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View Full Version : tasse per chi lavora all'estero


davidaz68
19th Jan 2012, 15:12
Mi sto trovando per la prima volta nella condizione di guardare all'estero per lavorare vista l'impossibilità di continuare a farlo in questo paese a dispetto dell'esperienza accumulata.
Chiedendo informazioni qua e là mi sono reso conto che a livello fiscale è un gran casino. Per quelli che hanno trasferito tutto, famiglia compresa per i quali fiscalmente l'italia non esiste più la cosa è chiara, pagano tutto nel paese di residenza. Ma chi pendola o chi lavora ad esempio in Ryanair è obbligato secondo la legge italiana a dichiarare quanto percepito all'estero o in italia da azienda estera. e quindi a lasciare al fisco circa il 40%
Voi come fate? c'è un modo legale per non farsi fregare la metà dello stipendio?

poydras
19th Jan 2012, 15:34
Truffavano l'Inps, denunciati tre piloti d'aereo
Percepivano 9mila euro di stipendio più la cassa integrazione
REGIONE

Truffavano l'Inps, denunciati tre piloti d'aereo. Il più bravo portava a casa a fine mese anche 18mila euro di stipendio. Solo 7mila, però, soggetti al pagamento delle tasse. Gli altri 9mila, percepiti da compagnie aeree straniere, non li aveva mai dichiarati. La Guardia di Finanza di Verona, però, nella consueta attività di indagine con l’incrocio dei dati forniti dall’Agenzia delle Entrate e le richieste inoltrate a varie sedi provinciali Inps ha scoperto la truffa e scoperchiato il vaso di pandora che ha coinvolto tre piloti.
I “truffatori” dell’Inps tra cassa integrazione e indennità continuavano a percepire circa 7.000 euro al mese, risultando di fatto disoccupati in Italia, ma allo stesso tempo svolgevano la loro attività di piloti assunti da compagnie aeree mediorientali, particolare, questo, che mai avevano dichiarato all’ufficio imposte e per il quale, ovviamente, non avevano mai pagato un solo euro di tasse. Invece di starsene a casa e percepire quasi l’80% del vecchio stipendio, i piloti furbetti erano riusciti a farsi assumere come piloti di linea in compagnie aeree aventi sede in Paesi del Medio Oriente.
Fra questi c'era chi in un anno è riuscito a percepire indebitamente un importo netto pari ad 84 mila euro in quanto rientrante nel piano di mobilità adottato da una compagnia aerea con sede in Italia e 108 mila euro da una compagnia aerea sita in Medio Oriente presso la quale si era fatto assumere come comandante di Airbus. Tre le persone finite nella rete delle Fiamme Gialle di Verona state alla Procura della Repubblica per i reati di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e per il reato di truffa aggravata.
L'attività investigativa sviluppata dai finanzieri della Sezione Spesa Pubblica di Verona, si è incentrata soprattutto su un'analisi delle informazioni riguardanti i piloti di aerei percettori di ammortizzatori sociali, sulla base delle richieste inoltrate a varie sedi provinciali Inps, per lo più nel Nord Italia. Questi dati sono stati incrociati con le informazioni attinte dalle banche dati di rilievo internazionale in uso alla Guardia di Finanza. Questo ha permesso di portare alla luce la posizione dei tre piloti che, confidando nell'impossibilità di essere scoperti, prestavano la propria opera in paesi stranieri.

(11 Novembre 2011)

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AFD
19th Jan 2012, 15:49
dipende dove vai e se vai in europa o extra-europa
alcuni paesi europei hanno l'accordo con l'italia per evitare la doppia imposizione e saresti tu a decidere se pagare in italia o nel paese dove produci il reddito e dove probabilmente vivresti piu' di 6 mesi e un giorno nell'arco di un anno
extra-europa invece da iscritto aire paghi dove risiedi,e se il paese dove lavori e risiedi non ha tassazione meglio cosi'

davidaz68
19th Jan 2012, 16:16
Infatti il problema viene fuori in pieno nell extra europa se non sei iscritto aire.Cosa che devi fare solo se risiedi all'estero per più di 12 mesi.

