forse una vera cattadrale nel deserto non e', pero' non e' nemmeno il grande "hub del nord"
e' in posizione decentrata e con collegamenti inadeguati (soprattutto col veneto, sia a livello di autostrade sia a livello di treni)
tant'e' che nel corso degli anni si sono sviluppati i singoli areporti minori (da linate a orio a verona, venezia e in misura minore brescia) a scapito di un grande hub di malpensa.
Per fare un HUB ci vuole una compagnia aerea di alto profilo; politica e decreti servono a ben poco in sua assenza.
La proliferazione di altri aereoporti non e' da vedere come fattore negativo ma anzi come indicatore di crescita, chiederne la chiusura o la limitazione in funzione meramente politica come si e' cercato di fare con la vicenda MXP/LIN o con le malsane idee circolanti ultimamente su un fantomatico piano di riassetto aeroportuale e' un grave errore.
Vi sono decine di esempi al mondo di grandi aree urbane servite da importanti HUB cosi come da svariati aeroporti cosiddetti "regional", ognuno con la sua importante e vitale funzione di mobilita' e sviluppo.
Verona-Milano MXP si percorre in ora di punta in circa 3 ore, lo stesso tempo che ci vuole per percorrere la distanza tra Santa Barbara in California e l'HUB di LAX.
La differenza tra i due esempi e' che tra SBA ed LAX ci sono voli regional da 30 minuti che collegano l'aeroporto regionale con l'HUB dove vi si trovano perlomeno 2 compagnie di taratura mondiale con le quali raggiungere pressoche' qualsiasi destinazione.
Nessuno qui si illude di trasformare l'aviazione italiana in quella statunitense ma almeno un tentativo in tale direzione sarebbe gia' un buon primo passo, qui invece si continua a parlare di limitazioni e chiusure......