Ciao FRECCIA
E così esce di scena uno degli interepreti principali di un decennio della mia vita.
Nessuno potrà più leggere sotto il fermaglio del tuo portacertellini di sinistra: “..... c’è”
Da quando mi portasti, secondo esemplare, dalla California, quante ore passate insieme. In mezzo ai canaloni tra i temporali. In attesa che la nebbia ci concedesse uno spiraglio per poter partire o arrivare. Nelle bufere di neve, anelando che alla radio arrivasse il sospirato: ”Azione frenante media”, o “Pista sgombra dalla neve”. Bramando che Eolo sgonfiasse un pò le sue gote. Agognando un caldo letto.
Eppure mai uno sgarbo, una contrarietà, un minimo segno di ribellione, un arrossamento di una lampadina, un abbassamento o rialzo di pressione o temperatura, uno sbuffo di un pneumatico: docile come un cane fedele; istante per istante sapevamo esattamente cosa avremmo fatto e come l’altro avrebbe reagito.
Certo, un paio di volte ce la siamo vista brutta... ma me ne siamo venuti fuori egregiamente.
Non sò se andrai in uno di quei cimiteri di sabbia dove ti metterranno delle pecette sugli occhi, sul naso e sulla bocca ma io porterò sempre nel cuore la tua immagine di freccia scagliata verso il cielo.
Romano