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Nuova Alitalia (merged)

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Nuova Alitalia (merged)

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Old 4th Sep 2008, 10:24
  #61 (permalink)  
 
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Caro Henry

Certo il rancore e' tanto specialmente perche' le ingiustizie nel nostro ambiente continuano senza sosta....

Specialmente chi sta' all'estero vorrebbe vedere un paese in ripresa ed invece le cose no cambiano.....anzi peggiorano....


Cmq un in bocca al lupo a tutti....

p.s. un po di Ramadam farebbe bene anche Voi....
tamagoci is offline  
Old 4th Sep 2008, 10:54
  #62 (permalink)  
 
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Ho trovato un articolo interessante (e preoccupante) di un paio di giorni fa su un altro sito:


Il commissario straordinario dell’Alitalia Augusto Fantozzi incontrerà venerdì alle 9.30 il presidente dell’ENAC Vito Riggio e il direttore generale Silvano Manera per aggiornarli sulla procedura di amministrazione straordinaria ed il piano di ristrutturazione. Fantozzi non potrà che ripetere quanto ha detto ieri ai sindacati: a fine agosto in cassa c’erano 195 milioni di euro - ben 119 in meno di fine luglio - ed a fine settembre si potrebbe scendere a 30-50 mln. Il confronto con i sindacati rinviato a giovedì si svolge all’ombra di questa realtà.
Il fallimento della trattativa si rispecchierebbe infatti in quello della società, come hanno più volte sottolineato il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, il presidente designato della "nuova Alitalia" Roberto Colaninno e altre voci autorevoli. A rendere irreversibile il percorso è l’amministrazione straordinaria che - specie dopo le recenti modifiche alla legge Marzano - concede al commissario poteri vastissimi. Non a caso già da febbraio SDL , l’attivissimo sindacato di base che in Alitalia conta 1.700 iscritti, si era espresso contro il commissariamento. Ma è arrivato, e oggi Fantozzi ha il potere di fare persino il temutissimo "spezzatino" del gruppo. L’accordo quindi si troverà, perché l’alternativa è la disintegrazione del vettore con la perdita di ben più di 5.000 posti di lavoro.
Sui contenuti e le conseguenze restano però molti dubbi tecnici ai quali la cronaca politica non offre risposte. Senza fare dietrologia inutile, proviamo ad elencarne qualcuno. Il mercato
La concentrazione di Alitalia ed Air One mira esplicitamente a creare un vettore con una massa critica tale da dominare il mercato nazionale con una quota non inferiore al 60%, comunque inferiore a quella esistente (perché creata o tutelata) in altri paesi europei, a partire dalla Francia. Sarà questa, probabilmente, la linea di quanti difendono la fusione.
Ma il discorso è più complesso. Il piano industriale del gruppo Meridiana-Eurofly fa esplicito riferimento alle opportunità di crescita che potrebbero essere generate dal riassetto del trasporto aereo italiano, cioè agli spazi che la nuova Alitalia dovrà lasciare liberi.
Ridurre le sovrapposizioni dovrebbe in effetti liberare risorse come gli slot a Linate, dove sulla rotta Milano-Roma i due vettori insieme offriranno circa il 70% dei voli che offrono oggi. Ma nessuno dice che fine farebbe quel 30% che si renderà disponibile. Sarà rimesso a disposizione di nuovi entranti, a vantaggio della concorrenza, o verrà ridotta la capacità dell’aeroporto per decreto come nel 1998 per il lancio di Malpensa 2000? In quell’occasione i passeggeri dimostrarono che la vera alternativa a Linate non è Malpensa ma Bergamo. In caso di interventi pesanti o mal congegnati, potremmo vederne delle belle.
Gli aerei
Che la flotta Alitalia sia vecchia è un fatto. Che al 31 luglio Air One risulti aver ordinato 65 Airbus A320 (che con i 20 già ricevuti totalizzano 85, cinque meno dei 90 di cui si parlava in precedenza), 12 A330-200 e altrettanti A350-800 , è un altro fatto. Ma molto meno chiaro è come sarebbe la futura flotta combinata Alitalia+Air One, anche in relazione alla struttura delle rotte.
Se è ipotizzabile che i 65 A320 vadano a sostituire i 47 MD80 rimasti (e magari anche i primi A320 che hanno già una decina di anni, riducendo i costi di carburante e manutenzione), questo equivarrebbe a un taglio equivalente all’intera flotta 737 di Air One, cioè oltre 20 aerei.
È plausibile che gli A330 sostituiscano i 767, ormai vecchiotti, mal allestiti e non standardizzati perché acquisiti da molte fonti diverse. Ma gli A350? Servirebbero per raddoppiare il lungo raggio, sostituire i dieci 777 o addirittura per una seconda sostituzione degli 767?
Il cargo pare destinato ad essere scorporato e ceduto a parte, forse a quel Milo Radici che non ha mai nascosto il proprio interesse. La questione è controversa. Da un lato, Airbus e Boeing prevedono per i prossimi venti anni una crescita del cargo doppia di quella dei passeggeri. Dall’altro, una flotta di cinque MD11 è ritenuta insufficiente per un servizio capillare.
Che fine faranno Alitalia Express e Cityliner? Le due compagnie regionali impiegano quattro tipi di aerei (ATR72, Embraer RJ145 e 170, Bombardier CRJ900) che in tutto rappresentano circa un quinto dell’intera flotta dei due gruppi. Una domanda analoga si può fare per Volareweb, la low cost del gruppo Alitalia, che a suo vantaggio ha solo le minori dimensioni e la flotta Airbus omogenea con Alitalia e Air One.
I piloti
La nuova Alitalia chiederà ai sindacati di accettare un contratto molto meno generoso di quello attuale e probabilmente più vicino a quello di Air One. Questo potrebbe però non bastare per generare le efficienze richieste. Secondo molti piloti, il basso numero di ore medie annue volate in Alitalia - che la cordata CAI stima in 550 - discenderebbe da fattori organizzativi (cattiva distribuzione dei piloti nei settori, con esuberi sulla famiglia A320 e carenze su quella 767) e dai troppi distacchi sindacali o incarichi di staff.
In un settore che ha una progressione di carriera molto semplice (da copilota a comandante, con l’unica aggiunta di incarichi istruzionali, di controllo etc.) sarà senz’altro molto conflittuale la creazione di una lista unica di anzianità tra cinque compagnie, quali sono oggi Alitalia, Alitalia Express, Volareweb, Air One e Cityliner, con una miriade di accordi interni per la "circolarità", cioè i passaggi di carriera infragruppo. Preoccupa, sotto questo aspetto, il silenzio dei piloti Air One e la loro apparente assenza dalle discussioni. Scelta o esclusione? Gli esiti potrebbero essere molto diversi.
Per tranquillizzare una categoria altamente specializzata e sottoposta a un’infinità di abilitazioni e scadenze i provvedimenti a tutela del reddito fino a 72 mesi sono troppo schematici. Né sarebbe risolutivo il passaggio di una cinquantina di piloti all’ENAC come ispettori di volo di cui gira voce tra i piloti. Molto meglio strumenti di rotazione che consentano di mantenere i titoli professionali - e quindi la capacità di reimpiego altrove per sfruttare l’alta domanda di piloti nel mondo.
Il multibase
Le pressioni dei sindaci dei comuni aeroportuali a favore di questo o quello scalo sono un’anomalia italiana, ma sottolineano la grande confusione di questi giorni. In realtà il "piano Fenice" prevede l’operativo multibase elaborato da Boston Consulting per Intesa Sanpaolo al tempo della proposta Air One del dicembre 2007 . Il piano - già considerato due volte da Alitalia nel 2001 e 2005 - rispecchia la struttura di un mercato policentrico e la filosofia del servizio diretto "point to point". Le low cost o le compagnie di nuova costituzione assumono su una base specifica ma Alitalia ha sempre scartato il multibase per la difficoltà di trasferire da Roma il personale esistente - non solo i piloti, ma anche i tecnici etc.
La nuova Alitalia potrebbe scontrarsi con la stessa situazione, oppure risolverla licenziando tutti e riassumendoli direttamente sulle basi di Roma, Milano, Torino, Venezia, Napoli e Catania. Potrebbe trattarsi di un gioco rischioso, che decentrerebbe la conflittualità dall’area romana creando però una rete di focolai pronti ad accendersi a turno.
Né è chiaro come il multibase si legherebbe alla missione assegnata ad Alitalia dal governo di collegare l’Italia ai suoi mercati turistici (sopratutto incoming) e d’affari (soprattutto outgoing). Rispetto alla posizione Air One del dicembre 2007 è infatti scomparsa la vocazione al lungo raggio, segmento che offre i margini più alti. Una strategia rinviata per il costo astronomico del combustibile o una marcia indietro?
La manutenzione
L’area oggi sotto Alitalia Services è unanimente votata alla cessione. Su questo si appuntano due diversi dubbi. In primo luogo, nessuna compagnia di queste dimensioni cede la manutenzione pesante. In secondo luogo, la manutenzione esternalizzata costerebbe probabilmente di più di quella interna ben gestita che - tra l’altro - godrebbe di un cliente interno con una buona massa critica.
E infine …
A queste osservazioni tecniche molti operatori aggiungono - chiedendo di restare anonimi - una buona dose di scetticismo sulle reali intenzioni dei singoli soci di CAI, in parte alimentato dalle voci di un rientro di Air France-KLM nelle vesti di socio di minoranza. Né a fugare i dubbi bastano gli accordi di "lock-up" azionario per cinque anni, facili da aggirare e difficili da sanzionare in caso di violazione. Molti, cinicamente, scommettono su un’operazione speculativa di grande rapidità, fidando nei tempi ben più lunghi delle eventuali (qualcuno dice inevitabili) sanzioni europee. Può darsi.
Quel che è certo è che a questo giro non ci sono più alternative. La situazione precipita e sugli aerei di linea, è bene ricordarlo, non c’è il paracadute.
jtogram is offline  
Old 4th Sep 2008, 15:25
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Minaccia dei creditori: «Piloti, o pagate carburante cash o non decollate più!!!

Il carburante per un volo intercontinentale costa tra i sette e i diecimila euro all’ora. In più ci sono i servizi di terra. E così due Boeing Alitalia sono stati ritardati, fermi in pista in attesa del bonifico per ripartire. Si parla di due aerei dal Sudamerica e dal Medio Oriente, come raccontano i piloti sottovoce per paura che la notizia allontani i passeggeri e avvicini l’ora X in cui Alitalia non potrà più volare. Perché i soldi in cassa sono pochi, i fornitori temono che i conti non vengano saldati e chiedono il pagamento sull’unghia. Il fatto, semplice e inesorabile, è che in molti non vogliono più fare credito alla compagnia.
Le notizie rimbalzano sui forum e corrono tra gli addetti ai lavori. Riguardano anche gli hotel, che nicchiano se si tratta di ospitare gli equipaggi Alitalia. Da tempo molti alberghi intorno ai principali aeroporti italiani non accettano passeggeri «riprotetti» dall’Alitalia, ovvero quei clienti che per un ritardo o un annullamento devono pernottare in hotel. Ora il problema riguarda i comandanti. «Non è bello, arrivati in albergo (MIAMI?) dopo un volo intercontinentale, trovare questa lettera» raccontano sul forum di Aviazione civile. La missiva chiede all’equipaggio il pagamento in contanti o con carta di credito. Pessimo segnale, perché se si pretende dalla compagnia di pagare tutto subito i tempi per evitare il fallimento diventano strettissimi.
A far scattare l’allarme è stata la Iata, l’Associazione internazionale del trasporto aereo, che ha preteso il pagamento dei 50 milioni di euro che le erano dovuti per continuare a emettere i biglietti Alitalia. Un esborso consistente per una società che a fine agosto aveva in cassa 200 milioni, che scenderebbero a 50 in settembre. Giuseppe Bonomi, il presidente di Sea (la società di gestione degli scali milanesi) ha ricordato in un’intervista al Sole-24 ore di avere un credito di 47 milioni e di non voler «finire cornuto e mazziato». Secondo il Wall Street Journal la compagnia perde tra 1 e 2 milioni al giorno e «le autorità di sicurezza potrebbero cominciare a vedere se togliere ad Alitalia la licenza di operare». È previsto per venerdì prossimo che i conti dell’Alitalia siano visionati dall’Enac.
È in questo contesto che il governo incalza i sindacati. Come spiega il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, «viste le criticità, sono tempi imposti, la dead line non è metaforica». Piloti e lavoratori del settore sono in allarme. «A leggere le posizioni di Cgil e Ferrero c’è da restare allibiti! Ma questi sarebbero quelli che difendono gli interessi dei lavoratori?» si sfogano sul sito di AereoportiLombardi. «Secondo me puntano solo a far fallire la trattativa in ottica anti-SB, a loro dei lavoratori non frega nulla! Come si fa altrimenti a dire cose del genere, con il fallimento e 20.000 lavoratori a casa dietro l’angolo?». L’ipotesi di un grounding, un fallimento, e a breve, è ritenuta concreta. Tutti ricordano quel che è accaduto a Swissair il 2 ottobre del 2001 e anche allora le avvisaglie erano state i comandanti costretti a verificare carte e bonifici e alla fine a viaggiare con buste piene di contanti per pagare carburante, servizi di terra e hotel. Fa paura anche il crac della Sabena. E poi ci sono gli aerei di Volare, rimasti bloccati a Parigi Orly. Era il 2004 e ai comandanti era stato richiesto il pagamento cash del carburante per il rifornimento dell’aeromobile. Il grounding è arrivato pochissimi giorni dopo.

......minkia......
cicciopollicino is offline  
Old 4th Sep 2008, 16:31
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F o n t e ?
Henry VIII is offline  
Old 4th Sep 2008, 16:59
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Sinceramente non ci vedo nulla di male. Pure io se avessi un'attività e un'azienda in bolletta o sull'orlo del fallimento viene a chiedermi servizi COME MINIMO sono reticente a fornirglieli.
Oppure, giustamente, pretendo di essere saldato alla vecchia: qua il servizio qua i soldi. Cos'è adesso un'azienda che è in attivo e ha dei conti da far quadrare a fine mese perchè pure questa ha a sua volta dei creditori, deve fare credito a un'azienza potenzialmente non pagante solo perchè si chiama Alitalia?
mau mau is offline  
Old 4th Sep 2008, 17:05
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a me sinceramente sorprenderebbe un articolo in cui si dice il contrario.

in una situazione in cui è stato posto nero su bianco che la vecchia Alitalia è fallita e la nuova Società si Chiama CAI, la notizia sarebbe che qualcuno fa credito ad AZ (a proposito, la nuova società manterrà AZ 055 oppure avrà nuovi codici? pura curiosità).............
lor192 is offline  
Old 4th Sep 2008, 17:15
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@cicciopollo-cino

bye bye to you ... preparate a chiedere voi a noi uno strapuntino per tornare a casa ..... volare docet

oh scusa ...noi non possiamo darvi lo strapuntino.... l'hai detto tu no???
taita is offline  
Old 4th Sep 2008, 17:47
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JTOGRAM,
ho anche io trovato un articolo interessante (penso provenga dallo stesso tuo sito) ed altrettanto preoccupante:

Non vi sono molte ragioni per esultare di fronte al piano Intesa per la nuova Alitalia: ad un primo e parziale esame (perché possiamo valutare solo ciò che è stato pubblicato dai media) emerge che lascia a terra quasi il 60% della vecchia Alitalia, ne prende il 40% migliore e lo assembla al secondo operatore nazionale, Airone, per creare un vettore dalle dimensioni e ambizioni modestissime nel panorama dei cieli europei. Lascia a terra, inoltre, almeno 7000 dipendenti (ma stimiamo che potrebbero essere 10 mila) e circa 10/12 milioni di passeggeri oltre a creditori, obbligazionisti e azionisti dell’azienda commissariata e alla concorrenza sul mercato domestico. I molteplici difetti del piano industriale lasciano prevedere che non potrà funzionare, salve radicali correzioni, e non sarà in grado di portare in attivo la nuova iniziativa imprenditoriale a meno di una fortissima restrizione della concorrenza sul mercato.
La nuova compagnia assorbirà solo il 40% della vecchia Alitalia
Il piano Intesa assembla il primo e il secondo operatore nazionale lasciando fuori uno scarto consistente: la nuova azienda, infatti, opererà inizialmente solo con 136 velivoli, il 45% in meno rispetto alla dotazione operativa delle due aziende (186 aerei per Alitalia a fine 2007 e poco meno di 60 per Airone). Rimangono a terra, in sostanza, 110 aeromobili su poco più di 240.
Per ragioni di efficienza relativa (Airone ha velivoli più giovani e con minori consumi) i 110 velivoli non assorbiti nei programmi di volo del nuovo vettore saranno tutti di Alitalia e corrispondono al 60% della flotta operativa che la compagnia di bandiera utilizzava a fine 2007. E’ quindi possibile rispondere alla domanda ‘Quanto della vecchia Alitalia sopravviverà nella nuova?’: in termini di flotta operativa solo il 40%; il piano Intesa, in sostanza, ridenomina Airone come Alitalia e vi aggiunge circa il 40% della flotta della vecchia compagnia. Si noti invece che, in termini di marchio, rotte, slot e clientela la nuova iniziativa eredita, sostanzialmente a costo zero, il 100% della vecchia Alitalia.
Il personale in esubero potrebbe essere ben superiore a 7 mila, forse 10 mila
Per quanto riguarda il personale in esubero non vi è concordanza tra i dati pubblicati su fonti differenti:
1.alcuni media indicano in 11 mila i dipendenti della nuova compagnia; se così fosse gli esuberi sarebbero circa 9 mila poiché i dipendenti delle due compagnie aggregate sono circa 20 mila (18 mila tra AZ Fly e AZ Service e poco meno di 2 mila per Airone);
2.altre fonti indicano direttamente gli esuberi in 7 mila, non è chiaro se sottraendo in maniera errata gli 11 mila dipendenti della nuova azienda dai soli 18 mila dipendenti del gruppo Alitalia oppure accogliendo per la nuova società un’ipotesi di 13 mila dipendenti.
In assenza di dati certi, è possibile effettuare alcune stime partendo dalla situazione della vecchia Alitalia (esaminata a fine 2007, prima della riduzione di attività realizzata con l’orario estivo 2008) e confrontandola con Airone. Le due aziende hanno un modello organizzativo molto differente: Airone esternalizza molti servizi e funziona con un rapporto molto basso, poco più di 30, tra dipendenti e aeromobili (1800-1900 dipendenti per 60 aerei); il gruppo Alitalia, invece, operava sino al 2007 con circa 100 dipendenti per velivolo (18 mila dipendenti per poco più di 180 aerei).
La domanda è pertanto la seguente: posto che i dipendenti di Airone più le esternalizzazioni bastano a far volare i 60 aerei che la nuova società riceve da Airone, quanti dipendenti si dovrebbe portare dietro dalla vecchia Alitalia per far volare i circa 80 aerei provenienti dalla vecchia compagnia di bandiera? La risposta è circa 8 mila (100 persone moltiplicate 80 velivoli); considerando una crescita prevista di attività negli anni successivi è plausibile un dato di 9 mila. Appare pertanto corretto un dato di 11 mila dipendenti complessivi per la nuova azienda (9 mila da Alitalia più quasi 2 mila da Airone); in tal caso gli esuberi complessivi sono 9 mila (da 20 mila dipendenti attuali delle due aziende a 11 mila della nuova) e non 7 mila, come invece è stato scritto dalla maggior parte delle fonti informative.
E’ possibile che, per non accentuare il problema degli esuberi e non rendere troppo difficoltosa la trattativa con i sindacati, che la nuova società accetti di operare con 13 mila dipendenti, limitando gli esuberi a 7 mila? In tal caso la nuova Alitalia accoglierebbe lo stesso rapporto della vecchia Alitalia tra dipendenti e aerei, pari a 100 (13 mila dipendenti per poco più di 130 velivoli), rinunciando alla maggiore efficienza del modello organizzativo di Airone. E’ possibile una tal soluzione senza appesantire il conto economico della nuova società e compromettere il raggiungimento dell’equilibrio economico? Probabilmente si, ma solo a condizione di reinternalizzare i servizi che attualmente Airone compra sul mercato; in tal caso ai 7 mila esuberi di Alitalia bisognerebbe tuttavia aggiungere 2-3 mila esuberi ‘nascosti’ nelle aziende esterne che forniscono servizi ad Airone. Il totale arriverebbe sempre a 9-10 mila unità. D’altra parte con una riduzione di attività della nuova Alitalia pari al 45% rispetto alla vecchia Alitalia più Airone non è plausibile, a meno che non si voglia peggiorare l’efficienza, che la riduzione nel personale impiegato sia inferiore al 45% e il 45% di 20 mila dipendenti corrisponde a 9 mila dipendenti. In sintesi, il piano Intesa della nuova Alitalia è in grado di migliorare l’efficienza della nuova azienda rispetto alle attuali realtà solo con circa 10 mila occupati in meno e di non peggiorarla con almeno 9 mila.
Il mistero dei 10 o 12 milioni di passeggeri in ‘esubero
Vi è inoltre un mistero nel piano Intesa che sinora i media sembrano non aver notato: accanto a 6/7/9 mila dipendenti vi sarebbero anche 10/12 milioni di passeggeri in ‘esubero’. Il dato è messo in evidenza da un calcolo basato sul numero di aerei ex Alitalia che la nuova compagnia intenderebbe continuare a utilizzare. Se quel 40% di aeromobili sarà utilizzato con la stessa intensità di Alitalia e con identico load factor trasporterà all’anno solo il 40% dei 24 milioni di passeggeri che viaggiavano normalmente con la compagnia di bandiera prima della crisi, cioè 10 milioni di persone.
Se immaginiamo che il tasso di utilizzo degli aerei nella nuova Alitalia aumenti del 10% i passeggeri arriverebbero, a parità di load factor, a 11 milioni e se ipotizziamo che anche il load factor di Alitalia possa aumentare sino al valore molto elevato di Air France, cioè 7 punti percentuali in più (ipotesi comunque poco probabile), i passeggeri arriverebbero a 12 milioni, che è comunque solo la metà dei viaggiatori trasportati dalla vecchia Alitalia. Immaginiamo inoltre che anche il load factor degli aerei ex Airone, ora molto basso, aumenti e lo faccia per ben 17 punti percentuali; in questo caso i passeggeri sugli aerei ex Airone salirebbero da 7 a 9 milioni.
Accogliendo queste ipotesi, assolutamente ottimistiche, la nuova Alitalia potrà al massimo trasportare all’anno 21 milioni di passeggeri contro gli oltre 31 trasportati nel 2007 complessivamente da Alitalia e Airone. In sostanza 10 milioni di passeggeri (ma più probabilmente 12) non potranno volare nel 2009 sulla nuova Alitalia nonostante abbiano dimostrato in passato di essere disponibili a pagare tariffe non propriamente da compagnie low cost. Si tratta di oltre il 10% dei passeggeri che viaggiano sui cieli italiani e di oltre il 25% dei passeggeri che viaggiano su rotte nazionali.
Conclusione: quale restrizione del mercato è necessaria per permettere l’utile della nuova compagnia?
Credo sia superfluo notare che, di solito, le crisi industriali evidenziano un eccesso di fattori produttivi (capitale e lavoro) rispetto alla domanda e non in contemporanea un eccesso sia di fattori produttivi che di domanda. Poiché questo avviene per la prima volta, che io sappia, nella ormai plurisecolare storia del capitalismo, qualche spiegazione in più sarebbe opportuno che venisse fornita al pubblico e agli azionisti-contribuenti. Per quanto riguarda i 10 o 12 milioni di passeggeri lasciati a terra dalla nuova Alitalia, essi non corrono ovviamente il rischio di doversi accampare nelle sedi aeroportuali qualora venga data la possibilità al mercato di funzionare liberamente, riassegnando con immediatezza gli slot lasciati liberi dalla nuova Alitalia.
In tal caso sarà Mr. O’Leary di Ryanair o qualche suo collega a pensarci ma se gli verrà data la possibilità di farlo la nuova Alitalia non andrà mai in attivo. L’unica possibilità che i suoi bilanci vadano in utile è che il regolatore non permetta a Mr. O’Leary di imbarcare i 12 milioni di passeggeri lasciati a terra da Passera e Colaninno. La moratoria antitrust inserita nel decreto legge di revisione della Marzano non è ovviamente sufficiente a tal fine e servono provvedimenti molto più drastici. La fantasia del regolatore protezionista non ha tuttavia confini: dopo aver deliberato la chiusura ai voli civili di Ciampino (diurni) con la scusa di proteggere il sonno degli abitanti della zona si potrebbe dichiarare Linate aeroporto militare e rispolverare il vecchio piano sugli aeroporti del non rimpianto ministro dei trasporti del centro sinistra Alessandro Bianco. L’importante è tenere a terra il 25% dei passeggeri domestici per poter far pagare molto di più al rimanente 75%.
bulik is offline  
Old 4th Sep 2008, 18:02
  #69 (permalink)  
 
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@taita

....per fortuna (e solamente perche' ora i COLLEGHI in AZ non si trovano in ottime acque altrimenti chi non li invidierebbe!) quando parlo per radio il mio operativo non inizia con AZ....!
Questo non e' sufficiente per disprezzare gli ALITALICI come si diverte qualcuno......
...non augurare mai a nessuno quello che non vorresti mai un giorno succedesse a te...!!!!
cicciopollicino is offline  
Old 4th Sep 2008, 19:34
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Esuberi

Ribadisco quanto espresso in altre occasioni, sperare od augurarsi che colleghi di altre realtà (magari più fortunate in termini di contratto) finiscano in mezzo ad una strada è sintomatico di una mancanza di maturità di categoria (in primis i rappresentanti sindacali che hanno sempre risposto alle logiche del proprio orto) che, oltre ad altri fattori, ci ha portati alla disastrosa situazione del trasporto aereo italiano attuale. Spero che in un futuro si possa, serenamente, riportare la nostra professione al livello che merita e questo si può fare solo uniti.
Saluti
jescar is offline  
Old 5th Sep 2008, 01:09
  #71 (permalink)  
 
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Si ma a parte le chiacchiere ed i bla bla vari qualcuno si sta rendendo conto di quello che sta succedendo?
Stanno cercando di rimodellare tutto il comparto dell'aviazione in funzione dei loro interessi elettorali e di quelli dei compagni di merende in stile direi quasi sud americano o ,come di moda ultimamente, di tipo sovietico/putiniano.
La nostra categoria fa decisamente schifo ma quello che stanno orchestrando i potenti di turno rasenta il + bieco squallore anti liberale/statalista e servilista tali che non se ne vedevano da anni....
Io lavoro in AP ma spero che tutta sta buffonata vada in fumo e che AP rimanga la mediocre compagnia di sempre piuttosto che diventare una entita' simbiotica di una moribonda AZ e di conseguenza una realta' destinata ad una lenta e dolorosissima estinzione.
jtogram is offline  
Old 5th Sep 2008, 08:21
  #72 (permalink)  
 
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La verità è che nessuno conosce la verità. perlomeno fuori dal palazzo. I sindacati si sono subito allineati anche perchè altrimenti non potevano fare. Solo che sentirli dire "meno male che abbiamo fermato AF" ma ancora nessuno sa quante persone lascieranno a casa è sconvolgente. Si stanno anche prendendo il merito di un qualcosa che hanno subito in toto.

