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Pensavamo che il peggio era arrivato

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Pensavamo che il peggio era arrivato

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Old 15th Dec 2006, 14:52
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Pensavamo che il peggio era arrivato

http://espresso.repubblica.it/dettag...55108&ref=hpsp

Aeroporti selvaggi
di Paola Pilati
Norme rigorose per le low cost. Meno scali e specializzati a seconda delle rotte. Limiti ai sindacati. Il progetto del ministro Bianchi

Ecco il messaggio per il potenziale compratore di Alitalia: non gli chiediamo solo precise garanzie, piantando paletti alla privatizzazione, ma gli offriamo anche un mercato che cambia. Stiamo preparando condizioni ambientali che faciliteranno il risanamento della compagnia... Parola del titolare dei Trasporti, Alessandro Bianchi: il consiglio dei ministri ha appena dato il via libera al suo 'atto di indirizzo per la riforma del trasporto aereo nazionale', cinque cartelle che promettono una rivoluzione, e il settore è in fibrillazione.

Pacco o non pacco?, si erano chiesti i potenziali acquirenti dopo la decisione del governo di mettere in vendita l'Alitalia (sul mercato andrà il 30,1 per cento della quota del Tesoro), dove 'pacco' sta per fregatura: troppi i vincoli sul fronte occupazionale, salatissimo l'impegno finanziario per l'Opa, l'offerta pubblica d'acquisto obbligatoria su tutto il capitale. La scesa in campo a stretto giro di Bianchi apre il portone della trattativa. E lancia precisi segnali di un cambio di vento a due indirizzi nuovi: uno è quello del sindacato. "Con le organizzazioni sindacali tocca fare un discorso franco", dice il ministro: "Se l'Alitalia si è salvata finora è perché negli anni lo Stato ci ha messo soldi su soldi, 5 miliardi in tutto, una cifra enorme. Ma cosa è successo nel sindacato? Che ognuno ha coltivato il suo orto. Ebbene: la ricreazione è finita. L'attenzione ai livelli salariali e sull'occupazione deve essere compatibile con le esigenze della compagnia: se è vero che questa è una risorsa del Paese, le posizioni sindacali retrive non vanno rincorse per forza".

Se questo fronte già potrebbe bastare, soprattutto per un ministro che viene dai Comunisti italiani, Bianchi non si ferma qui. E spara in un'altra direzione: gli aeroporti. "Abbiamo troppi aeroporti, e non ci sono regole precise sulle compagnie low cost. Chiunque ha un aereo e due equipaggi apre una linea. Ma i controlli non sono sufficienti. Peccato che questo il passeggero non lo sappia: sa solo che paga 15 euro per andare a Londra e va".

Ma come, quel grande fenomeno che ha reso popolare il volo, che ha aperto i cieli alla middle class e ai giovani squattrinati, spingendo verso la scaletta di un aereo chi mai prima ci sarebbe salito, quel fenomeno chiamato low cost che ha tagliato l'erba su cui pascolavano e si ingrassavano le grandi compagnie, comincia a odorare di zolfo? E gli aeroporti locali, che spuntando come funghi in ogni angolo della Penisola hanno decretato il successo dei nuovi protagonisti, sono lo strumento del diavolo? "Se si trattasse davvero di operazioni a carattere imprenditoriale, niente da dire", spiega il ministro: "Ma nella maggior parte dei casi non è così. Le società aeroportuali pagano per attirare le compagnie. E quasi sempre si tratta di soldi pubblici". Insomma, va a finire che è l'erario che finanzia le low cost e che, in ultima analisi, paga il biglietto a quelli che le utilizzano.

