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sonicbum
Paul quanto ho scritto non è frutto di chissà quale presunzione o idea di superiorità, corrisponde semplicemente alla realtà dei fatti. Le varie - e per carità, efficientissime - maggiori compagnie low cost sono relativamente giovani sul mercato, parliamo comunque di aziende che hanno visto i grandi numeri a partire dalla seconda metà degli anni 90, ed in alcuni casi anche molto dopo. È normale che i "capoccia" di certe realtà siano stati formati da chi veniva dalle legacies, e se non loro almeno i loro istruttori. Il succo del mio discorso è che - a mio avviso - dobbiamo preservare la nostra cultura e tradizione aeronautica che, volenti o nolenti, trova le sue radici in AMI ed AZ LAI.
Ciao Sonic. Come te, sono nato e cresciuto sia professionalmente che umanamente in quelle radici di cui parli, quindi sfondi una porta aperta.
Sono però convinto che quella tradizione la si onora, preserva e tramanda cercando di essere i Professionisti che siamo sempre stati, addestrando i giovani a quei valori, sia che lo si faccia in Italia per Compagnie Italiane che, soprattutto, lo si faccia in Italia o all’estero per Compagnie straniere. Non è costruendo muri, che è di fatto il significato di una nazionalizzazione, che si tutela la nostra cultura aeronautica.
Semmai sono d’accordissimo sul fatto che bisognerebbe sedersi ad un tavolo e pretendere regole uguali per tutti in Italia ed in Europa, in modo che tutti, Compagnie e lavoratori, abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri.