PPRuNe Forums - View Single Post - Aiuti di stato a tutte le compagnie Italiane
Old 9th Apr 2020, 10:16
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B77L
 
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Originally Posted by 45ACP
Io rimango sempre più sorpreso quando leggo qui che dei professionisti abituati a vivere sotto stress non riescano ad avere un quadro asettico della situazione, va bene tifare per la tua azienda ma è una azienda (a mio giudizio la vita é fuori dalla divisa...)
Prendo spunto da questo passaggio di 45ACP che condivido pienamente: da collega AZ sinceramente non riesco a difendere il mio orticello in barba a qualunque logica. Ovvio che gradirei non rimanere a terra e altrettanto ovvio che mi piacerebbe che un paese come il nostro avesse una o più compagnie strutturate. Ma condivido pure le domande di EI-PAUL: siamo in grado di risorgere? Se ne leggono tante di proposte, accorpamenti, nessuno resti a terra, etc.: ma come pensiamo di farlo?
Il momento storico è un reset totale a livello mondiale, per cui se si mettessero veramente soldi e know how imprenditoriale, non ho dubbi che si potrebbe veramente creare un polo aeronautico: peccato che questo collida con la mentalità poco incline al senso civico e a quello dello stato che viviamo ogni giorno, e mai come in questo periodo, in Italia. I miliardi gettati al vento non possono essere cancellati per ripartire da zero, se a monte non cambia il nostro modo di pensare e lavorare (non nel cockpit, ma nella vita).
Vogliamo veramente fare paragoni con Lufthansa, che di lungo ha tanti aerei quanti noi ne abbiamo in totale e riesce a operare efficientemente da due hub distanti 30 minuti? Va bene il know how italiano, ma cerchiamo di essere realisti. Viglietti parla di cargo? Bene, noi siamo quelli che son stati capaci di non avere più una all cargo battente bandiera italiana e si son fatti "rubare" in casa il traffico perfino dagli Azeri, con tutto il rispetto. Vogliamo vedere quanto cargo opera la Germania tramite le sue compagnie? Ci rimarremmo tutti male. Nemmeno i paragoni con Brussels reggono, che è vero, non macina utili, ma almeno un fallimento se l'è visto, una flotta lasciata a terra dall'oggi al domani se l'è vista, una vera riorganizzazione se l'è fatta, e pur così faccio notare che ha una sua strategia di mercato, una sua fetta di mercato (l'Africa, mentre qualcuno su suolo nazionale apre e chiude rotte senza criterio e non ha ancora scelto un punto cardinale verso cui espandersi).
Purtroppo questa è la stessa mentalità legata al passato che ancora si legge nelle varie discussioni fra colleghi: Alitalia e l'aviazione italiana oggi non è quella di un tempo. Questo è un dato di fatto e va accettato. Una volta accettato, si può appunto decidere cosa fare del futuro: ieri le carte erano scoperte e i margini di manovra erano nulli, oggi si è ripartiti da zero e si può fare, se non tutto, sicuramente più di ieri.
Ma prima di guardare all'estero e fare paragoni molto forzati per pretendere soldi dovremmo fare tutti un mea culpa e cercare di cambiare profondamente mentalità, pensando in primis all'interesse del gruppo (tutto il gruppo...), collocato all'interno dell'interesse dello stato. E lo stato parimenti deve pensare all'interesse di tutti e non delle varie parrocchie. Che poi è né più né meno quello che fanno nel tanto criticato estero. Ed è per questo che lì una Lufthansa è strategica, non è che si siano svegliati un giorno e sui fasti del passato abbiano decisa di farla diventare grande...è stato un processo lungo e continuo, ma condiviso da tutti. Da noi non si riesce a condividere manco un tavolo di lavoro col governo per non scontentare Caio nei confronti di Sempronio...e la colpa è sempre degli altri, specie se stranieri. Direi che la strada è ancora lunga.
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