Anche qui, a un comunista la cosa dovrebbe piacere. Invece, questo professore prestato alla politica e scelto da Oliviero Diliberto a raddrizzare dal fallimento i trasporti nazionali, dichiara che la scommessa del suo partito è: "Dimostrare che si può governare da sinistra". Quindi, basta con le mille sigle sindacali, che affollano trattative estenuanti: "Ci dovrebbero essere delle soglie alla rappresentanza. Ma a stabilire quali dovrebbe essere il sindacato stesso". Soprattuto, occorre uno scossone all'Italia delle cento piste di atterraggio. "Per gli aeroporti la ricerca di un buon servizio per l'utente sembra essere l'ultima cosa. Basta entrare a Fiumicino e si capisce che del passeggero gliene importa poco: fai una fila di tre quarti d'ora al check-in, i bagagli chissà se arrivano. Però puoi comprarti delle scarpe di lusso. L'impressione è che se il passeggero non diventa un cliente-consumatore resta solo un peso", si sfoga Bianchi. Ma in primo luogo, è la 'libertà' degli scali sul piano dei collegamenti che deve avere una regola. In concreto?"Vogliamo fare una classificazione degli aeroporti per dire quali sono di rango nazionale, regionale o locale. O quali hanno solo un traffico stagionale. Oggi tutti possono fare quello che vogliono. Sembra una grande libertà, ma non lo è". Perché spesso si fanno concorrenza, magari a pochi chilometri di distanza. Ecco un esempio, proprio nel territorio del ministro, eletto in Calabria: nella regione c'è un aeroporto a Reggio, uno a Lamezia, un altro a Crotone. E se ne vorrebbero fare altri due: candidate Sibari e Vibo Valentia. Che senso ha una simile moltiplicazione? Altro esempio, il Lazio. Nei piani regionali si sponsorizzano le ambizioni di due nuovi scali, Latina e Frosinone. In quest'ultimo caso, la Provincia ha stanziato 4,5 milioni di euro per il piano di fattibilità che dovrebbe trasformare una pista per elicotteri in prossimità di una montagna in una per aerei. Obiettivo? Intercettare una parte del traffico della Ryanair che oggi scende su Ciampino, i cui abitanti non ne possono più per il rumore del via vai della regina delle compagnie low cost. Ma le ambizioni di Frosinone potrebbero essere bruciate dalla nascente candidatura di Viterbo. E se nel Sud ha appena rimediato una concessione aeroportuale Grottaglie, per via del fatto che lì nasce una fabbrica che lavora per la Boeing, al Nord Venezia Lido ambisce a passare da scalo per executive a qualcosa di più; mentre in Sicilia cresce Comiso, che col business del pachino sta facendo decollare anche quello dei voli.
Su questa babilonia il ministro vorrebbe calare la scure della sua classificazione. "A cosa serve, a limitare l'attività? Ma le low cost non le può limitare nessuno", strilla il presidente di Assaeroporti Domenico Di Paola. E come poi dovrebbe realizzarsi questa classificazione? I criteri sono più d'uno: valutare infrastrutture, dotazioni di sicurezza e livello di qualità dei servizi aeroportuali, servirebbe a dare 'le stelle' agli scali come fossero hotel. Ma il criterio principe, quello più oggettivo, non può che essere quello del numero dei passeggeri: sopra il milione o sotto. Così avrebbero la classificazione di 'nazionali' poco più della metà degli aeroporti italiani, gli altri - da Brindisi a Pescara, da Ancona a Trieste - rischiano l'etichetta di 'regionali'. Con quali conseguenze? "Non si tratta di eliminare degli aeroporti, ma di stabilire cosa possono fare", dice il ministro: "Per esempio, da Reggio Calabria, in piena estate, si può essere in un'ora alle Eolie: c'è una vocazione stagionale. Altro caso, l'Emilia-Romagna, dove c'è una overdose di aeroporti. Se fossero gestiti da un'unica società, invece di farsi concorrenza, potrebbero specializzare le destinazioni". Insomma: "Si tratta di fare una sana programmazione: la liberalizzazione è tale se i vari soggetti si possono muovere in un quadro di regole. Altrimenti è solo anarchia, da cui a guadagnare non è mai il passeggero", conclude il ministro.

Tutto bene, ma qualcuno dovrà rinunciare a qualcosa? "Questo è certo, non ci piove", dice Bianchi. Già, ma a cosa? Intanto, i regionali dovranno scordarsi il traffico internazionale. Basta dispersioni di passeggeri in mille rivoli. Per viaggiare fuori dei confini nazionali si dovrà andare negli aeroporti classificati per farlo. Esattamente l'obiettivo che si intendeva raggiungere con la costruzione degli 'hub' di Fiumicino e Malpensa, che non si è ottenuto per la fuga dei passeggeri dagli aeroporti minori. Tutta questa storia ha un netto sapore di intervento pro Alitalia, ma il ministro non si sottrae: "Un aiuto ad Alitalia, che finora è stata danneggiata dalle low cost? Non lo nascondiamo. La Francia non si è fatta scrupoli a sostenere la sua compagnia di bandiera. Noi pensiamo che Alitalia sia un asset del Paese: vogliamo che torni quello che era".

