PPRuNe Forums - View Single Post - Alitalia, il Tesoro cede quota di controllo
Old 5th Dec 2006, 20:20
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iceman51
 
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si (s)vende AZA con maxisconto ad acquirente amico ...

Riflettiamo un attimo. Dunque, dopo aver annunciato la volontà di farsi “certificare” da consulenti esterni e da una “gara” l’eventuale ingresso di un partner industriale privato in AZA, il governo sembra ora voler fare un passo indietro (o di fianco, vedremo) cedendo una quota non inferiore al 30,1% e la totalità delle obbligazioni convertibili in possesso del ministero dell’economia.

Nel complesso, in prima analisi, una svolta positiva, forse una grande svolta, perché ai sensi della normativa in vigore la cessione comporterà per l’acquirente l’obbligo di promuovere un’offerta pubblica di acquisto sulla totalità delle azioni che costituiscono il capitale della società. Questo vuol dire che AZA, nei fatti e qualora ci sia qualcuno disposto a comperare, sarà quindi ceduta tutta, al 100%.

Credo che però rimarranno fermi i paletti di nazionalità (domani verificherò se qs mio statement è ancora attuale), che non consentono ad una controparte estera di detenere più del 49% in un vettore italiano. Anche l’italianità è quindi salvaguardata e si obbliga qualsiasi bidder estero a “sposare” un italiano. Il governo vorrebbe quindi prendere due piccioni con una fava come si suole dire, mi sgancio dalla “bomba” AZA, mi sgancio anzi al 100% e la mantengo italiana! Ci riuscirà? Oppure qs mossa nasconde altri scenari.

Vedremo chi si farà avanti e con quali soldi perché a questo punto ne occorrono tanti. Al riguardo bene fa il SULT a lanciare un grido d’allarme: “…chi entrerà in Alitalia dovrà entrarci con i propri soldi … ”. Certo perché i capitani d’industria italiani (ma non solo) sono specialisti nel tentare qs operazioni con i soldi di altri – quelli ricevuti in prestito dalle banche, magari mettendo a garanzia la stessa società – e queste stanno già “scaldando i motori”. Intesa e Unicredito hanno già fatto capolino, oggi è sceso in campo addirittura il presidentone del Sanpaolo (promesso sposo di Intesa) che vuole vedere il dossier, stranamente Capitalia è silente e il Montepaschi, politicamente molto in area governativa, preferisce non mostrarsi (magari avrà avuto qualche suggerimento che è meglio astenersi, chissà …). Perché il SULT è preoccupato? Perché poi i debiti contratti normalmente dovranno essere ripagati e come saranno ripagati? Spremendo la società ovviamente, magari vendendone dei pezzi, facendone uno spezzatino (bei tempi quelli della finanza rampante fine anni ’80 KKR, RJR Nabisco, 25 miliardi di verdoni di allora!). Ma chi avrà il coraggio di farsi avanti e spendere un cargo di euri per una società “imballata” con una serie di impegni di lock-up impossibili?
"…che saranno individuati anche tenendo conto di profili di interesse generale: tra questi, a titolo esemplificativo: adeguata offerta dei servizi e copertura del territorio; livelli occupazionali; mantenimento dell'identità nazionale della società, del suo logo e del suo marchio …"


Probabilmente nessuno ed allora che fare? Andare a trattativa privata con qualcuno? Scusate, ma se non ha manifestato interesse prima, perché dovrebbe innamorarsi di AZA dopo che la gara è andata deserta? Misteri gaudiosi dei palazzi governativi, che però – a questo punto – potranno muoversi in piena autonomia e discrezionalità, intervenire in una situazione ancora più drammatica di quella odierna, perpetrare ogni tipo di inciucio possibile ed immaginabile per salvaguardare AZA, i posti di lavoro, l’italianità, ecc.

Sull’argomento, quindi, non può non sorgere il dubbio che dietro alla scusa, al tentativo di fare dire al mercato che AZA è rimasta in mani italiane, che è stata privatizzata, ecc., non si nasconda invece la volontà di “regalarla” a cordate “amiche”. Non a caso i nomi di imprenditori italiani che sono circolati in questi giorni rispondono perfettamente a questo requisito, anzi uno di loro è …recidivo. Per chi è di memoria debole od in allora era troppo giovane o disattento, ricordo la mancata “svendita SME”. In estrema sintesi, il professor mortadella, in allora a capo dell’IRI (RIP), aveva trattato personalmente la (s)vendita della SME a De Benedetti ad un prezzo da saldi di fine stagione, 497 miliardi delle vecchie lire, dimostratosi poi del tutto incongruo. Un vero e proprio regalo insomma al Debe, che casualmente era anche il proprietario di un importante quotidiano del bel paese … Peccato che nell’occasione il mortadella si era semplicemente “dimenticato” di non avere i poteri per definire l’accordo di (s)vendita, soggetto all’approvazione da parte del Ministero delle Partecipazioni Statali e del consiglio di amministrazione dell’ente pubblico. Questi consensi non furono dati e l’affare svanì. Il mortadella invece non è svanito, è sempre in circolazione ed ora (qs volta in allegra compagnia) ha partorito questa finta privatizzazione e disimpegno dello stato da AZA. Il suo commento odierno:
Promesse rispettate". Avevo promesso che avrei fatto presto. E oggi abbiamo adempiuto alle promesse".
Credo che ulteriori commenti siano superflui, salvo sottolineare lo stile della “casa mortadella”, che può vantare a suo credito operazioni come la svendita di Cirio-De Rica-Bertolli (al gruppo Cagnotti, ad un terzo del suo valore cosa è successo poi è storia recente), GS-Autogril (al gruppo Benetton ad un decimo del suo valore), Italgel (alla Nestlè, con uno sconto di oltre il 50%), tanto per citare i casi più noti. Buon sangue non mente, vedremo cosa saranno capaci di combinare con AZA.


In conclusione, vedremo se avranno fatto un passo indietro o semplicemente …di fianco.
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