AFD
19th Jan 2012, 16:18
infatti per iscriverti all'aire devi avere un contratto di lavoro,temporaneo o fisso che cmq preveda che tu stia all'estero per almeno un anno

THR
19th Jan 2012, 16:29
Confermo che se rimani con la residenza in Italia paghi circa il 37-40% di IRPEF e in piu' devi aggiungerci i contributi INPS.
Un salasso.

Henry VIII
19th Jan 2012, 16:43
Occhio al concetto di "centro di interessi di affari"... se volete restare legali :rolleyes:

david10
19th Jan 2012, 19:54
Dipende MOLTO da questi:
Dipartimento delle Finanze - Fiscalità Comunitaria e Internazionale - Convenzioni per evitare le doppie imposizioni (http://www.finanze.it/export/finanze/Per_conoscere_il_fisco/fiscalita_Comunitaria_Internazionale/convenzioni_e_accordi/convenzioni_stipulate.htm)

CorradoT
20th Jan 2012, 07:07
Non sono pilota, ma vi leggo sempre volentieri, e mi guardo bene dal mettere bocca. Pero' mi intendo un poco di doppie imposizioni e modo di ragionare dei nostri amici con le fiamme gialle sul berretto.
La regola principe e' pagare le tasse nel paese dove complessivamente si risiede, per almeno 6 mesi e 1 giorno. Questo e' il limite che frena o scatena i nostri amici.
Attenzione, pero': i 6 mesi e 1 giorno devono essere dimostrati con carte, niente chiacchere.
Il che vuol dire conservare ed esibire a richiesta tutti gli scontrini e altri documenti che riportino una data.
Lo so, lo so, ma questa e' la regola. :ugh:

EH574
20th Jan 2012, 12:53
E chi ha busta paga irlandese, lavora su aeromobili immatricolati in irlanda per una compagnia irlandese cosa deve fare? Ovviamente parlo di piloti italiani residenti in Italia. Grazie mille

N-757PJ
20th Jan 2012, 13:16
Secondo quanto confermatomi da uno studio commercialistico bene informato in materia estera ... o sei assunto da una società con base di armamento in un paese che ha stipulato una convezione con l'Italia per le doppie imposizioni e risiedi 6 mesi più un giorno (da documentare a posteriori in caso di verifica fiscale da carte d'imbarco, fatture alberghi, orari di servizio), oppure essere iscritti all'AIRE.

Ma, per esperienza personale, anche l'iscrizione all'AIRE è tutta da verificare: dopo aver lavorato in Tanzania per due anni, con tanto di iscrizione AIRE al consolato italiano di Dar es Salaam, una volta rientrato in Italia per essere ri-iscritto all'Anagrafe, mi fu comunicato che non avevano mai ricevuto alcuna comunicazione di cancellazione e che pertanto risultavo sempre residente in quel comune!

Un cosa che non ho mai capito è per l'aspetto pensionistico ... li i casini e l'incomprensione è esponenziale e almeno a me non hanno mai dato una risposta univoca.

Mah ... tanto quelli della mia generazione in pensione non ci andranno MAI quindi problema risolto!

Auguri ...

P.S.: ...ma se si guarda RAI UNO sulla TV satellitare di un albergo estero e siamo italiani, il Canone RAI bisogna pagarlo ??? :ugh:

david10
20th Jan 2012, 13:52
Almeno per l'Irlanda: della convenzione contro la doppia imposizione leggete articoli 7, 14 (par 3), 15, 21 (par. 3)...è molto chiaro!

Dg800
20th Jan 2012, 14:53
Parlando in termini generali e non limitatamente ai piloti professionisti, non credo proprio che sia possibile scegliere liberamente dove pagare le tasse, a prescindere da accordi per la doppia imposizione esistenti o meno, ma bisogna applicare criteri che, almeno sulla carta, sono oggettivi. Per esempio il già citato "centro della propria vita e affari" piuttosto che il paese dove si risiede per oltre 6 mesi. Il primo di solito viene tirato in ballo per incastrare quelli che non risiedono per più di 6 mesi da nessuna parte e pensano quindi di non dover pagare le tasse a nessuno.

Mi ricordo un caso di alcuni anni fa dove un noto pilota di moto da corsa riteneva di dover pagare le tasse in Gran Bretagna e così ha fatto, ma l'Agenzia delle Entrate non era d'accordo e gli ha presentato il conto. Morale: ci si può provare, ma poi non lamentiamoci se ci troviamo un contenzioso da sbrogliare.