Anche se le proteste degli enti locali e dei gestori aeroportuali non si faranno attendere, Bianchi non si preoccupa. "Ascolteremo tutti, e alla fine il sistema ne trarrà vantaggio", promette. Il ministro ha comunque un'arma in mano, e cioè le concessioni per l'attività aeroportuale. Oggi è l'Enac a darle, ma il ministero vuole prendere per sé questa prerogativa, compensando lo scippo con il conferimento all'ente di un altro potere non indifferente, quello di stabilire gli slot, cioè i diritti di decollo e atterraggio, che sono il vero tesoro delle compagnie.

Per ora, le nuove concessioni sono di fatto bloccate. La lista d'attesa degli aeroporti che aspirano a ottenerne una comprende Cagliari e Catania, Palermo e Verona, Brescia e Trieste, Alghero e Lamezia, cioè un bouquet di scali di primo piano, tranne Trieste e Brescia tutti oltre il milione di passeggeri. L'elenco si allunga anche ad altri piccoli aeroporti o aspiranti tali: Perugia, Ancona, Treviso, Albenga, Reggio Emilia, Crotone, Cuneo, Forlì, Siena, Rimini, Asiago, Vicenza, Venezia Lido. Una bella fetta del sistema nazionale. Le richieste sono per concessioni di 40 anni: "Quasi l'alienazione di un bene", commenta Bianchi, e si capisce che non è convinto. Il suo orizzonte è assai più breve: i sei mesi previsti per la privatizzazione di Alitalia. Chissà se riuscirà a portare a casa la sua riforma nei tempi giusti per convincere un compratore.
cplpilot is offline  
Old 15th Dec 2006, 15:49
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continuano le esternazioni del prof. Bianchi , che penso rappresenti degnamente la inesistente qualità dei nostri politici in generale ed in particolare nei confronti del trasporto aereo.

Santa UE penaci tu a proteggerci da questa massa di c******i!

Nella speranza che qs forum sia monitorato dagli assistenti particolari del suddetto c******e (si legge ovviamente cervellone), mi permetto di fornire loro gratuitamente un suggerimento atteso che qualcuno mi riconosce una certa conoscenza dell'industria del trasporto aereo e dintorni.

Propongo quindi che si impongano con decorrenza immediata dei minimum capital requirements per ottenere e mantenere l'AOC in Italia. Atteso che in Francia sono mi pare 18 milioni di euro, facciamo 20 milioni (noi italiani ...we do it bettere, non è vero? ). Le aerolinee che già hanno un AOC dovranno adeguarsi allanuova normativa entro 6 mesi (mesi non anni, capito!!!). Per quanto ovvio euri di capitale non solo deliberati, ma versati.

Il risultato sarà che TUTTI i vettori italiani chiuderanno entro sei mesi, tranne AZA che probabiomente chiuderà per contro suo salvo l'ennesimo salvataggio che al momento mi pare piuttosto difficile e mi sembra sempre più che qualcuno voglia avere le ...mani libere

Mi permetto infine, sempre gratuitamente, di fornire un secondo suggerimento.

Nel bando di gara per AZA, al fine di garantire la massima trasparenza e riuscita dell'operazione (che tutti vogliamo non è vero o forse c'è qualcuno che ha altri interessi ...? ) tra i vari paletti mettete questi due: (i) per poter effettuare il bid occorre disporre di una capital base di 300mio euro minimi (d'altronde con una OPA da lanciare per possibili 1.5mia euro, fare di meno mi sembrerebbe un'attimo azzardato, imprudente, direi sconsigliabile, non vi pare?) e (ii) linee di credito aperte ed irrevocabili con primarie banche internazionali per 1.2mia euro a garanzia dell'OPA.

