Qualche altra breve riflessione, com'era prevedibile
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Sono pienamente d'accordo. Qualsiasi sia la visione che uno ha della Categoria, sia che faccia di tutto per compattarla o che al contrario contribuisca a disgregarla, nessuno PER ORA può toglierci il valore della professionalità e l'esperienza accumulata negli anni.
Occhio però, perché se continua questo andazzo tra una decina d'anni i Piloti li venderanno al supermercato. Ed a quel punto avremo perso anche l'ultima cosa che ci rimane. Se quindi sul discorso remunerativo si può fare il discorso "ognun per se e Dio per tutti" per quello formativo - a mio modesto parere - le cose si complicano. Se si vuole preservare il futuro
Professionale bisogna garantire ai nostri ragazzi gli stessi strumenti dati a noi nonché almeno lo stesso bagaglio culturale.
Per far ciò bisogna cercare di parlare TUTTI con la stessa voce e con la stessa unità d'intenti.
Occhio però, perché se continua questo andazzo tra una decina d'anni i Piloti li venderanno al supermercato. Ed a quel punto avremo perso anche l'ultima cosa che ci rimane. Se quindi sul discorso remunerativo si può fare il discorso "ognun per se e Dio per tutti" per quello formativo - a mio modesto parere - le cose si complicano. Se si vuole preservare il futuro
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Altro che sos fregnacce ... bisognerebbe pure fare un corso sulla sopravvivenza in acqua perché proprio non ci siamo!
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E si offendono pure.....
P.s: i congiuntivi.....il vero problema !
P.s 2 : chissa' perche' ho il presentimento che alcuni post verranno cancellati......
P.s: i congiuntivi.....il vero problema !
P.s 2 : chissa' perche' ho il presentimento che alcuni post verranno cancellati......
Last edited by ypsilon; 25th Mar 2017 at 11:42.
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Credo che la cosa più grave sia la frase
"Sembra di capire, dalle minchiate che scrivi di solito, che tu sia un navigante."
potrebbe essere un tipico esempio di "lapsus scriptae" Freudiano e quindi denota che il soggetto in questione spara minchiate in quanto navigante tout court. Parole diffamanti provenienti dal "socio dei soci" che squalificano ulteriormente -semmai ce ne fosse ancora bisogno- il sito in cui compaiono rilegandolo sempre e doverosamente ad un ritrovo di spotter e nulla più. Ovviamente sto parlando di un forum Azero di cucina Paleozoica che ho recentemente scoperto (magari a qualcuno suonerà familiare).
"Sembra di capire, dalle minchiate che scrivi di solito, che tu sia un navigante."
potrebbe essere un tipico esempio di "lapsus scriptae" Freudiano e quindi denota che il soggetto in questione spara minchiate in quanto navigante tout court. Parole diffamanti provenienti dal "socio dei soci" che squalificano ulteriormente -semmai ce ne fosse ancora bisogno- il sito in cui compaiono rilegandolo sempre e doverosamente ad un ritrovo di spotter e nulla più. Ovviamente sto parlando di un forum Azero di cucina Paleozoica che ho recentemente scoperto (magari a qualcuno suonerà familiare).
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L'altra cosa altrettanto grave è la spocchia e l'arroganza con cui si asserisce che il rapporto d'inchiesta su un incidente aereo avvenuto 40 anni fa abbia dettato le linee guida universalmente riconosciute per quanto riguarda la sopravvivenza in mare in caso di ammaraggio. Falso, oltre che pericoloso qualora lo si dovesse prendere per oro colato. Chiunque abbia frequentato un qualsiasi corso di sopravvivenza in mare, sia stato esso in ambito militare o meno, sa a cosa mi riferisco.
Oh, ovviamente mi riferisco al solito blog di taglio e cucito che ogni tanto frequento per imparare il punto croce.
Oh, ovviamente mi riferisco al solito blog di taglio e cucito che ogni tanto frequento per imparare il punto croce.
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Quello non sa neanche dove ha le orecchie, fidati.
Voce grossa e petto in fuori nel suo misero stagno, ma alla fine ridotto a cazzarellare su un sito di 4 utenti. E mi sa che paga pure
Voce grossa e petto in fuori nel suo misero stagno, ma alla fine ridotto a cazzarellare su un sito di 4 utenti. E mi sa che paga pure
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Mi raccomando non fategli sprecare bit con commenti faciloni sennò "ve ne andate in vacanza per due settimane", il tutto detto con il sigaro in bocca e lo sguardo alla John Wayne (oh yeah). Ma hanno ricominciato con le tartinate in Az ?
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Sul bloghetto della mitomania il pubblico per essere vasto è vasto, ora specificare di cosa sia vasto credo sia superfluo conoscendo tutti i loro elementi di spicco.
P.s. Quale frustrazione chiedi ? Come dice l'amico tuo, accusatio manifesta !