Riguardo proprio l'esempio della nota compagnia irlandese che pensa di poter pagare le tasse (basse) e i contributi (quasi nulli) in Irlanda per tutti, mi ricordo che l'anno scorso il fisco francese ha espresso parere contrario e ha presentato il conto. Risultato, voli cancellati e base francese chiusa.

Ciao,

Dg800

Dg800
20th Jan 2012, 14:58
P.S.: ...ma se si guarda RAI UNO sulla TV satellitare di un albergo estero e siamo italiani, il Canone RAI bisogna pagarlo ???

Dipende. I servizi rai internazionali sono destinati a tutti, anche chi non paga il canone. Per questo certi programmi in programmazione italiana, soprattuto sport e film, sul satellite sono sostituiti da altri. Se invece vuoi vedere gli stessi canali che vede uno in italia devi comprare un decoder apposito e attivare la schedina sul sito RAI, dando il Codice Fiscale del membro della tua famiglia a cui è intestato il canone.

Lo so non per mie sege mentali ma perchè stufato dal funzionamento pietoso del digitale terreste me ne sono dotato e ho dovuto attivarlo.

Ciao,

Dg800

puffo22
22nd Jan 2012, 12:13
Dipartimento delle Finanze - Fiscalità Comunitaria e Internazionale - Convenzioni per evitare le doppie imposizioni (http://www.finanze.gov.it/export/finanze/Per_conoscere_il_fisco/fiscalita_Comunitaria_Internazionale/convenzioni_e_accordi/convenzioni_stipulate.htm)


Redditi di lavoro dipendente prestato all (http://www.wikilabour.it/(X(1)S(tlws0sjik2pter555a2bsfv4))/Default.aspx?Page=Redditi%20Dipendente%20Estero&AspxAutoDetectCookieSupport=1)

questi 2 documenti dovrebbero essere abbastanza esaustivi..

al di la' di cio' se si e' fiscalmente residenti in italia (famiglia ,interessi ecc ecc residenti in italia) occorre fare riferimento alle tabelle delle agenzie delle entrate per la tassazione forfetaria che comunque, anche se prendiamo in considerazione il livello retributivo piu' alto (5500 euro di imponibile al mese), e' inferiore spesso al quello reale

davidaz68
22nd Jan 2012, 13:56
In realtà cercando cercando qualcosa salta fuori.
Proprio negli accordi contro le doppie imposizioni c'è una postilla all'articolo 15 (che comunque non esiste per tutti i paesi)
La nota dice letteralmente:
3. Nonostante le precedenti disposizioni del presente articolo,(lavoro dipendente n.d.r.) le remunerazioni percepite in corrispettivo di un lavoro subordinato regolarmente svolto a bordo di navi o aeromobili utilizzati da un'impresa di uno Stato contraente in traffico internazionale sono imponibili in detto Stato.

Per gli stati in cui esiste un accordo e c'è questo articolo la cosa sembra chiara: si pagano tasse dove è la sede della compagnia, e questo indipendentemente dai 183 giorni o meno.
In effetti avevo letto qualcosa riguardo agli stipendi dei marittimi che infatti sono equiparati a noi.
Come dicevo però questa clausola non esiste per tutti i paesi con accordi con l'italia. Il qatar solo per dirne uno non ha questa nota sull'accordo e quindi la cosa si complica...

THR
22nd Jan 2012, 14:28
@Davidaz68
Tieni presente che se scegli un lavoro tramite agenzia, sara' l'agenzia il tuo datore di lavoro.
Quasi tutte le agenzie hanno sede fisica in paesi come Irlanda, Uk e USA ma la loro sede fiscale e' quasi sempre presso pardisi fiscali.
In questo caso, chiaramente, di accordi con l'Italia non ce ne sono.

Questo lo dico a titolo informativo. Non so a che compagnie stai mirando...

davidaz68
22nd Jan 2012, 14:31
l'agenzia in questo caso è americana e qui si insinua un altro problema.
L'accordo italia usa esiste e riporta quanto ho scritto prima. Ma l'agenzia non è una compagnia aerea che è in realtà in uno stato europeo.
Quindi le tasse in questo caso dove si pagano? Nel paese dell'agenzia? Nel paese della compagnia? In Italia? Che casino ragazzi!!!!

