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Old 19th Nov 2008, 03:37
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ForzaLazio
 
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Da Massimiliano Busatto, pilota di una compagnia italiana "low cost", riceviamo e volentieri pubblichiamo(www.repubblica.it):

Egregio Direttore e Dott. Colaninno,

mi chiamo Massimiliano Busatto e sono un giovane pilota di linea. Le scrivo questa lettera perché , come ogni italiano che si interessa di cosa succede nella sua nazione, guardo i telegiornali e leggo i quotidiani. Non c'è giorno che passi che non si parli del caso Alitalia e delle sue ripercussioni dirette e indirette sulla vita di tutti noi. Data la mia professione desidero perciò esprimere una mia personale e, penso competente, opinione in merito.

Voglio però fare un accenno alla mia, se pur breve, carriere nel mondo dell'aviazione e lo voglio fare per portare alla ribalta tutti quei colleghi che, come me, hanno sacrificato molti anni della loro vita e molti dei loro risparmi per inseguire un sogno. Io mi sono diplomato come perito chimico ormai 7 anni fa, ma con la chimica non ho mai avuto molto a che fare: il mio sogno fin da piccolo era quello di diventare pilota. Finita la scuola ho svolto il servizio di leva e subito dopo essermi congedato mi sono iscritto all'aeroclub di Treviso.

Tra i corsi di teoria e i voli di addestramento dovevo anche lavorare per far fronte ai costi del volo e per potermi permettere qualche uscita con gli amici nei weekend. Con davvero molto sacrificio sono riuscito a conseguire il brevetto di pilota privato di aeromobile. Fatto ciò ho cominciato ad informarmi su quali potessero essere le migliori scuole di volo da frequentare per ottenere le varie licenze per poter esercitare la professione di pilota commerciale. Per una serie di motivi, tra cui la cronica arretratezza dell'Italia nell'adottare gli standard europei, scelsi la Spagna. Detto ciò partii nel settembre del 2005 per affrontare un corso di 16 mesi con un costo totale, compreso l'alloggio per tutta la sua durata, pari a 75.000 euro.


Nel gennaio dello scorso anno tornai in Italia con l'orgoglio di essere stato tra i migliori del mio corso e con l'euforia di poter finalmente coronare il sogno di una vita: mi sbagliavo! Dopo mesi e mesi di curriculum inviati senza ricevere alcuna risposta, mi decisi a fare un ultimo sforzo economico pagandomi il corso macchina per poter pilotare aeromobili della famiglia Airbus. Diciamo che la scelta fu obbligata perché oggi giorno la sola licenza di pilota commerciale non basta, anzi è meno di niente. Per poter dire una parola in più sul mercato decisi di pagarmi anche l'addestramento in linea che mi avrebbe garantito un impiego immediato ed almeno 100/150 ore di volo in portafoglio.

Il corso macchina lo feci per metà in Svizzera e per metà in Finlandia, mentre l'addestramento in linea lo feci con una compagnia italiana. Corso macchina più addestramento in linea incrementarono vertiginosamente l'esborso economico fino alla cifra di circa 120.000 euro, cifra che senza un cospicuo aiuto dei miei genitori non sarei mai riuscito a pagare.

Ora sto lavorando per la stessa compagnia, ma il mio contratto sta per scadere e purtroppo non mi sarà rinnovato per questioni di riduzione del personale: dopo circa un anno da quel primo emozionante volo da pilota di linea, mi ritrovo a terra.

Quando più mi sentivo sicuro di aver finalmente raggiunto l'obbiettivo, di aver finito il periodo di sacrifici, di potermi rilassare e di godermi la mia meritata tranquillità, mi devo rimboccare le maniche per trovare un'altra compagnia.

Questa lettera vuole essere una riflessione su chi, pur avendo la possibilità di godere di un impiego fisso peraltro di prestigio in una compagnia come l'Alitalia, decide di alzare delle barricate in nome di pretese ormai fuori da ogni logica di mercato e, soprattutto, di buon senso.