Buona serata ormeggiatore !
P.s. Quale frustrazione chiedi ? Come dice l'amico tuo, accusatio manifesta !
Buona serata ormeggiatore !
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Sul bloghetto della mitomania il pubblico per essere vasto è vasto, ora specificare di cosa sia vasto credo sia superfluo conoscendo tutti i loro elementi di spicco.
P.s. Quale frustrazione chiedi ? Come dice l'amico tuo, accusatio manifesta !
Buona serata ormeggiatore !
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E non pensare sia mitomania, ad un certo livello funziona così, è normale, noi non possiamo capire ...
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Alitalia, buco virtuale da 350 mln sui derivati. Beffa per le banche azioniste
di Fabio Pavesi
È una di quelle storie di sovrapposizioni tra gli azionisti di riferimento che sono anche creditori della società. E nel caso di Alitalia e dei derivati che pesano sui conti della compagnia è il ruolo sovrapposto di socio forte e di azionista nel vettore che hanno le tre banche (Intesa, UniCredit e Mps). Il neo commissario Luigi Gubitosi vuole, come prima mossa, chiudere i contratti derivati sul carburante e stima di recuperare sui bilanci della compagnia 128 milioni di euro. Se lui li recupera qualcuno perderà l'importo corrispettivo. Le minusvalenze di Alitalia sono infatti le plusvalenza delle banche che hanno venduto le polizze di copertura. E quel qualcuno coincide proprio con le tre banche azioniste. Negli anni infatti sia Intesa (con Banca Imi) sia UniCredit che Mps hanno venduto derivati sul Jet fuel ad Alitalia. Se il prezzo saliva sopra i 68 dollari erano le banche a coprire i costi ulteriori, se invece come è accaduto, il carburante è sceso ben sotto quella soglia era Alitalia a registrare minusvalenze e le banche a guadagnarci. Ora se Gubitosi intende rescindere anzitempo i contratti spetterebbe a lui liquidare i 128 milion di guadagno alle banche azioniste.
Ma con Alitalia in amministrazione straordinaria quel pagamento non avverrà. Quei soldi che spetterebbero alle banche finiranno nel gran calderone dei crediti da riscuotere. Chissà quando però. E così per le tre banche italiane divenute nel tempo i principali azionisti di Cai che, tramite la Midco, controllano il 51% della compagnia di bandiera, dopo il danno delle maxi-perdite complessive che si sono riverberate a monte arriva la beffa. La chiusura anzitempo di quegli swap sul carburante che garantivano a oggi delle plusvalenze alle banche non saranno incassate e diventeranno nuovo credito che finirà forse perso nel drammatico percorso dell'amministrazione straordinaria. I conti che Gubitosi ha fatto sono freschi. Ma il quadro era pesante già a fine 2015. Alitalia sul fronte delle coperture rischi non ci ha proprio azzeccato.
A fine dell'esercizio 2015 infatti i soli contratti derivati sul prezzo del carburante, in pancia al vettore segnavano fair value negativo per 350 milioni di euro. Con un peggioramento drastico sull'anno precedente quando le minusvalenze erano di “soli” 198 milioni. È plausibile che il quadro non sia cambiato granchè, dato che nei giorni scorsi Gubitosi dopo la prima ricognizione ha detto che con la chiusura di alcuni contratti la compagnia toglie 128 milioni di minusvalenze dai suoi conti. E a conferma della gabbia in cui si era infilata Alitalia c'è l'analisi di sensitività sul prezzo del jet fuel che si ritrova nelle 200 pagine del bilancio 2015.
Quel buco virtuale di 350 milioni a carico di Alitalia registrato a fine del 2015 non si coprirebbe pressochè mai. Se il prezzo del carburante sale del 20% quella minusvalenza scenderebbe a 203 milioni. Un risparmio certo ma resterebbe una perdita ingente comunque. E se il prezzo dovesse in realtà scendere ulteriormente di un 20% la zavorra per Alitalia passerebbe a ben 497 milioni dai 350. Come si vede una sorta di capestro. La scommessa evidentemente non ha funzionato. Porre l'asticella di copertura a quasi 70 dollari si è rivelato un traguardo impossibile da raggiungere. Un'asticella più bassa avrebbe evitato di imbarcare perdite potenziali così alte per una compagnia che già va in rosso da tempo sui margini operativi con i costi che superano ampiamente i ricavi. Quanto alle banche l'avventura in Alitalia è stata un flop. Lo stesso ad di UniCredit, Mustier ha ricordato che solo negli ultimi tre anni la sua banca ha perso su Alitalia ben 500 milioni. Anche per Intesa le perdite sono rilevanti. Basti pensare che i due big bancari italiani, con la sottoscrizione degli aumenti di capitale, sono oggi i due soci forti di Cai con il 32% di UniCredit e il 31% di Intesa. A seguire la Popolare di Sondrio che in Cai ha il 12% e Mps con il 3%. Il primo socio industriale è Atlantia con il 7%.