Se domani gli esuberi saranno 10 mila come riporta l'articolo (ricorda un po lo stile di ICE questo giornalista, o no?) dovranno comunque accettarlo quindi almeno stessero zitti............

poi magari le quote che AZ lascia le prende IG ed allora tutti ad Olbia........
lor192 is offline  
Old 5th Sep 2008, 16:29
  #73 (permalink)  
 
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Ipotesi di possibili scenari futuri

QUA

ALITALIA: LA TRIBUNE, AIR FRANCE AZIONISTA MAGGIORANZA 2013 PARIGI - Il giornale, che non esclude che la stessa proposta di diventare azionista di maggioranza nel momento in cui gli industriali italiani si possono sganciare sia stata fatta a Lufthansa o British Airways, ricorda pero' che Air France-KLM ''si impegnera' solo se il progetto gli sembra fattibile''. Secondo 'La Tribune' infine Air France-KLM, che nel suo progetto di risanamento prevedeva di fare di Fiumicino il solo hub in Italia, ''non sarebbe piu' cosi' ostile all'opzione milanese''. ''Non soltanto, precisa, perche' si tratta della scelta di Lufthansa ma anche perche' decisioni sarebbero in preparazione dall'altra parte delle Alpi per risolvere la problematica aeroportuale milanese''. XGT
Henry VIII is offline  
Old 6th Sep 2008, 16:44
  #74 (permalink)  
 
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nerone e' tornato...

leggevo "attentamente" alcuni passaggi di voi, mi chiedo? ma cos'e' alitalia? La prima cosa che a tutti gli italiani viene in mente e' UN CARROZZONE STATALE INDEBITATO, ma perche'? PERCHE' HANNO DEL PERSONALE QUALIFICATO, PROFESSIONISTI DELL'ARIA...SI DELL'ARIA E NON DI BUSINESS!!!ma i sindacati chi sono? aspetto risposte..

Se dico Emirates che cosa vi viene in mente? Grande compagnia di successo. se dico AIR France?idem se dico KLM? dipendenti che hanno capito che era meglio farsi salvare da air france... comunque sia aliatalia = vergogna pubblica e a utti quelli che con la puzza sotto il naso rendono l'ambiente invivibile. muro tra flight deck e cabina, 2 av che lavorano una legge i turni 'altro parla di sindacati, l'altro si sistema la spilla di qulache sindacato sulla sua bella giacca...mha?!!che e' una major?hahahahahah
principe is offline  
Old 6th Sep 2008, 17:19
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principe

e pensa che qui da noi stanno cercando di venderci tutta l'operazione come un bene per il paese,per i cittadini,per gli utenti, per l'immagine internazionale, per il turismo, per l'economia.....
Se la famosa cordata avesse investito + di 1 miliardo di euro mettendo in piedi una compagnia da zero sbattendosene della melma alitalica magari unendosi subito ad una vera major allora sarei anche stato d'accordo ma con questa buffonata si sta portando tutto il trasporto aereo nazionale al medioevo.
jtogram is offline  
Old 6th Sep 2008, 23:26
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Altre analisi "non allineate":

È un confronto perdente, quello tra il piano Passera-Colaninno per la «nuova Alitalia» che è stato accolto con le fanfare dal Governo e l'offerta di acquisto presentata da Air France-Klm nei mesi scorsi, che fu affossata da Silvio Berlusconi in campagna elettorale e respinta dai sindacati.

In nessun aspetto la proposta attribuita alla cordata di 16 investitori della Cai, guidati da Roberto Colaninno, già scalatore di Telecom Italia nel 1999 con i soldi della stessa società, migliora il progetto francese. Anzi, numerosi appaiono i peggioramenti, per la compagnia e i lavoratori, per i consumatori, per i contribuenti, per creditori e azionisti.

Dalle informazioni disponibili si possono sollevare interrogativi che vanno ad aggiornare il decalogo pubblicato sul Sole 24 Ore il 25 luglio. Inoltre, non è comprensibile quali vantaggi rechi l'integrazione con AirOne, aviolinea privata in difficoltà che Intesa Sanpaolo ha voluto includere nella «nuova Alitalia».

1. I vantaggi dell'italianità
L'elemento da cui è partita l'opposizione politica e imprenditoriale al piano Spinetta era la mancanza di «italianità». Solo questa caratteristica – si disse – sarebbe stata una garanzia per i passeggeri nazionali, le imprese, il turismo, con il mantenimento di un maggior numero di voli intercontinentali e internazionali diretti. Ebbene, le destinazioni della «nuova Alitalia» saranno 65, inferiori alle 84 di Air France. Ci sarà una concentrazione sul mercato nazionale ed europeo (dove si perdono più soldi per l'attacco delle low cost), con pochi collegamenti intercontinentali. I voli a lungo raggio della nuova società oscillano, secondo i primi annunci, tra 13 e 16 destinazioni, contro le 15 previste da Jean-Cyril Spinetta all'inizio e destinate ad aumentare. Per i passeggeri italiani aumenterà la necessità di fare scalo a Parigi, Francoforte o Londra per voli lunghi.

2. Flotta ridimensionata
La riduzione di attività è inevitabile poiché il piano postula che la compagnia derivante dall'integrazione di Alitalia con Air One abbia circa 139 aerei, cioè 100 in meno delle 238 macchine impiegate dai due vettori. Spinetta prevedeva un'Alitalia con 137 velivoli, circa 40 in meno della sua flotta. I francesi inoltre prevedevano di aggiungere un aereo di lungo raggio all'anno dal 2010. Non si conoscono gli impegni di Colaninno in proposito.

Poiché Alitalia già ha 175 aerei, più della flotta giudicata necessaria dal nuovo piano, a cosa serve aggiungere AirOne, con i suoi 60 aeroplani? L'aviolinea privata ha ordini per 60 nuovi Airbus 320 che consumano meno dei vecchi Md80 Alitalia. Ma il canone di leasing su questi aerei è molto più alto che sugli altri.

