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View Full Version : Assunzioni Lufthansa


LudwigVonDrake
2nd Jan 2008, 16:25
È di oggi la notizia http://konzern.lufthansa.com/ che LH assumerà nel corrente anno 4300 persone, la maggior parte delle quali nei settori operativi. Tra l' altro fino a 360 allievi piloti e 2000 assistenti di volo.
Nel contesto sono state inoltre ridotte le ore per Ready Entries: 250 ore per LH-Passage e nessun limite per LH CityLine e Germanwings. http://www.lufthansa-pilot.de/
Disclaimer: non lavoro per LH e non la posseggo, nemmeno (purtroppo:{) in piccola parte...
In ogni caso, se qualcuno ci vuol provare... Hals- und Beinbruch! (in bocca al lupo!) :ok:

Aspro437
2nd Jan 2008, 16:56
Io ci voglio provare ma Firmenqualifikation e berufsgrunduntersuchung da fare alla DLR di Amburgo sono tosti! hoffen wir das alles gut geht!

sakè
2nd Jan 2008, 18:01
Si...ma solo con tedesco..in tasca?!!
è impossibile che nel 2008 assumino solo piloti di lingua tedesca!!!!

Evviva il mondo civilizzato!!!

Aspro437
2nd Jan 2008, 21:35
Si, in Lufthansa assumono solo tedeschi! so di alcuni olandesi che stanno frequentando la LFT ma cmq il tedesco rimane un must e sono d'accordissimo!

mau mau
2nd Jan 2008, 22:04
Io non sono molto daccordo invece, questa è una sorta di razzismo verso chi non parla la lingua krukka.
D'accordo che è preferibile si parli la lingua madre della compagnia, ma che sia un "must" o un requisito........
Allora noi in Italia siamo proprio i più sfigati a prendere dentro cani e porci.

Volorovescio
3rd Jan 2008, 06:49
Non sono daccordo neanche io, perchè la lingua MONDIALE usata in aviazione è l' inglese e non il tedesco o il francese, ecc.

RP6
3rd Jan 2008, 07:41
Intanto i piloti francesi volano in Francia-Italia, i tedeschi in Germania-Italia, gli inglesi in Gran Bretagna-Italia e gli italiani....

Drugo
3rd Jan 2008, 07:49
E' vero che la lingua madre dell'aviazione è l'inglese ma è vero anche che in caso di emergenza nel cockpit parlare la "propria" lingua madre in comune con l'altro crew member non è cosa da poco in termini di maggiore sicurezza.

Purtroppo abbiamo sbagliato noi italiani a far lavorare di tutto di più nel nostro paese, tanto è vero che siamo uno dei pochi Paesi ad accettare ciò.

W l'integrazione ma molto di più la sicurezza.

Ho come la vaghissima impressione che sono andato OT, però. :}

mau mau
3rd Jan 2008, 08:58
Con tutto quello che avete studiato per diventare piloti non ditemi che è un problema imparare il tedesco. Se sono riusciti ad impararlo gli emigranti degli anni 50/60 non vedo il problema per dei giovani cresciuti con tv ed internet.

Si ok....allora se siamo stati sulla luna nel 69 non vedo il problema di costruire su Plutone un resort a 5 stelle.
Ciò di cui si parla è una discriminazione e imparità...cosa abbiamo fatto le JAA a fare se poi alcune compagnie europee pretendono che si sappia la loro lingua e si abbia la loro cittadinanza ergo, mettono in condizione di assumere solo dei loro? Tanto valeva che ne restassero fuori...eh già ma poi non potevano andare a mangiare a casa degli altri così.
Tutto sommato non fanno male comunque; trovo normale che uno stato favorisca i propri cittadini, anzichè come l'Italia che penalizza e tartassa chiunque sia italiano e favorisce chiunque proviene da fuori (preferibilmente clandestino).
PS: faccio prima a imparare a pilotare lo shuttle che imparare a contare fino a 10 in tedesco.

RHSp
3rd Jan 2008, 09:15
trovo normale che uno stato favorisca i propri cittadini, anzichè come l'Italia che penalizza e tartassa chiunque sia italiano e favorisce chiunque proviene da fuori (preferibilmente clandestino).

Umh! Direi che sono gli italiani che se ne vanno all'estero perchè stufi del sistema Italia... e noi siamo costretti a rivolgerci al mercato estero!

RHSp
3rd Jan 2008, 09:29
:sad:... mentre in Alitalia ci sono piloti olandesi inseriti col programma KLM e poi rimasti vita natural durante, nelle altre realtà, dove vige il sistema italia (SSTR, paghe basse, turni strazianti, standard abbastanza MSL, etc...) la maggior parte sono contract, ovvero da agenzie, di 6 mesi in 6 mesi cambiano compagnia, se ne fregano degli standard di quella in cui sono, figurarsi imparare l'italiano, e ne viene meno ambiente di volo e di conseguenza safety!:sad:

mau mau
3rd Jan 2008, 09:40
Umh! Direi che sono gli italiani che se ne vanno all'estero perchè stufi del sistema Italia... e noi siamo costretti a rivolgerci al mercato estero!