THR
22nd Jan 2012, 14:38
Devi capire se il contratto lo fai con la compagnia o con l'agenzia.
Se lo fai con l'agenzia, il tuo datore di lavoro e' l'agenzia americana, non la compagnia europea.
Questo e' il primo passo.

THR
22nd Jan 2012, 14:48
In alcuni casi capita che l'agenzia opera solo come recruiter, quindi puo'nche essere che il contratto lo firmi direttamente con la compagnia.

davidaz68
22nd Jan 2012, 14:48
Quello è chiarissimo, lo fai con l agenzia, sei dipendente loro. Ed è americana con sede in america, niente paradisi fiscali. Ma resta il fatto che presti servizio a bordo di aerei di uno stato europeo non americano ed è qui che nasce l equivoco. Se la compagnia aerea fosse americana con base in america, l'agenzia pure paghi le tasse in america. Se l'agenzia fosse europea dello stesso stato della compagnia nessun dubbio neanche qui.
E' questo incrocio che crea confusione. ti dico che all'agenzia delle entrate non mi hanno saputo rispondere, mi hanno suggerito di informarmi da qualche marinaio che lavora sulle navi con bandiere estere!
mannaggia, chi fa il furbo ha vita facile (salvo poi essere scoperto) è quando cerchi di fare le cose legalmente che la vita si complica

THR
22nd Jan 2012, 14:59
Sei assolutamente sicuro che l'agenzia abbia la sede fiscale in USA?
Ti consiglio di chiedere espressamente questa cosa e chiedere inoltre da che banca arrivera' il tuo stipendio.
Il tuo datore di lavoro e' l'agenzia. Sta a te capire se conviene di piu' pagare le tasse in USA o Italia.
Per quanto riguarda la compagnia europea non c'e' nulla da fare. Io, a suo tempo, ero andato da piu' di un commercialista e il risultato e' quello suddetto.

davidaz68
22nd Jan 2012, 15:02
Si sono sicuro di questo, è americana e gli stipendi sono tenuti volutamente al limite prima di entrare in una aliquota fiscale USA superiore. Anche la banca è americana.

THR
22nd Jan 2012, 15:07
Per avere un'idea di quello che pagherai di tasse in Italia ti consiglio di dare un'occhiata al sito irpef.info
Fai i calcoli di quello che potresti guadagnare in un anno e inserisci gli altri dati richiesti.

PS. Quando farai questa operazione assicurati di non avere vicino bambini o gentil signore in quanto inizierai ad inveire come un matto, imprecando vivacemente.:mad:

emmma
22nd Jan 2012, 18:03
Ciao, scusa dove hai trovato che il Qatar non ha accordi bilaterali per il discorso tasse? a me sembrava li avesse ... grazie.

bigbear71
23rd Jan 2012, 08:19
leggendo velocemente gli accordi ( in questo caso Svizzera ) sono incappato in un articolo che potrebbe dare una interpretazione:

Art 15
Lavoro subordinato

Nonostante le disposizioni precedenti del presente articolo, le
remunerazioni dovute per attivita' dipendente svolta a bordo di navi o di
aeromobili in traffico internazionale o a bordo di battelli destinati alla
navigazione interna sono imponibili nello Stato contraente nel quale e'
situata la sede della direzione effettiva dell'impresa.

le disposizioni precedenti fanno riferimento a periodo di assenza superiore a 183 giorni, o residenza del datore di lavoro .

Quindi mi sembra che in questa condizione l'unica condizione è riferita all'attività svolta e alla sede effetiva di impresa.

Sicuramente mi sbaglio anche perchè a volte ci si scontr con realtà che hanno una sede operativain uno stato, una finanziaria in una altro, e magari si è assunti e pagati tramite agenzia. Quindi la complessità da adito ad interpretazioni, e il fisco sicuramente interpreta a suo favore.

CorradoT
23rd Jan 2012, 14:30
EMMMA: hai un PM

WOP
23rd Jan 2012, 17:51
Io mi trovo in una situazione simile. Datore di lavoro canadese, base operativa in Malesia (paese a regime fiscale agevolato tra le varie cose), cittadino italiano.

