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Old 9th Apr 2020, 09:22
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EI-PAUL
 
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Originally Posted by 45ACP
Paolo, scusami, ma le colpe di Alitalia che è in questa situazione da decenni sarà il personale o la dirigenza? Che differenza fa se i due davanti partono da A e vanno a B e la stessa tratta la fa un "arancione" o un blu/giallo?...i benedetti nella terra di Albione hanno capacità soprannaturali nel risparmiare carburante e mezzo? Ma basta con queste storie, facciamo tutti lo stesso lavoro su un trespolo e a qualsiasi dirigenza dei due davanti sono semplici numeri/dati
Ciao 45. Sai bene che non sono un accanito sostenitore della perfida Albione, pur riconoscendole un certo pragmatismo che forse dovremmo imparare ad acquisire. Per me i piloti, se accuratamente selezionati, sono tutti uguali, ognuno con proprie peculiarità caratteristiche di ogni cultura, è questo il bello ed è anche un valore aggiunto. Non ho mai fatto distinzioni tra razza, religione e stirpe ma solo tra professionalità e non professionalità. Però, quando leggo certe affermazioni come quella qui sotto, non posso fare a meno di pensare che le dinastie ancora esistano e che alcuni ancora credano che questa professione sia formata da serie maggiori e minori:

La "baracca" come la chiami è il fondamento dell'aviazione in Italia, che probabilmente ha insegnato questo mestiere all'istruttore dell'istruttore dell'istruttore del tuo istruttore italiano arancione.
Io credo che Alitalia la sua chance l’abbia avuta nel 1998. Una classe politica poco lungimirante, dei sindacati ad essa conniventi ed una parte dei dipendenti che continuavano a gridare “o Roma o niente” l’hanno sprecata. Non è colpa n’è mia n’è tua, visto che entrambi all’epoca facevamo ancora i soldati. Certo, piange il cuore a pensare a quello che sarebbe potuta essere AZ ora e quanto migliore sarebbe potuto essere il panorama aeronautico Italiano per tutti noi se solo all’epoca le parti in causa fossero state più sagge, ma sono occasioni che capitano una volta e non si può piangere sul latte versato, soprattutto da altri.Continuare ad insistere sulle nazionalizzazioni e sui campioni nazionali senza rendersi conto che non siamo più negli anni ‘70 rischia semplicemente di isolare il paese. È lì poi sono cazzi. Io la vedo così, magari sbaglio, magari ho letto troppo Darwin.

Se Alitalia fosse fallita un anno fa, le uniche quote di mercato che sarebbero rimaste “scoperte” a lungo sarebbero state probabilmente soltanto alcune direttrici di lungo raggio. Le quote di mercato interne ed internazionali sarebbero state assorbite da Easyjet, Ryanair e Vueling nel giro di pochi mesi, e la stragrande maggioranza dei colleghi normodotati sarebbero diventati arancioni od Irlandesi. Molti sarebbero rimasti in Italia, con contratto Italiano e continuità contributiva. I giovani più in gamba avrebbero avuto uno sviluppo di carriera esponenzialmente migliore di quello che hanno ora ed anche migliori T&C nel lungo termine. Piaccia o no questa logica di mercato non verrà spazzata via dalla pandemia, ignorarlo con la scusa della “strategicità” del settore significherà indebolirsi ed isolarsi.
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