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One thousand
mi permetto di dire che l’articolo che hai citato riporta cose già note, l’ho letto velocemente ma non ho visto scritto da nessuna parte un richiamo che riguarda chi “pianifica” il rientro o chi rientra, ne’ riguardo un rientro dei risparmi in Italia dopo un tot di anni.
Quello che sostanzialmente interessa è che il fisco non possa mettere le mani su risparmi di anni di lavoro all’estero nei quali il lavoratore si è trasferito completamente (ma non a titolo definitivo perché magari un giorno rientrerà).
Un lavoratore iscritto all’AIRE che opera e vive costantemente all’estero ha come unico tallone di Achille l’eventuale la presenza della famiglia in Italia. Questo è l’unico modo che il fisco ha per poter contestare il cosiddetto centro degli interessi “affettivi”.
Lo spostamento saltuario dei propri risparmi sul conto corrente italiano è ben diverso secondo me dall’accredito costante e regolare dello stipendio. Come il possesso di immobili affittati a terzi dimostra che non esiste domicilio/dimora stabile in Italia del lavoratore.
Chiaramente il fisco ha sempre facoltà di provarci, le norme vengono spesso interpretate in maniera soggettiva e discrezionale, ma le possibilità di riuscire a riportare a tassazione tali redditi mi sembra molto improbabile nella realtà, per questo mi chiedevo casi reali al di fuori da sportivi e persone dello spettacolo dove la residenza estera era chiaramente fittizia (e totalmente diversa dai nostri casi).
Comunque il limite è di 5 anni, subentra prima la prescrizione se non ricordo male