Così almeno eliminiamo ab initio i soliti furbetti del quartiere, magari amici del mortadella anche lui non casualmente professore ma nessun altro escluso, che magari partendo con un capitale di 11mio euro e le azioni inpegno a Banca Intesa e/o Capitalia vorrebbero papparsi AZA.

Sempre peggio!
iceman51 is offline  
Old 15th Dec 2006, 20:33
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L’aviazione generale italiana contesta l’affermazione fatta dal ministro dei trasporti Alessandro Bianchi durante l’audizione sulla vertenza Alitalia secondo cui «in Italia ci sono più di 100 aeroporti, di cui 70 attivi, un fatto che non esiste in nessun altro Paese Europeo». Secondo AOPA Italia, il ramo nazionale dell’International Aircraft Owners & Pilots Association che si prefigge di tutelare e difendere l’aviazione generale in tutte le sue forme (d’affari, di lavoro aereo, aerotaxi, scuola e turistico e sportivo), la realtà sarebbe invece diversa, con 540 aeroporti attivi in Francia, 380 in Germania e 54 «nella piccola Svizzera». È uno dei dati che si leggono nella lettera aperta che Massimo Levi, presidente di AOPA Italia, ha inviato il 13 dicembre al ministro Bianchi per segnalargli «alcuni fatti che evidentemente sono sfuggiti all’esame Suo e del Suo Staff».
«In realtà - sostiene AOPA, muovendo dall’assunto che "un chilometro di strada non porta da nessuna parte, mentre un chilometro di pista porta in tutto il mondo" - gli aeroporti italiani su cui si svolge un traffico commerciale regolare sono una dozzina, che sommati a quelli con traffico commerciale anche saltuario, non arrivano a 35. Per un Paese come il nostro, con una grande vocazione turistica e penalizzato da grandi isole ed un’orografia complessa, non ci pare siano poi moltissimi, e sono certo sufficienti per assicurare la necessaria mobilità a turisti ed operatori economici».
«È purtroppo vero che gli aeroporti italiani costano molto - prosegue l’associazione -. Ma è Lei a conoscenza del fatto che essi costituiscono per gli Enti locali un serbatoio di posti di lavoro per raccomandati ed "amici"? Lo sa Lei che l’aeroporto di Cuneo, dove non arriva nessun volo commerciale, ha una settantina (diconsi settanta) di dipendenti o amministratori (alcuni a carico del Suo Ministero, fra l’altro, come i pompieri), che quello di Salerno (altro scalo in semi-abbandono) ne ha 65 (diconsi sessantacinque), che a Cagliari la società di handling a terra ha una sala operativa con otto operatori su tre turni? Potremmo farLe una lista di "orrori", che portano a livelli elevatissimi i costi a carico della collettività, a tariffe esose per l’utenza e quindi ad una disaffezione per il traffico minore (di cui parliamo in seguito), che potrebbe portare turismo pregiato e di prestigio e numerosi imprenditori stranieri. Si pensi agli aeroporti di St. Moritz (Svizzera) e di S. Tropez (Francia), gestiti ciascuno da meno di dieci addetti, che forniscono un servizio eccellente a costi ragionevoli, costituendo un pregiatissimo biglietto da visita per queste ambite località del turismo di alta classe».
«Ci pare infine che allo staff del Suo Ministero sia sfuggito il nascere negli USA - è l’ulteriore considerazione di Levi - di un fenomeno che ben presto si estenderà all’Europa, e cioè quello dei very light jet che porteranno all’espansione di servizi di aerotaxi a prezzi competitivi con le autovetture. Con la crescente diffusione dei voli low cost, naturalmente fattibili solo su rotte ad alto traffico, le destinazioni meno ambite conosceranno un degrado del servizio, e costi crescenti. Ebbene, l’apparizione di nuovi velivoli economici e di nuove filosofie operative ha portato ad un’incredibile diffusione dell’aerotaxi, che negli USA (ed in Europa, Le ricordiamo) può contare su una capillare diffusione di infrastrutture aeroportuali economiche ed efficienti. In Italia, questo non potrà accadere, se non si rivedranno le mentalità e le prassi seguite finora, che chiudono gli aeroporti ai voli non di linea e che Le abbiamo riassunte nei punti che precedono».
«E come si fa - si chiede AOPA - a potenziare la "vocazione turistica" di un Paese di difficile accesso? E come mantenere le potenzialità operative di industrie localizzate in piccole città, dai collegamenti carenti e scomodi?».
«Speriamo, signor Ministro, di essere riusciti ad attirare la Sua attenzione - conclude il ramo italiano dell’associazione che conta più di 600.000 iscritti in 65 paesi del mondo - sulla necessità che le infrastrutture aeronautiche italiane siano viste con maggior attenzione e lungimiranza, e che esse siano sottratte ad iniziative spesso parassitarie. Che con le loro inefficienze gettano una luce ambigua su un settore strategicamente importantissimo per il supporto delle PMI italiane e del turismo internazionale, i due settori che vengono sempre citati come le chiavi di successo del nostro Paese».
cplpilot is offline  
Old 16th Dec 2006, 23:23
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Non c'è limite...

