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Old 6th Jun 2008, 14:44
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L'irrequieto
 
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Tribuna Politica (aka The Hamster Wheel)

La sensazione che provo leggendo alcuni interventi su questo come su altri forum e sui media in generale è di una forte mediocrità, la mediocrità che sta spingendo questa italietta verso un baratro dal quale dubito si possa risalire e, ammesso ci si riesca, il prezzo sarebbe altissimo.

Il millenario “divide ed impera” ha devastato il Paese e continua a farlo mentre la maggior parte della popolazione ed ancor peggio, delle cosiddette “teste pensanti” sia capace o voglia rendersene conto; si gioca agli indiani e cawboys per il gusto di togliere ad altri quello che si reputa un ingiusto privilegio oppure per mantenere un iniquo privilegio; ogni tanto però si legge di diritti e un po’ e ciò mantiene ancora accesa la flebile fiammella della speranza.

L’Italia è un Paese “devastato” da privatizzazioni (svendite) di beni dello Stato e liberalizzazioni farsa; le privatizzazioni sono state “vendute” all’opinione pubblica come unico rimedio a bilanci disastrosi, spesso frutto di gestioni a dir poco scandalose che non possono meravigliare nessuno in un Paese dove si specula su tutto, dove si specula dalle incubatrici ai loculi, dove la corruzione ed il malaffare sono la norma e le eventuali pene rasentano il ridicolo specialmente se raffrontate al danno che ne può subire il Paese e la collettività.

Il panorama delle privatizzazioni in Italia è agghiacciante e le prospettive future non lasciano grandi speranze affinché al Paese sia evitato un epilogo sudamericano o centroafricano; oramai si vendono anche le case degli enti pubblici perché gestite male e non si prendono a calci nel sedere i responsabili delle malegestioni a cui si dovrebbero ipotecare anche .............(censura) come risarcimento danni.

Ciò che sta accadendo ad Alitalia è grave ed emblematico; un’azienda che da anni viene presentata da politica, istituzioni, management e media come un’azienda iperpopolata a scansafatiche iperpagati; chi davanti ad un quadro del genere non chiederebbe la chiusura immediata dell’azienda con tutti i dipendenti lavativi mandati a zappare la terra? Chi non chiederebbe il pugno di ferro contro dipendenti pagati a peso d’oro la cui unica specializzazione è quella dello sciopero?

Peccato che le cose non stiano così e, stato dimostrato coi numeri e confronti (corretti), mica a chiacchiere o al più, con numeri sparati a vanvera, frutto di ignoranza nella migliore delle ipotesi e di malafede nella peggiore.

Un esempio banale è quello delle 33 ore o due notti di fila di riposo del personale Alitalia; una commessa ne ha 44 ore di riposo di fila, una parrucchiera 60 ed una segretaria anche 64 con ben TRE notti di riposo di fila; a ciò si aggiunga che la domenica riposano sempre e non lavorano mai di notte; le dobbiamo frustare per questo? Non voglio entrare nel merito di normative e contratti collettivi, ciò semplicemente indica che vi è in atto una campagna d’odio nei confronti dei lavoratori di Alitalia, una campagna che dubito sia improvvisata ma anzi costruita a tavolino e condotta talmente bene da condizionare soggetti estranei al “disegno” che a loro volta contribuiscono alla campagna contro Alitalia; ma perché questa campagna contro Alitalia?

Non penso sia sbagliato ipotizzare che i 4 miliardi di fatturato di Alitalia facciano gola così come la dimensione strategica dell’azienda stessa; avete letto bene, parlo di fatturato perché anche se Alitalia perde centinaia di milioni, non deve sfuggire che Alitalia è un cliente che spende; in teoria in un’azienda pubblica a decidere come spendere responsabilmente i soldi dovrebbe essere lo Stato ma in Italia a scaricar barile si sono costruite fortune e carriere Nel momento in cui Alitalia è privata, decide il privato come spendere i soldi e lo stesso vale per le assunzioni; mentre in un’azienda pubblica le assunzioni dovrebbero essere pubbliche, nel privato, no. Se in un’azienda pubblica ci sono le raccomandazioni, che tanto lecite non sono, si dovrebbe attaccare e punire il sistema clientelare e non passare la baracca al privato che può fare ciò che gli pare, compreso assumere lavoratori segnalati da altri ambienti. Non dimenticate che chi controlla posti di lavoro controlla potere e in diverse regioni d’Italia le elezioni si vincono con i posti di lavoro e con le promesse di posti di lavoro; il part time poi moltiplica la disponibilità di posti e quindi di “merce di scambio”; lo stesso dicasi per il precariato che oltre a ridistribuire lo stesso posto di lavoro a più persone in diversi periodi dell’anno, fidelizza l’elettore “privatizzando” di fatto il cittadino.
Già, ma Alitalia ha troppi lavoratori. O no? Riporto alcuni dati che circolano su internet (ma ignorati dai principali media che al massimo parlano di esuberi ma non più di troppo personale):
“Air France – KLM al 31 Dicembre 2006 aveva 103.050 dipendenti per 418 aerei in servizio ed un unico hub; alla stessa data Alitalia più Alitalia Servizi disponevano in totale di 18.589 dipendenti per 186 aerei, due hub e diversi Consigli d’Amministrazione.
Volendoci basare sul numero degli aerei e del personale in servizio abbiamo 246 dipendenti per aereo di Air France – KLM, contro i 100 dipendenti per aereo del Gruppo Alitalia.”

