quali il pilota in esame si comporta rispetto al manuale delle operazioni di volo della compagnia). Alla fine del volo e in approccio verso 1'aeroporto di destinazione, decide di «deviare» leggermente dalla rotta assegnatagli per evitare una serie di nuvole dense. Quando esce dalle nuvole, si trova completamente disallineato rispetto alla pista di atterraggio e, dopo circa l 1 ore di volo, e obbli¬~eut a riattaccare-, cioè a risalire di quota, a fare un giro intorno all'area sorvolata e a riallinearsi e quindi atterrare. Risultato: almeno 20 minuti in più di volo per tutti, qualche migliaia di dollari di aggravio di costi per la compagnia aerea e una sonora arrabbiatura del comandante istruttore e controllore che aveva al suo fianco, per una leggerezza che, forse. può concedersi a un novizio della cloche. Quello è stato l'ultimo volo che ha fatto per la compagnia in questione con quel tipo di .aereo, dopodiché, nella compagnia nella quale lavora tuttora, è diventato il “giudicatore”, di almeno 200 piloti: che classe!

Il comandante di una volta.
Non vedo Gigi da qualche anno , ma questo signore e colui che nel 1971 salvò la vita 1590 passeggeri, quando, sorvolando i cieli di Damasco, il quadrigetto di cui era co-pilota, venne colpito a un'ala da un missile sparato da terra verso un bersaglio militare (ovviamente mancato) durante una delle tante guerre, che caratterizzano da decenni la storia di quelle popolazioni. Gigi, con freddezza da manuale, rimasto solo ai comandi dell’aereo (finito nel frattempo completamente fuori controllo perché nell’incidente il comandante, gravemente ferito, aveva perso i sensi), pensando che quello che era nato come un giorno qualsiasi sarebbe stato il “suo” giorno, trovò quella che lui amava definire “ la botta di culo” e atterrò senza procurare ulteriori danni all’aereo e alle persone. Affascinato da questa storia r e non ancora coinvolto nel business aeronautico, gli chiedo se la vita del pilota è dura; sereno mi risponde: “… sempre meglio che lavorare …”.

Il Talento naturale.
Aldo, mio coetaneo, quando è volato via per sempre ha lasciato in fondo alla mia anima, un vuoto tale che un centesimo dello steso basterebbe a farmi vivere, con il magone per il resto della vita. Era semplicemente un Talento naturale. I piloti sono tutti degli assi e per loro nutro un rispetto unico: i piloti sono rimasti degli assi - n r Imo nutro on rispetto unico, dato dal fatto che, per me, la loro è una passione alla quale, a costo di immensi sacrifici, sia fisici, sia economici, hanno dato. Questo li fa sentire persone molto speciali e alle volte, all’interno del loro ambiente, si creano malintesi, gelosie, comportamenti incomprensibili a chi ama lavorare in team . Aldo era rispettato dalla sua stessa categoria e riconosciuto come vero leader. Quando gli affidai l’incarico di direttore delle operazioni di volo per la mia compagnia, Aldo, dopo qualche ora, mi chiese di modificare, sia la parte normativa sia quella economica del contratto collettivo che regola i rapporti tra i piloti e la compagnia aerea, dando inizio ad una svolta epocale. Alla mia domanda sul perché, visto che comunque “volavamo” da quattro anni, mi rispose con una semplicità disarmante: “ Capo se vuoi fare una compagnia seria devi puntare alla qualità e alla stabilità. Se offri noccioline raccogli scimmie.” Aldo, mi manchi.
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