Non c'è limite al peggio? A Cagliari l'aviazione generale ha subito tali e tante angherie (per i parcheggi e addirittura pure per i transiti, in palese violazione di norme e regolamenti, Costituzione compresa) che il passaparola ha fatto sì che nessuno più si sogna di atterrare e neanche di passarci vicino, a meno che non sia amico del tale, e via dicendo, all'italiana. Cambiano i personaggi ma non cambia la mentalità neanche a forza di denunce, anche perchè i destinatari delle denunce conoscono perfettamente la situazione ma non possono (o non vogliono) "immischiarsi", in questioni per loro "fastidiose".

Io sono pessimista, visto l'andazzo...

Marco
marcotiloca is offline  
Old 17th Dec 2006, 15:44
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Lo staff AZ stanno gia' risparmiando: in AZ scioperando si risparmia.
PenTito is offline  
Old 18th Dec 2006, 14:33
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AZA può già farlo, se vuole ...

Faccio riferimento al post precedente di I-FORD.

Fortunatamente siamo in Eurolandia e quindi AZA - se vuole - può già farlo, almeno in parte, e questo è sopratutto vero per il personale di volo che per definizione svolge un'attività senza un posto di lavoro "fisso".

La giurisprudenza al riguardo è complessa, numerose sono le variabili che debbono essere tenute in considerazione a partire da dove il datore di lavoro ha il suo registered office, dove sono le main operations, se dispone di sussidiarie o filiali nei paesi UE, da dove ha la residenza il lavoratore, che cittadinanza possiede, se assunto e come è assunto, se ha un contratto di collaborazione e di che tipo, se è distaccato presso un'unità operativa o è in capo alla casa madre, ecc. e le multinazionali - quelle vere - che operano in Italia laddove possibile se ne avvalgono. Due esempi facili, facili: easyJet e Ryanair.

Ma credo che in AZA e nei vari soggetti interessati (a partire dai sindacati) NON vi sia alcuna volontà/desiderio di avvalersi di queste opportunità anche perchè altrimenti non si avrebbe più il "giocattolo" con il quale ci si trastulla a spese del contribuente da decenni e si soddisfano i vari interessi oggi di questo e domani di quest'altro politico, amico, faccendiere, ecc., non ci si potrebbe più autoreferenziare o farsi referenziare.

Vi faccio un esempio al di fuori del trasporto aereo: Marchionne, AD della FIAT, svolge principalmente la sua attività a Torino, ma fiscalmente è residente a Zug, capitale dell'omonimo cantone svizzero (paradiso fiscale 30km a sud di Zurigo). A quei livelli, non mi pare che Cimoli arrivi a tanto.
iceman51 is offline  
Old 19th Dec 2006, 10:11
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Why are many airplanes of italian airlines registered in Ireland? (AZ inclusa)
PenTito is offline  
Old 19th Dec 2006, 11:44
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Why are many airplanes of italian airlines registered in Ireland? (AZ inclusa)
I-FORD is right, because the owner/lessor registers its planes where it better suits its needs. Of course you nedd to have a registered office in Ireland and the main reasons are:
  • witholding tax issues
  • financial issues
  • repossession issues
  • lower taxation
  • and in case of ACMI, crew mgmt
There are other good reasons to register an a/c in Ireland, but the above are the main drivers for any EI registration.

As far as Italian a/l are concerned, the first three points are of fundamental importance, also because they cannot afford - financially and generally speaking - to get aircraft directly because their credit standing is - being very kind - very poor.

iceman51 is offline  
Old 19th Dec 2006, 12:15
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Comunque mi pare di capire che funzioni così:
I-FORD

Largo circa è come hai scritto anche se la confusione regna abbastanza sovrana e come hai citato i furbetti del quartiere abbondano, vedi il caso di Pavarotti che si è fatto pescare con le dita nella marmellata, ma mi pare di ricordare che nel caso la questione era ancora più complicata perchè lui era residente a NYC, quindi USA, non era un lavoratore dipendente, si trattava di eventi, ecc., ma anche ti tanti, tantissimi pesci piccoli.

La materia è molto complicata e lo spartiacque è in genere costituito da dove tu hai la tua - personale - base operativa, che tipo di contratto hai e per quanto tempo ci rimani. Una volta mi pare di ricordare che erano 6 mesi su un anno e vi sono poi eccezioni per il personale navigante. Un altro ruolo fondamentale lo giocano poi gli eventuali trattati contro le doppie imposizioni. Personalmente quando ho lavorato continuativamente in Svizzera, Germania e UK, ho sempre usufruito del regime fiscale italiano. Tuttavia, se avessi mandato mia figlia a scuola in Germania sarei stato obbligato a spostare immediatamente la mia residenza fiscale, idem per l'assistenza sanitaria, anzi in allora la regola era prima paghi e noi ti forniamo immeditamente tutta la documentazione per chiedere il rimborso (poi sono intervenuti dei nuovi trattati internazionali e i crucchi sono diventati più flessibili, ma non troppo).

Chiaramente qs "globalizzazione" non può e non deve essere estesa al tabaccaio - che non gestisce una tabaccheria in Irlanda e tantomeno altrove - ma deve essere materia propria delle imprese multinazionali. Il problema vero è che invece di creare le condizioni affinchè queste mettano la sede da noi anzichè nella verde isola, nel Bel Paese si fa di tutto affinchè possano emergere o continuare a prosperare realtà come la Svizzera, l'Austria, il Lussemburgo, Principato di Monaco, l'Irlanda e potrei quasi metterci mezza Eurolandia, Portogallo o meglio parte di esso compreso.

Per quanto riguarda le vicende di U2 a ORY, ricordo solo che:
  • casualmente AF sta per aprire la sua low cost, che tempismo!
  • dopo anni i flic si accorgono che a ORY c'è U2
  • e non si sono invece accorti che AF ha usato per anni i servizi di un ora defunto vettore irlandese
Vedremo come andrà a finire, eventualmente a rimetterci sarà solo il passegero/consumatore.
iceman51 is offline  
Old 19th Dec 2006, 12:25
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Da italiano (anche se sono all'estero) mi stupisco che dopo aver "lottato" per l'UE e l'euro ora targhiamo come evasori, chi usa le regole della UE. Speravo tanto che con l'unione europea, l'Italai si rendesse conto delle regole e delle tasse che fanno male all'aviazione ma anche al resto del paese.
Mi fa arrabbiare invece che a Porta a Porta (arriva anche qui) sento sempre politici eclamare regole e leggi "alla fracese", "alla tedesca", "alla Zapatero" ma nessuno tira fuori idee all'italiana!!! e' possibile che paghiamo sta manica di ladri per copiare i modelli degli altri paesi?
E possibile che un governo voglia ammazzare la concorrenza (tanto si dice di rilanciare il paese...) per salvare un azienda che non funziona (e mai funzionera') facilitando il monopolio?
che paese siamo, dovrebbero essere i consumatori a far da padrone, mi sembra che la gente sceglie il "Low Cost" per vari motivi, perche' l'Alitalia non si adegua?
alla fine siamo noi che dobbiamo adeguarci...come al solito
cplpilot is offline  
Old 20th Dec 2006, 07:20
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I-Ford, la spesaa del personale navigante (Flight Crew e Cabin crew) influisce sulle spese della U2 (di sicuro da statistiche ufficiali) e di FR (penso ma non ho la certezza) al massimo al 7% (dati fiscali 2005).
L'aliquota ingese è cosi:
fino a 5000 sterline l'anno=0
da 5000 a 22500= 22 %
22500-35000= 33%
dai 35000 in poi 40%...
Poi ci sono fisse circa 150 sterline per l'inps inglese..