Una buon numero di piloti Alitalia ha alle spalle una carriera nell'Aeronautica Militare e questo significa che per la loro formazione aeronautica non hanno speso un solo centesimo. Oggigiorno un giovane ragazzo che vuole intraprendere questa professione sa che dovrà spendere non meno di 100.000 euro e che le possibilità di trovare un impiego sono praticamente nulle, a meno che non abbia amicizie forti.

Quando sento certe dichiarazioni vorrei tanto che chi ha il coraggio di "piangere il morto" analizzasse in maniera più approfondita come va il mercato al di fuori di Fiumicino: c'è chi vola per molto meno e con molto meno, ma mantiene una dignità e una dedizione al lavoro pari se non superiore a chi si vanta di una professionalità ormai perduta.

Non metto in dubbio che il personale navigante di Alitalia abbia delle ottime ragioni per protestare e per proseguire uno sciopero "bianco" e che tanti di loro sentano a rischio il proprio posto di lavoro, ma non è giustificabile alzare delle barricate in un momento in cui nulla si può ottenere, con l'unico risultato di condannare l'utente finale, il passeggero, a dover subire ogni tipo di torto pretendendo che capisca ragioni alle volte incomprensibili.

Scene negli aeroporti come quelle che stiamo vedendo in questi giorni non fanno altro che ridicolizzare il nostro paese, minimizzare il valore della nostra compagnia di bandiera e incoraggiare il passeggero a guardare ad altri vettori, magari stranieri, dove i servizi e l'efficienza sono di gran lunga diversi.

Se i dipendenti Alitalia vogliono lottare per i loro diritti devono trovare altri metodi di protesta e comunque non possono pretendere che l'opinione pubblica li capisca incoraggiandoli ad arrecare un danno alla loro azienda in momento in cui di tutto c'è bisogno tranne che di ulteriori problemi.

Io in primis che faccio parte di questo mondo mi ritengo nauseato da una questione che va avanti da mesi e mesi e mesi e sono convinto che gran parte dei cittadini italiani siano stanchi di pagare e sopportare le beghe di questo carrozzone: ci vorrebbe una ventata di aria nuova, bisognerebbe voltare la pagina della vecchia Alitalia con tutte le sue inefficienze ed aprirne una nuova con altre persone molto più motivate.

Forse il Dott. Colaninno non ha tutti i torti a voler guardare verso altri bacini da dove prelevare forze nuove, ma prima dei piloti Ryanair ci sono molti giovani piloti italiani desiderosi di far parte di un grande gruppo con grandi idee. Io sono tra uno di quelli che ha spedito il proprio curriculum con la speranza di essere preso in considerazione ma in Italia, come si sa, spesso la buona volontà, l'impegno e la professionalità vengono dopo a molte altre cose. Mi auguro che alla fine prevalga il buon senso e che chi continua a restare fermo sulle proprie posizioni si faccia un esame di coscienza e che capisca che oggi è il momento di dare, magari un domani con una situazione più rosea si potrà ritornare a chiedere.

Massimiliano Busatto

Ecco, io adesso non lo so' se sto Massimiliano Busacco frequenta questo forum. Se si, vorrei fargli presente che questa sua "disponibilita'" a lavorare per una compania aerea - come l'alitalia - a condizioni inferiori di quelle che l'attuale gruppo piloti della suddetta compania sta cercando di negoziare, e' un addeggiamento squallido che qui in negli USA viene bollato come "scab". a mio giudizio, in questo momento i piloti alitalia meritano tutta la nostra solidarieta' nel vedere le loro condizioni approvate, almeno nella maggior parte dei punti del contratto. concordo che oggi giorno i tempi non sono dei migliori, ma cio' non autorizza i piani alti di alitalia ad approfittarsi di tale situazione per estorcere ai propri impiegati un contratto con condizioni inaccettabili. ripeto, diffido chiunque abbia intenzione di voler essere assunto da alitalia a condizioni inferiori di quelle che l'attuale sindacato dei piloti az sta cercando di negoziare.
purtoppo, individui come il sig. busacco, o per poca esperienza nel mondo dell'aviazione inteso come rapporto "piloti vs. management", o per propria "paraculaggine", contribuiscono a trascinare la nostra professione sempre di piu' nel fango.
mah....
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