Il link molto interessante è questo: http://www.ladestra.info/?p=19111

Allo stesso tempo gli stipendi in alcuni casi rasentano il ridicolo; con 500 euro al mese non riesci a garantirti vitto e alloggio che invece sono garantiti in carcere dove non si deve mica lavorare e ciò, a riprova di insensate e pericolose politiche economiche e lavoristiche adottate in Italia.
La cosa che deve far riflettere di più è che nel piano di Air France, i lavoratori di cui si parla nell’articolo allegato, sarebbero esuberi poiché sarebbero stati tagliati totalmente fuori gli indispensabili servizi di terra di Catania, Napoli e Palermo; secondo quale logica si tagliano i servizi di terra mantenendo numerosi voli sugli stessi scali?
Dato che i servizi aeroportuali per ovvi motivi non sono delocalizzabili e che quindi costituiscono business sicuri, a qualcuno si devono poi affidare e a fare la differenza non penso possa essere il costo del lavoro a meno che non si affidino alla Caritas o agli Scout; una volta venduta però, come già detto, sarebbe un privato a scegliere i fornitori, i dipendenti e gli appaltatori; tra l’altro va sottolineato che i tagli principali, non colpirebbero piloti e hostess ma operai, tecnici ed impiegati; la campagna contro Alitalia si basa sui privilegi dei piloti e delle hostess la cui immagine è stata distrutta in questi anni da una continua campagna diffamatoria, non si parla mai degli operai a cui l’opinione pubblica è più sensibile e che dovrebbero pagare il prezzo più alto.

Altro che puzza di bruciato, qui c’è fumo nero, ci sono vere e proprie fiammate e l’arrosto lo pagano contribuenti, azionisti, lavoratori ed il Paese intero; le “zuffe” tra i dipendenti di Alitalia o con i dipendenti di altre compagnie sono superflue e dannose mentre responsabilmente si dovrebbe fare fronte comune per avere contratti comuni e a far la differenza dovrebbero essere semmai i premi legati ai risultati; dò per scontato però, che nel caso di un tracollo di Alitalia, le retribuzioni medie nel settore, andrebbero in picchiata e allo stesso tempo l’intero sistema Paese ne verrebbe danneggiato.

Qualche riflessione sui sindacati però va fatta poiché mentre gli esuberi non esistono e gli stipendi per alcune categorie sono umilianti, l’agonia di Alitalia continua da diversi anni e non sarà illecito chiedersi cosa hanno fatto in questi anni; ricordo di aver letto nel passato dichiarazioni di sindacalisti che esortavano al sacrificio per la salvezza dell’azienda; i sacrifici dei lavoratori mi pare siano sotto gli occhi di tutti, quelli di taluni sindacalisti no; mica saranno stati bravi solo ad immolare gli altri sull’altare di un salvataggio possibile ma scomodo? Poi a sentir parlare di troppo personale qualcuno di questi sindacalisti, viene solo lo sdegno.

Alitalia ed i suoi lavoratori si possono ancora salvare? Non è impossibile ma, si trovano a fronteggiare un meccanismo molto grande, potente e complesso e se non riescono ad essere uniti trasversalmente, sia come categorie che come sigle sindacali (almeno quelle che vogliono realmente tutelare i lavoratori), se si faranno ancora fregare dal millenario divide et impera, saranno gradualmente ed inesorabilmente travolti e sconfitti, perché anche chi riesce a strappare una lauta liquidazione sulla pelle degli altri, resterà sempre un pavido sconfitto come uomo e dicendo uomo, forse pecco di generosità.
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