è tanto diversa dal quella italiana???
E' per questo che U2 ha avuto 180milioni di netto nel 2006 e penso FR circa 250 mentre AZ....
Io non penso proprio, ma se volete pensarla cosi ok, per voi...

Poi di quelli che si dimenticano di dichiarare i redditi e chiedono il rimborso, questa è evasione, è come aprire societa' per scaricare o usare partite iva, in Italia si fa' questo e peggio ma le sopra citate compagnie non c'entrano..
Speevy

Viva l'Italia e lascia perdere i Francesi......
Speevy is offline  
Old 20th Dec 2006, 09:25
  #12 (permalink)  
 
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sistema parasovietico
LOLOLOLOLOLOLO


PS:
Pensavamo che il peggio era arrivato
Ma un congiuntivo no, vero?
Gufo is offline  
Old 20th Dec 2006, 12:36
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Ma un congiuntivo no, vero?
Forse ti sfugge che cplpilot vive all'estero...dovresti fargli i complimenti invece di riprenderlo per vizi di forma poco inerenti al topic.

Concordo pienamente con quello che dice cplpilot , purtroppo qui in Italia le regole vengono dettate dalla politica e non dal mercato o dal volere popolare.
jackiemargot is offline  
Old 20th Dec 2006, 13:03
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Non mi pare una buona ragione per dimenticarsi l'italiano. E poi non l'ho mica insultato.. Gli errori capitano a tutti: la differenza tra gli italiani e le persone equilibrate è che queste ultime recepiranno serenamente, così come serenamente avevo scritto. Del resto, come diceva un famoso alter ego mozartiano, "non basta che scherzando io ci pensi?"

Tuttavia, dal momento che la "forma" è sempre considerata "poco inerente" nella nostra società intera (e poi tutti a interrogarsi sul perché dei "muro contro muro" e del successo di Daniele e Costantino tra la platea femminile), mi scuso per l'inopportuno intervento e torno alle faccende domestiche.

Ossequi.
Gufo is offline  
Old 20th Dec 2006, 13:32
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Mi scuso per l'errore da asino, a dire il vero, me ne ero accorto ma non so come cambiare il titolo. All'inizio traducevo sempre dall'inglese all'italiano, dopo anni di assenza dal bel paese comincio a pensare piu' in inglesee meno in italiano. Mia moglie mi prende sempre in giro perche' faccio casino tra verbi, grammatica, etc... spero che scrivendo su questo forum, riesco a tornare a livelli accettabili...

Tornando al discorso...
L'Alitalia (a mio parere) non funzionera' mai per il semplice motivo che (come tutto in Italia), per risanare un azienda in quelle condizioni bisognerebbe lasciare da parte la politica, i sindacati, etc e con sacrifici, mettere in atto un piano "all'italiana" per portare la compagnia a livello delle altre in europa seguendo, non (sono daccordo con te I_FORD) modelli sovietici ma le richieste del mercato.
Il paradosso e' che siamo stati tassati per anni per mantenere su un colosso con un prodotto che non piace! e alla fine se possiamo non lo usiamo neanche
Molti di voi sono stati qui in nord America, e hanno viaggiato. Siamo un popolo straordinario (noi italiani) in un paese che ha tutto ma non siamo contenti di niente! Cerchiamo di fregarci tra di noi facendoci passare avanti da paesi che non valgono neanche la meta'. Siamo sempre a guardare i modelli che vengono dall'estero dimenticandoci che la maggior parte delle cose al mondo le abbiamo inventate noi.
Questo si riflette su chi ci governa (destra, sinistra o centro) dove dovrebbero essere tutti "problem solvers" (rieccoci con l'inglese), ma invece non riescono a mettersi d'accordo su cosa mangiare a mezzogiorno.
Figuriamoci se hanno soluzioni su come sistemare un azienda come alitalia, in un mercato globale con gente che sa come fare businness e non cerca di accontentare questo o quello!
La soluzione sembra paurosa! il ministro che vuole aiutare Alitalia ammazzando la concorrenza!!!!! e pensare che in russia hanno fatto la rivoluzione paer avere quello che noi stiamo buttando al vento....
cplpilot is offline  
Old 20th Dec 2006, 13:33
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Daniele e Costantino sono giusto forma, di sostanza proprio non ne vedo...forse dovremmo quindi pensare di + a quest'ultima.
Se non ho capito male dai agli Italiani degli squilibrati;immagino tu in tutto questo ti senta uno Svizzero.
Se oltre ad occuparti delle faccende domestiche magari partecipassi costruttivamente alla discussione ,che mi sembra parecchio attuale, non sarebbe meglio?
jackiemargot is offline  
Old 20th Dec 2006, 15:25
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al moderatore... hai potere per scrivere FOSSE al posto di ERA nel titolone?
non si può proprio leggere sto orrore ortografico (magari volontario, per carità!).

