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I-FORD
Tutte le aziende transnazionali hanno questo tipo di problematiche, del resto non avrebbe senso spargere il proprio business in maniera così frammentaria se non ci fosse la possibilità " legale" di usufruire delle ampie aree "grigie" che le varie autorità nazionali lasciano, per incuria, incapacità, secondi e tripli fini che interessano qualche specifico settore. L'irlanda in questo campo è maestra, essendo un paese depresso e periferico nella comunità europea, già da molti anni il suo business è la messa in concorrenza con i paesi più importanti, con l'appoggio dei tecnocrati comunitari, nel settore fiscale, previdenziale e finanziario, con notevole successo direi. Incassare fisco e contributi da aziende che hanno il loro personale più o meno residente in paesi diversi e quindi poco usufruisce dei servizi irlandesi è sicuramente vantaggioso per l'isoletta celtica. Altrettanto dicasi per l'immatricolazione di una immensa flotta di velivoli che in irlanda passano una volta nella vita ma da quel momento hanno una cartella presso la locale CAA. Un po' come per le navi panamensi o liberiane. I pirati sono sempre esistiti e sono sempre stati coperti anche da molte delle apparenti "vittime", a tutti noi piacciono e servono Google, Amazon, Ryanair e le petroliere liberiane con l'equipaggio greco/filippino no?
Di fatti da paese fallito e decotto, ora sono al terzo posto nella classifica del PIL pro capite, con ben 53k $ contro i nostri 35k $....