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Old 8th Jun 2014, 10:59
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'ngulo_frà
 
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Il colloquio L’ad Gabriele Del Torchio: “Ancora piccoli nodi per l’accordo ma le banche e gli azionisti sapranno agire di conseguenza”
“Alitalia targata Etihad porterà turisti e affari per battere la crisi E Malpensa crescerà”
LUCIO CILLIS
ROMA .
L’accordo tra Alitalia ed Etihad è a portata di mano. Ancora piccoli aggiustamenti e poi, una volta superate le ultime questioni sul debito della ex compagnia di bandiera con le banche, non resterà che stilare, con l’aiuto degli avvocati, il testo finale su cui James Hogan per Etihad e Gabriele Del Torchio per Alitalia apporranno la firma. Il tutto entro metà luglio. Per la prima volta dall’inizio della trattativa, il manager italiano esce dalla riservatezza che lo contraddistingue. E in un colloquio con La Repubblica, spiega a che punto è la vicenda che tiene col fiato sospeso molti protagonisti: il governo italiano; i dipendenti di Alitalia; gli acquirenti arabi che puntano a imbarcare nel proprio network una delle compagnie più note nel mondo dell’aviazione civile; i concorrenti Iag e Lufthansa che stanno premendo su Bruxelles per bloccare la fusione.
«Visto il mio mestiere, non posso che essere ottimista», dice l’amministratore delegato di Alitalia. Perchè questa sarà la settimana decisiva che terminerà col consiglio di amministrazione di venerdì prossimoquando i soci italiani di Cai dovranno optare per il sì o per il no all’accordo conclusivo. Per la salvezza del vettore o per un finale molto amaro: «Ci sono ancora delle piccole criticità da superare, ma devo dire che le banche e gli azionisti hanno ben compreso l’importanza del momento e sapranno agire di conseguenza. Venerdì, nel corso dell’ultimo cda, ho illustrato loro tutte le questioni poste da Etihad. Mi pare che ora i soci, e anche le banche con cui avrò modo di lavorare in settimana, siano ben disposti».
Arrivati a questo punto del dialogo con Abu Dhabi, si tratta di nodi minimi: «Etihad ha chiesto di cancellare il 30% del debito e di trasformare in capitale il resto. Non credo ci siano grossi problemi in vista a questo punto». Alitalia, quindi, andrebbe al matrimonio coi signori del Golfo attraverso la creazione di una nuova società ripulita dai debiti e dai contenziosi: «E’ una soluzione ideale anche nei confronti della Commissione europea — dice Del Torchio — perchè permetterà ai soci italiani, che sottolineo ancora saranno maggioranza, di tenere saldamente nelle proprie mani la compagnia». Accanto a questi aspetti finanziari ci sono poi alcuni profili della nuova Alitalia che non sono ancora emersi: «Sarà una compagnia di grande qualità, che guarderà al Sud e al Nord America ma anche a Cina, Giappone e Corea. Un vettore che aumenterà il lungo raggio e che, con l’aiuto di Etihad, porterà verso il nostro Paese passeggeri asiatici e mediorientali. Se pensiamo ai risvolti soprattutto economici di un turismo di affari, tra convegni e aziende che torneranno a guardare all’Italia, allora Roma e l’Italia non potranno che giovarsene. Più qualità con prezzi che non aumenteranno di certo».
Insomma c’è Roma, hub principale del Mediterraneo. E poi c’è la Lombardia e la querelle mai spenta su Malpensa: «E’ una polemica davvero sterile. Non so più come dirlo ma lo ripeterò per l’ennesima volta: Malpensa avrà più voli passeggeri intercontinentali rispetto ad oggi. Punto. Si passerà da 11 a 25. E aumenterà anche il cargo, un settore delicato e fondamentale per l’economia. Come crescerà il traffico di Linate, che guarderà all’Europa. Per Milano e per l’intera Regione sarà qualcosa di molto positivo. Potenzieremo entrambi gli scali. Ora spero sia chiaro, dopo inutili polemiche che non hanno davvero senso». Quindi i voli di breve e corto raggio di oggi hanno il destino segnato. Di conseguenza meno aerei «piccoli » e spazio ad una flotta votata al lungo raggio con il treno ad alta velocità a guidare la danza in Italia sulle rotte che Alitalia inevitabilmente ridurrà.
Il programma di fedeltà di Alitalia — Millemiglia — resterà inalterato: «Anzi avremo una piattaforma più ampia rispetto a oggi — aggiunge Del Torchio — che potrà usufruire dei vantaggi della rete di Etihad e delle altre compagnie del network, da Air Berlin a Jet Airways». Etihad ha però chiesto di tagliare posti di lavoro. Senza se e senza ma. «Loro hanno le idee chiare. Come hanno già fatto in Germania o in altre realtà dove hanno investito, vogliono che le aziende nelle quali entrano abbiano numeri e personale a posto secondo quelli che sono i loro criteri. E Etihad è inflessibile su questo così come lo è con le banche e i soci italiani. Loro chiedono la certezza del quadro di riferimento e non vogliono sorprese: chiedono 11mila persone. Ognuno deve fare la propria parte e questo toccherà anche al sindacato.
So benissimo che si tratta di una questione dolorosa che colpisce e colpirà molte famiglie; diciamo che i numeri sono quelli che girano da tempo, cioè 2.200 euberi complessivi circa. Ma sarebbe drammatico mandarne a casa oltre 13mila facendo saltare l’accordo. Ovviamente cercheremo di utilizzare le migliori cautele sociali possibili per non lasciare in mezzo ad una strada queste persone».
L’amministratore delegato di Alitalia, Del Torchio, ha ben chiari i possibili vantaggi che deriveranno dal matrimonio ai due “promessi sposi”: «Per gli arabi si tratta di un grande affare, una di quelle operazioni che ti permettono di ottenere un marchio noto in tutto il mondo e personale di altissimo livello. Per il nostro sistema questa è l’occasione per dimostrare che siamo un Paese con grandi eccellenze e qualità. Non oso pensare all’Italia senza una grande compagnia col tricolore come Alitalia». Il ruolo dei manager?: «James Hogan è una persona molto determinata, un dirigente di scuola anglosassone, estremamente esperto e che sa esattamente cosa vuole». E il futuro di Gabriele Del Torchio? «Io sono qui. Prima chiudiamo questo dossier. Poi vedremo che sarà».
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