auguroni a tutti!
uccellonero is offline  
Old 20th Dec 2006, 15:43
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Originally Posted by jackiemargot
Daniele e Costantino sono giusto forma, di sostanza proprio non ne vedo...forse dovremmo quindi pensare di + a quest'ultima.
Se non ho capito male dai agli Italiani degli squilibrati;immagino tu in tutto questo ti senta uno Svizzero.
Se oltre ad occuparti delle faccende domestiche magari partecipassi costruttivamente alla discussione ,che mi sembra parecchio attuale, non sarebbe meglio?
Io non mi sento per niente Svizzero ma 100% puro italiano!!!!!!
Dopo anni di vita all'estero e la possibilita' di avere 2 cittadinanze ho matenuto solo il mio passaporto italiano perche' non mi importa se c'e' Prodi, la juve e' in B, o c'e' l'euro...
Se leggi bene, io penso che l'Italia e' il miglior paese al mondo e gli italiani non se ne accorgono pur avendo la miglior inventiva, stile, gusto, preparazione e chi piu' ne ha piu' ne metta, di tutto il mondo!!!
Io vorrei che Alitalia facessse faville ma nel modo giusto, se come Swissair deve fallire fallisca se deve restare, resti ma che si faccia qualche cosa di concreto per farla restare evitando il solito "prestito" annuale, gli accordi con questo, con quello... insomma la solita cantilena italiana che ci fa SEMBRARE un paese di sprovveduti o come dici te, squilibrati.
L'intervista del ministro (non so se l'hai letta) fa paura, come contribuente (anche io all'estero pago le tasse in italia) e come italiano
Perche' invece di parlare del mio nazionalismo e di forma non commenti il parere del ministro? mi piacerebbe sapere la tua opinione...
cplpilot is offline  
Old 20th Dec 2006, 17:25
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Originally Posted by cplpilot
... spero che scrivendo su questo forum, riesco a tornare a livelli accettabili...
Scusate l'intromissione...

Cplpilot, non ti preoccupare degli errori di grammatica, io vivo in UK da un po' di anni (quasi 4) e anche io a volte faccio confusione e parecchia fatica, comunque sia il mio italiano (e anche il tuo) e' sempre meglio dell'inglese scritto di circa il 50% degli inglesi....basta fare un giro sugli altri forum per vedere quanti errori di spelling e di grammatica vengono fatti da persone di madrelingua inglese!!

Quando BA mi manda le email o lettere ufficiali e sono piene di errori di spelling poi, non capisco piu' niente.....

Mi sembra che il tuo italiano non sia poi cosi' male e capisco la fatica a mantenerlo fluente (a proposito questa parola esiste?), ma sembra che tu sia un po' arrugginito con i congiuntivi....mentre io mi invento delle parole che suonano italiane ma che sono inglesi e le faccio finire in -a -o -are -ando etc....

FBW

Scusate l'interruzione....interessante quello che sta succedendo con AZ come non mi pento di essermene andata dal panorama aeronautico italiano...
flybywire is offline  
Old 20th Dec 2006, 18:09
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Grazie ice & FORD, so why d0n't we see LH, BA, AF with Irish regs?
PenTito is offline  


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