PPRuNe Forums - View Single Post - Aiuti di stato a tutte le compagnie Italiane
Old 8th Apr 2020, 17:41
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azdriver
 
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Morivo dalla voglia di avere una lezioncina da te, professore. Non so se ti sei risvegliato da un coma di due mesi e mezzo, ma tutte le società del mondo, specialmente le compagnie aeree stanno rimandando o fermando i pagamenti a tutti i fornitori a causa di questa crisi. Non potendo contare sul contributo a fondo perduto dei contribuenti italiani fanno quello che possono per limitare l'emorragia di cash in un periodo in cui il cashflow è solo in un'unica direzione.
Quando hai due minuti, se hai tempo, tra un articolo di Ytali e un'intervista a un altro sindacalista, cerca il concetto di crisi di liquidità.
Ma cosa non ti è chiaro del fatto che l'annuncio, seguito poi dal finanziamento effettivo del governo Belga a Sn Brussels sia una nazionalizzazione?

Quando asserisci questo:

non potendo contare sul contributo a fondo perduto dei contribuenti italiani fanno quello che possono per limitare l'emorragia di cash in un periodo in cui il cash flow è solo in un'unica direzione.


Perché non capisci che, nel momento in cui c'è una crisi di cassa (questa fra le altre cose è una crisi strutturale che ha conseguenze immediate sulla cassa) e questa crisi non viene risolta con risorse del mercato ma, con risorse garantite da un governo, questo significa automaticamente che la compagnia è decotta (sinonimo di fallita)?

Certo che ci sono condizioni. Non possono distribuire utili e non possono licenziare finchè godono di questi prestiti, tra le altre cose. Quindi?
Schema facile facile così magari questa volta capisci: l'azienda non ha liquidità (qualunque sia la motivazione, il dato di fatto è che non ha soldi in tasca e non riesce a reperirli), quindi non riesce a far fronte ai suoi obblighi a breve e medio termine, nemmeno rinegoziando con i creditori oppure cercando risorse fresche sul mercato o vendendo i suoi assets, l'azienda è “de facto” fallita...Quindi il finanziamento erogato dallo stato oppure con le sue garanzie (garanzie che sono l'aspetto centrale di qualunque finanziamento, molto più del finanziamento stesso) diventa "de facto" una forma di controllo dello stato su di un'azienda. Senza i miei soldi/garanzie saresti fallita, quindi il guinzaglio in mano ce l'ho io stato/governo... le condizioni esplicite del finanziamento ci sono quelle per dare una giustificazione ai cittadini/europa, quelle implicite sono il guinzaglio di cui sopra...

Secondo la tua logica TUTTE le compagnie aeree del mondo sono decotte. Le americane tutte, AF/KLM, LH, IAG, easyJet perchè hanno avuto bisogno di prestiti a causa del virus.
Vedi sopra. Comunque ovviamente si. Sono decotte perché non possono -ripeto- a prescindere da quale sia la motivazione, far fronte ai loro obblighi finanziari...Mi riferisco ovviamente a quelle che accetteranno i finanziamenti statali per far fronte alla crisi covid-19

Non importa che tutte fino a ieri producevano utili a montagne. Il dubbio che siano in crisi di liquidità momentanea perche le persone PER LEGGE non possono spostarsi, leggi emanati dagli stati che ora le stanno aiutando a stare in piedi, e non perchè strutturalmente incapaci di creare ricchezza, ti viene?
Mi rendo conto che per te questo sia un concetto difficilmente digeribile ma, questi sono i rischi del business...All'improvviso arriva un Cigno Nero e spazza tutti gli attori del mercato: belli e brutti...Lo stato e la moneta servono proprio a questo.

Tu stai dando ragione a uno scrive bestialità del genere: Crediamo quindi che nel futuro del trasporto aereo italiano ci sarà spazio per una compagnia major, per un vettore low cost italiano, per un vettore cargo e uno leisure che si occupi della parte charter. Questo si può fare costituendo un vettore unico oppure una holding con al suo interno le varie specializzazioni. Questo è già successo, in passato, con Alitalia Team. Chiaramente l’assetto societario deve vedere lo stato come elemento centrale.
Ovvio. Anche perché è lo stesso discorso che stanno facendo in Germania, Olanda, Francia, Norvegia...E udite udite, negli Stati Uniti.

Se pensi che lo stato italiano abbia le decine di miliardi da spendere, la voglia e le competenze per realizzare una cosa del genere che nemmeno ai tempi dell'Unione Sovietica si erano sognati, beh, quello che deve prendere lezioni di economia e di realismo sei tu, non io.
Le competenze, ne sono certo. Il business del trasporto aereo è abbastanza banale. Per citare Kelleher :"i quattro ingredienti sono: bacino, network, costi, resilienza.". Per quanto riguarda i soldi, beh dipende da come si vuole posizionare la coperta...
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