3. Monopolio
L'unione di Alitalia con il principale concorrente annulla quasi tutta la concorrenza sui cieli nazionali. La nuova società avrà mano libera nell'alzare le tariffe, con un beneficio di alcune centinaia di milioni sui conti. Fa sorridere chi sostiene che la concorrenza arriverà dal treno: l'alta velocità, quando arriverà, potrà forse essere un'alternativa sulla Roma-Milano, non sulle altre tratte. L'italianità, insomma, sarà pagata cara dai consumatori.

4. Impegni finanziari
Air France-Klm si era impegnata a versare dentro Alitalia Spa – la società oggi commissariata – almeno un miliardo entro giugno 2008, accollandosi anche circa 1,4 miliardi di debiti finanziari netti che invece il nuovo piano lascia nella bad company. Di fatto, l'impegno di Air France era di 2,4 miliardi circa. E non ci sarebbe stata una bad company da scaricare sullo Stato o sui creditori/azionisti.

La Cai ha annunciato un impegno fino a un miliardo. Per ora, i suoi soci hanno versato 160mila euro. E nell'«information memorandum» del Progetto Fenice si legge che il nuovo capitale versato «per cassa» dai soci entro il 2008 sarà di 800 milioni, «soggetto al verificarsi di talune condizioni sospensive». È da chiarire quale sarà la somma effettiva, comunque inferiore al miliardo.

Quanto a AirOne, lo stesso documento dice che, attraverso un aumento riservato, conferirà «taluni rami aziendali per un controvalore pari a 300 milioni», che porteranno il capitale a 1,1 miliardi. AirOne non mette soldi. Quali siano i «rami aziendali» il documento non lo precisa. Certo non aerei, perché i suoi jet sono in leasing.

L'impegno degli investitori «italiani» è meno della metà dei francesi. Resta un buco di almeno 1,4 miliardi nella bad company: debiti che verranno pagati dallo Stato (si stima per un miliardo), dai creditori, dagli azionisti.

5. La valutazione di Alitalia
Si sostiene che la Cai ha fatto un'offerta di circa 300 milioni per comprare la parte buona di Alitalia, gli slot, il marchio, con gli aerei migliori. Un valore analogo viene attribuito ai conferimenti di AirOne. Non è giustificabile attribuire valori simili a società che non sono comparabili. Ed è risibile che la polpa buona della compagnia pubblica valga così poco. Alitalia possiede slot pregiati a Heathrow, Parigi, Francoforte, Duesseldorf, Madrid che valgono svariate centinaia di milioni. Ha un marchio noto nel mondo, una rete di vendita internazionale.

Perché il commissario Augusto Fantozzi non apre una procedura trasparente di vendita, dando anche ad altri (Air France o Lufthansa, ad esempio) il tempo di fare un'offerta? Dovrebbe essere suo interesse massimizzare il ricavato per creditori e azionisti.

6. Il valore di Air One
Il Progetto Fenice non spiega quale sia il beneficio portato da AirOne. La compagnia di Carlo Toto ha una rete sovrapposta ad Alitalia, gli aerei mezzi vuoti e perde soldi: nei primi sei mesi del 2008 il coefficiente di occupazione posti è del 56,8%, il più basso d'Europa tra le circa 30 compagnie dell'Aea (media 74,4%, Alitalia ha il 68,2%). I conti veri di AirOne sono quelli del consolidato di Ap Holding (ApH), la controllante creata a fine 2006 da Toto con una complessa manovra di rivalutazione patrimoniale. Nel 2007 il gruppo ApH ha perso 32 milioni, con un fatturato di 785 milioni. I debiti del gruppo a fine 2007 erano 900 milioni e sono cresciuti a 1,1 miliardi nei primi sei mesi quest'anno. In larga parte si tratta di debiti per acquisire i nuovi A320 che sono collocati in società irlandesi, date in pegno alle banche finanziatrici e affittati a AirOne.


Il Progetto Fenice suona come il salvataggio di AirOne e delle banche che l'hanno finanziata. Quali sono gli impegni e le banche esposte con Toto? Si sa di Unicredit, di Morgan Stanley, di sigle tedesche. Ci sarebbe più trasparenza se fosse fatta piena luce sulla reale esposizione verso Toto di Intesa.

7. Flotta e leasing
Alitalia ha 109 aerei in proprietà. La flotta era iscritta nel bilancio 2007, approvato anche dal ministero dell'Economia, per un valore di 1,98 miliardi di euro: è compresa o no la flotta nell'offerta da circa 300 milioni di Colaninno? Nel Progetto Fenice si legge che «la Newco acquisterà dalla vecchia Alitalia 43 aerei per 772 milioni, accollandosi debiti per 522 milioni». Sembrerebbe che questo impegno si aggiunga ai circa 300 milioni offerti per la compagnia. Non si tratta di una valutazione generosa: i debiti legati agli aerei (tra cui 6 Boeing 777 valutati 295 milioni, con 210 milioni di debito accollato) sono mutui per un'attività in funzionamento, allineati ai costi che si avrebbero con il leasing.

Nel Progetto Fenice si dice che «Nuova Alitalia non deterrà aerei in proprietà, tutta la flotta sarà gestita in leasing». Nessuna grande compagnia lo fa. Perché questa scelta? Forse per fare cassa vendendo gli aerei e ridurre il capitale versato dai soci? Toto sarà il fornitore privilegiato grazie ai suoi ordini per 60 A320 e realizzerà buoni guadagni con i canoni di leasing.