La ditta pagherà le tasse per conto del sottoscritto in Malesia, io sarò fuori dall'Italia per più di 183 giorni all'anno e non possiedo proprietà o moglie/figli in Italia. C'è la convenzione contro le doppie imposizioni siglata con la Malesia.

bufe01
23rd Jan 2012, 20:35
In generale chi pendola e risiede in Italia paga, chi risiede all'estero con la famiglia no.
Accordi bilaterali o no non puoi essere tassato due volte e puoi chiedere il credito.
In generale ci sono due versioni dell'articolo 15 quella cattiva citata sopra dove paghi in entrambi i paesi e quella buona dove paghi solo nel paese in cui ha sede la compagnia.
L'italia sembra favorire la versione cattiva. La legge non è spesso chiarissima e ci sono molti casi diversi.
Lasciate perdere l'agenzia delle entrate perchè, in generale, non ne sanno nulla, a me hanno detto che non dovevo pagare nulla e mi hanno pure guardato come fossi scemo a chiedere do aver mostrato l'art.15, c'è stato pure un caso di due persone andate da loro in un'altra città dove due impiegati diversi nello stesso ufficio hanno dato due risposte opposte.
Date una letta, spero aiuti ad orientarsi.

Dipartimento delle Finanze - Fiscalità Comunitaria e Internazionale - Convenzioni per evitare le doppie imposizioni (http://www.finanze.it/export/finanze/Per_conoscere_il_fisco/fiscalita_Comunitaria_Internazionale/convenzioni_e_accordi/convenzioni_stipulate.htm)

http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connect/12e01580426dc20498779bc065cef0e8/GUIDA+estero.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=12e01580426dc20498779bc 065cef0e8

Ciao

maxrelativo
5th Sep 2012, 13:08
Io lavoro su navi che battono bandiera estera.
Vivendo sulla nave per 5/6 mesi di fila e per 8 mesi all'anno, ho abituale dimora (residenza) su territorio non italiano (xké la nave batte bandiera estera). Allo stesso modo essendo la nave sulla quale vivo il mio centro di affari ed interessi il mio domicilio non è nello stato italiano.

L'agenzia che mi assume è in Italia ma lo fa per conto di quella che è negli States. La paga avviene attraverso una società che si trova in una località che è ritenuta dall'Italia paradiso fiscale. Ma è territorio inglese (in realtà una ex colonia)

To sum up: lavoro + di 183 gg all'anno al di fuori del territorio italiano (perché sono su una nave che batte bandiera non italiana); ho residenza e domicilio al di fuori dello stato italiano per + di 183 gg all'anno; il reddito non è prodotto nel territorio italiano (mi paga uk or usa).
Per l'Agenzia delle entrate non sono tenuto a pagare nulla né a dichiarare nulla di quanto ricavato dall'attività di marittimo.

bufe01
6th Sep 2012, 05:21
...e se tu fossi sposato con moglie e magari un figlio a terra in Italia dove quindi risiede il tuo centro d'interesse ?
Tuto un pò tricky ed ogni situazione è diversa .

maxrelativo
6th Sep 2012, 08:41
Sulla nave. Sempre e solo sulla nave. Non pochi infatti si portano la famiglia a bordo per qualche tempo. Allora dove può essere la sede principale degli affari ed interessi?
E' il lavoratore che bisogna guardare e non quelli che ha sulle spalle (economicamente parlando).

Una situazione simile la vivono gli studenti fuori sede che affittano casa là dove studiano. Il proprietario che affitta deve denunciare alla questura che gli studenti a cui ha affittato la sua casa hanno eletto il loro domicilio in quella città in via tàl dei tali. La residenza dei ragazzi resta la dove è la loro famiglia (salvo situazioni anomale). Come resta lì una porzione rilevante dei loro affetti (anche perché economicamente dipendono da loro ;) )

======================================

La differenza tra residenza e domicilio è specificata dall’art.43 del Codice Civile, il quale chiarisce che la residenza è “il luogo in cui la persona ha la dimora abituale“, in altre parole il luogo in cui la persona risiede abitualmente, mentre il domicilio è il luogo in cui la persona “ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi“.