Questa è una conseguenza infatti.
A parte che poi gli italiani che se ne vanno all'estero a lavorare è più per necessità (il pilota va nel paese dove trova, soprattutto chi non ha esperienza) che per scelta personale (beato chi può permettersi di scegliere il paese o la compagnia nella quale lavorare).
Difficile che un pilota italiano che possa scegliere se lavorare in italia o all'estero scelga di andare via dall'italia anzichè lavorare in una compagnia italiana secondo me. Ci sarà qualcuno certamente ma la maggiorparte che se ne va credo sia più per necessità.
Che un pilota impari bene o male la lingua madre della compagnia nella quale è stato assunto lo trovo abbastanza fisiologico, c'è poi anche chi è incline a imparare le lingue e chi no....ma che la deva sapere a priori come requisito must, allora non mi pare giusto.
Questa è la mia opinione.

lenzuolo
3rd Jan 2008, 09:45
Nelle SOP di una compagnia aerea (che, ricordo, vanno presentate alla DGAC del paese di registrazione della stessa per poter ottenere l'AOC - cfr ICAO annex6/JARFCL1) è specificato in che lingua si parla in cockpit E in cabina, e quali "items" vanno "parlati" in inglese (TCAS, GPWS ecc.).
In Alitalia le SOP sono in italiano (le procedure non so), non vedo come una persona che non parla italiano possa leggersele e lavrare in quella compagnia. Ad esempio: Airone ha registrato tutto in inglese; Lufthansa evidentemente qualcosa in tedesco ce l'ha; Air France ha ELIMINATO l'inglese dal cockpit (si sono tradotti TUTTI gli FCOM!!!:eek:).
Non facciamo tragedie: se una compagnia ritiene che i suoi piloti parlino male inglese/che sia difficile insegnarlo a tutti i naviganti solo per cambiare la lingua delle SOP mi sembra normale che un requisito imprescindibile per lavorare in quella compagnia sia la conoscenza di quella lingua.

RHSp
3rd Jan 2008, 09:49
... la mia opinione è che la Lufthansa, come altre compagnie spagnole e francesi faccia bene a richiedere la conoscenza della lingua tedesca. ricordiamoci che è la compagnia di bandiera della Germania, così come AF lo è della francia e Alitalia la nostra. Poi c'è il mercato delle compagnie "Europee" vedi ryan, easy, sky, wizz etc... dove le stesse aprono basi a destra e a manca in europa, e reclutano qualsivoglia nazionalità di piloti, imponendo l'uso comune della lingua inglese. Non ci trovo niente di male.
La compagnia per la quale lavoro, ad esempio ha tutte le SOP in inglese, poi se si è in crew misto di parla inglese, se si è tutti italiani si parla italiano... non vedo lom scandalo sinceramente!:cool:

RHSp
3rd Jan 2008, 10:00
Al limite hanno i turchi, ognuno dei quali almeno un parente in Germania ce l'ha.
:E:E:E:ok::ok::ok:

Cropduster77
3rd Jan 2008, 21:57
Questa e'una compagnia seria non come quei quattro peracottari di az che fanno pagare corsi skymaster fior di migliaia di euro e poi lasciano a casa quei poveracci che hanno abbindolato e i sindacati si intascano la stecca per i corsi...e solo l'Italia e'il paese che accoglie stranieri non madrelingua.Provate ad andare a lavorare in Europa voi...poi fallisce sabena e noi facciamo opere misericordiose...ahhhhh siamo dei poveracci

LudwigVonDrake
3rd Jan 2008, 22:31
I piloti Lufthansa non sono tutti di nazionalità o di madrelingua tedesca.
Lufthansa assume piloti che parlano correntemente il tedesco: questo è scritto tra i requisiti richiesti ai candidati e – per conoscenza ed esperienza personale – posso dire che ciò viene anche praticato.
Nel LH-Konzern ci sono piloti di diverse nazionalità e madrelingua, ma tutti in grado di parlare correntemente il tedesco.
Non è poi così raro su aerei del LH-Konzern di udire gli annunci dal cockpit (o dal personale di cabina) in un tedesco molto corretto, ma nel quale si riconosce un sostrato linguistico diverso (ad es., per esperienza personale: piloti che parlano tedesco con accento olandese, inglese o spagnolo, questi due ultimi sentiti recentemente in Germanwings).
Se non avessi supposto che molti italiani parlano il tedesco (alcuni lo hanno imparato, altri sono di madrelingua tedesca, visto che – tra l’ altro - il tedesco è una lingua ufficialmente riconosciuta in una – sia pur piccola – parte dell’ Italia) non avrei postato l’ informazione di cui sopra.
Il fatto che un’ azienda richieda ai suoi dipendenti la buona conoscenza della lingua ufficiale aziendale è una scelta di politica aziendale che può essere discussa o meno. Personalmente non mi sembra un criterio discriminante.
Una lingua straniera può essere imparata da chiunque, indipendentemente dalle caratteristiche di nazionalità, colore della pelle, sesso ecc.
Secondo me non si tratta solo di questioni operative, ma anche di un fatto di cultura e comunicazione interaziendale dove non tutti (non tutti i dipendenti sono personale navigante) sanno l’inglese.
Se alcune aziende italiane non lo fanno (o non lo hanno fatto) avranno avuto i loro motivi.
Se io possedessi una qualsiasi azienda in Italia desidererei che i miei dipendenti avessero una buona conoscenza dell’ italiano. Con buona conoscenza non intendo essere in grado di chiosare con acribia di linguaggio i significati reconditi di un sirventese del trecento, ma essere in grado di comunicare correttamente nella vita di tutti i giorni, in altre parole essere a livello di B2 / C1 del „Common European Framework of Reference for Languages”, una meta umanamente raggiungibile.