8. Esuberi
Il piano francese prevedeva 2.120 esuberi. Inoltre 3.300 lavoratori sarebbero rimasti in Az Servizi-Fintecna, con cinque anni di appalti garantiti. La «nuova Alitalia» ha detto che ha bisogno di 14.250 addetti, di cui 2.750 esterni. Poiché il gruppo Alitalia ha 18mila dipendenti e il gruppo AirOne 3mila, gli esuberi veri sono circa 7mila.

9. Risparmiatori intrappolati
La Consob ha sospeso azioni e bond Alitalia il 3 giugno, per evitare speculazioni. Così è stato impedito a soci e obbligazionisti di fuggire. Ora le azioni sono carta straccia.

10. Lock up e compensazioni
I 16 imprenditori intendono vendere tra cinque anni e non prima. Tuttavia il vincolo del lock up potrebbe essere aggirato con una ricapitalizzazione fatta da altri soci (per esempio Air France). Ci sono dubbi sugli interessi che hanno mosso i partecipanti alla cordata italiana, oltre alla possibilità di guadagnare rivendendo a un vettore europeo. Benetton e Gavio hanno già ottenuto dal Governo benefici con le nuove convenzioni autostradali.
jtogram is offline  
Old 7th Sep 2008, 00:01
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come ho gia' postato in precedenza sta circolando un comunicato sindacale di una delle sigle che definisce la flotta al 2009:

per il lungo 10 B777, 5 B767, 6 A330 e per il corto 15 MD80, 88 A320, 19 B737 e 10 CRJ
Mancano quindi all'appello il settore cargo in toto, tutta AZ express e parecchi MD80.
Per quanto riguarda i 320 non so se 88 sia la somma tra le flotte AZ ed AP ma immagino di si.

Immagino che i determinati (solo AP quindi) verranno lasciati a casa mentre parte degli indeterminati ex MD80,MD11 ed AZ express verra' riciclata nei posti lasciati liberi dai poveretti di cui sopra nei settori 737,320 e 330 (e via di TR...).

C'e' poi l'incognita "bad company" nella quale confluiranno migliaia di lavoratori e della quale nessuno parla.....forse per non far sapere quanto costera' ai contribuenti tutta la vicenda.....
jtogram is offline  
Old 7th Sep 2008, 08:58
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Devil

Immagino che i determinati (solo AP quindi) verranno lasciati a casa mentre parte degli indeterminati ex MD80,MD11 ed AZ express verra' riciclata nei posti lasciati liberi dai poveretti di cui sopra nei settori 737,320 e 330 (e via di TR...).
Confermo ennesima schifezza derivante dalla voglia di salvataggio alitalia... amici sono già a casa con il contratto non rinnovato, altri lo saranno presto, tutto per far posto ai piloti AZ così da diminuire gli esuberi e far contenti i sindacati, e come sempre in questa italietta chi ci rimette sono i terzi!
RHSp is offline  
Old 7th Sep 2008, 09:25
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Rifatti bene i calcoli visto che in AP probabilmente gli unici che rischiano il posto sono appunto quelli a tempo determinato.
E quanti sono? 80?
Hai provato a calcolare quanti ne rimarranno a casa in AZ?
A fronte di quale differenza di flotta poi?
Quanti aerei ha AP?Quanti AZ?
Adesso rifai i calcoli e vedi chi ci rimette...
E poi per tua conoscenza in qualunque trattativa e in qualunque compagnia se ci sono delle riduzioni di personale da fare,i primi che vanno sono proprio i dipendenti a tempo determinato.
Detto questo possiamo disquisire sull'italietta,le porcherie varie i nepotismi e tutte le componenti dell'italiana cultura.
Solidarieta' comunque per quei colleghi che rimarranno senza lavoro...
taliban pilot is offline  
Old 7th Sep 2008, 10:57
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noi resterema a casa... di certo!!

Vorrei sommessamente specificare un "mio" punto di vista... da TERRA!!.
non è una polemica ne un'accusa, sarebbe stupido farla adesso ed inutile farla qui a Voi, ma serve per riflettere sulle parole che vengono scritte e lette e serve per il futuro; perchè non finisce qui, e lo sapete... o no?
i piloti sono in ogni compagnia seria un valore da gestire ed educare, l'addestramento deve essere continuo ed è costoso, bisogna salvaguardarli, questo è noto a tutti... ma i tecnici "certificati" quelli che dicono puoi andare quelli che ti rassicurano dopo un temporale, quelli che studiano le avarie, quelli che dopo un aeromobile SMONTATO a pezzetti, ( chi di voi lo ha veramente visto e partecipato ad un evento simile?) lo rimettono in servizio, si PRENDONO la responsabilità di di decine di persone di decine di interventi.Essi, GLI OPERAI devono essere sottoposti ad esami e certificazioni, a stress per i tempi, ed ulteriori " corsi" per eventuali aerei o impianti nuovi sui quali lavorare. Ci avete mai pensato? NO, certo, ma il costo da sostenere per un'azienda è ugualmente ALTO e ci vogliono tempi lunghissimi. Per essere PILOTI ci vuole meno tempo che per essere CERTIFICATI, non ci credete? fatevi i conti. Eppure hanno salvato il call center e gli uffici della magliana... zona grigia.... Cargo ( ma non era il fiore all'occhiello?) e la manutenzione VIA sono inutili.
Senza presunzione e senza voler offendere nessuno, ma siamo legati da una cosa in comune, la necessaria competenza ed i " training ".
Allora alla sbarra dei conti: tutto è politico, tutto è soldoni che girano. é inutile accapigliarsi come isterici... è solo politica. Pantalò...praparati i soldono...che devi pagare... ecco il conto.
Auguri A TUTTI.
mau
p.s. ma secondo voi è finita qui????
yasay is offline  


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