Il concetto di domicilio fiscale, invece, viene chiarito dall'art. 59 del DPR 600/1973. (...) I cittadini italiani che risiedono all’estero per il fisco italiano hanno il domicilio fiscale nel comune italiano di ultima residenza.

fonte:
Differenza tra residenza e domicilio fiscale (http://www.impresalavoro.eu/consulenza/differenza-tra-residenza-e-domicilio-fiscale.html)

maxrelativo
6th Sep 2012, 09:02
ps. I versamenti dello stipendio avvengono regolarmente su cc italiano. Così come i versamenti inps (ufficio fondi speciali navigazione estera).
Potrei però trasferirmi negli UK ed aprire lì un cc senza alcun problema. Fermo restando che i contributi inps devono essere versati in Italy per legge.
Il mio contratto riguardo la pensione dice così.

iceman51
7th Sep 2012, 07:32
@bufe01

il fatto che eventuale moglie e figlio/a siano al "seguito" o meno nulla importa. Il soggetto fiscale e contributivo è il singolo lavoratore.

Altro elemento discriminante è il datore di lavoro ultimo, quello che "fisicamente" paga la retribuzione e dove ha sede legale. Se è italiano la faccenda si complica e dipende innanzitutto dal contratto che hai (italiano od estero) e come ti ha mandato all'estero, trasferito o distaccato. Poi entrano in gioco gli eventuali trattati contro le doppie imposizioni.

Al riguardo posso testimoniare le mie quattro esperienze con datore di lavore italiano e sempre con moglie e figlia in Italia (ai tempi sia per il pendolarismo sia per missioni di lavoro volavo quasi come un pilota ;)).


Quanto segue con contratto di lavoro italiano:

Svizzera, distaccato >>> regime fiscale e contributivo italiano (soggiorno max 1 anno poi si doveva essere trasferiti e pagare tasse e contributi in loco)
Francia, RFT, distaccato >>> regime fiscale e contributivo italiano
UK prima esperienza, distaccato >>> regime fiscale e contributivo italiano
UK, seconda esperienza, trasferito ed iscritto AIRE >>> regime fiscale UK, regime contributivo italiano sul nozionale percepito in UK
Poteva poi esistere il caso di colleghi assunti con un contratto di lavoro svizzero, francese, tedesco, UK, ivi residenti ed iscritti AIRE >>> regime fiscale e contributivo locale.

Nessuno di noi e non eravamo poche unità ha mai avuto problemi con le competenti autorità italiane. Per la gente dell'aria come per i marittimi poi entra in gioco la specifica normativa già evidenziata nel 3d.

Cosa fa la differenza?

Il datore di lavoro e la sua natura, il tipo di contratto, la categoria di appartenza.

Purtroppo l'ignoranza in merito è abissale, non solo negli uffici preposti ma anche tra i commercialisti.

maxrelativo
8th Sep 2012, 21:22
Per i marittimi la cosa è più lineare. Comunque date un'okkiata anche qui

Lavoratori all'estero: la tassazione del reddito all'estero (http://www.fiscoetasse.com/blog/lavoratori-espatriati-la-determinazione-della-tassazione-concorrente-e-lattribuzione-del-credito-di-imposta/)

ita_198
11th Sep 2012, 16:34
ma se uno prende anche la cassa integrazione mentre lavora all'estero?
e se la prende per anni e anni?
so tutte chiacchiere...

davidaz68
11th Sep 2012, 16:50
commette un reato penale e lo fa a suo rischio e pericolo assumendosene le responsabilita',

and
14th Sep 2012, 09:15
la materia e' molto complessa.L'iscrizione all'aire va effettuata il prima possibile laddove si possiedono i requisiti.(non e' vero come ho letto almeno un anno),vero e' che ogni ambasciata ha le sue sfumature.
preparatevi poi ad entrare in un casino per stipendi sul dove e come.......

davidaz68
14th Sep 2012, 09:45
Dipende molto dalla compagnia, alcune hanno le loro banche e lo stipendio viene accreditato solo li in valuta locale o in dollari. Altre come quella dove sono io ti chiede un iban e ti accredita tutto in dollari dove vuoi, nel mio caso nella mia banca italiana

maeroda
14th Sep 2012, 21:56
Ok, vi porto il MIO esempio personale.
Pilota di linea d'elicottero, classe 1971, cittadino italiano domiciliato in Svizzera con permesso di dimora B, assunto a tempo indeterminato da operatore aereo svizzero, salario pagato in svizzera ed in CHF, lavoro più di 183 gg/anno in Africa (passaporto e biglietti aerei per dimostrarlo), permango meno di 183 gg/anno in Svizzera e Italia, separato legalmente e versante assegno di mantenimento a ex moglie e figlio, possessore di seconda casa in Lombardia.