di Fabio Pavesi
È una di quelle storie di sovrapposizioni tra gli azionisti di riferimento che sono anche creditori della società. E nel caso di Alitalia e dei derivati che pesano sui conti della compagnia è il ruolo sovrapposto di socio forte e di azionista nel vettore che hanno le tre banche (Intesa, UniCredit e Mps). Il neo commissario Luigi Gubitosi vuole, come prima mossa, chiudere i contratti derivati sul carburante e stima di recuperare sui bilanci della compagnia 128 milioni di euro. Se lui li recupera qualcuno perderà l'importo corrispettivo. Le minusvalenze di Alitalia sono infatti le plusvalenza delle banche che hanno venduto le polizze di copertura. E quel qualcuno coincide proprio con le tre banche azioniste. Negli anni infatti sia Intesa (con Banca Imi) sia UniCredit che Mps hanno venduto derivati sul Jet fuel ad Alitalia. Se il prezzo saliva sopra i 68 dollari erano le banche a coprire i costi ulteriori, se invece come è accaduto, il carburante è sceso ben sotto quella soglia era Alitalia a registrare minusvalenze e le banche a guadagnarci. Ora se Gubitosi intende rescindere anzitempo i contratti spetterebbe a lui liquidare i 128 milion di guadagno alle banche azioniste.
Ma con Alitalia in amministrazione straordinaria quel pagamento non avverrà. Quei soldi che spetterebbero alle banche finiranno nel gran calderone dei crediti da riscuotere. Chissà quando però. E così per le tre banche italiane divenute nel tempo i principali azionisti di Cai che, tramite la Midco, controllano il 51% della compagnia di bandiera, dopo il danno delle maxi-perdite complessive che si sono riverberate a monte arriva la beffa. La chiusura anzitempo di quegli swap sul carburante che garantivano a oggi delle plusvalenze alle banche non saranno incassate e diventeranno nuovo credito che finirà forse perso nel drammatico percorso dell'amministrazione straordinaria. I conti che Gubitosi ha fatto sono freschi. Ma il quadro era pesante già a fine 2015. Alitalia sul fronte delle coperture rischi non ci ha proprio azzeccato.
A fine dell'esercizio 2015 infatti i soli contratti derivati sul prezzo del carburante, in pancia al vettore segnavano fair value negativo per 350 milioni di euro. Con un peggioramento drastico sull'anno precedente quando le minusvalenze erano di “soli” 198 milioni. È plausibile che il quadro non sia cambiato granchè, dato che nei giorni scorsi Gubitosi dopo la prima ricognizione ha detto che con la chiusura di alcuni contratti la compagnia toglie 128 milioni di minusvalenze dai suoi conti. E a conferma della gabbia in cui si era infilata Alitalia c'è l'analisi di sensitività sul prezzo del jet fuel che si ritrova nelle 200 pagine del bilancio 2015.
Quel buco virtuale di 350 milioni a carico di Alitalia registrato a fine del 2015 non si coprirebbe pressochè mai. Se il prezzo del carburante sale del 20% quella minusvalenza scenderebbe a 203 milioni. Un risparmio certo ma resterebbe una perdita ingente comunque. E se il prezzo dovesse in realtà scendere ulteriormente di un 20% la zavorra per Alitalia passerebbe a ben 497 milioni dai 350. Come si vede una sorta di capestro. La scommessa evidentemente non ha funzionato. Porre l'asticella di copertura a quasi 70 dollari si è rivelato un traguardo impossibile da raggiungere. Un'asticella più bassa avrebbe evitato di imbarcare perdite potenziali così alte per una compagnia che già va in rosso da tempo sui margini operativi con i costi che superano ampiamente i ricavi. Quanto alle banche l'avventura in Alitalia è stata un flop. Lo stesso ad di UniCredit, Mustier ha ricordato che solo negli ultimi tre anni la sua banca ha perso su Alitalia ben 500 milioni. Anche per Intesa le perdite sono rilevanti. Basti pensare che i due big bancari italiani, con la sottoscrizione degli aumenti di capitale, sono oggi i due soci forti di Cai con il 32% di UniCredit e il 31% di Intesa. A seguire la Popolare di Sondrio che in Cai ha il 12% e Mps con il 3%. Il primo socio industriale è Atlantia con il 7%.
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Capito? Per le banche sarebbe una beffa, non certo che uno strumento finanziario come quello dei derivati, era funzionale a far rientrare dell'investimento.
In fin dei conti chi volete che non abbia scommesso sulla risalita ripida del prezzo del petrolio? (A parte az ovviamente )
In fin dei conti chi volete che non abbia scommesso sulla risalita ripida del prezzo del petrolio? (A parte az ovviamente )