Dunque: pago le imposte sui redditi e sostanza (imposta federale, cantonale e comunale che sarebbero l'Irpef italiana sommata delle adizionali regionali e comunali) solo in Svizzera, pago la cassa malattia in Svizzera (equivale all'INPS ma più cara) e tutte le altre assicurazioni AVS, IG, infortuni non professionali ecc.
Un salasso ragazzi....compensato solo dagli stipendi parecchio più alti.
Un salasso che per un dipendente si aggira intorno al 23% totale del salario lordo.
In italia? prendevo il 45% in meno di salario e pagavo il 43% di tasse totali tra irpef e fondo volo.
Il fondo volo però in italia è solo per il 33% dell'imponibile a carico del dipendente dato che il restante 66% lo versa l'azienda.

Dato che la Svizzera è considerata paradiso fiscale dal governo italiano e dato che arrivo da una storia contributiva italiana e cittadinanza italiana, come tutti voi, la residenza va dimostrata al fisco italiano e l'iscrizione Aire è condizione necessaria ma NON sufficente, quindi a tale scopo la separazione o divorzio sono d'obbligo (al di là che siano veri o fasulli) per il discorso del "centro di interessi ed affari" citato dall'agenzia delle entrate e se non si porta la famiglia in confederazione.
Come è d'obbligo alienare i beni MOBILI italiani.
NON posso avere beni mobili registrati in Italia ma solo in Svizzera, il chè è un bene dato che le assicurazioni lì sono meno care ed i privati cittadini possono accendere leasing per comprare moto o auto.

Concludendo...se fossi residente in Italia potrei fare il forntaliere che non paga NIENTE in italia pur essendo da essa mantenuto ai fini dell'assistenza sanitaria. Il comune svizzero di lavoro versa al comune di residenza in fascia frontaliera (20km, elenco in rete) il 38% dell'irpef trattenuta in svizzera).
Esiste poi il frontaliere "fuori zona" che paga le imposte sui redditi sia in svizzera che italia con un abbattimento dell'imponible di 7000€.

Riguardo ai trattati contro le doppie imposizioni: dovete sapere che il residente in italia e lavorante all'estero e' imponibile in italia per tutti i ricavi esteri pagati all'estero o in italia.
Quindi l'irpef già pagata all'estero sarà considerata e la dichiarazione dei redditi estera verrà acquisita dall'italia; saranno fatti i calcoli come se i ricavi fossero percepiti in italia, quindi si verrà imposti della differenza tra l'irpef straniera già versata e la massima aliquita marginale irpef prevista in italia.
Insomma una bella inculata; meglio tagliare i ponti va là.
Saluti e baci.

davidaz68
15th Sep 2012, 05:10
Meglio tagliare i ponti? È l unica verità assoluta!
Comunque la tua situazione è in effetti abbastanza complessa, ma non è vero che chi la lavora all estero paga anche in italia, lo ribadisco. Se esiste l accordo contro le doppie imposizioni ed esiste l articolo 15 comma 3.
Nessuno dei colleghi che lavorano da anni negli emirati, in qatar. In cina, in etiopia ecc paga tasse sul reddito in italia, sia che sia iscritto all aire o meno. Paga ovviamente per le proprietà o per altri redditi che ancora dovessse avere, ma non per quelli derivanti dal lavoro di navigante.
Poi purtroppo anche l agenzia delle entrate interpreta a seconda dell'impiegato di turno.
Comunque in bocca al lupo a tutti

maeroda
15th Sep 2012, 11:31
Hai ragione....non stavo considerando l'art. 15 comma 3....che cmq. nel mio caso nn è applicabile.

Se NON dovesse esistere la convenzione contro le doppie imposizioni le imposte si pagano in entrambi i paesi.
Se esiste tale convenzione e il paese di reddito è considerato paradiso fiscale è necessario dimostrare la residenza o domicilio in quel paese, oltre alle altre cose relative al centro di affetti ed interessi.